Titolo: E Galeotta fu
la Mucca Rosa
Genere: Romantico, Comico
Rating: Giallo
Avvertimenti: un po' di sana idiozia.
Nome del film scelto: Orgoglio e Pregiudizio. "Ti
aspettavi che mi rallegrassi dell'inferiorità del tuo rango?"
Trama: Ted non avrebbe mai dimenticato il
giorno in cui scoprì che tutti i Purosangue - nessuno
escluso, neanche la Serpeverde carina con i capelli ricci - erano solo
dei bastardi razzisti il cui scopo della vita era rendere la vita un
inferno a quelli come lui.
NdA: questa fanfiction è stata scritta
per il contest "Contest a turni - Only nine" indetto da _Aras_
classificandosi quinta, ma non riuscendo a passare al secondo turno.
« Lapifors! » gridò
Ted, dando un colpo di bacchetta evidentemente troppo forte,
perchè la teiera che avrebbe dovuto trasfigurare in coniglio
fece un salto di due metri, atterrando su un banco in prima fila.
« Ops, » esclamò, quando vide a chi
apparteneva il banco. Andromeda black si voltò rigidamente,
lo guardò con freddezza da sotto la sua frangia riccioluta
e, senza commentare - non che Ted si aspettasse che l'erede dei Black
gli rivolgesse la parola - agitò con disinvoltura ed
eleganza la bacchetta, facendo volteggiare il coniglio fino all'ultima
fila di banchi, dove sedeva Ted.
« Grazie. » le urlò, ma lei si era
già voltata, accarezzando con la punta delle dita il suo
coniglio perfetto.
Ted abbassò lo sguardo verso la sua opera; aveva vagamente
la forma di un coniglio spelacchiato, ma forse il cappello a forma di
copriteiera non faceva parte del compito. Sentì un grugnito,
segno che il suo amico Alan stesse ridendo, le spalle tremanti e una
mano davanti alla bocca. Alan emetteva sempre un specie di risucchio
quando rideva, cosa che, insieme alle sue larghe narici e alla sua
carnagione rosea, lo facevano assomigliare a un maiale. Non era
esattamente quello che si può definire un amico ideale per
un ragazzo nella condizione di Ted. Era imbranato e goffo, non molto
brillante quando avevi voglia di una conversazione seria, ed era un
Nato-Babbano. Non che Ted avesse problemi con la gente di origini
Babbane, lo era lui stesso, ma, a quei tempi, non era molto saggio
essere loro amico; rischiavi di attirare troppa attenzione su di te.
Erano amici fin dal secondo anno a Hogwarts. Alan si era perso mentre
cercava la classe di incantesimi - non aveva una buona memoria
nè un buon senso dell'orientamento - e si era ritrovato
braccato da un gruppo di Purosangue del quinto anno. Caso volle che Ted
passasse di lì mentre andava in infermeria per eliminare gli
effetti di un incantesimo andato male e travasse i cinque Purasangue
che ridevano a crepapelle, mentre un povero Alan, sotto l'effetto di un
Tarantellegra, ballava in modo ridicolo in mezzo al corridoio.
« Lasciatelo stare! » aveva esclamato Ted, stupendo
anche se stesso.
« Ma guardate. Un altro Sangue Sporco ha deciso di unirsi ai
divertimenti. » E Ted aveva avuto giusto il tempo di pensare ma
chi me lo ha fatto fare?! prima che Arthur Weasley e un
gruppo di Grifondoro venisse in loro soccorso.
Davvero, Ted aveva fatto ben poco, a parte comportarsi da completo
stupido, ma da quel giorno Alan gli si attaccò addosso
peggio di un Asticello sul suo albero e lo aveva proclamato suo
salvatore e amico. Ted non aveva avuto il cuore di scollarselo di dosso
e, doveva ammetterlo, un amico faceva comodo anche a lui.
« Cos'hai da ridere? Pensa alla tua teiera, piuttosto, sembra
un ornitorinco più che un coniglio. »
« Cos'è un onicorinco?
» fu la risposta brillante e alquanto prevedibile di Alan.
« Lascia perdere, amico. » sospirò Ted.
Quando finalmente la lezione finì, il suo coniglio non era
migliorato neanche un po'. Ted e Alan si recarano in Sala Grande per
cena con lo stomaco brontolante e un metro di pergamena in
più rispetto ai loro compagni come compito.
Furono accolti dal familiare chiacchericcio e dai tintinnii delle
posate. Si sedettero al loro solito posto al tavolo di Tassorosso,
quello più vicino all'uscita e più lontano dai
Purosangue.
Ted sapeva di essere un vigliaccio e non si vergognava ad ammetterlo.
In realtà, a suo avviso la sua non era vigliaccheria, ma
istinto di autoconservazione. Non era abile con la bacchetta - a meno
che non servisse solo a grattarsi la schiena - e non era bravo nemmeno
con la lotta Babbana. Tutto ciò che sapeva fare era mettersi
nei guai con la sua bocca troppo larga: tendeva a parlare senza pensare
e, troppo spesso, a sproposito.
In sei anni di scuola aveva imparato a confondersi con gli arazzi, a
camminare a testa bassa e, soprattutto, a farsi gli affari suoi. Beh,
fino a quel momento, almeno.
« Hey, testa di maiale, dove hai lasciato i tuoi amici ovini?
» Ted alzò la testa di scatto e vide Avery e i
suoi compari guardare Alan con un ghigno di scherno.
« Non rispondere. » bisbigliò, in modo
che solo il suo amico potesse sentirlo.
« Andiamo, maialetto, nitrisci un po'. Vogliamo divertirci.
»
La lingua di Ted scelse quel momento per tradirlo. « In
realtà, » disse « i maiali sono suini e
grugniscono, non nitriscono. Quelli sono i cavalli. Dovresti averlo
imparato con tutti quegli animali di fattoria che ti circondano.
» Oh, oh!
« Come hai detto, piscialletto? » Adesso
l'attenzione del gruppo si era spostata su Ted e lui si
maledì fino al profondo del suo essere.
« Beh, se tu facessi più attenzione ai tuoi
animaletti domestici lo sapresti. Ma non importa, davvero, chiamali
come vuoi. I maiali sono bovini, le oche barriscono e noi ce ne andiamo
in bagno, vero Alan? Tutte queste verdure cotte mi fanno sempre venir
voglia di defecare. Una reazione chimica naturale. Sono piene di fibre.
Andiamo, Alan, prima che allaghi la Sala Grande con le mie evacuazioni.
» si alzò, afferrando il braccio del suo amico, ma
una bacchetta puntata al suo petto lo fece vacillare.
« Dove credi di andare? »
« Lasciali andare, Avery, non vedi che sono solo due poveri
sfigati? » Ted si guardò intorno per capire a chi
appartenesse quella voce e, con suo sommo stupore, scoprì
che si trattava di Andromedra Black. Non sapeva se sentirsi sollevato o
offeso.
« Su andiamo. » Black afferrò il braccio
di Avery ancora puntato verso Ted e lo tirò a sè.
I Serpeverde lanciarono a Ted e Alan un'altro ghigno malefico e se ne
andarono.
~~~~~
« Secondo me le piaci. » disse improvvisamente Alan.
Ted, che stava cercando disperatamente di ingrandire la sua grafia
così da coprire il metro e mezzo di pergamena, lo
guardò senza capire.
« Cosa? »
« Ho detto: secondo me le piaci. »
« Ma di chi stai parlando? »
« Di Andromedra Black. Secondo me le piaci. »
ripetè Alan.
Ted sospirò sconfitto e suo malgrado stupito dalla poca
arguzia del suo amico. « Alan, Andromedra Black
è... beh, una Black. E' una Serpeverde e una Purosangue e...
ben oltre le mie possibilità. » aggiunse a
malincuore.
« E... ? » Alan lo guardava come aspettando che il
discorso continuasse.
« E niente. Andromedra Black è altezzosa, boriosa,
tracotante, superba, mentre io sono... un povero sfigato.
Hai bisogno di altri motivi? » rispose Ted, spazientito.
« Non dovresti avere tanti pregiudizi, sai? »
Ted lo guardò con se Alan si fosse appena trasfigurato in un
Unicorno. « Ti sei fatto un'iniezione di saggezza? »
« Eh? » rispose Alan, intelligentemente.
« Lascia perdere. »
« Secondo me le piaci. » ripetè ancora
Alan.
« Ma certo, Alan. Quando le mucche rosa voleranno. »
« Le mucche rosa volano? »
« Lascia perdere, Al. »
~~~~~
« Ehm... »
« Hai visto, Ted? Una mucca rosa volante. » disse
Alan tutto contento.
Erano appena entrati nell'aula di incantesimi nel tentativo di evitare
un gruppo di Serpeverde che venivano dalla direzione opposta alla loro,
solo per trovare una Andromedra Black seduta sul banco che faceva
volteggiare una mucca rosa per la classe.
Resasi conto della loro presenza, la ragazza lasciò che
l'enorme bovino atterrasse con un tonfo.
« Ehm... scusa, » disse Ted, a disagio, «
non sapevamo fossi qui. Bella mucca. Una linea muscolare perfetta. Il
suo roseo manto maculato è davvero... sì, ce ne
andiamo. Ci vediamo. Ciao. »
« Aspetta. » disse Black. « Volevo
parlarti. »
Ted battè le palpebre. « Con me? »
La ragazza roteò gli occhi, altezzosa. «
Sì, con te, Genio dell'Ovvietà. »
« Naturalmente. Quindi... che devi dirmi? »
« Da solo. » disse.
« Alan, » chiamò «
perchè non vai a... ehm... controllare che non ci siano
mucche rosa carnovore in cucina? Sai com'è, dobbiamo
assicurarci che non mangino tutta la cena. Non vogliamo che il corpo
studentesco muoia di fame. »
« Non lo vogliamo? » domandò Alan,
interessato.
« Certo che no. Siamo degli umanitari, noi. »
« Va bene. » disse Alan fiero, uscendo dalla classe.
Ted si voltò verso Andromedra Black e cercò di
decidere se era abbastanza da uomini nascondersi dietro un bovino rosa.
« Ehm... bella mucca. L'ho già detto? »
« Devi smetterla di metterti nei guai! »
sbottò Black, incrociando le braccia, in un'imitazione
troppo simile alla madre di Ted per i suoi gusti.
« Ehm... ok. » disse Ted, arrestrando verso la
mucca. « Farò del mio meglio. »
« Tu non capisci. Questa tua logorrea un giorno di
caccerà in un bel pasticcio. Non sai di cosa sono capaci
Avery e i suoi amici. »
Adesso Ted era davvero confuso. « D'accordo, ma... a te che
importa? Voglio dire, è tua abitudine fare la predica ai
poveri Nati Babbani in una classe piena di mucche rosa? »
Nonstante la sua posa severa e inflessibile, Ted avrebe potuto giurare
di aver visto gli angoli della bocca di Black alzarsi in un lieve
sorriso.
« Ascolta. Devi stare attento. Li ho sentiti in Sala Comune
che complottavano qualche brutto scherzo ai tuoi danni. »
« Perchè mi stai dicendo questo? » le
chiese, sospettoso.
« Perchè... sei uno sfigato e non riusciresti
nemmeno a cavare l'occhio a qualcuno con la tua bacchetta. »
« Grazie tante. »
« Non intendevo... senti, stanno succedendo cose strane.
Girano voci. Alcuni miei cugini si sono uniti a un gruppo che si fa
chiamare Mangiamorte. Non so chi siano, o cosa facciano, ma non
dev'essere nulla di buono. Soprattutto per quelli come te. »
« Per gli sfigati che non riescono nemmeno a cavare l'occhio
di qualcuno con la bacchetta? »
« No, per te che sei un Nato Babbano. »
« Già, io sono un Nato Babbano. » disse
Ted amaramente. « E a te che importa di un povero, imbranato
Sangue Sporco, eh? »
« Io non... io non ho niente contro di te o quelli come te.
»
« A parte che sono uno sfigato. »
« Non volevo offenderti... »
« Forse dovresti migliorare l'arte del non-offendere.
»
« Senti, io ti sto facendo un favore. Poi fa come vuoi.
» cercò di superarlo per uscire dalla classe, ma
Ted la trattenne con il braccio.
« Perchè ora? Seguiamo metà dei corsi
insieme da sei anni. Perchè ora? Perchè me?
»
« Perchè... non voglio che ti facciano del male.
»
« Non mi hai mai rivolto la parola. Al terzo anno mi hai
chiamato Microcefalo la cui bacchetta serviva solo a scaccolarmi il
naso. » disse Ted, con rabbia.
« Io... te lo ricordi? » rispose lei con voce
piccola.
« Certo che me lo ricordo. » Ted non avrebbe mai
dimenticato il giorno in cui scoprì che tutti i Purosangue -
nessuno escluso, neanche la Serpeverde carina con i capelli ricci - erano
solo dei bastardi razzisti il cui scopo della vita era rendere la vita
un inferno a quelli come lui.
« Pensi di essere l'unico con dei problemi? »
sbottò lei.
« Oh, sono certo che una ricca strega Purosangue con
l'abilità di trasfigurare un oggetto minuscolo in una mucca
rosa abbia molti problemi. » le rispose con scherno.
« Tu non sai niente di me. Ti aspettavi che mi
rallegrassi dell'inferiorità del tuo rango? Credi
che mi faccia piacere avere una cotta per uno come te? »
urlò.
« Cosa? » chiese Ted, frastornato.
Andromedra sbiancò di colpo e Ted temette stesse per svenire.
« Niente. Io... me ne vado. »
Ted guardò la mucca rosa volante, « Andromeda
» chiamò, « a te importa... importa
dell'inferiorità del mio rango? »
Lei si voltò e gli sorrise mestamente. « No, non
davvero. »
« Potremmo... potremmo vederci qualche volta per... per
trasfigurare qualche mucca. Per far divertire Alan. Sembra gli
piacciano. »
Andromedra rise ed era la prima volta che Ted sentiva quel suono.
« Mi piacerebbe. »
~~~~~
« Cos'è quella faccia? » chiese Ted ad
Alan, sedendosi al suo fianco.
« Non c'erano mucche rosa nella cucina. Ho fallito la mia
missione umanitaria. » rispose Alan, sconsolato.
« Rallegrati, amico. Da ora in poi avrai mucche multicolore a
volontà. »
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