. di artisteri.
Causa orario vedo davvero poco. Potrà essere modificata
nelle prossime ore. Perdonate eventuali errori dovuti alla poca
concentrazione. xD
La mano di James teneva la sua come
in un guscio, duro,
resistente.
Lily lo guardò accennando
ad un sorriso.
Non riusciva a capacitarsi di quante
cose fossero cambiate
in così poco tempo. Le sembrava passato un giorno da quando
pensava di
detestare quell’indomabile chioma corvina.
E ora… era quasi sicura di
amarla.
Aprì la bocca per dire
qualcosa, quando una voce la
interruppe.
- James, ehi amico!
Da lontano Sirius Black si sbracciava
nella loro direzione.
Lily pregò tutti gli dei
che James non lo vedesse, ma era
praticamente impossibile. I suoi piedi si erano già
saldamenti ancorati al
terreno. Non si sarebbe mosso di lì, finché Black
non li avesse raggiunti. Al massimo
l’avrebbe costretta ad andargli incontro.
Il ragazzo camminava a passo svelto,
ma sempre attento a non
far scompigliare troppo i capelli, a lanciare occhiate languide a
destra e a
manca e a fare uno sgambetto ad un ragazzino del primo anno.
Quando finalmente la passerella ebbe
la sua fine, contornata
dalle mille smorfie di una Evans alquanto irritata, non solo la
ignorò, ma si
gettò ad abbracciare James come se non l’avesse
visto appena un quarto d’ora prima
a lezione di Incantesimi.
Per la serie “Certe
cose non possono cambiare” Lily trovava ancora
fastidioso Sirius Black.
Non lo sopportava e sapeva benissimo
a che livelli la cosa
fosse reciproca.
Aveva anche cercato di essere
tollerante. In fondo capiva
benissimo che toglieva tempo al suo rapporto con James, ma non riusciva
a
sopportare i suoi modi bruschi nei suoi confronti, le continue battute
e
soprattutto il fatto che la ignorasse, come stava facendo in quel
momento.
Sbuffò sonoramente quando
sentì distintamente la parola
“Quidditch”
e strattonò la sua mano che scivolò senza
impedimento da quella di James.
Ci risiamo, pensò
Lily. Potevano andare avanti per ore.
- James?- chiamò, con voce
ferma e leggermente irritata,
tirandogli una manica della camicia.
Nonostante questo il suo ragazzo era
ancora troppo coinvolto
nella discussione per prestarle attenzione, agitava in aria le mani per
simulare due giocatori che si schiantavano l’uno contro
l’altro.
Fu Sirius il primo ad accorgersi di
lei.
- Oh, guarda un po’ chi
c’è. Evans.- la apostrofò a
mo’ di
saluto, apertamente fingendo di non averla vista fino a quel momento.
Lei assottigliò gli occhi.
- Black.- ringhiò
– Mi sorprendo di come James non si annoi di
perdere del tempo con un idiota come te.
- O forse non dovrebbe perderlo con te. Gliel’ho detto che ci sono
ragazze molto più carine e dotate,
che sarebbero più gentili anche con i suoi amici.
– le sorrise in segno di
sfida e si rivolse all’amico – Ti ho fatto vedere
quella Tassorosso biondina
del quinto anno?
James sbuffò divertito e
gli diede una spinta giocosa.
- Se i suoi amici fossero meno
arroganti ed irrispettosi… -
disse invece Lily, serrando i denti.
- Avresti bisogno di una camomilla,
cara?- la prese in giro,
vedendola furiosa.
Non fece che ottenere
l’effetto contrario.
Lily estrasse la bacchetta con uno
scatto e gliela puntò
alla gola:- Un’altra parola, Black…
Sirius alzò le mani in
segno di resa allontanandosi di un
passo.
- Oh ho, James, la tua ragazza passa
alle armi. È un po’ violenta,
non pensi?
- Io non sono violenta, razza di
brutto…- Lily cercò di
scagliarsi su di lui, ma James riuscì a trattenerla in
tempo, cingendole il
busto con un braccio e tirandola indietro.
- E dai, Lily. – la
ammonì, tenendola ferma.
Sirius riprese la solita espressione
spavalda e si fece
vicino nuovamente.
- Sì, Lily, sta buona.-
rincarò la dose, chinando il viso
verso il suo, tanto vicino da lasciare che i suoi capelli neri si
confondessero
con il rosso del suo ciuffo davanti.
Lily si sentì per un
attimo in trappola. James la teneva
troppo stretta, Sirius le era troppo vicino.
Sentì le guance arrossire
e tutto il corpo non rispondere ai
suoi comandi.
Gli occhi non si staccavano dal viso
di Sirius e riusciva a
vedere la sua bocca muoversi, ma non a cogliere una sola di quelle
parole.
Per un attimo le parve di sfiorare il
naso col suo e un
istinto incontrollato cercò di farla sporgere, le labbra
leggermente dischiuse.
Fu qualcosa negli occhi di Sirius a
fermarla.
Furono i suoi lineamenti irrigiditi,
i suoi occhi sgranati.
Lui aveva capito.
Fu questo a farla divincolare
dall’abbraccio soffocante di
James e dallo sguardo di Sirius.
- Andate al diavolo.- disse rabbiosa,
correndo via, le
guance ancora arrossate, gli occhi leggermente umidi.
- Ma che le è preso?-
chiese James, passandosi una mano tra
i capelli. Quando Sirius non gli rispose, si voltò a
guardarlo – Che hai anche
tu?
Ma il ragazzo non lo stava
ascoltando. Stava seguendo la
scia di quei capelli rossi al vento attraverso il parco.