«
Spencer. Vieni qui e parlami. » aveva urlato Brendon uscendo
dal piccolo bus e rincorrendo l'amico per tutto il parcheggio. Non
sapeva bene come e cosa fosse successo, erano nel pieno delle loro
solite chiacchierate con Ian e con Dallon e qualcosa che era uscito
dalla sua bocca gli aveva dato così fastidio che era uscito
dal bus correndo ed imprecando. Brendon non ricordava quello che aveva
detto, anzi si poteva dire che non ricordava neanche il motivo per il
quale stava rincorrendo Spencer per tutto il parcheggio. Non aveva la
memoria corta, ma aveva bevuto così tanto da non ricordare
neanche la sua età o il suo nome di battesimo o quello della
sorella.
«
Spence... fermati. » aveva mugolato «
Se continuo a girare in tondo... muoio! O vomito. Smettila! »
Spencer si era fermato, si era voltato e lo aveva guardato
incenerendolo con lo sguardo. Aveva le braccia al petto ed
un'espressione alla "se non muori perché sei ubriaco muori
perché ti uccidio io". Le gambe di Brendon avevano tremato
un po, per un attimo aveva avuto il terrore di finire in ginocchio,
odiava quell'espressione e i repentini cambi d'umore del ragazzo dagli
occhi chiari. Era da quando Ryan se ne era andato che era
così... così bipolare. Alternava stati di euforia
nei quali avrebbe potuto conquistare il mondo con una sola parola a
stati di depressioni che rendevano difficile persino suonare la
batteria. Brendon lo odiava per questo.
«
Spero che tu sia contento. » aveva commentato con un tono
gelido. E Brendon continuava a non capire, solitamente quando Spencer
passava da uno stato emotivo all'altro era sempre per un qualcosa che
riguardava Ryan. Per esempio se un giornalista gli faceva qualche
domanda riguardo al loro rapporto lui gli riservava un piccolo sorriso
tirato e si chiudeva dietro al "No comment", una volta tornati
dall'intervista invece si chiudeva in quello stato di depressione acuta
nel quale non parlava, non mangiava e non usciva dalla stanza. Brendon
si preoccupava per lui, si preoccupava di lui e del suo stato di
salute, ma non lo faceva perché Spencer era un suo carissimo
amico, lo
faceva perché ne era innamorato e - dicendola tutta- era
sempre stato geloso del suo rapporto con Ryan.
«
Ma cosa ho detto? »
aveva chiesto Brendon sedendosi sull'asfalto e fissando Spencer.
«
Hai pronunciato quel nome! Sembra che tu non ne possa a fare a meno. »
aveva commentato lapidario mentre girava i tacchi per tornare nel bus.
« Non
è Voldemort, Spencer! è Ryan, okay? Non
è il signore oscuro delle tenebre che ha progettato di
ucciderti perché sei Harry Potter e hai una cicatrice a
forma di saetta sulla fronte. Non è il nemico, okay?
» aveva sbottato Brendon mentre Spencer continuava a
camminare.
« L'ho
detto che non riesci a non nominare il suo nome per
più di un paio di minuti! Ne sei ancora innamorato.
» aveva commentato a bassa voce, così bassa che
Brendon aveva pensato di averlo immaginato. Lui non era mai stato
innamorato di Ryan, mai, per lui era sempre stato soltanto il suo
migliore amico, una mezza specie, nessuna cosa che riguardasse uno
"scopamico" o un amico con dei benefici. Solo amici.
Aveva guardato Spencer tornare nel piccolo bus e chiudere la porta. Era
rimasto per qualche minuto seduto sull'asfalto, decidendo poi di
alzarsi e di tornare dentro.
[..]
Il giorno dopo come spesso accadeva, Spencer era di buon umore. L'aveva
salutato con un sorrisetto ed una pacca dietro alla schiena. Brendon
avrebbe voluto tanto spaccargli qualcosa sui denti, ma aveva preferito
fare finta di nulla e comportarsi nel migliore dei modi. Lo aveva fatto
quel giorno e gli altri tre che ne erano seguiti. Al quarto giorno,
dopo che Ian aveva accidentalmente sintonizzato la televisione su Mtv
ed il viso barbuto di Ryan era comparso sullo schermo, canticchiando
una canzone sdolcinata e troppo vicina ai Beatles per i gusti di tutti.
Spencer aveva fissato Brendon che dietro ai suoi occhiali da Nerd
fissava il volto di Ryan come se avesse visto la Madonna in persona, ed
era lì che aveva ripreso ad essere depresso. Ian e Dallon -
forse gli unici ad avere un cervello funzionante- avevano tentato di
spiegarlo a Brendon. Ma il più basso gli aveva fatto
presente che "Spencer è bipolare, non bisessuale."
come se quella frase spiegasse tutto, come se racchiudesse in
sé tutti i segreti dell'universo. Né Dallon
né Ian aveva più provato a far capire a Brendon
che forse Spencer non era depresso perché Ryan non c'era
più, ma forse
per il modo con il quale Brendon guardava Ryan.
Erano passati altri giorni nei quali l'umore di Spencer
era altalenante quasi quanto gli ormoni di Brendon. Nessuno degli altri
tre sapeva affrontare questa situazione, continuavano a fingere che
tutto andasse bene, ma sapevano che non era così, sapevano
che prima o poi qualcuno avrebbe dato di matto dopo l'ennesimo cambio
d'umore del ragazzino.
« Qua
bisogna fare qualcosa. » aveva commentato a bassa voce Ian
« Cosa? Li
chiudiamo in bagno? Sperando che dopo tante ore senza sesso a Brendon
prendano i cinque minuti e se lo sbatta nella vasca? »
« No. Ma
magari se la smetti di soddisfarlo sempre potrebbe essere una buona
idea, non credi? » aveva chiesto Ian scuotendo la testa e
guardando male l'amico.
«
Cos'è? Sei geloso? » Dallon gli aveva preso le
guance e gliele aveva tirate come si faceva con i bambini.
« Mollami!
E non stiamo parlando di me, ma di Spencer e Brendon. Poi dopo potrai
parlare di me. » aveva commentato mentre sorseggiava il suo
caffè.
« Lo sai
che hai delle guanciotte assurde? Sono così morbide.. fai
cioppi cioppi! » aveva commentato spremendo le guance del
ragazzino e sorridendo come un beota.
« Tu sei
morto. » aveva sibilato prima di afferrare il più
grande per il collo.
« Hey,
smettila. Scherzavo... comunque un modo ci sarebbe... » aveva
commentato mentre Ian lasciava andare la presa.
« Spara.
»
[..]
Ian se ne andava per il bus con un piccolo fazzoletto bianco. Cercava
Spencer, ma non riusciva a trovarlo. Dallon dall'altra parte del bus se
ne andava in giro con un altro fazzoletto bianco alla ricerca di
Brendon.
« Ma che
cazzo di fine hanno fatto? » aveva chiesto Dallon
ritrovandosi Ian davanti.
« Ma che ne
posso sapere io? Non avevano qualche intervista? »
Dallon si era portato una mano sul volto - fortunatamente quella senza
fazzoletto- si erano dimenticati della loro intervista e della
presenza, quasi certa, dell'omaccione della loro guardia del corpo una
volta tornati. Dovevano aspettare che facesse buio.
Erano ormai le due passate quando, finalmente, sia Ian che Dallon
avevano premuto il fazzoletto contro al naso di Spencer e di Brendon -
anche se alla fine erano già addormentati e neanche
un'intera orchestra di babbuini urlanti sarebbe riuscita a svegliarli-
ma faceva scena, così avevano deciso di usarli lo stesso,
inoltre avevano speso un pacco di soldi per trovare quel sonnifero
potentissimo.
Li avevano caricati sulla macchian della loro guardia del corpo per poi
portarli in un luogo sperduto.
Li avevano lasciati sul ciglio della strada come due cani da
abbandonare e se ne erano tornati al parcheggio.
Tutto questo perché Dallon credeva che per farli innamorare
e "scopare" come ricci bisognava lasciarli in un bosco. Forse non aveva
ben compreso la vera morale di Hansel e Gretel.