«Gente, vorrei un po’ di attenzione!»
Un giovane, con il
viso coperto dalla visiera di un cappellino e da una chefia in cotone,
si alzò dal suo posto a sedere su un volo passeggeri che
stava sorvolando l’Oceano Atlantico. Partito
dall’aeroporto Berlino – Tegel, era diretto sulla
West Coast.
“Ma chi
è questo buffone?” “Ma non gli fa
caldo?” “Forse ha bevuto troppi drink?”
Mentre gli altri
passeggeri inziavano a borbottare, il ragazzo estrasse una pistola,
nascosta sotto la cintura, e la sollevò in modo che tutti
potessero vederla. Qualche signora urlò di spavento, e
l’uomo armato afferrò il suo vicino per i capelli,
puntandogli l’arma alla tempia.
«Ho solo
bisogno di atterrare qualche chilometro più a sud di Los
Angeles! Se il pilota mi farà questo piacere, non
farò male a nessuno.»
Una hostess,
affacciatasi per vedere cosa stesse succedendo, appena
realizzò che era in corso un dirottamento aereo corse ad
avvisare il pilota. Qualche scettico, seduto al sicuro dietro ai sedili
imbottiti, diceva che la pistola era fasulla, altrimenti non sarebbe
passata ai metal detector a terra. Un impavido si alzò e
spalancò le braccia, in segno di sfida: “Vediamo
se hai le palle di spararmi, ragazzo!”
Il giovane, senza
perdere la calma, allontanò l’arma dalla testa del
suo ostaggio e premette il grilletto: dal braccio del suo sventurato
vicino schizzò un abbondante quantità di liquido
rosso, e dalle sue labbra un lamento. L’impavido passeggero
ritenne che questa dimostrazione gli bastava e si rimise a sedere, con
gli occhi sbarrati.
Dopo qualche minuto,
il pilota invitò il dirottatore a fare due chiacchiere nella
cabina, e questi vi si diresse trascinando con sé
l’ostaggio, che si teneva stretto il braccio colpito.
Pilota: Allora, quali
sono le tue richieste?
Dirottatore: Non le
chiederò niente di impossibile, signore: ho solo bisogno di
atterrare una manciata di chilometri più a sud di Los
Angeles!
Pilota: E allora
perché non hai preso un volo per San Diego?!
Dirottatore:
PERCHE’ NON DEVO ANDARE A SAN DIEGO, CAZZO!
Pilota: E dove vuoi
atterrare? In mare? Nelle campagne? Sull’autostrada? A
LEGOLAND?!
Dirottatore: Stiamo
andando a Città di Domino.
Pilota: Ah, quella
montagna di ferro e vetro luccicanti nuova di zecca. Ce
l’hanno una pista?
Dirottatore: Ho detto
che non le sto chiedendo niente di impossibile.
Pilota: Va bene,
avviso del nostro cambiamento di programma…
Dirottatore:
ASSOLUTAMENTE no! Così magari ci troviamo qualche caccia
dell’aviazione americana ad allietare il viaggio, vero?!
Il pilota tacque, e il
giovane dispose di lasciare la porta della cabina aperta –
così da evitare scherzi – mentre lui e
l’ostaggio si sarebbero seduti al posto delle hostess,
spedite in coda all’aereo. E il viaggio continuò.
Il ritocco della rotta
fu comunicato a tutti i passeggeri attraverso gli altoparlanti,
suscitando domande del genere “E i nostri bagagli?”
“E i nostri parenti?” “E i nostri
soldi?” “E le nostre vite?”
Circa un’ora
più tardi, quando la tensione era calata, il pilota,
affidati per qualche minuto i comandi al computer, scrisse qualcosa su
un taccuino e lo fece vedere al suo co-pilota, premurandosi di non
essere scoperto. Quest’ultimo, letto il messaggio, fece
sgusciare lentamente la mano su un interruttore, afferrò una
penna dal suo taschino e iniziò a tamburellare sulla plancia.
Il dirottatore non ci
fece caso, e si guardava intorno ostentando una calma irreale.
* * *
«Ma che
diavolo è questo ticchettio?!»
«Forse
qualche imbecille ha lasciato la trasmittente aperta.»
«Oppure
è la nuova sveglia che ha comprato Jeff per la sua
scrivania.»
«No no
aspetta…sembra che ci sia un senso dietro questo
rumore…»
I due uomini
dell’aviazione civile, nella torre di controllo
dell’Aeroporto Internazionale di Los Angeles, posarono le
loro ciambelle ipercaloriche nella scatola e aguzzarono le orecchie,
rimanendo immobili per parecchi minuti.
«…»
«…»
«CODICE
MORSE!»
«PRENDO
SUBITO CARTA E PENNA!»
* * *
Giunti finalmente a
destinazione, l’aereo iniziò a scendere verso il
suolo. Il dirottatore, soddisfatto, si affacciò al
finestrino, e dopo qualche minuto vide chiaramente la pista
dell’aeroporto di Città di Domino, commentando:
“Aaahh, proprio come piace a me! Libera, pulita, senza
scocciatori…”
L’aereo
abbassò il carrello, mentre lo scenario della pista cambiava.
«Checcazz-?!
Due autopompe? Ambulanze? CELLULARI DELLA SWAT?!»
Il giovane
sganciò la cintura di sicurezza fregandosene dei segnali
luminosi, tirò con se l’ostaggio e si
portò circa al centro dell’aereo, dove
c’erano i due bagni. Quindi estrasse un altro arnese dalla
cintura e sparò un colpo con la pistola, costringendo tutti
i passeggeri con la testa china, fra le braccia. Rimosse la sicura
dell’aggeggio – un fumogeno – e lo
scagliò nel corridoio, facendo sollevare una cortina che
invase in poco tempo tutto il velivolo. Allora si sentì un
rumore metallico, unito ad un rapido scatto di una serratura, che le
hostess catalogarono subito come il rumore della porta. Probabilmente,
il dirottatore doveva essersi chiuso in bagno – ma nessuno
poteva esserne certo: tutti avevano da tossire e da piagnucolare.
Quando
l’aereo fu finalmente a terra, diversi agenti delle forze
speciali salirono a bordo, passando dal portellone principale e tenendo
le armi spianate.
«Squadra
irruzioni a TOC, siamo a bordo! Iniziamo a evacuare i civili!»
«Ci sono
feriti là dentro?»
«Negativo,
sembrano tutti interi! Predisponete i barellieri: ci sono diversi
intossicati dal fumo!»
«Ricevuto,
squadra irruzioni! Continuate a cercare il sospetto!»
Quando tutti i
passeggeri, scioccati, abbandonarono il velivolo, i tre agenti si
avvicinarono al bagno indicato loro dalle hostess. Uno, a destra, con
una pistola elettrica tazer; uno, a sinistra, con una mitraglietta
compatta P90 puntata ad altezza uomo, e uno, al centro, che si
apprestava a sfondare la porta con un fucile a pompa.
«Pronto con
il tazer, Jackson!»
«Sissignore.»
«Sfondo fra
3…2…1…»
La serratura
finì in pezzi e la porta si spalancò.
«…»
«Una
sciarpa, un cappello e una camicia sporca di vernice rossa. Dubito che
questa roba abbia dirottato un Boeing tutta da sola.»
«Sicuri che
sia questo il bagno?»
«L’altro
non era bloccato, quindi è questo per forza.»
«TOC a
squadra irruzioni, che succede?»
«Nessuna
traccia del sospetto a bordo, TOC! Ci è scappato.»
«Ricevuto.
Adesso scendete subito da lì e tenetevi a disposizione: il
sospetto potrebbe essersi mimetizzato tra la folla.»
«La
folla…CAZZO! NON LASCIATELI USCIRE
DALL’AEROPORTO!»
«Ricevut-
merda, le ambulanze stanno partendo in questo preciso
momento.»
* * *
In uno dei mezzi di
soccorso che stavano abbandonando la pista, il conducente rideva
soddisfatto, mentre nel vano posteriore il dirottatore e il finto
ostaggio stavano legando un quarto giovane con i tubicini delle flebo.
Dirottatore: Ahahaha,
ottima recitazione Tengu!
Tengu: Cazzo
però Rhino, eri troppo calmo! I veri dirottatori hanno
sempre i cinque minuti di follia!
Rhino: Beh
vabbè dai…l’importante è che
adesso abbiamo questo trassone fra le mani!
Conducente: Ragazzi,
stiamo per staccarci dalla colonna!
Rhino: Allora
è meglio che per te le luci si spengano…
Il ragazzo legato
chiese balbettando: “M-ma che v-volete da me? Chi
s-siete?” prima di essere incappucciato a forza con un sacco
nero.
L’ambulanza,
con le sirene e i lampeggianti accesi, si separò dalla
colonna di veicoli d’emergenza che si dirigeva
all’Ospedale di Città di Domino ed
imboccò un grande viale. All’interno, Tengu e
Rhino si cambiarono, indossando giacche, cravatte, mocassini e occhiali
scuri.
Dopo qualche minuto
ancora, il conducente fermò il veicolo di fronte ad un
imponente grattacielo. I tre complici scesero, trascinando con loro
l’incappucciato, e oltrepassarono la porta girevole.
Tengu: Mi scusi
signorina, abbiamo un appuntamento con il presidente: saprebbe dirci a
che piano si trova?
La donna alla
reception, con un sopracciglio alzato nel vedere il ragazzo tenuto
sollevato dalle ascelle dai due complici, digitò qualcosa
sulla tastiera, poi abbandonò la sua postazione e
chiamò l’ascensore per i quattro eleganti
rapitori: “Mister Yoshinobu vi aspetta all’ultimo
piano, signori.”
Tengu prese la mano
della giovane e la baciò con molta nonchalance,
ringraziandola. Nel mentre, l’ascensore era arrivato, e Rhino
lo trascinò dentro tirandolo per il colletto.
* * *
«TU HAI
TRASSATO ALL’EUROPEAN CHAMPIONSHIP!»
«…eh…?»
Una luce abbagliante
era puntata sul suo volto, e lui non riusciva a tenere gli occhi
aperti, tentando di liberarsi dalla sedia dove era costretto.
«VITTORIO
WIKTOR, HAI TRASSATO AL CAMPIONATO EUROPEO DI YU-GI-OH?»
«…no…ma
lei chi cazzo è…?»
Mentre i tre rapitori,
seduti dall’altro lato della stanza, si godevano lo
spettacolo ghignando compiaciuti, un uomo con gli occhiali stava
interrogando il ragazzo da loro “prelevato” dal
volo partito da Berlino. Visto che stava incontrando resistenza, chi
stava tenendo l’interrogatorio afferrò un mazzo di
carte dalla sua scrivania, e iniziò a leggere:
“Allora…Dark End Dragon ultra
raro…”
(STRAAP)
«…ma
che sta facendo?! Sta strappando le mie carte…?!»
«Dark Ruler
Ha Des super raro…»
(STRAAP)
«NO NO
BASTA! LA SMETTA!!»
«HAI BARATO
AL CAMPIONATO EUROPERO DI YU-GI-OH? RISPONDI!!»
«No…non
so di cosa stia parland-»
(STRAAP)
«DIMMI LA
VERITA’!»
«Ma io non
ho niente da dirle, signore! Adesso mi lasci andare e non tocchi le mie
carte!!»
«Due Goblin
Zombie super rari…»
(STRAAAAP)
«E VA BENE!
VA BENE! Ammetto di aver compiuto
qualche…irregolarità durante le fasi
iniziali…»
«Guardiano
Goyo ultra raro…»
(STRAAP)
«NOOOOOO!!!
E VA BENE, E’ VERO! HO BARATO ALL’EUROPEAN
CHAMPIONSHIP!!»
«Che cosa
hai fatto?!»
«IO,
VITTORIO WIKTOR, HO BARATO AL CAMPIONATO EUROPEO DI YU-GI-OH!»
L’uomo con
gli occhiali lanciò per aria le restanti carte che aveva in
mano, spense la lampada e ordinò a due scimmioni di portare
via Wiktor. Quindi riaprì le tende persiane che avevano
oscurato il suo studio, e si rivolse ai tre rapitori, che nel frattempo
si erano alzati.
Mister Yoshinobu:
Ragazzi, devo farvi i miei complimenti! Grazie per avermi segnalato
questo deplorevole caso di antisportività…
Rhino: Eheh, grazie
signore!
Tengu: Ma noi siamo
venuti qui perché le regole siano rispettate fino in fondo!
L’Europa deve pur essere rappresentata da qualcuno nel
prossimo World Tournament!
Mister Yoshinobu:
Certo, certo miei baldi giovani! State tranquilli!
Rhino: Allora cosa
farete voi di KONAMI Corps., signor Yoshinobu?
Mister Yoshinobu :
Noi…indiremo un nuovo Campionato Europeo di Yu-Gi-Oh.
Salve,
cari lettori. Dopo questo Prologo che spero sia stato di vostro
gradimento, mi sembra doveroso scrivere una piccola nota sul mio stile
e, in particolar modo, sul mio modo di impostare i dialoghi; infatti mi
è stato fatto notare, in separata sede, che il
metodo "Nome personaggio": "Battuta del personaggio" è
decisamente poco ortodosso per un testo di narrativa (o FanFiction che sia).
La mia impostazione dei dialoghi ha molto a che vedere con il testo
teatrale (come di certo avrete notato). Ho operato questa scelta
perchè penso che un discorso indiretto smorzerebbe gran
parte dell'immediatezza che caratterizza la narrazione dei Duelli e
degli avvenimenti e, inoltre, sarebbe un serio impedimento alla
caratterizzazione dei personaggi, che effettuo quasi esclusivamente
attraverso i dialoghi e l'idioletto. Un discorso indiretto libero
sarebbe più azzeccato, ma tale impostazione mi
costringerebbe a rendere il narratore ancora più esplicito
di quanto non lo sia già (la diegesi mi dà troppo
di storielle di Papà Castoro, preferisco la mimesi del
discorso diretto). Un discorso diretto legato sarebbe decisamente
troppo pesante: immaginate quante tonnellate di verba dicendi dovrei
impiegare, contate le battute dei personaggi! Il discorso diretto
sciolto si avvicina notevolmente all'ideale, tuttavia si correrebbe il
rischio di non essere abbastanza precisi durante la descrizione del
Duello ("Aspetta, chi ha attivato questo Wok Mistico in
catena? E' stato il giocatore che ha appena attivato quella Frattura Raigeki o il suo avversario?").
Considerato che
Yu-Gi-Oh! calza a pennello nei manga o negli anime (non ho mai visto
libri ispirati, come invece è successo con
Pokémon o Digimon), la cui base teorica è un
copione con
"Nome del personaggio"
- "Battuta del personaggio"
"Nome del personaggio"
- "Battuta del personaggio",
credo che la mia
impostazione sia la più immediata e la più
precisa possibile.
Detto questo, vi avviso che per un primo periodo la pubblicazione dei
seguenti Capitoli avrà un ritmo lento e irregolare, dovuto
alla dimestichezza che mi manca con il gestore del codice sorgente NVU,
ma spero che potrò rimediare ben presto alla mia incostanza.
Arriverederci al prossimo Capitolo!
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