Silenzio
Le
luci del cinema si riaccesero quando ancora scorrevano i titoli di coda
e il suo nome si leggeva a fatica, ma eccolo là che spunta
per secondo.
Nonostante
la produzione indipendente e la distribuzione moto limitata, era
orgoglioso di questo lavoro, aveva dovuto aspettare dei mesi per farlo
vedere sul grande schermo al suo migliore amico, ma ora, in quel
piccolo cinema di Londra, aveva potuto soddisfare la
curiosità del coinquilino di sempre.
Si
alzarono in silenzio dai divanetti polverosi ritornando alla luce del
tramonto che avrebbe illuminato ancora per poco quel cielo lattiginoso.
Robert
in silenzio accese una sigaretta aspettando il commento di Tom, ma
quest'ultimo taceva.
Due
silenzi diversi che iniziarono subito a fraintendersi a vicenda.
Robert
si convinse che, infondo, non era un gran lavoro, che la sua
recitazione era pessima e che la pellicola non era buona, per questo
motivo l'amico non parlava, non voleva ferirlo, soprattutto ora che
c'era in ballo quel film sui vampiri che lo avrebbe costretto in
America per un bel po'.
Invece
Tom taceva, aveva paura di esprimersi perché sentiva
già nel silenzio dell'amico una punta di delusione. Il film
gli era piaciuto molto, soprattutto la scena finale, trasmetteva tutte
le emozioni presenti all'interno, ma qualcosa l'aveva turbato. Il suo
amico in quel film aveva baciato un altro uomo, aveva finto di amare un
uomo. Non è ciò che Robert aveva fatto, ma
ciò che aveva scatenato in lui che lo preoccupava. Mentre la
storia procedeva, la trama si infittiva e i sentimenti dei due
protagonisti crescevano, dentro Tom cresceva un malessere, non
disgusto, ma qualcosa che ricordava la...gelosia. Si era sentito geloso
dell'attore che interpretava Lorca.
«Birra?»
chiese Robert rompendo il silenzio
«Birra»
rispose automaticamente Tom
Passarono
la serata al soluto pub in silenzio, bevendo birra in silenzio, uscendo
a fumare una sigaretta in silenzio e, con un tacito accordo, decisero
di tornare silenziosamente a casa.
Robert
era sempre più convinto di non aver fatto un buon lavoro,
Tom sempre più tentato di chiamare Jenny per riacquistare la
sua virilità tra le gambe della ragazza, scordandosi tutti i
sproloqui mentali di quella serata, dimenticandosi di essere geloso di
Robert, geloso del fatto che un altro uomo l'avesse baciato.
Nel
suo immaginario, se proprio uno dei due avesse voluto baciare un uomo,
così per provare, l'avrebbe chiesto all'amico. Invece Robert
aveva baciato un altro. Si sentiva tradito e confuso. Lui non era gay,
bastava chiederlo a Jenny, ma in quel momento era geloso del finto
rapporto che l'amico aveva interpretato su quel dannato schermo.
Arrivarono
a casa avvolti in una nuvola ovattata di pensieri, e ognuno raggiunse
la propria stanza.
Robert
stava male. Non una parola era uscita dalla bocca di Tom, neppure una
totale nota di disapprovazione. Avrebbe sofferto meno se avesse detto
“Rob questo film fa cagare!”, l'avrebbe accettato e
sarebbe andato avanti, invece quel silenzio lo martoriava lo riempiva
di dubbi. Uno fra tutti, quello più grande che si vestiva
anche di paura, era che potesse essersi sentito disgustato dalle scene
omosessuali. Lui non era gay, bastava chiederlo all'amica di
Jenny, questo Tom lo sapeva benissimo. Non voleva che tutti i
suoi sforzi si riducessero in quel silenzio così decise di
chiarire subito iniziando a parlare.
«Posso?»
entrò in camera di Tom senza bussare trovandolo sul letto
con la chitarra in mano
«Dimmi»
non distolse lo sguardo dallo strumento
«No
dimmi te»
«Cosa?»
alzò lo sguardo vedendo Rob fermo davanti a lui
«Non
so, siamo usciti dal cinema e non abbiamo spiaccicato parola, volevo
sapere cosa ne pensavi del film...tutto qui» si
passò una mano nervosamente tra i capelli
«Carino»
riabbassò lo sguardo
«Carino?»
«Si»
alzò le spalle posando lo strumento ai piedi del letto.
«Nessun'altro
commento?» chiese con tono incredulo
«Cosa
dovrei dirti?»
«Di
solito quando finisci di vedere qualcosa inizi vomitare parole e
l'unico modo per zittirti è offrirti una birra»
«Diciamo
che mi ha fatto strano...»
«Cosa?»
aspettò una risposta dall'amico, ma non arrivò
«è perché ho baciato un
uomo?» ancora silenzio «Dio stavo
recitando!» alzò gli occhi al cielo
«Comunque...»
sussurrò e Rob lo sentì benissimo
«Perché
se fossi gay non mi parleresti più?»
«Ma
che discorsi! Non sai gay!» si alzò di scatto dal
letto raggiungendo la cucina agitando le mani, pregando silenziosamente
dentro di se di non ricevere nessuna rivelazione dell'ultimo minuto
«E
se lo fossi? Non hai risposto alla mia domanda» lo
seguì l'amico
«Ma
certo che ti parlerei, non è questo il problema»
il problema era che si era sentito geloso, ma questo non l'avrebbe mai
ammesso. In compenso aprì due birre e ne porse una al
coinquilino
«E
qual'è?»
«Mi
ha fatto strano tutto qui!» liquidò in fretta Tom
«Vebbè»
concluse Rob. Non voleva litigare con Tom soprattutto per questi motivi
che sembravano veramente futili, sapeva che gli dava fastidio parlare
di certe cose, non perché fosse omofobico, almeno credeva,
non ne avevano mai parlato seriamente. Si perse ad osservarlo mentre
posava le labbra sul collo della bottiglia e beveva piccoli sorsi di
birra. Dentro crebbe qualcosa, un formicolio, che Rob dovette buttare
giù con un sorso generoso di bionda doppio malto, e si
diresse in camera.
Silenzio.
Entrambi
non avevano mai odiato e sofferto così tanto l'assenza di
suono, la mancanza della voce dell'altro nell'aria, tutto
ciò era un macigno sopra di loro con una scritta rossa
“incomprensione”. Questa volta Robert non avrebbe
mosso un dito, si sentiva la parte lesa, infondo gli aveva chiesto un
parere sul film mica altro. Non gli aveva chiesto il numero di Jenny,
anzi quando lo fece Tom non si offese e non si fece problemi o scenate
di...gelosia! Ecco! No, ma non poteva essere, conosceva troppo bene il
suo migliore amico, non poteva essere geloso di..del fatto che...no
impossibile! Eppure quel mutismo, il non voler affrontare il discorso,
e poi quel formicolio...dannazione!
Si
alzò di scatto dirigendosi in camera dell'amico irrompendo
per la seconda volta quella sera
«Ma
sei geloso?» lo chiese così, a bruciapelo,
provocando il soffocamento di Tom con la birra
«ma...chemchem....cazz...chemchem...»
e tossiva strozzato dalla birra, dall'imbarazzo e dalla sorpresa. Era
il suo migliore amico era ovvio che se ne sarebbe accorto.
«Sei
geloso» non era più una domanda
«E
tu sei scemo» rimase sulla difensiva
«Vabbè
sarà, ma comunque ho ragione» incrociò
le braccia con sguardo fiero, e silenzio. Passarono dei secondi pesanti
e densi
«Diciamo
che...» iniziò timido Tom «...mi ha
fatto strano perché avevo sempre pensato che se fosse
successo saremmo stati io e te...oddio che cosa gay che ho
detto!» disse nascondendosi il volto con le mani
«Ma
guarda che non vuol dire nulla, tu rimani il mio migliore amico anche
così» cercò di prendere le distanze
anche se qualcosa dentro di lui non voleva. Voleva prendere Tom e
baciarlo, un bacio innocente per dissolvere ogni sua paura, per fargli
capire che sarebbero stati amici per sempre, oltre ogni tempo, luogo,
ragazza, carriera, solo Rob e Tom. Si limitò a sedersi
affianco a lui dandogli una pacca sulla spalla «ma almeno ti
è piaciuto il film?» era quello che gli premeva,
il suo parere, sapere se era stato all'altezza
«E'
stato uno dei film più emozionanti che abbia mai
visto» sorrise all'amico liberandosi il volto, e silenzio.
Questo
silenzio era elettrico, carico, ma non pesante; pieno di tutto eppure
non gravava minaccioso.
Non
seppero con esattezza come avvenne, Rob si avvicinò per
imprime quel bacio casto per rassicurare l'amico, Tom forse per
sentirsi più importante di Javier Beltran, per sentirsi la
persona più importante per l'amico. Prima fu qualcosa a fior
di labbra, simile a un intreccio di fiati, poi le loro labbra si
unirono alla perfezione assaporandosi piano, senza fretta. Tom si
protrasse in avanti con desiderio scoprendosi eccitato dalla situazione
e percependo, sotto il suo tocco quasi casuale, che ciò
stava accadendo anche a Robert. Senza sciogliere la loro unione, ma
rafforzandola con le loro lingue, il moro sbottonò il primo
bottone, attento a captare qualsiasi segnale di dissenso, che non
venne. Continuò fino a liberare l'eccitazione nata in Rob.
Quando quest'ultimo capì le intenzioni di Tom, si
prodigò per donargli lo stesso piacere. Non c'era imbarazzo,
non sembrava nulla di sbagliato, strano, deviato o qualsiasi altra cosa
che avrebbe potuto dire la gente. Era come una suggellazione di
un'amicizia che andava oltre a tale definizione, perché il
loro non era un semplice sentimento. Era amore, fedeltà,
cieca fiducia, fratellanza. E non era strano in quel momento provocarsi
il massimo del piacere a vicenda, denudarsi delle proprie paure pur
rimanendo vestiti.
Con
fiato corto si staccarono e silenziosamente si ripulirono. Nessun
silenzio imbarazzante. Si accesero una sigaretta e ripresero la loro
vita da lì, sapendo che il ricordo di quella sera non
avrebbe suscitato alcun tipo di pentimento o vergogna e soprattutto non
sarebbero cambiati, o meglio, sentivano che il loro rapporto sarebbe
solo potuto migliorare.
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Salve!
E'
da molto che non pubblico qualcosa ed eccomi qua a pubblicare questo
racconto diverso su Robert Pattinson. Tutte lo dipingono come il super
uomo, romantico e dolce, ma anche passionale e, a volte, stronzo. Io lo
ritraggo così.
Tom
nel mio immaginario è molto più impulsivo
dell'amico ma qui lo reinvento riflessivo.
Questa
OS la dedico a Cris87_loves_Rob
la quale mi ha sempre sostenuto e consigliato nonostante i suoi impegni
su EFP e nella vita reale.
Commentatela
anche negativamente (come avvenne per "Perché
no?"), ma abbiate almeno la decenza di non cancellare i
vostri commenti (come avvenne per "Perché no?).
Siccome
sono tipo iper-impegnata e anche psicologicamente provata (ho subito
del mobbing)
non so se e quando risponderò alle recensioni.
Solo
una cosa vi chiedo...siate oggettive. Se i soggetti o l'idea di essi
non vi piacciono non è un motivo per sparare a zero su
questo racconto che potrebbe anche essere ben scritto.
Detto
ciò....ambarabà ciccì coccò!
KN
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