What Does It Taste Like The Love?
What
Does It Taste Like The Love?
Amore.
Cinque
lettere: tre vocali, due consonanti.
Niente
di particolare, di eclatante.
Nulla
che valga particolare attenzione.
Sì,
Jake la pensava così:
in
fondo,
che
potere può avere una parola così corta,
un
vocabolo che ti si spezza in bocca prim'ancora che tu possa averlo
elaborato,
un
fievole suono destinato a spegnersi senza aver davvero spiccato il
volo?
Jake
non capiva.
Si
guardava intorno e continuava a chiedersi di cosa la gente andasse
blaterando:
amore
di qui, amore di lì, amore di giù, amore di su...
Dovevano
essere impazziti tutti.
Nessuno
si accorgeva che, sebbene proclamassero l'amore come unica arma di
salvezza del mondo,
le
bombe continuavano ad esplodere,
i
bambini continuavano a morire
e
le vite continuavano ad essere recise quasi fossero girasoli spezzati
da un temporale troppo violento?
Jake
non capiva.
Di
sicuro lui non era un esperto in materia:
madre
troppo ubriaca per accorgersi di avere un figlio, padre assente,
figlio unico e carattere tendenzialmente cupo,
davvero
non aveva la minima idea di che sapore dovesse avere l' "amore".
Al
contrario, sapeva perfettamente cosa si prova a rigirarsi in bocca la
parola "sopravvivenza":
aveva
scoperto presto, Jake,
che
l'istinto di autoconservazione intrinseco in ogni essere umano
superava di gran lunga affetti e amori di sorta.
Fin
troppe volte aveva visto fratelli uccidersi per un pezzo di pane,
amici
tradirsi per un giorno di vita in più.
No,
Jake non era cresciuto in un bell'ambiente:
dopotutto,
quando
nessuno ti ha fatto vedere la via più giusta
è
normale perdersi alla ricerca della tua strada.
E
lui aveva cercato molto a lungo il suo cammino, sì.
Peccato
che a quasi trent'anni non fosse per niente certo di averlo trovato.
Ma
nonostante questo, nonostante la sofferenza del mondo e le lacrime
del cielo,
tutti
quelli che aveva conosciuto, per quanto ridotti male e prossimi alla
fine,
gli
avevano parlato dell'amore.
Jake
non capiva.
E adesso, mentre guardava
un'alba luminosa illuminare l'inizio di un nuovo giorno,
si chiedeva se l'amore
avrebbe potuto cambiare la sua vita.
Se sua madre l'avesse
amato non si sarebbe mai drogato?
Se suo padre l'avesse
amato non sarebbe mai caduto in coma etilico?
Se lui stesso avesse
imparato ad amarsi avrebbe potuto risparmiarsi quelle sedute eterne
dallo psicologo?
Non ne era sicuro.
Perché Jake non sapeva
neanche cosa fosse, questo fantomatico amore di cui tutti
parlavano.
Perché
Jake non capiva.
Alzò lo sguardo al cielo
e sorrise:
le sue labbra carnose si
tesero piacevolmente, i suoi occhi presero vita.
Non si accorse dell'unica
lacrima scivolatagli sul viso,
una goccia di sofferenza
nata da iridi che non erano avvezze al pianto
e destinata a morire su
labbra che non avevano mai conosciuto i singhiozzi.
Perché Jake non capiva,
no.
Non capiva chi avesse
deciso che non meritava amore;
non comprendeva per quale
assurdo gioco del destino si era ritrovato,
a ventotto anni,
con nient'altro in mano
che la sua putrida anima.
Non capiva.
Amore.
Cinque
lettere: tre vocali, due consonanti.
Niente
di particolare, di eclatante.
Nulla che valga
attenzione particolare.
Ma Jake avrebbe davvero
voluto assaporare la dolcezza di quel termine sulla pelle.
Sì,
Jake avrebbe davvero voluto.
Note
dell'autrice:
Ok, ok.
Storiella senza troppe
pretese, uscita così da uno sclero momentaneo.
Ero ispirata, l'ho
buttata giù e adesso la condivido con voi.
Mi farebbe molto piacere
se mi deste il vostro parere.
Sapete che mi piace avere
uno scambio tra autore e lettore.
A presto!
Un bacio,
Blackbutterfly.
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