You've been gone for so long.

di estisaurus
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"E' tutto ok, Quinn. Andrà tutto bene.'

La ragazza rimase in silenzio, fissando nel vuoto. I lunghi capelli biondi le ricadevano delicatamente sulle spalle. Puck li aveva accarezzati a lungo, facendola sentire in qualche modo protetta.
Era passato solo un giorno eppure si sentiva tremendamente invecchiata. Non aveva mangiato che pane e zuppa, nonostante l'avessero invitata più e più volte a prendere qualcosa di più sostanzioso. Si sentiva vuota e non voleva che il cibo la riempisse. Voleva rimanere con quella voragine nella pancia, quasi come sperasse di sentire un altro calcio da un momento all'altro. Ma non era cambiato niente dalla notte prima, quando la sua bambina le era stata portata via. Niente.
"E' stata colpa mia, non è vero?' Quinn rimase con gli occhi fissi nel vuoto, parlando con un filo di voce. Puck sospirò, ma lo fece così delicatamente che se il suo viso non fosse stato così vicino alla tempia della ragazza, Quinn non se ne sarebbe accorta minimamente.
'Non è stata colpa tua. Succede spesso, lo ha detto anche il dottore' Puck riprese ad accarezzarle i capelli. Era almeno la quinta volta che sentiva quella domanda, ma la sua voce non era annoiata, né tantomeno spazientita. Quinn si sentì quasi in colpa per averlo cacciato in quella situazione.
Rimasero in silenzio per qualche minuto, mentre gli occhi si abituavano al buio della stanza. Erano rimasti lì tutto il giorno, seduti sul letto a pensare. Puck l'aveva lasciata sola per una decina di minuti all'ora di pranzo e Quinn aveva avuto il tempo di lasciarsi andare alle lacrime mentre si accarezzava il ventre.
Per tutto l'anno non aveva fatto altro che tentare di dimenticare quella serata a casa sua, con i wine cooler e la musica di Neil Diamond in sottofondo. Continuava a ripetersi che era stato uno sbaglio e sarebbe finito tutto presto, le bastava solo partorire e dare la bambina in adozione a qualche ricca coppia di Lima e sarebbe potuta tornare ai suoi allenamenti con le cheerios e ai ragazzi. In quel momento, però, non desiderava altro che poter stringere tra le braccia la sua bambina e sentirsi finalmente amata. Non avevano nemmeno avuto il tempo di darle un nome.
Puck fece scivolare la mano nella sua e lasciò che le loro dita si intrecciassero lentamente. Quinn non potè fare a meno di notare che si completavano alla perfezione, quasi come se gli spazi tra le sue dita fossero destinati alla mano di quel ragazzo alto e dalla pelle olivastra.
"Sei stato via per così tanto che temevo non saresti più tornato." La voce le tremava talmente forte che pensò di poter scoppiare da un momento all'altro.
Puck prese un lungo respiro e si girò a guardarla negli occhi. Fece scivolare la mano libera sul suo collo e la fece girare verso di lui.
"Lo so. Mi dispiace. Ma ora sono tornato, e questa volta è per restare."




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