Buenas noche
a todos! XD
XXXHolic mi ha definitivamente, indelebilmente, violentemente traviata.
E’ un manga troppo bello!!! E cosa succede quando un
manga è troppo bello? CHE CI SCRIVO FANFIC! XD
Beh… passando subito alle cose serie ,
i diritti di suddetto XXXHolic appartengono alle Clamp e l’ultima volta che ho controllato non ero quattro
donnacce che disegnano dannatamente bene e si divertono a sterminare i loro
personaggi e a far morire di crepacuore i loro lettori! XD
Dove si trovava?
Non riusciva
a ricordare… La sua mente era come annebbiata.
Sapeva soltanto che se
non avesse continuato a correre , quella cosa
l’avrebbe raggiunto.
Sì, ma cos’era “quella
cosa”?
Non importava,
la cosa fondamentale era non rallentare.
Correva da quello che
sembrava un’eternità. Avrebbe dovuto sentire la stanchezza, avrebbe dovuto mancargli il fiato ,
eppure non sentiva nulla.
Sapeva che “quella
cosa” era alle sue spalle. Non la vedeva , non poteva
vederla. Se si fosse fermato per guardarsi alle spalle
l’avrebbe senz’altro raggiunto. Quindi cercava di non
rallentare, di fuggire il più velocemente possibile.
Eppure non sapeva dove andare. E
come poteva se nemmeno sapeva dove si
trovava? Gli pareva di correre attraverso le vie di una città, ma non ricordava
di averle mai percorse prime ed era tutto toppo buio
per distinguere qualcosa.
Dove poteva rifugiarsi allora?
Non c’è posto per te… in nessun luogo… gli sussurrarono le ombre ai lati della strada.
Avevano veramente
ragione?
Ci sono cose dalle quali non puoi nasconderti… sibilarono ancora.
Il buio si fece più
fitto e davanti a sé non trovò più alcuna strada in cui fuggire. Né a destra né a sinistra una via di fuga che lo salvasse.
Si voltò e…
Il nulla. Il niente.
Tutto era nero.
La sensazione di
essere stato inghiottito dalle tenebre gli scatenò un dubbio angosciante.
Era stato raggiunto da
“quella cosa” alla fine?
Le ombre ora si
accalcavano attorno a lui in un groviglio indistinto di fruscii e sibili. Non
smettevano nemmeno un istante di sussurrargli all’orecchio.
Non puoi scappare… Non ti puoi nascondere…
Fissare quel buio gli
dava l’impressione di essere diventato cieco. Chiuse gli occhi e si tappò le
orecchie con le mani. Forse così sarebbe sparito tutto.
Le voci però
continuavano a sussurrare direttamente nella sua testa.
Non ti puoi nascondere… Non puoi scappare…
C’era
qualcosa davanti a lui, riusciva a sentirne la presenza anche senza
vederla.
Aprì gli occhi
d’impulso e li vide.
Erano
sua madre e suo padre o per lo
meno le loro forme indistinte e fumose, quanto di loro era rimasto nella sua
memoria. Gli sorridevano, ma non era il sorriso amorevole di un genitore, il
sorriso che lui ricordava. Un ghigno distorto e malevolo si allargava come una
ferita sui loro volti rigati di sangue. Lo fissavano con occhi spalancati, ma
spenti, privi di qualunque bagliore di vita. Come poteva essere altrimenti?
Erano morti da così tanti anni…
Rimase paralizzato
davanti a quella visione che gli aleggiava davanti nell’oscurità senza riuscire
a far nulla, senza la forza di fuggire davanti a quella visione.
Non puoi scappare da te stesso… Non ti puoi nascondere da quello che
sei…
***
Watanuki Kimihiro
si svegliò di soprassalto scosso dai tremiti. Sentiva il calore umido del
sudore appiccicato alla fronte e alla schiena e il suo respiro era affaticato
come dopo una lunga corsa.
Dopo i primi istanti di agitazione
confusa riconobbe il profilo della propria camera da letto.
Gli incubi stavano peggiorando ultimamente.
Ne aveva parlato con Yuuko e lei aveva accennato qualcosa a proposito dei suoi
poteri che si stavano rafforzando e qualcos’altro sul non preoccuparsi che si
sarebbe risolto tutto da sé. Il tutto mentre gli chiedeva insistentemente di
portargli della birra, il che ovviamente impediva al ragazzo di prendere troppo
sul serio i consigli della sua stramba datrice di lavoro.
Si tirò su scalciando via le coperte che gli pareva lo stessero soffocando. L’aria nella stanza era pesante e
viziata. Sempre con fiatone cercò a tentoni gli
occhiali, li inforcò e arrancò verso la finestra per far entrare un po’ d’aria
nella stanza.
Appena scostata la finestra fece un balzo indietro
lasciandosi sfuggire un grido strozzato.
Ecco perché faceva fatica a respirare.
Assiepati dietro al vetro della finestra c’erano nugoli interi di spiriti che
strisciavano l’uno sull’altro.
Watanuki si allontanò velocemente
dalla finestra e corse nel piccolo salotto. Con uno strattone spostò la tenda
per vedere che anche quella finestra era assediata dagli spiriti. Lì l’aria era
anche più irrespirabile.
Il ragazzo arretrò fino al muro opposto alla finestra, senza
riuscire a distogliere lo sguardo da quel macabro spettacolo.
Gli incubi attirano
gli spiriti… Avvertono la paura che essi scatenano e desiderano cibarsene…
Yuuko gliene aveva parlato una
volta, ma non ci aveva dato troppo peso. Perché ogni cosa detta per caso da
quella dona finiva per avverarsi nel peggiore dei
modi? Watanuki constatò con
sé stesso per l’ennesima volta che Yuuko portava
decisamente sfortuna.
Gli spiriti non smettevano un attimo di contorcersi contro
il vetro , causando deboli scricchiolii che nel
silenzio della notte erano anche fin troppo rumorosi.
Cosa sarebbe successo se avessero
rotto la finestra?
Watanuki preferì scacciare via le
immagini di sé stesso divorato vivo da quelle viscide creature, dato che in quel momento l’ultima cosa di cui aveva bisogno
era precipitare nel panico.
Forse avrebbe potuto telefonare a Yuuko…
Forse lei avrebbe potuto fare qualcosa… Ignorò il
pensiero del prezzo che la donna gli avrebbe chiesto e si alzò per raggiungere
il telefono. Ma proprio sul tavolino di fianco alla
finestra doveva averlo messo?
Si avvicinò con cautela, senza togliere gli occhi dalla
massa brulicante che lo minacciava oltre il vetro.
Qualcosa al suo avvicinarsi si mosse con maggior energia.
Dal groviglio emerse qualcosa che aveva la vaga forma di una testa. Si premette
contro il vetro deformandosi ulteriormente e una cosa che doveva essere la sua
bocca si aprì in un ghigno simile a quello che aveva visto nell’incubo.
Non puoi scappare…
Watanuki non riuscì più a muovere
un passo e prese a tremare. Non riusciva più a distoglierlo sguardo dalla cosa
che premeva con sempre più veemenza contro la finestra.
TOC TOC
Un rumore lo risvegliò dalla trance
in cui era caduto.
TOC TOC TOC
Gli spirito si agitarono e si
dibatterono come se fossero infuriati e spaventati nello stesso tempo.
TOC TOC TOC
TOC
Alla fine si ritirarono del tutto e fuori
dalla finestra rimase solo il cielo notturno.
Fu a quel punto che Watanuki si
riscosse del tutto e si accorse che suddetto rumore altro non era se non un
insistente bussare alla sua porta.
Domandandosi ancora se non si trovasse
ancora sprofondato in uno dei suoi incubi si diresse ad aprire.
“Oi!” lo salutò Doumeki dal di là della soglia.
Watanuki perse in meno di un istante tutta l’ansia e l’angoscia , sostituite dal
familiare senso di astio nei riguardi dell’altro ragazzo.
“Oi???
OI??? TI PRESENTI ALLE QUATTRO DI MATTINA A CASA DELLA GENTE E TUTTO QUELLO CH
SAI DIRE E’ OI???” sbraitò incurante che , per l’appunto , fossero
effettivamente le quattro di mattina e che quindi avrebbe potuto disturbare i
vicini.
Non aveva considerato nemmeno che aggredire in quel modo una
persona sulla porta di casa potesse essere per lo meno scortese. E neppure si era dato pensiero di chiedersi perché Doumeki fosse lì prima di aggredirlo.
Con Doumeki funzionava
sempre così, non c’era scampo.
Il ragazzo neanche parve sentirlo e senza aspettare che
l’altro lo invitasse (o che gli sbattesse la porta in faccia
, molto più probabilmente) lo superò mentre ancora si agitava furioso,
commentando con un pacato “Sei rumoroso”.
Watanuki sbatté la porta
violentemente e prese a seguire Doumeki , che nel frattempo esplorava il suo salotto come se si
trovasse al museo. Notò che, nonostante le scarpe da ginnastica e il cappotto , sotto indossava ancora il pigiama. Alla fine si lasciò
cadere sul divano al centro della stanza e fissò inespressivo come sempre il
padrone di casa.
“Hai una casa piccola!” concluse.
L’affermazione, se possibile, fece imbestialire
ulteriormente Watanuki.
“Come osi presentarti nel cuore della notte per insultare le
dimensioni di casa mia?!” gli gridò contro minacciandolo con un pugno alzato.
“Non riuscivo a prendere sonno…” rispose atono Doumeki.
“E questo cosa dovrebbe avere a che
fare con me???”
Watanuki era certo che un giorno
avrebbe avuto un tracollo nervoso per colpa di quel ragazzo.
Doumeki si voltò a fissarlo e
rimase silenzioso per diverso tempo.
“Se non riesco a prendere sonno è colpa tua” sentenziò infine .
“Che cosa???” Watanuki avanzò
minaccioso, pestando i piedi ad ogni passo e premeditando di strangolare
l’intruso.
“Dev’essere dura… vedere
continuamente degli spiriti del genere…” aggiunse Doumeki
fissand la finestra.
Watanuki si fermò di colpo, ogni
suo proposito omicida scomparso nel nulla. Lo fissò stupito, tentando di capire
fino in fondo cosa volesse dire.
“Come fai a…?” provò a chiedere.
“Li ho visti” rispose l’altra tranquillamente.
“Ma… come?” Watanuki
continuava a non capire.
“Per via dell’occhio, non ricordi?” rispose Doumeki indicando il proprio occhio destro.
Watanuki si portò inconsciamente
una mano al volto e la passò a sua volta sul suo occhio destro. Con uno strano
groppo alla gola fissò lo sguardo sul ragazzo seduto sul divano , la testa girata ers la finestra
ora libera dagli spiriti. Era per quello che…?
Ecco un’altra cosa di Doumeki
che lo mandava in bestia. Per quanto discutessero
e si insultassero vicendevolmente il ragazzo finiva sempre per fare qualcosa di
irrimediabilmente stupido per aiutarlo.
Lasciare che uno spirito gli ferisse il braccio per non
farlo precipitare…
Restare in piedi sotto la pioggia per dieci ore ad aspettare
che lui riemergesse dal mondo dei morti…
Regalargli metà del proprio occhio perché ritrovasse la vista…
E ora, camminare nel cuore della notte fino a casa sua
perché gli spirito lo lasciassero in pace…
Era disarmante avere a che fare con una persona così, che
prima ti da dello stupido e sembra fare di tutto per
farti perdere le staffe e poi si sacrifica per te. Doumeki
diceva sempre con quella sua espressione neutra che lo faceva solo per farsi
preparare il pranzo, perché si divertiva a vederlo fare cose assurde, o
semplicemente perché non aveva di meglio da fare. Eppure
Watanuki non credeva che Doumeki
fosse così stupido, per quanto asserisse l’esatto contrario ad ogni occasione,
e non riusciva a spiegarsi il suo comportamento in nessun modo. Non capiva mai
cosa gli passasse per la testa e questo non gli piaceva per niente. La sua vita
era già abbastanza piena di mistero.
“Ehi! Camminare mi ha messo fame! Preparami
qualcosa da mangiare!” ordinò improvvisamente Doumeki
con la sua solita faccia di bronzo.
“Non mi chiamo Ehi! E per chi mi hai preso,
per un ristorante?” si lamentò animatamente Watanuki,
distolto completamente dai suoi profondi pensieri. Nonostante
ciò si diresse verso la piccola cucina e prese ad armeggiare con pentolame vario. Sapeva di essere
in debito, checché potesse dire Doumeki sulle
sue motivazioni.
“Vorrei un okonomiyaki!” gli disse
il ragazzo dall’altra stanza.
“Ti ho detto che non sono un ristorante!” replicò Watanuki , tirando comunqe fuori dalla credenza il necessario per preparare il
piatto richiesto.
Sempre lamentandosi abbondantemente ritornò in salotto
armato di piatto stracolmo e fumante, notando che il suo ospite non si era mosso di un centimetro.
“Prendi!”
Gli spinse in mano il piatto ,
senza preoccuparsi di offrirgli una sistemazione più comoda per mangiare. Non
che a Doumeki parve importare molto, si dedicò
immediatamente al suo pasto senza nemmeno appoggiare il piatto.
Watanuki rimase a guardarlo
accigliato durante tutto il tempo. Ultimo, ma non per importanza, nella sua
lista degli aspetti di Doumeki che lo facevano
arrabbiare c’era proprio questo. La sua presenza lo faceva sentire strano e
confuso per l’accozzaglia inestricabile di sensazioni che scatenava. Rabbia,
astio, ma anche una sorta di empatia e l’impressione
che fosse la persona che lo capisse meglio. Si lamentava continuamente di
essere costretto a preparargli da mangiare, eppure non mancava mai di farlo,
era arrivato addirittura a portargli del cibo senza che gli fosse
richiesto. Con un sospiro rassegnato Watanuki pensò
che forse la vita a stretto contatto con gli spiriti lo stesse facendo
impazzire definitivamente.
Nel frattempo Dumeki aveva finito
l’okonomiyaki e gli porgeva il piatto completamente
ripulito.
“La prossima volta mettici più salsa worchestershire”
dichiarò.
“Tu, brutto ingrato…” esclamò Watanuki
e cominciò a snocciolare una lunga lista di epiteti poco
lusinghieri durante tutto il tragitto fino in cucina, per riporre il piatto nel
lavello, e ritorno.
Si sedette pesantemente di fianco all’altro ragazzo fissando
imbronciato la parete di fronte. Doumeki era
impegnato nella medesima occupazione anche se assai più rilassato.
Passarono alcuni minuti nel silenzio più assoluto e
snervante (per quanto riguardava Watanuki). Doumeki non accennava a volersene andare e Watanuki, nonostante la miriade di eventi
dell’ultima ora o forse proprio a causa loro, cominciava ad sentire le palpebre
pesanti.
“Puoi anche andartene, sai?” gli disse. Stavolta niente grida od invettive,
era troppo stanco. Appoggiò la testa allo schienale
del divano e chiuse gli occhi.
“No” rispose semplicemente Doumeki.
“Perché no?” stranamente non si
arrabbiò. Forse era il sonno, forse il tono che l’altro ragazzo aveva usato.
“Perché se me ne vado, quelli
ritornano” continuò lui con la medesima semplicità di prima.
“Ti disturba non riuscire a dormire per colpa mia?” chiese Watanuki. Ancora una volta era un peso per qualcuno.
“No”
Watanuki
aprì gli occhi e vide che Doumeki lo stava guardando
con la sua solita faccia indecifrabile. Aspettò che se ne uscisse con qualcosa
tipo “Se quelli tornano e ti mangiano, chi mi prepara il bento?”
oppure “Se resto posso godermi lo spettacolo di un
idiota che ha paura del buio!”. Ogni loro discorso in qualche modo serio finiva
con questo genere di battuta. Watanuki si sentiva un
idiota per aver provato a parlare seriamente a Doumeki
e si arrabbiava anche più del normale.
Aspettò fissandolo negli occhi, quasi a sfidarlo a dirgli qualche cattiveria dritto in faccia, ma non arrivò nulla.
Il discorso sembrava finito lì.
“Perché allora?” insistette
testardamente Watanuki.
Doumeki non rispose immediatamente
e distolse lo sguardo tornando a fissare il muro prima
di farlo.
“Perché non ho nient’altro da fare”
concluse.
Watanuki non fu soddisfatto della
risposta, ma la stanchezza cominciava ad essere troppa.
Richiuse gli occhi e lasciò che avesse il sopravvento. Che se
ne rimanesse pure lì dov’era, quell’idiota.
Tra i fumi del sonno si accorse che addormentarsi sapendo
che lui avrebbe tenuto lontano gli spiriti, e forse anche gli incubi, gli risultava molto più facile.
“Perché mi aiuti sempre?” biascicò
che era già nel dormiveglia.
“Perché non ho nient’altro da fare”
ripeté Doumeki.
Watanuki si addormentò senza
sentire la risposta e probabilmente senza essersi reso conto di aver fatto una
domanda. L’altro rimase a guardarlo per un po’ e quando fu certo che nulla più
avrebbe potuto svegliarlo gli tolse gli occhiali, li ripiegò e li appoggiò al
tavolino. Poi gli tolse dalla fonte alcune ciocche di frangia troppo lunghe e cercò
nella stanza qualcosa con cui coprirlo. Non volendo frugare troppo in casa
altrui, Doumeki si sfilò la giacca e gliela avvolse
attorno. Lo guardò ancora per un altro lungo momento prima
di risedersi accanto a lui. Quello spostamento fece muovere Watanuki
nel sonno il quale si ritrovò appoggiato al fianco dell’altro ragazzo. La cosa
non parve dispiacere troppo a Doumeki, tanto che si
sistemò meglio contro lo schienale per far stare comodi entrambi e chiuse gli
occhi.
Perché mi aiuti sempre?
Il vero motivo gliel’avrebbe detto un’altra volta.
The end…
Com per ogni nuova coppia di cui
scrivo, sono partita soft… se la cosa stuzzica, magari mi disinibisco!XD
Quindi , se siete favorevoli a DoumekiXWatanuki (che tra le altre cose, mi sembra una
coppia piuttosto evidente anche nel manga stesso) commentate commentate e commentate! ^_____^
Se la fanfic vi ha fatto schifo ma vi va di parlare comunque di questo manga sconvolgente e
bellissimo scrivetemi comunque! XD