Pervinca
Pervinca
*
Lo stretto sentiero tracciava il suo percorso
serpeggiante, nel fitto della foresta.
Lei lo percorreva lentamente, dondolando il passo al ritmo di filastrocche
lamentose; ormai non ne ricordava più le parole, ma non aveva importanza.
Andava avanti attenta, gli occhi fissi sul sentiero, nonostante la bellezza del
bosco tentasse continuamente di distrarla. L'aria aveva ancora quell'odore di
vita così tipico della primavera e la foresta invitava dolcemente la bambina a
perdersi tra i suoi capelli verdeggianti e le sue lacrime di rugiada. Ma i
grandi le dicevano che seguire il sentiero e inoltrarsi tra gli alberi era una
cosa brutta, pericolosa; perchè la foresta era anche selvaggia.
Stringendo più forte lo spelacchiato fascio di erbe che teneva tra le mani, la
bambina decise che non voleva perdersi.
Perciò continuò a seguire il sentiero, mentre la sua coda di lucenti capelli
neri, stretti con un candida striscia di cotone, dondolava graziosamente ad ogni
passo e il vento portava alle sue orecchie la voce del bosco.
Alzando senza un motivo preciso lo sguardo, si
sorprese nel vederlo.
Non tanto da esclamare qualcosa, ma, spalancando gli occhi neri, indietreggiò di
un passo.
Accovacciato su un ramo, tra la fitta chioma di un albero, la sovrastava
impassibile e silenzioso. Gli occhi ambrati e i capelli come fili di metallo
brillavano alla luce del mattino.
Sostenne a lungo lo sguardo selvatico del suo osservatore, con curiosità e
testardaggine infantili, finché decise finalmente cosa fare; avanzò
nell’ovattata consistenza dell'erba fresca, uscendo dal sentiero che si era
ripromessa di non abbandonare.
Trascinò poi il piccolo piede scalzo davanti a lei, dosando i suoi movimenti
d'una infantile precisione; la mano sinistra stretta in un pugno ed il braccio
teso in alto, in direzione del giovane.
Arciera bambina, si mosse con lentezza, spostandosi con la concentrazione di chi
cerca di imitare azioni fragili o importanti.
Dall'alto del suo ramo, il Ragazzo dai Capelli d'Argento corrugò le
sopracciglia, voltando all'indietro le candide orecchie canine in un gesto
involontario.
Strinse gli artigli ricurvi alla ruvida corteccia dell'albero, ritraendo
leggermente il volto, mentre gli occhietti scuri della bambina lo fissavano con
ardente convinzione.
La vide chiudere un occhio con una buffa smorfia e, imitando l'azione di puntare
una freccia, tirare la corda del suo arco immaginario:
"Zha!"
, accompagnata da un rapido movimento, la sua vocina immatura risuonò nella
foresta.
Lui socchiuse gli occhi scettico, ricambiando lo sguardo della bambina, ora
pietrificata in quella posizione di scocco.
Passarono momenti di muta contemplazione tra l'Arciera Bambina e il Ragazzo dai
Capelli d'Argento, prima che egli decidesse, mollando lentamente la presa al suo
ramo, di lasciarsi cadere come morto, precipitando con un fruscio in un
cespuglio.
L'Arciera Bambina rise leggera, posando in fretta un fiore a terra, prima di
ritornare sul sicuro sentiero degli uomini, verso le colonne di scuro fumo che
si alzavano dal villaggio.
La foresta cantava nel vento e nei cori degli uccelli, e quando l'Arciera
Bambina si fu allontanata, il Ragazzo dai Capelli d'Argento si affacciò
sospettoso al sentiero abbandonato.
Dove poco prima c'era stata la bambina, una pervinca lo fissava coi suoi cinque
petali blu.
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Una cosina.
Non trovo un altro termine per definirla. XD
Scritta perché io amo Kikyo. ;_;
(Sì, a scanso equivoci, l’ “Arciera Bambina” è una Kikyo ancora piccina. è_é
A questo proposito non ho idea di che aspetto abbia Inuyasha in relazione con la
sua età, ma io lo immagino pressoché uguale all’attuale XD)
Realisticamente, quello di Kikyo è un personaggio così maltrattato… Già non ha
avuto una vita ( e una non-vita ) facile, non condivido questo odio (semi)
universale per lei! è_é
Un’ultima nota: la pervinca, nel linguaggio dei fiori, significa “dolce
ricordo”, “amicizia d’infanzia”.
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