A lei non importa. O forse sì?

La zia abbraccia Dudley, non è mica una novità. Ma la novità è la tua reazione: ti viene da piangere.
Corri via, tanto tu sei invisibile, non se ne accorge nessuno. Ti chiudi nello sgabuzzino che ti fa da camera e ti butti sul letto, a pancia in giù. Ecco la prima lacrima: scivola lenta sulla tua guancia e te la asciughi con la mano, cosa che non puoi fare con le altre.
Ti scappa anche un singhiozzo, ma non te ne curi, nessuno fa caso a te.
Perché zia Petunia non abbraccia così anche te?
Perché sei un mostro, un egoista, come ti ricorda sempre lo zio?
E allora perché non hai anche tu una mamma che ti abbraccia, per quanto tu possa essere mostro ed egoista?
L'argomento è vietato, ma una cosa la sai: è morta, così come il papà.
Ma di una cosa sei sicuro: se quegli abbracci ti mancano vuol dire che li hai ricevuti, tanto tempo fa.

-Sei lì?- chiede zia Petunia, stizzita, bussando alla porticina.

-Sì- rispondi, senza riuscire a tenere un tono di voce normale.
Per questo la zia apre la porta?
Ti guarda negli occhi, esita, si morde il labbro, avverti l'incertezza nei suoi occhi, vedi... del rimorso? Sai cos'è il rimorso, Harry?

Poi sospira.

-Aiutami a preparare la cena- mormora, abbassando lo sguardo.

Annuisci e la segui fuori, in corridoio.
Senti un impulso, forte.
La vuoi abbracciare, ma ti trattieni.
Eppure... c'è qualcosa di diverso. Ti ha detto... aiutami? Non prepara?
Forse perché sa che hai pianto?
Impossibile. A lei non importa. O forse sì?

Non so perché, ma le storie su Harry bambino mi hanno sempre incuriosito.
Così ho scritto questa, dove Harry avrà non più di 6 anni, credo.
Spero che vi sia piaciuta e che recensiate.
Grazie in anticipo anche ai lettori silenziosi.
Un bacione,
Fra