Looking for a better life

di mofos_cinnamon
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Roma

Quanto diavolo doveva ancora aspettare? Quel imbranato di un dottore! Visto che la tastiera del Pc le era ancora sconosciuta, perché non scrivere a mano? Peggio ancora! Rischiava di essere licenziata ancor prima di iniziare a lavorare, perché non sarebbero riusciti a decifrare la scrittura geroglifica del dottore. Non voleva perdere quella chance. Finalmente avrebbe dimenticato tutti e tutto, anche a costo di lavorare in quella birreria. Londra la stava aspettando. La città dei suoi sogni, dove magari avrebbe incontrato persone migliori, e chissà, avrebbe ritrovato la felicità.

Per far passare il tempo prese tra le mani un giornale, tale “Vanity Fair” dove in copertina c'era spiaccicato il bello del momento. Robert Pattinson. Sbuffò sonoramente leggendo quel nome. La mania dei vampiri non era ancora finita? Buttò via il giornale, facendolo cadere sulla sedia accanto, ma nel farlo quella fotografia la colpì: quei occhi così tristi la fecero sentire simile a lui. Sorrideva, ma il sorriso era finto, non raggiungeva gli occhi, molto simile al suo.

A chi tocca?” urlò il vecchio dottore.

Si alzò pigramente abbandonando la rivista e lo sguardo del “bel tenebroso”, ed entrò.

 

Londra

Si accese stanco, una sigaretta. Quel gusto, permeato di libertà e realtà, lo faceva ritornare a quand'era solo un adolescente, quando si nascondeva assieme ai suoi amici e la sorella Lizzy a fumare nei vincoli bui di Londra. Quando non era chiuso in tutta quella farsa. I soldi, la fama, le ragazze non le dava quello che lui agognava: la felicità.

La maschera che stava portando, piano piano si stava sciogliendo e davanti alle telecamere non appariva più come il misterioso vampiro dal cuore gentile, ma Robert.

Quello imbranato con le donne, quello timido e troppo “bravo ragazzo”. Ai capi non andava bene. No, lui doveva preservare quell'aura di mistero che aleggiava attorno a lui. Ma di misterioso, in lui, non c'era proprio niente.

Appoggiandosi con la testa sul muro, guardò i suoi cellulari: quello della vita privata e quello “normale” .

Hai tre messaggi in segreteriadisse la vocina fastidiosa.

Robert, domani hai un intervista con Vanity Fair. Presentati ad un orario decente.”

Gli atri, sempre del suo agente, lo invitavano caldamente a sostenere altre interviste e servizi fotografici.

Prese in mano l'altro cellulare e controllò i messaggi: sua madre lo invitava a casa la domenica, a pranzo, sua sorella voleva sapere come stava e infine Kristen. Andava tutto bene con Michael, era un po' arrabbiato per l'ennesima scenata tra lui e la sua fidanzata davanti ai paparazzi, ma andava tutto bene.

Era felice per lei. Ma lui no. Si sentiva tremendamente solo, anche se circondato da moltissime persone. Ragazze, lecchini e più ne ha più ne metta. Voleva un suo spazio dove rifugiarsi da tutto quello che lo circondava.  

Fatemi sapere, se devo continuare o se la cestino xD





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