E'
la prima storia che scrivo e faccio leggere a qualcuno una storia di
mia creazione, ma leggere le belle storie di questo sito e di altri mi
ha fatto prendere coraggio ed eccovi la mia prima storia. I commenti
sia positivi che negativi sono bene accetti ^^
Greta era una
normale ragazza di 17 anni, o almeno pensava di esserlo.
Si
era appena trasferita a Amaku per
via del lavoro del padre. Ha dovuto cambiare scuola, ma non era un
problema,
l’avrebbe voluta cambiare ugualmente in seguito alla
bocciatura ricevuta
quell’estate.
La
nuova scuola sarebbe stata differente
dalla vecchia, sarebbe andato tutto bene, non sarebbe stata
più bocciata.
Era
ciò a cui pensava mentre si
preparava per andare a scuola; si guardava nello specchio e osservava
la
cadenza della nuova uniforme, era la prima volta che ne indossava una,
ma
l’idea di metterla sempre per andare a scuola e che in quella
scuola
l’avrebbero messa tutti le piaceva.
Era
un uniforme con una camicia
bianca e un gilet giallo, una cravatta rossa e una gonna rossa a
quadri, lunghe
calze nere fino al ginocchio e scarpe grigie. Le stava molto bene, lei
era
snella e non molto alta, ma non le importava, perché era
comunque nella media,
aveva i capelli arancioni, lunghi fino al collo e dei bellissimi occhi
blu, profondi
come l’oceano.
Si
era davvero persa ad
osservarsi allo specchio con quella uniforme.
<<
Greta vieni a fare
colazione >> gridò una voce da basso. Era sua
madre che la chiamava.
Quando
Greta scese e andò in
cucina vide tutta la famiglia al completo intenta a fare colazione.
Il
padre, seduto a capotavola,
sorseggiava del caffè leggendo il giornale, alla sua destra
vi era il fratello
maggiore, che intingeva dei biscotti nel caffè ed infine la
madre stava
poggiando un piatto in un posto vuoto, probabilmente quello di Greta.
Nel
piatto vi erano due fette di pane con la marmellata
<<
Non ti siedi a fare
colazione? >> le chiese la madre.
<<
Non ho molta fame,
prendo una fetta di pane e la mangio mentre vado a
scuola>> rispose lei
avvicinandosi al suo piatto e prendendo una delle due fette di pane.
<<
Sei proprio sicura? >>
insistette la madre.
<<
Si, sono un po’ nervosa
e ho lo stomaco chiuso. Inoltre se voglio arrivare a scuola in tempo mi
conviene correre o perderò il treno >>
<<
Se preferisci ti porto
io a scuola >> intervenne il fratello.
<>
<<
Va bene, fai come
preferisci, l’importante è che non ti succeda
nulla >> disse il padre
tirando la testa fuori dal giornale e sorridendo.
Greta
sorrise a sua volta e
s’incamminò verso la porta della cucina e
voltandosi disse a tutti
<<
Allora io vado, ci
vediamo oggi pomeriggio >> e proprio mentre si stava per
voltare di nuovo
la madre le disse:
<<
Aspetta un secondo, sul
mobile vicino all’entrata ci sono dei soldi e una lista della
spesa, ti
dispiace fermarti un momento al supermercato mentre torni a casa?
>>
<<
Va bene, non ti
preoccupare mamma >> rispose Greta e salutando di nuovo
andò a prendere i
soldi e la lista della spesa.
Per
andare alla stazione, Greta,
aveva dovuto fare una strada più lunga di quella che aveva
fatto con il padre
qualche giorno prima, perché c’erano dei lavori in
corso, così adesso doveva
correre veramente se voleva prendere il treno in tempo, infatti quando
arrivò
alla stazione stava per ripartire. Fece appena in tempo a salire che
ripartì.
Siccome
stava correndo non era
riuscita a fermarsi e andò a sbattere contro una signora
<<
Fai attenzione, potresti
farti male >> le disse gentilmente
<<
E poi la prossima volta
potresti non essere così fortunata a sbattere contro
qualcosa di così morbido
>> continuò sorridendo e sfiorandosi il seno.
Greta era arrossita tutto
d’un colpo.
<<
Mi scusi >> si
affrettò a dire chinandosi, la signora osservò la
sua uniforme
<<
Vai all’Akoshi school? >>
le chiese
<<
Sì, oggi sarebbe il mio
primo giorno. Mi sono appena trasferita e non sono sicura di ricordarmi
bene la
strada… >> rispose Greta facendo un sorriso
imbarazzato
<<
Sono sicura che in un
modo o nell’altro ci arriverai >> rispose
l’altra sorridendo a sua volta.
Arrivata
alla propria fermata,
Greta, scese seguita dalla sconosciuta, ma fatto qualche passo la perse
di
vista “Che strana persona, ma è molto attraente,
chissà se la incontrerò di
nuovo” pensò in quel momento “Forse
è meglio di no, visto la figura che ho
appena fatto”.
Fortunatamente
si ricordò tutta
la strada, ma per tutto il tragitto non fece che batterle forte il
cuore, era
molto emozionata dall’idea di cominciare una nuova scuola,
pensava “Chissà come
saranno i miei compagni” oppure “Chissà
se almeno quest’anno riuscirò a
mettermi con qualcuno” o ancora “Chissà
come saranno i professori e chissà come
sarà la classe”.
Quando
arrivò davanti all’ingesso
principale cominciò a tremare, non perché facesse
freddo, ma era una ragazza
molto timida e l’idea di chiedere ad uno sconosciuto di
controllare in che
classe fosse la terrorizzava. Si fece coraggio e si diresse verso la
segreteria,
si affacciò e disse
<<
Scusatemi, io sarei
nuova, ma non so in che classe devo andare…>>
la sua faccia era
completamente rossa e la sua voce molto bassa. Uno dei segretari le si
avvicino
e svogliatamente le chiese come si chiamasse e che classe facesse
<<
Greta Oribe e dovrei
fare seconda >> rispose lei, l’uomo
controllò in un registro che aveva la
davanti.
<<
Seconda C, devi salire
le scale e girare a destra, l’ultima classe a destra
è la tua >> le disse
dopo
<<
Grazie mille >>
rispose lei e si diresse verso la
nuova classe.
Le
ritornarono in mente i
pensieri di prima, mentre percorreva la strada dalla segreteria alla
classe, e
le era tornata la paura di parlare con persone che non conosceva.
Entrata in
classe avrebbe dovuto presentarsi di nuovo ai suoi compagni e ai
professori e
poi tutti erano ormai in classe e non appena avrebbe aperto la porta
tutti gli
sguardi sarebbero stati rivolti verso di lei. Il solo pensiero la fece
arrossire nuovamente.
Era
quasi arrivata davanti alla
porta della sua classe quando vide che era aperta, esitò per
un istante ed
entrò. I suoi compagni erano davvero tutti in classe e
seduta alla cattedra
c’era una professoressa intenta a parlare con
un’altra professoressa, nessuna
delle due si accorse che era entrata e per un attimo non sapeva se
interromperle mentre parlavano o sedersi… e poi sedersi
dove? Era tornata la
paura, ma per fortuna una delle due professoresse si accorse che era
entrata e
smise di parlare. Si voltò verso Greta, che appena la vide
quasi ebbe un infarto,
non credeva ai suoi occhi, era la signora che aveva incontrato sul
treno,
questo la fece arrossire ancora di più di prima.
<<
Oh tu devi essere la
nuova studentessa trasferita, vero? Scusa i nostri modi maleducati. Io
sono
Sofia Oohara, la tua insegnante di scienze >>
<<
E io sono la nuova
insegnante di storia della classe, piacere di conoscerti
>> si
presentarono le due.
<<
Io mi chiamo Greta Oribe,
piacere mio >> rispose Greta facendo un inchino.
<<
Puoi sederti lì,
vicino alla finestra, io e la
professoressa di storia dobbiamo finire un momento di parlare e poi ti
spiegherò le regole della scuola >> disse la
professoressa Oohara
sorridendo allo stesso modo di come aveva fatto qualche minuto prima
sul treno.
Greta
si andò a sedere dove le
era stato detto, ma non poteva non pensare a che incredibile
coincidenza fosse
quella “Pensare che solo una mezz’oretta fa le ero
andata a sbattere contro, ma
chissà che strada avrà preso per essere arrivata
prima di me e senza che la
vedessi entrare” pensò mentre la fissava. Era una
donna davvero attraente, era
alta e snella, aveva lunghi capelli biondi, occhi azzurri e qualche
lentiggine
in faccia; portava una maglietta viola e una gonna nera, lunga fino al
ginocchio, Greta pensò di nuovo che era davvero bella.
Appena
le due ebbero finito di
parlare la professoressa Oohara come aveva detto si mise a spiegare le
regole
della scuola e poi il comportamento che esigeva nelle sue ore e altre
cose che
Greta ascoltò e non ascoltò. Mentre la
professoressa parlava, infatti,
osservava i suoi compagni, ma solo quelli che erano seduti davanti e
quelli a
fianco che poteva vedere con la coda dell’occhio, i primi
giorni in ogni scuola
che è andata si vergognava sempre molto e non parlava mai
con i suoi compagni
di classe a meno che non fossero loro a parlare con lei, ma accadeva di
rado.
La
giornata trascorse tranquilla
e siccome era il primo giorno di scuola si fecero soltanto un paio di
ore,
nelle quali i professori nuovi, come quella di storia, si presentavano
e
spiegavano in breve qual’era il programma del nuovo anno e
cosa pretendevano
dagli studenti.
Finita
la scuola Greta doveva
andare a fare la spesa come le aveva chiesto la mamma quella mattina,
solo che
non si ricordava dove fosse il supermercato, e quindi si
fermò poco più avanti
della porta d’ingresso e tirò fuori la lista della
spesa che aveva in tasca. La
fissò quasi sperando che potesse parlarle e
dirle dove si trovasse il supermercato
<<
Se devi andare a fare la
spesa e non sai dov’è il supermercato è
inutile fissare la lista della spesa,
non parlerà >> disse una voce alle sue spalle.
Greta si girò, era la
professoressa Oohara che le sorrideva di nuovo.
<<
E’ che non riesco
proprio a ricordarmi dove sia, mio padre mi ci aveva accompagnata, ma
me lo
sono dimenticata >> rispose Greta arrossendo nuovamente.
<<
Se vuoi ti ci accompagno
>>
<<
E’ molto gentile, ma non
si deve disturbare >>
<<
Nessun disturbo, è sulla
strada per tornare alla stazione >>
<<
Non ricordo di esserci
passata… >>
<<
E’ perché facciamo due
strade diverse. Quella che faccio io è più corta
>>
<<
Ah ecco, infatti mi
chiedevo che strada avesse fatto per arrivare prima di me a scuola
>>
<<
Facciamo così, ti
accompagno al supermercato e ti dico che strada devi poi fare da
lì fino alla
stazione, perché purtroppo ho degli impegni e non posso
aspettare che tu
finisca di fare la spesa. Va bene? >>
<<
E’ perfetto, grazie
mille. Lei è davvero gentile >>
<<
Di niente è un piacere
aiutare i miei studenti >>
Le
due s’incamminarono verso il supermercato
e arrivateci la professoressa fece come aveva detto, le disse che
strada doveva
fare da lì alla stazione, poi si salutarono e Greta fece la
spesa per la madre.
Uscita
dal supermercato sentì un
urlo provenire da dietro degli alberi.
Apresto un nuovo
capitolo ^^
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