Five Methods - 3
Round 3
Harry infilò una mano nella tasca dei pantaloni e ne estrasse
quella che, da due giorni a quella parte, era diventata la sua Bibbia. Afferrò
una piuma posta sulla propria scrivania e tracciò una linea netta.
Metodo #1. Essere gentili. La gentilezza è
sempre l'arma migliore da usare, specialmente nei confronti di una ragazza.
Lavora di fantasia, Harry!
Harry sospirò e passò alla riga sottostante, ma la voce di
Ron alle sue spalle lo fece sobbalzare in modo vergognoso. Guadagnado di nuovo
il controllo delle sue funzionali vitali e ricordandosi che lui, in teoria,
doveva sempre essere arrabbiato col ragazzo, Harry si voltò fronteggiando un Ron
alquanto abbattutto.
“Che c'è Ron? Sono
occupato.” Cercò di lasciar trasparire il proprio disappunto, ma non riusciva a
rimanere arrabbiato per molto. A differenza di Hermione. Il pensiero della
ragazza e della sua missione fallita, tuttavia, riaccesero tale disappunto.
Notando il tono di Harry, Ron prese a torturarsi le mani, intrecciandole in modo
nervoso.
“Ti volevo chiedere scusa.
Gi-Ginny mi ha spiegato la... la situazione.”
Harry sospirò e si lasciò cadere
sul divano della Sala Comune. Ron, interpretando quel gesto come 'scuse
accettate', andò a sedere accanto all'amico.
“Adesso mi odia.” Disse
Harry come un dato di fatto.
Ron trattenne una mezza risata.
“Chi? Hermione? Figurati.”
Senza voltarsi a guardarlo, Harry puntò l'indice al suo volto, esattamente nel
punto in cui la ragazza l'aveva preso a schiaffi. Notando l'inconfondibile segno
delle cinque dita, Ron deglutì pesantemente.
“Ok, forse un pochino.”
Disse, distanziando di qualche millimetro l'indice e il pollice di una stessa
mano. Harry gli rivolse uno sguardo cupo e Ron decise di smettere di fare
dell'ironia gratuita; non era nella posizione adatta per dispensare consigli,
dato che lui era stato la causa diretta del primo fallimento di Harry.
“Ok. Quale sarebbe la
prossima mossa?” Domandò titubante Ron.
Harry si tolse gli occhiali e
pulì le lenti con un lembo del suo maglione. Aveva imparato a memoria i metodi
di Ginny, non aveva più bisogno di consultare il foglietto che stava premuto in
una tasca della sua divisa.
“Darle ragione.” Disse,
inforcando nuovamente gli occhiali.
Ron sbatté le palpebre per
qualche secondo, non afferrando affatto lo 'scopo' di tale mossa.
“Cosa vuol dire darle
ragione?” Domandò perplesso.
Harry scrollò le spalle. “Non ne ho la più pallida
idea. Penso assecondarla.”
“Non vorrei rovinare il tuo
piano,” Disse Ron, guadagnandosi un'occhiata ombrosa da Harry. “Ma che senso ha
darle ragione? Hermione ha sempre ragione. E' abituata ad avere ragione e
nessuno oserebbe mai pensare che non abbia ragione.”
Harry incrociò gli occhi verdi
sotto le lenti. Si era perso tra le troppe ragioni.
“Quando sei stupido, Ron.”
La voce cristallina di Ginny li fece voltare verso la direzione dell'entrata
della Sala Comune. La piccola di casa Weasley osservò i due ragazzi con una mano
ancorata ad un fianco ed un braccio disteso che sorreggeva la sua borsa. Aveva
uno sguardo talmente determinato da lasciar sorpresi entrambi i ragazzi.
“Ogni ragazza ADORA
sentirsi dire che ha ragione. Anche Hermione. E ricorda,” disse puntando Ron.
“Che anche LEI è una ragazza, Ronnie.”
Ron divenne paonazzo, memore del
suo quinto anno. Ginny si avvicinò al divano e lasciò cadere la sua borsa di
fianco ad Harry, infine, incrociò le braccia al petto, sospirando. Harry guardò
la rossa “Hai detto ragazza, Gin?
Dobbiamo includere in quella categoria anche Malfoy?” Domandò, trattenendo,
assieme a Ron, una risata.
“Ovviamente NO. Draco è
maschio in tutti i sen-”
Ron gracchiò terrorizzato, mezzo
sconvolto, mezzo arrabbiato. “Per Merlino, Ginny! Non
voglio sapere le prestazioni di Malfoy!”
La ragazza sbuffò, scuotendo il
capo. Poi, riprese a parlare di Hermione. “Prima le ho parlato e
lasciate che vi dica che era nera come un tizzone.”
“Fantastico.” Farfugliò
Harry. Quell'opprimente mese di pulizie stava iniziando ad alitargli sul collo.
“Sinceramente non so come
tu possa riappacificarti con lei e procedere al metodo due...” Disse,
pensierosa, Ginny. “Non sono mai entrata nella testa di un ragazzo. Siete un
costante emblema... fatta eccezione per Ron, ovvio.” Il chiamato in causa lasciò
un grugnito di disapprovazione.
Tra i tre calò il silenzio,
mentre la Sala Comune di Grifondoro prese a popolarsi di altri studenti.
“Ma CERTO!” Ginny gridò,
sbattendo un pugno sul palmo di una mano. Gli studenti presenti si voltarono a
guardarla, ma tornarono ben presto ad occuparsi delle proprie cose. Sia Harry
che Ron guardarono Ginny, leggermente titubanti. Lo sguardo della ragazza
luccicava in modo sinistro, pericoloso, pensò Harry.
“Draco! Ti farai aiutare da
lui!”
Udendo il nome del loro
arci-nemico, Ron ed Harry iniziarono a tossire violentemente, mentre il primo si
alzò, inciampò e cadde rovinosamente a terra.
“Piuttosto un mese di
pulizie!” Sbraitò Harry, paonazzo per la mancanza di ossigeno.
“Non essere sciocco, Harry.
Vuoi davvero un intero mese di lavori forzati?”
“Se devo chiedere aiuto a
Malfoy, Ginny... SI!”
La rossa sbuffò infastidita.
“Draco è l'unico ragazzo
che conosco capace di trattare qualsiasi ragazza. E' perfetto.”
“Ginny, per favore,
smettila,” boccheggiò Ron. “Altrimenti morirò prima del previsto.”
“NON ci penso, nemmeno!
Piuttosto la morte.”
“Harry.” Ginny tentò di
parlare.
“Malfoy che mi insegna a
trattare una ragazza! Merlino, mi farei ammazzare da Voldermort in persona!”
“Harry, non-”
“Bacio Piton, piuttosto!” A
quelle parole, Ron storse la bocca in una smorfia. La morte ok, ma Piton...
“HARRY!” Ginny gridò,
sbattendo una mano sul tavolo di fronte al divano. Harry sobbalzò, mentre Ron
sembrò non essere poi tanto affetto dalla furia della sorella. Il moro guardò la
giovane Weasley con tanto d'occhi e per un attimo, ma solo per un attimo, provò
un moto di pietà per Draco Malfoy. Ginny simulò un colpo di tosse,
riassettandosi la cravatta della propria divisa. “Stavo dicendo. Tu, Harry, ti
farai consigliare da Draco un modo per farti perdonare da Hermione. Poi
procederai al secondo metodo e qualcuno, quel giorno, se ne starà rintanato a
letto.” Disse, puntando Ron come un serpente.
“Ginny, non-”
“Niente, Ginny non
Potter.” Ribatté la rossa.
Ron si alzò in piedi. “Cosa ti fa credere che
Malfoy aiuterà Harry?”
Ginny esibì un sorriso furbo. “Questi sono dettagli,
Ron.”
Il fratello sollevò un sopracciglio, per niente convinto.
*
“Ok,
Potter. Vediamo di passare quest' ora nel modo più indolore possibile.”
Harry pensò di non esser mai
stato d'accordo con Draco Malfoy come in quel momento. Il Serpeverde sedeva alla
scrivania di un'aula dismessa, verso la fine del pomeriggio. Quella stessa
mattina, Ginny aveva ammiccato ad entrambi, ammonendoli di comportarsi in modo
civile. Ma davvero si poteva parlare di 'civiltà' con Malfoy? Inoltre, Harry non
aveva ancora ben capito come avesse fatto, alla fine, ad accettare il consiglio
di Ginny e ritrovarsi in quella situazione. Ma soprattutto... era curioso di
conoscere i metodi di persuasione che la rossa aveva usato con Malfoy. Il
Serpeverde lo odiava quanto lui. Harry si sistemò gli occhiali sul naso. Quella
ragazza era una forza della natura se era riuscita anche a travolgere il
Serpeverde per Eccellenza.
“Adesso
siediti Potter.”
Harry inarcò un sopracciglio.
“E dove Mister
Intelligenza?” Domandò, notando che non vi erano banchi. Malfoy si limitò ad un
ghigno.
“Ovvio,
in terra.”
Harry sbuffò.
“Di grazia, perché ti sei preso la scrivania?”
Malfoy emise una risata
divertita.
“Ricordami, San Potter, chi deve insegnare a chi?”
Il moro emise un secondo sbuffo,
gettandosi a sedere a terra, con le gambe incrociate. Stava contando fino a
dieci.
“Bene,
Potty, cosa sai di una ragazza?” A giudicare dall'espressione, Malfoy sembrava
divertirsi parecchio.
“Mah,
non so. Che sono diverse dai maschi e sono... femmine?” Domandò Harry, sarcastico.
“Potter,
vuoi riconciliarti con la Mezzo-, no, con la... la... Granger o vuoi rimanere lo
stupido che sei per tutta la vita?” Harry notò la
fatica che aveva fatto anche solo per pronunciare il cognome di Hermione, più
che lo 'stupido' rivolto a lui. Harry sollevò le braccia al cielo.
“Ok,
Malfoy! Sono tutto orecchie!”
“Bene.
Vediamo di fare un esempio pratico.” Harry sbiancò di colpo. Pratico?
Notando l'espressione di Harry,
Malfoy si ritrasse.
“Non con ME, idiota!”
Il moro emise un sospiro di
sollievo. Draco emise un mezzo insulto ed agitò la bacchetta verso un punto
imprecisato della stanza. Harry osservò un piccolo ologramma prendere vita
davanti ai suoi occhi e a quelli del Serpeverde. Una ragazza ed un ragazzo
stavano in piedi a due metri di distanza dai due maghi, l'uno di fianco
all'altra. Harry osservò come ben presto la ragazza, dai folti capelli castani,
iniziasse a prendere a schiaffi il ragazzo, urlando ogni tipo di invettiva. Il
Bambino Sopravvissuto non capì molto della situazione, ma trovò la scena molto
simile a quella avvenuta tra lui ed Hermione. E mentre il ragazzo dell'ologramma
tentava disperatamente di calmare la ragazza, Harry osservò lo sguardo divertito
di Malfoy che, con un colpo di bacchetta, bloccò l'immagine.
“Questo
è un piccolo riassunto della tua vicenda.”
“Come
hai fatto a fare... questa cosa?” Domandò sinceramente sorpreso Harry.
“Tut.
Tut. Dettagli, Potter. Solo dettagli! Tuttavia ti farò l'immenso piacere di
farti conoscere la mia idea geniale.”
Harry borbottò qualcosa, ma
Draco lasciò correre.
“Questo
è un ologramma virtuale, l'unica diavoleria per cui va riconosciuto il
talento dei Babbani. Tuttavia, grazie alla mia magia l'ho perfezionato ancora di
più! Ho 'impiantato' in quei due il tuo carattere e quello di Granger. Ciò che
l'immagine mostra è ciò che ha più probabilità di avvenire tra voi due. In
pratica, è una specie di simulatore che ci dice in anticipo cosa potrebbe
accadere prendendo in considerazione determinate... situazioni. ”
Harry rimase sorpreso. Prima di
tutto, l'idea, seppur di Malfoy, era geniale. E doveva ammetterlo. Secondo, era
la prima conversazione civile che aveva con il Serpeverde. E non lo
credeva possibile.
Draco ghignò all'espressione del
suo rivale. “Non sai
quanto ADORI vederti senza parole, Potter.”
Harry si riebbe subito.
“Una curiosità, Malfoy. Come sai dei nostri caratteri?”
Draco alzò le spalle.
“Ginevra mi ha riempito la testa con le vostre assurde sfumature caratteriali,
che adesso vi conosco meglio della vostra biancheria.”
Harry arrossì, suo malgrado. E
Draco aggiunse, “Non
che ci tenga ad essere la tua biancheria, Potty.”
Dopo un attimo di silenzio, il
biondo riprese. “Ok.
Che idee avevi per riappacificarti con Granger?”
“Se le
avessi avute, non ti avrei mai chiesto aiuto, Malfoy.”
“Touché.” Disse, teatralmente, Draco. “Va bene, proviamo con questa soluzione.”
Malfoy fece volteggiare la bacchetta e l'ologramma riprese a muoversi. Harry
osservò con interesse la scena. La sua controparte attendeva la pseudo Hermione
nascosto dietro ad un angolo di un corridoio. Harry si aggiustò gli occhiali sul
naso, notando ciò che teneva in mano il ragazzo. Fiori?
La prima soluzione, tuttavia,
non funzionò ed Harry osservò la pseudo Hermione calpestare i fiori in terra con
quanta più foga avesse in corpo.
“Decisamente, niente fiori.” Borbottò Draco. L'ologramma cambiò nuovamente.
Seguirono altri tentativi a
vuoto: una nuova bacchetta, un braccialetto d'argento, una borsa di pelle, un
nuovo gufo. Niente. La pseudo Hermione rifiutava tutto. Da parte sua, Harry si
sentì sollevato sul braccialetto d'argento. Chissà quanto gli sarebbe venuto a
costare.
“Merlino, Potter! Non vuole nulla quella donna!”
“Ehi,
non è colpa mia!” Gridò risentito Harry.
“Cos'è
che ama quella ragazza? Possibile che non abbia nessun interesse più
femminile!?” Draco stava perdendo la pazienza.
Harry sbuffò.
“Herm ama solo studiare.”
Un thud rimbombò nella
stanza ed Harry osservò che la sedia su cui sedeva Malfoy era caduta a terra. Il
Serpeverde stava emettendo frasi che Harry non capì all'inizio, tuttavia
l'ologramma prese di nuovo a muoversi, mostrando il ragazzo che regalava alla
pseudo Hermione un libro. Dopo un attimo di incertezza, la ragazza balzò al
collo del giovane.
“Un
LIBRO! Ecco cosa ti serve!”
“Un
libro? E che libro?”
Draco fece sparire l'ologramma e
guardò Harry con aria di sufficienza.
“Oh, io non lo so. Scopritelo da solo.” Detto ciò, s'avviò verso la porta. Il
mago, ancora seduto, richiamò la sua attenzione.
“Malfoy,
ascoltami bene, perché potrebbe essere l'unica volta in cui me lo senti dire.
Grazie.”
Il Serpeverde sollevò un biondo
sopracciglio. “Tzè,
non l'ho fatto mica per te Potty.”
Fu il turno di Harry di
sorprendersi. Malfoy continuò.
“Adesso vado a dormire. Da oggi in poi mi aspetta una lunga attività notturna.”
“Attività
notturna? Che
intendi dire?”
“Quando
sarai più grande, Potty, torna da me che te lo spiego.”
*
Harry guardò il pavimento sotto
ai suoi piedi, mentre, allo stesso tempo, stava recitando ogni tipo di preghiera
che gli venisse in mente. Davanti a lui, Hermione teneva tra le mani un libro.
Come era Hogwarts dal 1867 al 1900, volume 67esimo.
“Harry.”
Il mago strizzò gli occhi per la
paura di una reazione violenta. Tuttavia, l'abbraccio che venne dopo, fece
crollare tutti i suoi timori.
“Oh,
Harry! E' meraviglioso! Il 67esimo volume mi mancava proprio!”
Il mago sospirò, sollevato.
“Sono felice che ti
piaccia, Herm. Ero indeciso tra il 67esimo o l'81esimo.”
“Oh,
l'81esimo ce l'ho già!” Esclamò, Hermione, estasiata.
“E scusa
per... quella cosa.” Aggiunse titubante Harry. La ragazza gli sorrise.
“Già,
riguardo a quella cosa, non devi più preoccuparti, Harry.”
Il ragazzo sollevò lo sguardo
speranzoso.
“Adesso
che so che ti intendi così tanto di libri, non avrai di certo problemi a
consultare quelli che ti darò per il test!”
Un macigno crollò sulle spalle
del ragazzo che balbettò
“H-Hai ragione... Herm.”
“Io ho
sempre ragione, Harry. Ok, grazie ancora! Ci vediamo a cena! A dopo!” Hermione
corse via, sventolando una mano.
*
Ron e Ginny non si azzardarono a
parlare quella sera. Osservarono, terrorizzati, Harry tranciare il foglietto di
carta con la piuma.
Metodo #2. Darle sempre ragione. Su tutto.
Con Draco ha funzionato!
A/N:
Grazie ancora a tutti per le recensioni. Mi fate un immenso piacere.
Specialmente coloro che mi hanno scritto di odiare o le d/g o le h/hr ma che
comunque leggono questa storia. In particolare, volevo rispondere alla
recensione di Chiussa: mi chiedi se i metodi valgono anche per far fare
ad un ragazzo ciò che si vuole. Bhé, Ginny ha sperimentato i 5 metodi su Draco e
tutto possiamo dire tranne che Draco sia un soggetto facile. ;)
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