Rieccomi a postare una nuova storia partorita dalla mia mente malata. XD
Era un po' che pensavo di scriverla e un sogno mi
è venuto in aiuto la notte scorsa. È una storia
profonda, sentimenti confusi, una bambina allegra che è la
luce di questa bellissima favola, una donna coraggiosa e un uomo.
Buona lettura.
Intro - Light in the Darkness
Oggi vado a prendere Lillian a scuola, le faccio una sorpresa.
Mi piazzo davanti all'uscita e aspetto che suoni
la campanella. La mia bimba è in prima elementare quest'anno.
Eccola che arriva col suo zainetto rosa e la sua
Barbie in mano. «Mamy!», urla appena mi vede e
corre ad abbracciarmi.
«Ciao piccola mia!», mi
abbasso e la stringo forte a me. Lei si stacca e mi guarda col faccino
triste. «Lilly, che c'è amore? Non sei contenta
che mamma sia venuta a prenderti al posto della nonna?».
«Sì, sono
contenta», mi risponde sorridente. «Ma oggi
è la festa del papà», dice tristemente.
«Dov'è il mio papà?».
«Amore, te l'ho detto. Il tuo
papà non abita qui tesoro».
«Io voglio vederlo».
«Lillian, tesoro, non possiamo vederlo,
lui ha una vita sua e una famiglia».
«La maestra dice che la mamma e il
papà sono la famiglia».
«Lo so, piccola mia», le
accarezzo i capelli. «Va bene, ti farò conoscere
il tuo papà, ok?».
Mi mostra il più grande sorriso che le
abbia mai visto in volto e mi abbraccia.
Arrivate a casa, la prima cosa che faccio è cercare il suo
numero, il padre di Lillian è un brav'uomo, è
solo che quando lei è nata 6 anni fa, lui era troppo
impegnato nella sua carriera e cosi ho deciso di lasciarlo nonostante
sia ancora innamorata persa di lui. Ho bloccato tutto, praticamente ho
smesso di vivere per Lillian, lavoro 10 ore al giorno per poterle dare
tutto quello che merita, ma non me ne pento, è una bambina
fantastica, intelligente e altruista, come suo padre del resto.
Ho trovato il numero e spero vivamente che sia
ancora questo mentre lo compongo sul telefono.
«Pronto». Mi mancava la sua
voce.
«Sono Rebecca».
Per un po' rimaniamo tutti e due in silenzio.
«Ciao, Rebecca. Hai bisogno di
qualcosa?». Sorrido amaramente. Non gli ho mai chiesto
alimenti o niente, mantengo mia figlia con le mie proprie forze
così come ha fatto mia madre con me.
«No, non ho bisogno di nulla,
è solo che Lillian chiede di te».
«Le hai raccontato? Come
sta?», chiede curioso.
«Non le ho raccontato nulla, ha solo 6
anni. E sta bene, è una bambina in salute, furba e vivace,
ti assomiglia». Lo sento sorridere dall'altra parte del
telefono. «Oggi è la festa del papà e
come sai a scuola tutti fanno un regalino al proprio, lei non
può e questo mi fa male al cuore. Vuole
conoscerti».
«Non possiamo», ripete lui,
come anche l'ultima volta. Ogni tanto gli mando qualche foto di Lillian
via mail, ma credo che non le guardi nemmeno. «Lo sai che non
posso essere presente nella sua vita come un vero padre».
«Lei non ha bisogno di un vero padre, le
do io l'amore di cui ha bisogno», gli ripeto.
«Vuole solo sapere che faccia ha suo padre».
«Ok», accosente lui.
«Ok, la vuoi incontrare?».
Sono 6 anni che non lo vedo, ci sentiamo solo per telefono,
chissà che effetto può avere ancora su di me.
«Sì. Dove abitate
adesso?».
«A San Diego, da mia madre».
«Ok. Vengo questo fine
settimana?».
«Sì, tanto ti ricordi dove
abita mia madre?».
«Certo che mi ricordo», mi
sembra quasi di vedere i suoi occhi, li rivedo ogni giorno in quelli di
mia figlia. «Ok, allora ci vediamo».
«Sì, ci vediamo»,
così chiudo questa chiamata fredda e poggio il telefono sul
bancone della cucina.
«Viene?», mia madre mi stava
ascoltando, lo sapevo.
«Sì, viene. Questo fine
settimana», la informo. «Vado a dirlo a
Lillian».
«Rebecca», mi ferma lei.
«Stai facendo la cosa migliore per lei o per te?».
«Mamma, anche io quando avevo la sua
età volevo conoscere mio padre e tu hai esaudito il mio
desiderio».
«Ma durante l'adolescenza lo hai
odiato».
«Sì, solo quando ho saputo
quello che ti aveva fatto, in questo caso è
diverso».
«Lui non potrà essere
presente nella vita di Lillian».
«Lei lo vuole conoscere, e lo vuole
anche lui se ha accettato di venire qua», la supero e corro
da mia figlia a darle la notiza, ma forse mia madre ha ragione; che
Lillian conosca suo padre può essere un male e
sarà un male anche per me rivedere i suoi occhi.
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Ringrazio le mie lettrici; Jess, Jen e Lu! |