Adoro la
mia mamma. È la persona più importante della mia
vita, la persona che mi ha amato da subito, prima ancora che sapesse
chi ero e come ero, mi ha amato appena ha capito che c’ero,
incondizionatamente, perché ero la sua bambina, la prova
dell’amore grande e unico che unisce lei e il mio
papà.
Il
mio papà non mi ha amata subito. Quando ha saputo che ero in
arrivo, si è preoccupato tantissimo, si è
arrabbiato tanto con se stesso perché pensava di aver fatto
del male alla mamma; perché pensava che io avrei fatto del
male alla mamma.
All’inizio
non riuscivo ancora a farmi sentire, ma capivo tutto quello che
accadeva intorno a me. La mamma stava male: io crescevo troppo, ero
più forte di lei e le facevo del male… cercavo di
essere più leggera, mi stringevo per essere meno grande ed
evitavo di muovermi troppo perché sapevo che ogni piccolo
spostamento la faceva soffrire tanto. Glielo volevo dire di cosa avevo
bisogno. Le volevo far sapere come farci stare bene, ma non riuscivo a
farlo, nessuno mi sentiva, e la mia mamma peggiorava. Il mio
papà era sempre più triste. Non mi voleva,
sentivo che era arrabbiato con me perché facevo stare male
la mamma, ed io volevo fargli capire così tanto che le
volevo bene e che non le avrei mai fatto del male… e volevo
tanto bene anche a lui.
Era
tanto preoccupato per mamma, perciò era così
arrabbiato con me. Lo so. E sapevo che se gli avessi potuto dire che
anch’io volevo bene alla mamma avrebbe smesso di essere
così arrabbiato. Lui la ama tanto, si sentiva male insieme a
lei, e più mamma stava male più lui si incolpava,
era arrabbiato con me ma soprattutto con lui. Tutti e due stavamo
facendo del male alla persona che più amavamo e ci sentivamo
cattivi per questo.
Il
tempo passava e sentivo che la mamma stava sempre peggio. Poi
è successo qualcosa, il mio Caro Lupo ha fatto capire di
cosa avevamo bisogno per stare bene e la mamma ha cominciato a bere, e
finalmente mi sono sentita meno in colpa e ho capito che ero pronta a
far capire a papà che ero una brava bambina.
Mamma
migliorava, ma anche io, e crescendo le facevo sempre più
male, papà non aveva fatto in tempo a sentirsi meglio che di
nuovo è tornato a preoccuparsi, allora ho pensato il
più forte possibile a quanto volevo bene alla mamma e sono
rimasta ferma in quel pensiero per un po’, sperando che mi
sentisse. E ha funzionato! Ho sentito la mano fredda di papà
toccare la pancia della mamma, e ho sentito per la prima volta il suo
contatto. Ho pensato a quanto volevo bene anche a lui, a quanto capivo
perché era arrabbiato e a quanto mi sentivo in colpa anche
io per come stava mamma. Finalmente il mio papà ha capito, e
da allora ha cominciato ad essere meno arrabbiato e ha iniziato a
toccarmi di più sul pancione. Il mio papà ora
poteva volermi bene, ed io non vedevo l’ora di nascere per
stare con lui e con la mamma.
È stato
lui a farmi nascere. Io ho fatto la brava, non ho morso la mamma, ho
aspettato che arrivasse lui. E all’improvviso infatti ho
sentito le sue mani che mi prendevano, le mani che avevano imparato a
toccarmi in ritardo, quelle mani che dovevano far stare bene la mamma
ora che io ero nata. Sono stata un po’ cattiva (ho morso la
mamma! Credevo che non le avrei fatto male ora, invece io ero ancora
troppo forte per lei!), allora mi ha dato in braccio alla zia Rose e
non l’ho visto più. Non ho visto più
nemmeno la mamma.
Per
un po’ di tempo (ho sentito che dicevano tre giorni) sono
stata tra le braccia di zia Rose e del mio Caro Lupo, e sentivo che
anche loro mi volevano tanto bene. Ma io volevo la mamma, e
papà! Volevo stare con loro e farmi amare come io li amavo.
Finalmente
li ho rivisti: mamma è diventata forte (ha fatto anche male
al mio Lupo!) e papà finalmente sorride; ha un sorriso
bellissimo papi!
Tutti
mi vogliono bene.
Ma
io sono felice soprattutto perché la mia mamma e il mio
papà mi amano, perché io amo loro più
della mia stessa vita.
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