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Ma non era andata così.
Hermione non aveva
dimenticato facilmente la sfuriata e Ron, che all’inizio aveva cercato di farsi
perdonare, ben presto si lasciò prendere nuovamente dalla gelosia, con il risultato
di perdere il controllo sempre più spesso, nonostante gli avvertimenti di
Harry. E era stato così che si era arrivati alle aperte ostilità di quel
momento, che avevano fatto sbuffare persino la McGrannitt, quando Ron e
Hermione si erano lasciati andare a pesanti accuse verbali durante l’ora di
Trasfigurazione.
Harry sospirò; fosse stato per lui avrebbe parlato ad
entrambi per far loro capire che dovevano riappacificarsi, ma Ron gli aveva
fatto giurare sulla loro amicizia di non intromettersi. E aveva imposto lo
stesso silenzio a Ginny, o a chiunque altro potesse influire su Hermione.
“Se la sbrighino da soli allora! Abbiamo già abbastanza a cui pensare…”
“Harry! Ehi, capitano!”
Harry si girò indietro. Imbacuccata in una sciarpa enorme,
Ginny stava correndo verso di lui con la divisa da Quidditch.
“Cavolo!- pensò- l’allenamento!”
Dallo scorso anno Harry era diventato il capitano della
squadra di Quidditch, essendo il giocatore da più tempo nella squadra. Senza
Angelina, Alicia, Fred e George, avevano dovuto cercare nuovi giocatori: Ginny
era stata arruolata come cacciatrice e se la cavava bene quanto da cercatrice;
i battitori erano due tremendi ragazzetti del terzo anno, degni eredi dei
gemelli per creare confusione, Justin Drownstair e Martin Brown (fratello di
Lavanda); gli altri cacciatori erano Lizzie Buckley e, da quest’anno, al posto
di Katie, Dorothy Midgeon, sorella
della famosa Eloise… Non se la cavavano affatto male e l’anno precedente si
erano piazzati secondi per un soffio. Quest’anno Harry non aveva intenzione di
lasciarsi scappare la coppa!
Ginny arrivò da lui ansimando:
“Non mi vorrà dire che si è scordato l’allenamento
capitano?-
“No, è solo che sono uscito per valutare il tempo e…pensavo
di rimandarlo causa freddo intenso da nevicata!”
“Se magari ce lo viene anche a dire, invece di farci stare
ad aspettarla come dei ghiaccioli…” lo canzonò Ginny.
Si avviarono verso lo stadio, dove gli altri li stavano
aspettando; non appena li videro, Dorothy corse verso i due urlando:
“Ginny! Ginny! Ti hanno eletta reginetta di Grifondoro!”
“Cosa???” Ginny sobbalzò “Accidenti a loro! E anche a voi,
se mi avete votato! Harry, non
ridere! Piantatela tutti di ridere! Oh, accidenti!!!”
Ginny era furiosa e tutti si sbellicavano dalle risate vedendola. Questa della
reginetta era un’iniziativa recente della scuola. Tutto era cominciato l’anno
prima, quando era stato deciso di ripetere l’esperienza del ballo natalizio,
come al torneo tremaghi, e qualcuno aveva pensato di dedicare la serata
all’elezione della reginetta di Hogwarts, scelta fra quattro candidate, una per
casa. L’anno precedente aveva vinto Cho Chang, abbastanza scontatamente, ma
quest’anno la lotta era dura. Harry e Ron avevano messo Ginny fra le candidate
della loro casa per farle uno scherzo, visto che lei disprezzava ostentatamente
la competizione, e presto tutti si erano resi conto che poteva entrare in gara.
Per due mesi Ginny aveva minacciato di terribili ritorsioni chiunque l’avesse
votata (diceva che avrebbe fatto fare una fattura rivelatrice da Hermione), ma
evidentemente tutto ciò non era servito. D’altronde, si era fatta molto carina
negli ultimi anni ed era l’unica ragazza della scuola con i capelli rossi,
nonché con un caratterino deciso che la rendeva simpatica, oltre che attraente,
a tutti i ragazzi.
Ginny era furiosa:
“Piantatela! Adesso basta! Mi avete messo in un bel casino!
Ora mi toccherà andare a quell’ idiotissimo ballo, a fare la gentile e la
svenevole con tutti come vuole la McGrannitt! Me la pagherete!”
“Fossi in te non mi arrabbierei tanto, Weasley! Forse è
l’unica occasione che hai che qualcuno si interessi a te e alla tua insulsa
famiglia…”
Ginny e gli altri, ancora ridendo, si girarono; poco
distante da loro c’era, ovviamente, Draco Malfoy.
Ron si riprese dalle risate:
“Draco..voglio essere buono! Ritira subito quello che hai
detto e non mi arrabbierò, va bene?”
“Cerchi rogne Draco?” chiese Harry
“Lasciatelo stare, ragazzi- disse Ginny ridendo- non
penserete che mi importi qualcosa del suo voto…”
“Ridi pure mia cara – continuò Draco – ma forse non ti rendi
conto dell’occasione che sprechi…un Weasley che fa qualcosa per cui essere
ricordato, almeno per un pochino…”
“Sto per perdere la pazienza…-minacciò Ron
“Ma non hai altro da fare?” chiese Harry
“Già , perché non te ne vai e lasci…in pace Ginny?- continuò
il battitore Martin, timidissimo quando doveva parlare di Ginny, di cui era
segretamente infatuato.
“Oh, guarda quanti bei cavalieri Weasley! Non avrai certo
problemi a trovarne uno per il ballo..e io che mi preoccupavo! Volevo quasi
offrirmi volontario…!Ma se vuoi un consiglio, scegli il nostro cavaliere senza
macchia e senza paura per eccellenza…San Potter!”
Harry cominciava a spazientirsi:
“Ti sei alzato male oggi Draco? C’è qualcosa di particolare
che devi dirmi o puoi toglierti dalle scatole?”
“Ah, Potter! – sospirò Draco – più che altro avrei tante
cose da suggerirti…sai, io credo che dovresti ridimensionarti, non so, renderti
conto che tu e i tuoi amici falliti avete ben poco da fare contro la gente che
conta davvero…anche se finora non è che avete fatto granchè, a parte andare
incontro a morte certa solo per avere un po’ di attenzione…”
Lizzie e Dorothy trattennero Ron; Harry sospirò:
“Draco, levati di mezzo, è meglio per te.”
“Che paura, Potter! Che fai vai chiamare la McGrannitt?il preside? Malocchio? O no, aspetta,
aspetta, ancora meglio: chiama tuo padre! Sto già tremando!”
Harry mollò la scopa e scattò in avanti; Ginny lo trattenne:
“Harry, no! Ricordi cosa ha detto Silente? Non reagire alle
provocazioni!”
Harry si calmò subito
e si rivolse agli altri:
“Tutti dentro, forza! L’allenamento è sospeso per la neve!”
Poi, passando per ultimo accanto a Malfoy, gli sussurrò:
“Prima o poi riuscirò a chiuderti quella maledetta bocca, te
lo prometto”
“Quando vuoi Potter! Sono qui che ti aspetto…se ne hai il
fegato!” |