Every hispanic has
her blondie
-Eddai
ci vieni- sbatté le palpebre ripetutamente –ti
prego ti prego ti prego- implorò
la bionda, guardando l’altra con i suoi vivaci occhioni
azzurri.
-Ma..-
borbottò la latina chiudendo il libro che aveva tra le mani
e sistemandosi gli
occhiali neri sul naso.
-Per
favore- la supplicò Brittany strusciando la sua guancia
contro quella
dell’altra, come fosse un gatto.
-Ok-
sbuffò Santana accennando un sorriso.
In
teoria si era ripromessa di stare lontana dalla sua bionda preferita,
per
disintossicarsi da lei, ma quella droga era così invitante
da spingerla a
cedere.
Inoltre
Brittany sembrava tenerci così tanto.
-Grazi
grazie grazie San- squillò infatti, abbracciandola forte. La
mora scoppiò a
ridere e la strinse a sua volta, sentendo il suo dolce profumo
annebbiarle i
sensi.
-Dov’è
che si va?- chiese l’ispanica dopo essersi staccata a
malavoglia.
-A
Shuttle- annuì l’altra ancora tutta febbricitante.
Santana sorrise.
-A
Seattle al massimo- la corresse sfilandosi gli occhiali sotto lo
sguardo
attento dell’altra.
-Di
questo parlane con Lord Tubbington, è lui quello che prende
gli appuntamenti-
le disse la bionda sollevando le spalle.
Santana
fissò per un momento il micione che le guardava attento,
immobile e altezzoso,
dalla sedia.
-Quando
partiamo?- domandò, sistemando una treccia
dell’amica.
-Il
giorno prima, ho già prenotato l’hotel e il volo-
la informò Brittany
sorridendo.
-Hai
prenotato per due?- Santana la vide fare uno di quei sorrisetti
maliziosi.
-Già-
trillò entusiasta.
-Come
sapevi che sarei venuta?-chiese la mora.
-In
che senso?- Brittany allargò il sorrisetto malizioso,
ricevendo un buffetto
dall’amica.
-Come
sapevi che ti avrei accompagnata!- esclamò Santana ridendo.
-Ma
è ovvio San! L’avevo chiesto ai folletti-
squillò lei – e sappi che verranno
anche loro con noi. Tranquilla non sono di tanto impiccio,
però mica li posso
lasciare qua da soli, sapendo cosa c’è
nell’armadio- le spiegò mentre Santana
le sorrideva dolcemente.
-Non
mi danno fastidio, possono venire- accettò ricevendo un
sorriso dall’altra –poi
so che non li puoi lasciare qui!-.
-Santana
non dire stupidaggini.- la riprese Brittany – tu sei
l’unica che non posso e
non voglio lasciare qui, i folletti li prendo per far loro un favore
– le
sussurrò sistemando la sua testolina contro il suo petto.
Alzò poi il volto –ma
non dirglielo che poi si arrabbiano!- mormorò sgranando gli
occhi.
Santana
la strinse a se, accarezzandola teneramente.
-Ovvio,
acqua in bocca!- bisbigliò. Brittany la guardò
confusa, corrucciando le labbra.
-Quale
acqua?-
***
La
donna abbracciò l’altra da dietro, sorridendo
scaltra. Si sollevò leggermente e
le baciò la guancia, ma l’altra
borbottò solo qualcosa senza svegliarsi. Giocò
un po’ con i capelli mori e mossi della compagna, aspettando
che si voltasse e
le dicesse qualcosa, ma nulla. Sbuffò e decise di alzarsi
per preparare la
colazione. S’infilò velocemente un paio di
braghette, si raccolse i capelli
biondi e sgattaiolò in cucina.
Callie
stropicciò gli occhi e si stirò, sentendo la
mancanza di Arizona al suo fianco.
Borbottò qualcosa, ma ben presto un invitante odore di
pancakes le giunse al
naso. Sorrise e velocemente s’infilò in bagno.
Arizona
versò il succo di frutta nel bicchiere, dopodiché
sentì il corpo caldo della
compagna contro il suo. Callie l’abbracciò
ridacchiando.
-Mi
hai preparato i pancakes- trillò guardandoli eccitata.
-No,
non per te- squillò Arizona, sbattendo le ciglia con fare
altezzoso.
Callie
si staccò guardandola storto.
-E
per chi?- mugugnò.
-Per
nostro figlio- esclamò la bionda alludendo alla pancia
accennata. Callie soffiò
e la spostò, raggiungendo il frigorifero. Ne estrasse una
bomboletta di panna
montata.
-Non
ci provare- sibilò Arizona, assottigliando gli occhietti
chiari. La mora
brontolò qualcosa e la risistemò
all’interno scocciata.
La
bionda fece roteare gli occhi.
-Se
vuoi puoi metterci le fragole- accordò sedendosi e
cominciando a mangiare.
Callie le rivolse un suo magico sorriso e le stampò le
labbra sulle sue.
-Ti
amo- cinguettò, prendendo i frutti rossi.
Arizona
scosse la testa ridacchiando.
***
-Siamo
arrivati?- chiese ancora Brittany.
-Quasi-
borbottò Santana che doveva aggiornare l’altra
kilometro per kilometro. Alla
bionda le si illuminarono gli occhi.
-Finalmente!-
trillò tutta contenta. Dopo una ventina di minuti infatti
arrivarono all’hotel
dove avevano prenotato. Erano andate a Seattle per una gara a cui
Brittany
teneva alquanto. Era un concorso per ballerini, per ottenere la parte
in un
video musicale e, appena l’avevano saputo, Mike e Brittany si
erano iscritti.
Mike però era accompagnato da Tina e la bionda non voleva
andare con loro per
non disturbarli, inoltre quella era anche un’ottima scusa per
poter invitare
Santana.
Brittany
aveva già imparato diverse coreografie, ma doveva ancora
scegliere quale portare.
-A
che ora ci sarà?- domandò Santana sistemando il
trolley a fianco del letto.
-Si
comincerà già dalla mattina direi- rispose
Brittany concentrata.
-Oh,
ci dovremo svegliare presto?!- si lamentò la latina.
-Sì,
ma dopo torneremo a casa a riposare- le sorrise la bionda raggiante.
Vedendo
però la faccia contrariata della mora,
s’imbronciò. –Ti scoccia?- chiese,
sporgendo il labbro inferiore.
-Un
po’- borbottò Santana, stando sulle sue.
-Non
eri obbligata a venire- bisbigliò l’altra
voltandosi.
-Praticamente-
sussurrò la mora guardandosi le unghie cercando di essere
indifferente,
mordendosi però il labbro inferiore. Sapeva che a dividere
la camera con
Brittany sarebbero finite con i corpi un po’ troppo vicini e
svestiti, e non
voleva. Doveva smetterla di starle appresso, stava con Dave e andava
bene così.
Cosa pretendeva, lei non aveva lasciato Artie per lei, Santana non
avrebbe
fatto il contrario.
-Bè,
se ti dava tanta noia bastava dire di no- concluse Brittany andandosene
in
bagno e sbattendo la porta.
Santana
si maledì mentalmente. Sapeva che quella cosa era importante
per l’amica, ci
sarebbero state altre occasioni per fare la stronza.
-B?-
chiamò bussando alla porta –Dai non volevo dire
sul serio- provò a scusarsi, ma
non ottenne risposta.
-Sono
scocciata perché ho paura che quegli stupidi non ti
prenderanno. Ovviamente ti
volevo accompagnare- le cercò di spiegare. Santana attese
alla porta che ben
presto si spalancò.
-Oh
San. Smettila di fare la sciocchina- ridacchiò la bionda
–sono la più brava,
perché non dovrebbero prendermi?- chiese alzando le
sopracciglia e sorridendo
allegra.
Santana
sorrise e annuì –Hai ragione- confermò.
Brittany
poi buttò sul letto afferrando il telecomando.
-Su
San corri che iniziano gli Aristogatti!- squillò entusiasta,
facendo posto
all’amica. Santana rise e si accoccolò vicino
all’altra mentre i gattini
cominciavano ad apparire sullo schermo.
***
I
provini erano ormai iniziati da un’oretta e tra poco sarebbe
dovuto toccare a
Brittany. Mike si era già esibito e sembrava fosse piaciuto
alla giuria.
Brittany non riusciva a stare ferma per l’agitazione allora
talvolta Santana la
prendeva, la faceva sedere e le diceva qualche dolce parola di
conforto. Dopodiché
toccò a lei. La chiamarono e si mise al centro della stanza,
mentre Santana
cercava la traccia.
La
bionda non aveva ancora deciso che pezzo usare, l’avrebbe
fatto l’amica per lei
in quel momento. Sorrise divertita quando sentì le prima
note di I’m a Slave 4 You
risuonare dallo
stereo. Come previsto non sbagliò un passo e fu sensuale e
perfetta come solo
lei poteva essere. Appena finì Santana applaudì
sorridente, seguita dalla
giuria.
-Molto
bene. Puoi rimanere per il secondo turno- le comunicarono, facendole in
questo
modo fare un saltellino di gioia.
Uscirono
dalla stanza e dall’edificio per cercare qualcosa da mangiare
mentre
aspettavano che finisse il primo turno.
-San
sono passata. Ci vuole un gelato!- trillò alzando le mani al
cielo e
saltellando intorno all’amica.
-Certo
B, io te l’avevo detto che ti avrebbero presa-
esclamò la mora, controllando la
strada prima di attraversare, mentre la bionda la seguiva eccitata.
Santana
non fece nemmeno in tempo a girarsi per vedere la macchina che le stava
sfrecciando incontro che si sentì sbattuta a terra, sotto il
peso di un altro
corpo. Si lamentò del bruciore sui gomiti sfregati
sull’asfalto.
-Brit,
potresti spostarti- mormorò tentando di alzarsi. Brittany si
stese a fianco
controllando l’amica.
-Tutto
bene San?- bisbigliò preoccupata, sgranando i suoi occhi
celesti.
La
mora annuì, sorridendole dolcemente nonostante sentisse le
ferite farle male.
-Mi
hai salvato la vita Pierce- sussurrò baciandole la fronte.
Poi si alzò,
sistemandosi il vestito, e porse le mani all’altra per fare
lo stesso.
-Su
Britt- disse afferrandole le mani.
-San
è che, mi fa male il ginocchio- borbottò la
bionda. Santana fece scendere lo
sguardo sulla gamba nuda dell’amica, notando il ginocchio
sbucciato. Si abbassò
e ci stampò sopra un bacino.
-Meglio?-
domandò sorridente. Brittany scosse la testolina.
-No,
se lo muovo mi fa malissimo- mugugnò arricciando il naso
infastidita. Santana
provò a piegarle la gamba, ma ottenne solo un grido
soffocato dell’altra, che
strinse gli occhi e i denti dal dolore.
-E’
rotto- bisbigliò la mora, spalancando gli occhi e la bocca,
allibita.
***
-Chi
abbiamo oggi?- domando scocciata Callie sorseggiando quel frullato
schifoso che
Arizona le aveva portato poco prima.
-Nulla
di grave. Una ragazza ha riportato una frattura al ginocchio sinistro
dopo una
brutta caduta.- le spiegò Avery passandole la cartella prima
di seguirla ed
entrare nella stanza.
-Cos’ha?-
domandò immediatamente Santana appena vide la dottoressa
entrare. Aveva le
lacrime agli occhi e continuava a mordicchiarsi le labbra tremolanti.
Brittany
intanto salutò i dottori con la mano, sorridente.
Callie
sorrise ad entrambe, notando che era più agitata la ragazza
che non si era
fatta nulla dell’altra.
-Una
frattura della rotula. Tranquille non è grave. Dovremo
operarti e poi dovrai
fare un po’ di fisioterapia- spiegò serenamente,
avvicinandosi alla biondina
sul letto.
-Nulla
di grave?- sbottò Santana – si è rotta
un ginocchio diamine!- le lacrime le
scesero veloci sulle guance calde.
-Ma
fortunatamente non è grave. Se lo fosse stata ci sarebbero
stati alcuni
problemi- cercò di calmarla lo specializzando con un debole
sorriso.
-Ma
lei è una ballerina, non può rompersi un
ginocchio! Eravamo a quel cavolo di
provino di ballo e quella diavolo di macchina..- borbottò
avvicinandosi a
Brittany.
La
bionda le prese la mano tra le sue per cercare di calmarla.
-Mi
dispiace terribilmente Brit- sussurrò, chinando il capo.
-Hai
già avvertito i tuoi genitori?- chiese la Torres,
dopodiché Brittany scosse il
capo.
-Siamo
di Lima, in Ohio- disse Santana, asciugandosi le lacrime –non
penso verranno-.
-Per
l’intervento ho bisogno del loro consenso. A meno che tu non
voglia farti
operare là- disse la donna.
-Operare?-
domandò Brittany sbarrando gli occhietti chiari.
-Sì,
c’è da fare un piccolo intervento, nulla di
complicato- cercò di rassicurarla la
dottoressa.
-San-
mormorò la bionda tirandole la maglia – io non
voglio-. I suoi bellissimi occhi
si velarono e cominciò a tremare.
-E’
necessario?- chiese Santana accigliandosi. I due medici annuirono.
Brittany
scosse la testa contraria.
-Ci
può lasciare un po’ di tempo?- domandò
vedendo la paura negli occhi dell’amica.
-Certo-
annuì Callie prima di uscire sbuffando.
-San
io non voglio che mi operino. Anche io da piccola giocavo
all’Allegro Chirurgo
e il paziente non era mai allegro- mormorò spaventata.
-Ma
loro sono sicuramente bravi dottori. Sanno quello che fanno e lo fanno
per far
funzionare ancora la tua gamba. Brit, devi fare
quell’operazione. Se non
potessi più ballare, io non me lo perdonerei mai –
le disse, accarezzandole il
capo e lisciandole i capelli.
-Ma
io non voglio!- sbottò la bionda – ho paura San!-
le afferrò la mano
stringendogliela. Santana la guardò intensamente negli
occhi, poi con uno
scatto la baciò, riuscendo a calmarla.
-Andrà
tutto bene B- le mormorò, appoggiando la sua fronte contro
quella dell’altra.
***
Callie
uscì dalla stanza sbuffando. Ci mancava solo una ragazza
spaventata da quel
semplice intervento, se avesse saputo che operazioni aveva fatto in
passato,
avrebbe riso della sua. Vide Arizona aspettarla lì fuori
sorridente. Le si
avvicinò e la bionda le stampò un bacio sulle
labbra.
-Tutto
ok? – chiese, facendo passare la mano sulla pancia accennata
della compagna.
-Sì,
non ho bisogno di un controllo ogni cinque minuti-
ridacchiò, contenta della
premura di Arizona.
-Che
caso hai?- le domandò sporgendosi verso la stanza da dove
era appena uscita.
-Nulla
di chè. Una ragazza si è fratturata il ginocchio
ma non vuole operarsi. Penso
che la convincerà l’amica- rispose, scrollando le
spalle.
-La
fidanzata- la corresse, notando il bacio che si erano scambiate le due
ragazze.
-Arizona,
smettila di spiare- la rimproverò ridacchiando la mora,
mentre l’altra
sorrideva furba, continuando a seguire la scena con aria furtiva.
-Ma
guarda che carine- cinguettò – poi guarda sono una
bionda con gli occhi azzurri
e una mora con gli occhi scuri come noi- aggiunse con un dolce sorriso.
-A
parte che mi chiedo come tu abbia visto il colore dei loro occhi, e
allora?-
borbottò la mora, sollevando un sopracciglio.
-Oh
Calliope, è così dolce. Vado!- trillò
per poi staccarsi e dirigersi verso la
stanza tutta contenta.
-Che..
che fai?- sibilò sgranando gli occhi, dopodiché
la seguì.
-Ciao-
squillò Arizona, squadrandole con i suoi occhi azzurri e
vivaci.
Le
due ragazze la guardarono male per poi salutarla con un cenno del capo.
Callie
arrivò in fretta al suo fianco per contenere i danni.
La
bionda le tirò una leggera gomitata –La mora
sembra anche ispanica- bisbigliò
tutta entusiasta.
Callie
sbuffò, dandole un buffetto –Avete deciso cosa
fare?- domandò mentre le altre
due le guardavano male.
-Farò
l’intervento- disse Brittany corrucciando le labbra
– solo se Santana potrà
stare con me- aggiunse. Le dottoresse la guardarono dispiaciute.
-Mi
dispiace ma non è possibile che qualcuno assista- la
informarono, facendola
imbronciare maggiormente –Inoltre abbiamo bisogno del
consenso dei tuoi
genitori se non sei maggiorenne- aggiunse Arizona.
-Allora
non lo faccio- sbottò Brittany incrociando le braccia al
petto.
-Pierce-
scandì Santana –me l’hai promesso- la
guardò implorandole di accettare
l’operazione.
-Ma lei non è
solo qualcuno. Lei è Santana-
affermò Brittany convinta.
-Capisco-
le sorrise Arizona avvicinandosi – ma anche se è
la tua ragazza, non possiamo
farci nulla- la spiegò.
-Non
stiamo insieme- precisò immediatamente la latina, ricevendo
uno sguardo
contrariato dalle donne.
-Eppure
prima vi siete baciate- mugugnò Arizona, sollevando le
sopracciglia chiare.
-Hemos estado observando?-
sbottò Santana spalancando la bocca. Arizona
ammiccò alla compagna sentendo lo
spagnolo della ragazza.
-Calma
chica, vi ha visto di sfuggita- le
spiegò la Torres.
-Comunque
non sono affari vostri- brontolò Santana per poi afferrare
il cellulare –
chiamo i tuoi e torno- sussurrò a Brittany per poi guardare
in cagnesco le due
donne e uscire dalla stanza.
-Santana
non vuole essere la mia ragazza- disse Brittany, catturando la
curiosità di
Arizona.
-Come
mai?- chiese infatti subito la donna, facendosi più vicina,
mentre la compagna
roteò gli occhi sorridendo.
-Ha
paura degli sguardi, delle risate e dei discorsi alle sue spalle. Non
può,
anche se mi ama- sospirò tristemente la ragazzina, giocando
con i capelli.
-Ma
se ti ama, dovrebbe fregarsene degli altri- disse la dottoressa bionda.
-Non
ci riesce. Per questo sta ancora con Dave. Quinn dice che è
una specie di barba
per lei, ma io sinceramente non so cosa significhi- disse grattandosi
il mento,
confusa. Le due donne scoppiarono a ridere.
-Significa
che è una copertura. Sta con lui per celare agli altri che
è lesbica, immagino-
le chiarì Callie.
-Anh-
esclamò Brittany meravigliata. Le guardò poi con
attenzione, piegando la testa
come in cerca di qualcosa.
-Assomigliate
molto a me e a San. –decretò annuendo.
-Ah,
lo dicevo!- squillò Arizona puntando un dito verso Callie
– e come voi anche
noi ci amiamo- trillò stringendo le mani.
-Oh!-
fece Brittany sorridendo - anche tu hai la tua barba?-
domandò incuriosita.
-No-
rispose la donna – noi due siamo fidanzate- le disse.
-E
stiamo anche aspettando un figlio- aggiunse Arizona entusiasta.
Brittany
spalancò la bocca sconcertata.
-Ma
San…- bonfichiò, estremamente sconvolta- San
aveva detto che per una coppia di
ragazze la cicogna non arriva- disse, ricevendo volti sconvolti dalle
due
dottoresse.
-Sai
vero che i bambini non li porta la cicogna?- chiese con un sussurro
Callie,
sgranando gli occhi incredula.
-Infatti
aveva ragione. E’ una storia lunga- annuì la donna
bionda, facendo
tranquillizzare Brittany. Santana rientrò nella stanza
silenziosamente.
-Hanno
detto che prendono il primo volo-mormorò senza considerare
le due dottoresse.
-San
San! Aspettano un bimbo.. San sono due donne!- esclamò tutta
eccitata.
L’ispanica le guardò per un momento.
-Britts
è che avranno chiesto ad un uomo di aiutarle.
C’è per forza bisogno dell’aiuto
di un maschio- la informò sedendosi al suo fianco. Brittany
arricciò le labbra,
non troppo convinta.
I
cercapersone di Callie e Arizona squillarono contemporaneamente
– Cavoli! Dobbiamo
andare- esclamò la bionda, preoccupata.
-A
presto ragazze, non abbiate paura- riuscì a dire mentre la
compagna la spingeva
fuori.
-Di
cosa ?- chiese Santana all’amica.
-Penso
sia dell’intervento che di diventare fidanzate- le rispose
Brittany, giocando
con una ciocca dei capelli scuri dell’altra.
-C-Che
cosa? Ma che due impiccione, cosa vogliono da noi?- sbottò
infastidita,
sedendosi sul lettino di Brittany, accarezzandone teneramente il capo.
-Penso
che vogliano aiutarci. Credo che siano noi due da grandi-
ipotizzò la bionda,
seria. Santana la guardò male. Ci furono qualche secondi di
silenzio prima che
Brittany li interruppe.
-Perché
non lasci Dave e non diventi la mia ragazza? Se mi ami dovresti
fregartene di
tutti gli altri- affermò, gettando l’azzurro mare
dei suoi occhi nel nero pece
di quelli di Santana. La ragazza rimase spiazzata dalla frase
dell’amica.
-Brittany,
lo sai- farfugliò alzandosi e incrociando le braccia al
petto –se tu mi amassi
attenderesti che io sia pronta- aggiunse, evitando il suo sguardo.
-Ma
io ho aspettato, sono mesi che aspetto eppure non sembra che cambi
nulla-sospirò a bionda mentre i suoi occhi diventavano
lucidi.
-Ora
pensiamo alla tua gamba, è più importante-
cercò di sviare l’ispanica.
-No.
Se dovessi scegliere tra ballare e te, sceglierei sempre e solo te
Santana. Lo
sai- disse la bionda, corrugando le sopracciglia. Alla mora
scappò una lacrima troppo
veloce per essere fermata.
-Io
ho paura, tanta- mormorò –ti prego, aspetta ancora
un po’- sussurrò sedendosi
abbastanza distante dal lettino. Brittany non disse più
nulla, si girò dall’altra
parte, mordendosi un labbro per trattenere il pianto ed addormentandosi.
Qualche
ora più tardi arrivarono i suoi genitori che accorsero nella
camera, mentre
Santana, dopo averli salutati ed aver spigato loro
l’accaduto, uscì per andare
al bar.
Si
sedette in un tavolino, sorseggiando distrattamente il suo
caffè. Ad un tratto
la dottoressa di poco prima le si sedette di fianco. Santana quasi
sobbalzò
sulla sedia, poi le si allontanò un poco, guardandola male.
-Cosa
vuole ancora da me?- sibilò.
-Riesci
a parlare senza aggredire la gente?- mormorò Callie
arricciando le labbra infastidita
–perché io sono incinta, ho molti ormoni che
girano e potrei diventare alquanto
irascibile e fastidiosa –l’avvertì,
facendola calmare.
-Abitudine-
sussurrò Santana, spostando lo sguardo.
-Sai,
se la ami dovresti fregartene- affermò la donna, bevendo del
succo di uno
strano colore. La ragazza si voltò alzando un sopracciglio.
-E’
anche psicologa per caso?- chiese, l’espressione irritata
della dottoressa la
trattenne dall’aggiungere altro.
-No,
ma è una cosa per cui sono passata anche io- le
spiegò.
-Lei
non ha presente la mia scuola. La maggior parte degli studenti sono
omofobi, l’unico
gay dichiarato si dovette trasferire per alcune minacce di morte. Se
sei
diverso ti escludono e ti riempiono di granitate- le disse sospirando
tristemente.
-Ma
se la gente è stupida mica devi stare a sentirla. Se essere
ispanici provocasse
la stessa cosa, te ne staresti zitta e ti trasferiresti?- le
domandò sorridendo
Callie.
-No
Dios, li prenderei a calci
insultandoli in spagnolo!- sbottò Santana agitandosi. La
dottoressa rise
divertita.
-Appunto,
fai lo stesso con questa cosa.-le consigliò
-Ma,
ma è diverso- farfugliò la giovane, sbuffando.
-Non
è vero. Loro non hanno il minimo diritto di dirti cosa fare
della tua vita, non
si devono interessare di chi tu ti innamori. La vita e tua, solo tu sai
cosa è
meglio per te- le disse seria, afferrandole le mani.
-Per
me è meglio non dirlo, allora- insistette Santana.
-No!-strillò
la donna accigliata, attirando vari sguardi su di se, mettendo
così in
imbarazzo la ragazza –La cosa migliore per te è
stare con quella ragazza. La
ami giusto?- chiese, ricevendo la conferma con un cenno del capo
–e allora cosa
aspetti! Lei ti ama. Oggi si è buttata sotto una macchina
per salvarti
rischiando anche di morire. Glielo devi- le sorrise.
Santana
accennò un debole sorriso.
-Potrò
assistere all’intervento?- domandò. Callie scosse
la testa, infastidita dal
cambiamento del discorso.
-N-no-
balbettò –non è possibi…-
poi s’interruppe per pensarci. Santana la guardò
confusa.
-Ok,
però dobbiamo arrivare ad un compromesso- accettò
Callie, sorridendo beffarda.
***
-Sei
pronta B?- chiese Santana sorridendole appena.
La
bionda accennò un sì con il capo.
-Ma..
Puoi rimanere?-domandò, mentre i suoi occhietti
s’illuminavano.
-Certo!-
squillò l’ispanica -non vedi camice e cuffia!-
ridacchiò indicandoli. Brittany
sorrise radiosa, prima che l’anestesista le si avvicinasse
con una grossa
siringa in mano.
Appena
la vide sbarrò gli occhi agitata.
-Andrà
tutto bene. Io sarò qui tutto il tempo- la
confortò la latina, stringendole
forte la mano.
Brittany
non poté che sorridere ancora.
***
-Allora,
com’è andato
l’intervento?-trillò Arizona, abbracciandola da
dietro.
-Bene
–annuì Callie con un sorriso.
-E
come va tra le mini me e te?- chiese sistemando i boccoli mori della
compagna.
-Bene
anche loro, anzi penso che da ora andrà sempre meglio-
ridacchiò, voltandosi verso
la bionda.
-Oh
Calliope, quando risolvi le storie d’amore sei ancora
più amabile-cinguettò
Arizona per poi baciarla.
***
Brittany
stropicciò gli occhi lentamente, infastidita dalla luce
nella stanza. Quando li
aprì, vide Santana ancora con il camice e la cuffia addosso,
appoggiata al suo
lettino che dormiva beata.
Constatò
con fastidio di non riuscire a muovere la gamba, poi lo vide. Un
immenso gesso
imprigionava quasi tutta la sua gamba, impedendo ogni movimento.
Spalancò la
bocca sconcertata, poi notò qualcosa si nero spiccare su
tutto quel bianco.
Si
avvicinò alla scritta e con fatica, poiché era al
contrario rispetto a lei, la
lesse.
~Ti
amo Britts, Santana
La
bionda spalancò gli occhi, eccitata. Lanciò un
gridolino e si fiondò sulla
mora, svegliandola di soprassalto.
Quella
sbarrò gli occhi spaventata.
-Che
c’è?- chiese preoccupata. Brittany non resistette
dallo stamparle un bacio
sulle labbra.
-Anche
io. Tanto, tantissimo-le sussurrò, per poi riprendere a
baciarla, fregandosene
del leggero dolore al ginocchio, dell’intontimento della
flebo, delle urla
delle infermiere e degli sguardi stupiti dei genitori.
-Fin-
***
Mah!
Ultimamente mi sto buttando un po’ su tutto, e una Cross Over
mi mancava.
Con
ciò ho capito di non esserne capace u.u
Curiosità:
-Io
amo sia Glee che Grey’s e i miei personaggi preferiti sono da
una parte
Santana, Brittany e Puck e dall’altra Callie, Arizona e Mark.
Già di mio ci
vedevo mille mila paralleli, poi ai Glaad Naya ha detto a Sara "We're latina. We're lesbian. Let's do this!"[sì,
Naya mostra sempre la sua eterosessualità xD] e io ho dovuto scrivere ciò u_u
-Scusate
per l’OOC, più del Calzona che del Brittana
-Scusate
per quello che ho fatto a B. Io spero vivamente che non accada mai
nulla di
smile al preziosissimo ginocchio di HeMo, le sue bellissime,
lunghissime,
perfettissime gambe non devono subire nessun trauma!
-Se
non si fosse fatta male, ovviamente avrebbe vinto B u_u Nessuno resiste
a Slave
o_o
-Gli
Aristogatti spaccano!
Spero
ci siano pochi errori!
Besos,Miky
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