Questa
storia si è classificata seconda al contest Parole
e musica indetto Rubysage
sul forum di EFP.
Aragorn's
Prayer
Le
massicce porte si aprirono al passaggio del contingente e si
richiusero subito dopo. Aragorn guidava il reggimento nella sua veste
regale nera con la sagoma dell'albero bianco ricamata in argento. La
città dietro di loro salutava i loro eroi in silenzio.
Dall'alto
anche Eowyn e Faramir, ancora convalescenti, osservavano quella
triste processione incamminarsi verso un'impresa impossibile. Aragorn
aveva visto qualcosa tra loro quando era andato a visitarli: uno
scambio di sguardi e di movimenti che tradiva un reciproco
interesse...
Si
ricordò di quando anche lui si era ritrovato in quella
stessa
situazione...
...you
came to me in the night...
Aragorn
si sentiva a disagio con tutta quell'armatura che gli pesava addosso,
avrebbe preferito di gran lunga le vecchie vesti di Ramingo, ma come
futuro re di Gondor doveva essere protetto il più possibile
dagli
attacchi nemici.
Il
piccolo esercito avanzava lentamente verso l'ultima grande battaglia
che avrebbe determinato il futuro degli uomini. Il re aveva lo
sguardo assorto nel nulla, fissava un punto indefinito all'orizzonte
mentre il vento leggero gli scompigliava i capelli. Gli zoccoli del
cavallo su cui montava risuonavano vuoti ogni volta che toccavano
terra: come dei lenti rulli di tamburi che preannunciavano la loro
marcia funebre.
Aveva
gli occhi leggermente arrossati perché la sera prima non era
riuscito a dormire bene “L'adrenalina della battaglia di
Minas
Tirith mi circola ancora tra le vene.” diceva.
Bugiardo.
Sapeva
benissimo perché non riusciva a dormire: a causa di quello
che aveva
visto nel palantir di Saruman quando aveva dichiarato apertamente
guerra a Sauron. L'oscuro signore gli aveva mostrato il suo grande
amore senza vita, sdraiata su un letto nel bosco di Granburrone.
I
suoi sogni, le sue speranze si erano infrante in un momento. In
quello stesso istante la sfera di onice sembrava così
pesante e lui
si sentiva così debole. Lasciò cadere il palantir
che rotolò a
terra con un tonfo sordo.
“Aragorn”
lo chiamò Legolas porgendogli una borraccia d'acqua e
ritrasportandolo al presente. Il re scosse il capo. Non voleva acqua,
non voleva cibo, voleva solamente riabbracciare colei che gli aveva
regalato la serenità.
...When
the dark wood fell before me
And all the paths were overgrown
...
Il
Nero Cancello era sempre più vicino. Le tenebre avvolgevano
Mordor e
si protendevano verso l'ultimo baluardo di quei folli umani che
marciavano verso la disfatta.
I
soldati intorno a lui non osavano fiatare, sapevano che non sarebbero
mai tornati a casa, che non avrebbero potuto riabbracciare le loro
mogli, i loro figli... Un'intera generazione cancellata dalla
follia di Sauron pensò con amarezza Aragorn.
Istintivamente
cercò il ciondolo di Arwen e un moto di tristezza lo
assalì quando
le dita non lo trovarono. Si era frantumato a terra nello stesso
momento in cui il palantir era caduto.
Si
era infranto come tutte le sue speranze.
...When
the dawn seemed forever lost
You showed me your love in the light
of the stars ...
I
suoi pensieri vagarono ancora in cerca della sua amata. Lei gli aveva
mostrato l'amore, quello vero, ma senza Arwen non sentiva
più
niente: né il calore del sole, né il vento che
gli sfiorava
delicatamente la pelle facendolo rabbrividire appena. Percepiva
solamente un grosso vuoto all'altezza del cuore, come se gli Uruk-hai
glielo avessero strappato via.
...When
the priests of pride say there is no other way...
Elrond
l'aveva ripetuto più e più volte ad Arwen
“Questo sentimento non
ti porterà a niente, lui non ti porterà a
niente.” e ogni volta
lei si era rifiutata di ascoltare le dure parole di un padre forse
troppo saggio ma cieco agli impulsi del cuore.
Arwen
aveva fatto di
testa sua, Aragorn lo sapeva fin dall'inizio. Aveva infranto le
regole pur di stare con lui. Gli aveva donato addirittura la Stella
del Vespro, per aiutarlo a superare i momenti più bui, per
essere
una guida nell'oscurità... Gli aveva donato sé
stessa, aveva
perfino rinunciato alla sua immortalità per stargli accanto.
E
lui non era riuscito a proteggerla come avrebbe dovuto.
...When
the dark night seems endless
Please remember me ...
Arrivarono
nei pressi del Nero Cancello e il suo cuore accelerò,
sentendo la
preoccupazione che aumentava. L'agitazione stava serpeggiando tra i
soldati dallo sguardo cupo; i cavalli sbuffavano e nitrivano
più
facilmente.
L'odore
era più pungente in quella regione per colpa di Monte Fato
che ogni
giorno emanava nubi tossiche di zolfo e altri minerali, inquinando
l'aria circostante rendendola un ambiente ideale per i servi
dell'Oscuro signore.
Aragorn
ne respirò l'aria avidamente, riempiendosi i polmoni,
assaporandone
l'odore il più possibile perché sapeva che quella
sarebbe stata la
sua ultima battaglia. Ogni istante di vita era un dono prezioso che
non doveva essere sprecato.
Ripensò
mentalmente le mosse con la spada, come prima di ogni altra sfida.
Era una piccola accortezza che lo faceva sentire un po' più
sicuro.
I
servi avevano insistito affinché avesse una guardia
personale, ma
non voleva che altri fossero a rischio quanto lui. Se fosse morto
l'avrebbe fatto da solo, senza trascinarsi dietro altre vite
innocenti. In troppi erano già morti a causa sua e non
voleva altre
vite sulla coscienza.
...Oh
give these clay feet wings to fly
To touch the face of the
stars
Breathe life into this feeble heart ...
Un
brivido gli attraversò la schiena. Sentì le
membra irrigidirsi e le
mani che iniziavano a sudare, la gola secca e pastosa gli impediva di
parlare.
C'era
sempre una piccola parte di lui avrebbe voluto scappare via da tutto
quello, diventare invisibile, dissolversi nel nulla come aveva fatto
l'esercito di rinnegati una volta tenuto fede al patto. Ma da tempo
aveva capito che non si poteva scappare in eterno. Il suo futuro era
così prevedibile, mentre il suo passato troppo spiacevole
per essere
ricordato e così, per tanti, troppi anni aveva rinnegato
sé stesso.
All'epoca pensava di avere le risposte a tutto, ma non si era accorto
che erano le domande a essere sbagliate.
...We'll
rise above these earthly cares...
Osservò
il cielo nero di quella regione, così simile alla notte e
pregò
Arwen che gli desse la forza di riuscire a superare tutto
ciò. Cercò
di immaginarla in un posto migliore, dove non ci fossero né
dolore
né sofferenza ad attanagliarla. La pensò nella
casa dei suoi avi,
circondata dalle persone che amava e che la amavano. Felice.
Un
moto di nostalgia lo attraversò quando ripensò al
suo dolcissimo
sorriso, quello stesso sorriso che lo aveva fatto innamorare
perdutamente di lei. Pensò ai suoi capelli corvini che
scendevano
lunghi sulle spalle, al suo profumo che gli inebriava le narici
quando la stringeva tra le braccia, al calore della sua pelle
d'avorio...
Avrebbe
combattuto, sì, avrebbe combattuto, sofferto, lottato contro
coloro
che avevano spezzato la vita della sua amata. Una generazione senza
un nome, strappata e divisa con nulla da perdere e nulla da
guadagnare, se non la propria libertà, si era unita sotto
un'unica
bandiera, quella dei popoli liberi della Terra di Mezzo, per
combattere il male, Sauron, e lui li avrebbe guidati verso la
vittoria, o verso la rovina di tutto.
Gandalf
gli passò una mano sulla spalla rincuorandolo e in quel
piccolo
gesto sentì tutta l'amicizia e la stima del suo vecchio
amico. Voltò
lo sguardo ai suoi commilitoni e si preparò per il discorso.
...Lift
this mortal veil of fear
Take these crumbled hopes, etched with
tears
We'll rise above these earthly cares ...
Sguainò
la spada mentre con la coda dell'occhio vide il cancello aprirsi.
Migliaia di orchetti marciavano verso di loro. Aragorn ebbe un tuffo
al cuore nel vedere quell'enorme massa avvicinarsi verso quegli
spauriti umani che si stringevano l'un l'altro per infondersi
coraggio a vicenda.
Respirò
a fondo, con il sangue che iniziava a circolare più
velocemente
pulsandogli nelle orecchie. Il grande occhio era puntato su di lui,
lo sentiva: opprimente, avido, maligno... Immaginava Sauron che lo
osservava, nascosto nella fortezza di Barad-dur, deridendolo per
tanta stoltezza.
Lentamente
avanzò abbassando la spada, ruotando la lama verso destra.
Percepiva
gli occhi di tutti puntati su di lui. In quel momento gli
sembrò che
il tempo si fosse fermato in un unico istante. Sentiva strani
sussurri nella lingua oscura degli orchi, poi, sempre con estrema
lentezza si girò verso i suoi compagni d'armi.
“Per
Frodo” sussurrò prima di partire alla carica.
...Please
remember me...
Per
Arwen pensò
mentre una lacrima gli
sfuggiva via veloce, disperdendosi nell'aria.
Questa
song-fic è basata sull'edizione estesa del Signore degli
Anelli –
il ritorno del re di Peter Jackson. Alcune delle descrizioni qui
sotto riportate fanno riferimento alle scene del film e potrebbero
quindi non apparire uguali agli avvenimenti contenuti nel libro.
La
canzone utilizzata è “Dante's Prayer” di
Loreena McKernitt
(ringrazio Rubysage per avermela fatta scoprire!)
Piccolo
ringraziamento a D.C. Che, come sempre, mi incita in questa passione
e a Rubysage: grazie perchè senza di te questa song-fic non
avrebbe
mai visto la luce.
<3
MrsLovett <3
Lessico
e grammatica: 10/10
Stile: 9/10
Originalità:
9/10
Gradimento personale: 10/10 + 2,5/5 punti “colonna
sonora”
Uso della canzone: 10/10
Totale:
50,5/55
Hai fatto benissimo ad avvertire che ti eri
basata sul film più che sul libro, anche se non avrei
trovato grosse
imprecisioni! Più che altro un appunto: non credo che nel
mondo di
Tolkien fosse chiaro cos'è l'adrenalina ^__- Questa storia
mi è
piaciuta davvero molto e mi è piaciuto lo stile semplice ed
essenziale, senza nessuna ridondanza. E' un bell'Aragorn quello che
hai rappresentato, un Aragorn che è sia un sovrano che si
sente
responsabile per il suo popolo sia un uomo innamorato; sono due
condizioni inscindibili che rendono perfettamente l'idea di quanto
sia tormentato questo personaggio nel suo, appunto, essere uomo e Re.
E la sua umanità si ritrova in tutta la storia, non solo nel
suo
amore per Arwen ma anche nella sua determinazione nonostante tutto,
nonostante i dubbi, i timori, la stanchezza. E questo è
particolarmente evidente anche grazie a come hai usato la canzone:
mentre i versi richiamano i pensieri di Aragorn per Arwen, la storia
passa da una delle “condizioni” di cui sopra
all'altra senza che
se ne senta lo stacco. Ti do la metà esatta dei punti
“colonna
sonora” perchè la tua storia è,
appunto, doppia: se da una parte
ci sono le azioni, il tragitto verso il Cancello Nero, dall'altra ci
sono i pensieri che accompagnano quel tragitto: e “Dante's
prayer”,
secondo me, è perfetta più per i pensieri, alle
azioni si
accompagna un po' meno bene ^_- In ogni caso un'ottima prova,
semplice ma emozionante, bravissima!
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