Eeeeeeeeeeeed
eccomi qua! Con un giorno di ritardo rispetto a quanto avevo promesso in Bottled
Up Inside. (colpa
del computer, GIURO!!!), ma mi faccio perdonare! Infatti, questo non
è il secondo "capitolo" della serie Shards and Shades
ma......... è il TERZO! Il secondo, che si intitola "Una
Storia Senza Lieto Fine." lo trovate nella storia Of Dream and Desire. nella
categoria Romantico della sezione Originali :D
Vi
ricordo che la saga Shards
and
Shades è composta di quattro diverse storie
parallele
aggiornate a rotazione.
Adesso
vi lascio alle vostre letture! Ci risentiamo in fondo :D
3.
Piccola
Confessione.
Karen’s
PoV
Scuote la testa,
Melanie, quando finisco di raccontarle quella storia… una
storia che pare assurda persino a me che l’ho vissuta, tanto
la sfortuna ci si è accanita fino all’inverosimile.
Poi mi sorride. --Beh,
direi che adesso facciamo una bella croce sopra a Ryan!--
Le sue parole mi
arrivano all’improvviso, come una frustata, e reagisco
istintivamente.
--No.--
Mi pento subito della
veemenza, della testardaggine con cui mi è uscito quel
rifiuto. Non volevo essere brusca.
Mel mi guarda un
momento, e mi sorride ancora. Ed è un sorriso triste, forse
perché a visto il tormento nei miei occhi.
--Perché no,
Karen?--
Domanda
da un milione di dollari.
Come spiegare
l’inspiegabile, quando nemmeno io comprendo
l’incomprensibile? Come posso anche solo tentare di dare un
senso logico all’irrazionale? Come faccio a dirle
perché, nonostante tutto, mi senta ancora legata a lui?
Scrollo leggermente le
spalle, mentre chino la testa e comincio a torturare la malcapitata
panna montata della mia cioccolata calda. Anche se dubito che
martoriare quel povero dolce possa in alcun modo aiutarmi a trovare il
senso di tutta questa storia.
--Non lo so.-- aggiungo
con un filo di voce, come se i miei gesti non fossero riusciti a
rendere il concetto.
--Lo ami?-- mi chiede
ancora, facendomi l’occhiolino.
Siamo sempre state
delle inguaribili romantiche, tutt’e due. Il principe azzurro
è sempre stato il nostro sogno, il sogno di tutte. E anche
se la vita cambia tante cose, i sogni mutano raramente. Eppure di nuovo
la risposta mi esce automatica…
Ed
è un altro diniego.
--No.--
Metto in bocca un
cucchiaio di panna montata, anche se m’è passata
la voglia. Ma il sapore dolce è molto piacevole, e copre in
parte l’amarezza che ho sentito invadermi la bocca a quella
piccola verità.
--Non credo di
amarlo.-- ribadisco, senza alzare gli occhi dalla cioccolata.
--Però ti
è entrato dentro.-- obietta lei, e stavolta non posso
ribattere nulla.
Perché
ha ragione lei.
--Ascolta
Karen… non pensi che sarebbe meglio andare avanti? Prova a
cercare qualcun altro magari. Non ti sto dicendo di andare col primo
che capita, chiaro_-- aggiunge in fretta, notando l’ombra che
mi ha sicuramente attraversato il viso. --_ma magari dovresti cercare
di dare fiducia ad altre persone. Potrebbe aiutarti almeno a levartelo
dalla testa.--
Chiodo scaccia chiodo.
Sì, c’ho pensato anche io. Ma non sono capace.
Con un sospiro mi alzo
e mi allungo per prendere la sua tazza, ormai vuota. L’avevo
fatta mezz’ora fa, quella cioccolata. E la mia è
ancora lì.
--Non sono
un’illusa. Lo so che non potrebbe essere in ogni caso, che
c’era _c’è_ ben poco di romantico o di
sentimentale tra noi. Ma mi fa sentire speciale.--
E io,
speciale, non mi
sono sentita mai. Diversa, quello sì. Ma non in senso buono.
Speciale,
invece, mai.
E lui mi ha fatta
sentire speciale, mi ha fatto prendere confidenza con quel lato
più intimo e ardente di me che prima non avevo mai avuto
nemmeno l’occasione di conoscere. E mi ha voluto bene.
Il rumore di una sedia
che gratta il pavimento, e due braccia esili che mi stringono. Mel, la
mia amica, mi abbraccia, cercando di confortarmi almeno un
po’.
--Lo sogni ancora?-- mi
chiede, mentre torniamo a sederci.
E io le confesso tutto,
in un sospiro. --Qualche volta. E ogni tanto, mentre sono in
dormiveglia, mi sembra di averlo accanto a me, di sentire la sua voce o
la sua risata, di sentire le sue mani che mi accarezzano.--
Peccato che ogni volta
che cerco i suoi occhi mi ritrovi a fissare la parete.
Butto giù un
sorso della cioccolata, ormai quasi fredda, ma ancora buona.
Non so cosa darei
adesso per condensare tutte quelle pazzie che non ho mai fatto in una
singola follia: correre a prendere un’aereo, e volare subito
da lui.
Per avere quel tempo,
quell’occasione, che la sfortuna mi ha rubato
quest’estate.
Vorrei poter mettere un
punto a questa storia, sorridere ai ricordi per metterli in un
cassetto, e andare avanti. Ma non ce la faccio. E non perché
io mi senta persa senza di lui, ma perché ho il terrore che
lui possa essere l’unico a volermi bene.
Non sono una sciocca,
anzi. Sono un’ingenua, quello un po’ sì,
ma sono anche capace di far funzionare la testa. Non sono una bellezza
folgorante, ma a curve e tratti sto messa bene, anche a detta degli
altri. Porto gli occhiali, ma ormai non è più un
marchio d’infamia. Sono timida, sempre troppo buona, ma so
anche farmi valere all’occorrenza. Ho una tendenza alla
malinconia, ma ho anche un bel sorriso. Non sono niente di speciale,
certo, ma non sono nemmeno uno schifo.
Eppure, forse, ho
qualcosa di sbagliato.
Perché
altrimenti sarebbero troppe le cose che non so spiegare. Per esempio,
perché io sia tanto brava eppure io non abbia la minima idea
di cosa farne della mia esistenza. Oppure perché, nonostante
io abbia una bella vita, io riesca ad odiarne ogni cosa, me stessa in
particolare. O perché, nonostante io non sia da buttare,
tutti quanti guardino sempre la sorella o l’amica di turno, e
mai me.
Ryan è stato
il primo a notarmi, a farmi trovare un po’ di pace dalle
continue torture e dai ricorrenti rimproveri a cui sottoponevo me
stessa.
E
io ho il terrore che possa essere l’unico.
Sento gli occhi
inumidirsi, il collo scaldarsi, la gola chiudersi. Ma le mie ciglia non
lasciano scappare nemmeno una lacrima.
Mi sento sola in questo
momento, sola come non mai. Vorrei riuscire a scrivere un
po’, almeno per sfogarmi o per distrarmi, ma le parole non
vengono. Manca anche la voglia di leggere, e l’MP3 non fa
altro che propormi la musica sbagliata. In questo momento, sono davvero
l’ombra di me stessa.
Sempre che io sia mai
stata qualcosa di più.
Sento Mel sospirare,
probabilmente irritata dal mio silenzio assente.
--Andiamo a mettere su
un DVD?-- mi propone.
È
un’amica, Mel. Ha capito che non riesco a dirle altro, che il
mio piccolo momento di confidenza è finito, così
cerca almeno di distrarmi. Mi alzo e l’abbraccio forte,
cercando di trasmettere in quel gesto tutta la riconoscenza che un
semplice “grazie” non potrebbe mai esprimere.
Ci sediamo sul divano
morbido, prendendo il telecomando e ci accoccoliamo sotto la trapunta
calda. Cominciamo a spulciare la pila di DVD, cercando qualcosa di
coinvolgente da guardare. La mia tazza di cioccolata, invece, rimane in
cucina.
Mezza
vuota.
In quel momento si apre
la porta d’ingresso, e mia madre entra in casa. Ci
assomigliamo molto, ce lo dicono tutti: stesso colore di capelli,
stesse labbra, stessi tratti, occhi simili.
--Ciao ragazze!-- ci
saluta con un bel sorriso allegro, le guance arrossate
dall’aria frizzante delle giornate d’inverno.
--Siete state in casa?--
--Sì, fuori
fa troppo freddo!-- rispondo, con un sorriso.
Un sorriso falso, che
si tiene alla larga dai miei occhi. Non che importi comunque, visto che
le lenti spesse impediscono a chiunque di guardarli davvero quando
indosso gli occhiali.
--Stavamo per guardare
un film.-- spiega Mel.
--D’accordo.
Io sono di sopra a leggere un po’ se avete bisogno.-- ci
ricorda, sempre disponibile, prima di appendere la giacca e salire su
per le scale.
Noi annuiamo.
--Che ne dici?-- mi
chiede poi la mia amica, mettendomi sotto il naso una custodia.
Film
d’azione? Perché no.
Lo prendo, e lo metto
nel lettore DVD. Poi le immagini riempiono lo schermo, e io le lascio
invadere anche la mia mente.
Le mie preoccupazioni
non sono scomparse, ma per il momento se ne stanno zitte. Domani
torneranno, lo so, ma adesso non riesco a darci peso. Forse stanotte
non riuscirò a dormire, ma adesso non ci penso. Adesso ci
sono solo la mia amica, un bel film da commentare in compagnia e un
po’ di dolce nello stomaco.
E,
ora come ora, questo basta.
Angoletto!
Già,
Ryan non ha mantenuto la sua promessa, e non è riuscito a
rivedere Karen. Infatti, Karen odia le promesse. Qualcuno di voi si
aspettava che l'avrei fatta andar male tra loro? :D
Che
altro dire... spero di leggere un commento, e spero che qualcuno di voi
abbia voglia di seguire tutte le storie :)
Vi
lascio qui i titoli e dove trovare le storie (se dovesse essere
confusionario, potete sempre cercare la serie Shards and Shades sul mio
profilo :D)
1. Bottled Up
Inside.:
Originali > Introspettivo
2.
Of Dream and Desire.:
Originali > Romantico
3.
Slices of Life.:
Originali > Generale
4.
From a Friend's Eye.:
Originali
> (o Introspettivo o Generale, non ho ancora deciso ^-^''')
Il prossimo capitolo della saga lo troverete in Bottled Up Inside.
E... questo è tutto!
Ultima
nota personale: se qualcuno ha voglia di essere sempre aggiornato sugli
sviluppi delle mie storie, ecco il link della mia pagina-autore su
Facebook:
DreamWanderer
Un
bacio a tutti!
;*
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