epilogo
Epilogo
- Ti rendi conto, spero, che qui dentro non
c’è abbastanza spazio per i miei vestiti – Chris
guardava con aria critica l’armadio a muro di Isabel.
- Ma se è semivuoto! Cavolo, Chris, ma quanti
vestiti hai? – la ragazza era seduta sul bordo del letto e
continuava a massaggiarsi il braccio dove le avevano fatto
l’antitetanica.
- Ehmmm… - il ragazzo moro si girò storcendo la bocca – Mpf! Quelli che mi servono.
- Sei più vanitoso di una ragazza. Io
l’ho visto il tuo armadio. E’ stracolmo – lo sguardo
della ragazza si era fatto torvo – Secondo te dove dovrei mettere
la mia roba?
- Ho un’idea. Visto che non c’è
abbastanza spazio in nessuno dei due appartamenti, ne potremmo prendere
uno più grande… magari con un armadio a muro degno di
questo nome.
- E dove li prendiamo i soldi? Ti ricordo che da
domani saremo di nuovo sospesi e questo vuol dire niente stipendio
chissà per quanto tempo.
- Potremmo vendere il mio – propose il ragazzo
– Con il ricavato ne prendiamo uno più grande e paghiamo
un piccolo mutuo.
- L’appartamento è tuo? Ma la tua famiglia quanti soldi ha?
- Beh… per la mia laurea sia il nonno che i
miei mi avevano regalato dei soldi… poi ho cominciato subito a
lavorare. Avevo anche un po’ di risparmi.
- Torno a ripetere che riesci sempre a stupirmi.
Si chinò sul letto poggiando le mani sul materasso e risalendo
con le labbra dall’angolo della bocca di lei fino
all’orecchio.
- Potrei sorprenderti ancora anche in altri campi.
Isabel sentì le gote andarle in fiamme.
Una settimana dopo, appartamento dei Morgan
L’atmosfera era abbastanza rilassata, quando Chris e Isabel
fecero il loro ingresso con un dolce che avevano comprato in una
pasticceria piuttosto rinomata. Prentiss aveva aperto loro la porta e
li scorto in salone, dove Morgan stava preparando degli aperitivi. Puka
era comodamente sprofondata nella grande poltrona di pelle e continuava
a rimirare il suo drink. JJ era in piedi dietro Michelle e la teneva
stretta in un abbraccio, mentre Lizzy e Jack sedevano composti sul
divano bianco.
- Finalmente siete arrivati – biascicò
la punk sollevando appena un sopracciglio – Stavo cominciando a
preoccuparmi.
- Sembri di umore nero – osservò Chris scompigliandole i capelli.
- Sbornia triste… anche se siamo qui per
festeggiare – rispose la ragazza sprofondando ancora di
più nella poltrona.
- Cosa festeggiamo? – chiese Isabel prendendo posto accanto a Lizzy.
- Uno – cominciò a risponderle Derek
stappando una bottiglia di vino – La Harper è stata
rimossa dal suo incarico e la disciplinare le sta alitando sul
collo… credo che non si trovi bene nella parte della
perseguitata.
- Anche perché di solito era le persecutrice – fece notare Emily prendendo un bicchiere.
- Due – continuò il moro ignorandola
– Mi ha chiamato la commissione interna poco prima che lasciassi
l’ufficio. L’indagine si è conclusa e da
lunedì ritornerete tutti al lavoro.
I membri del team si guardarono l’un l’altro per poi
scoppiare a ridere felici. Decisamente avevano molto da festeggiare.
L’unica che non sembrava partecipare alla generale euforia era
Puka, che rimaneva chiusa in un tetro silenzio.
- Tre – continuò Emily, ignorando
l’umore pestifero dell’informatica – Ci sono state
accordate due settimane di ferie. Direi che abbiamo vinto su tutti i
fronti.
- Che bello – disse in tono sarcastico Cassandra.
- Tu dovresti festeggiare più di tutti – le disse Morgan togliendole il bicchiere di mano.
- E perché? – chiese la ragazza
osservandolo dal basso – Il mio essere “quella che da
più da pensare” non conta?
- Conta… visto che ti hanno accordato
l’aumento che mi chiedi da oltre un anno – disse Prentiss
sedendosi sul bracciolo e lisciandole i capelli – Su col morale,
Puka, si è risolto tutto per il meglio. E comunque non siamo qui
per questo.
- E allora perché siamo qui? – chiese JJ stringendo ancora di più la vita di Michelle.
- Perché credo sia ora di riesumare vecchie tradizioni – rese noto Prentiss.
- La cena del venerdì? – chiese Chris sorridendo.
- Qui non è grande come dai tuoi, ma per il momento ci entriamo tutti…
- Per il momento? – chiese Jack.
- Dipende quanto ci metterete a mettere su famiglia
– gli rispose Derek strizzandogli l’occhio – Basta
blaterare! Io proporrei un brindisi.
Si alzarono tutti in piedi, partecipando a quella piccola festa improvvisata.
Puka camminava barcollando verso la sua autovettura, seguita da Isabel
e Chris che si lanciavano occhiate eloquenti. Aveva bevuto per tutta la
sera ed era rimasta sempre in silenzio… decisamente c’era
qualcosa che non andava. Isabel prese l’iniziativa afferrandola
per un braccio e togliendole le chiavi di mano.
- Ehi! – sbottò la punk voltandosi di
scatto e rischiando di perdere l’equilibrio – Le mie
chiavi! Se non me le dai come ci torno a casa?
- Ti portiamo noi – rispose la bionda
allungando una mano vuota verso Chris – Dammi le chiavi, vado a
prendere l’auto.
Il moro annuì e mentre la sua ragazza si allontanava si
girò di nuovo verso la sua amica, che sembrava avere dei grossi
problemi.
- Mi dici cosa ti sta succedendo?
- Succede che sono patetica – sputò
fuori l’informatica poggiandosi contro la portiera –
Guardami! Sono l’unica dell’unità ad essere
single… e non so neanche cosa io stia cercando.
- Lo saprai quando lo troverai – la consolò Chris scostandole il ciuffo dal viso.
- Non so neanche se cerco un uomo o una donna –
mollò un pugno contro la carrozzeria dell’auto.
- Beh… se alla fine scegli una donna… magari io potrei assistere.
- Porco!
- Scema! – l’abbracciò
stringendosela contro – Un giorno incontrerai una persona
speciale e non può essere altrimenti.
- Perché?
- Perché solo una persona speciale si merita
di portarsi via la mia migliore amica – la scostò da se e
le diede un bacio sulla fronte – Piccola teppista alcolizzata!
Smettila di pensare a tutte queste assurdità, io vorrei sapere
come ti viene in mente…
- Quello che ha detto Jefferson.
- Ancora? Non dare retta a quello che pensano certi
sciocchi bigotti. Tu sei quella che sei, e io non cambierei neanche una
virgola.
- Ma tu non sei innamorato di me – la ragazza
chiuse gli occhi – Io… vorrei solo… non voglio
più tornare in una casa vuota.
- Non fare l’errore di metterti con il primo
che capita solo perché soffri di solitudine. Mi aspetto qualcosa
di meglio da te. La Puka che conosco io non si arrende facilmente e non
si accontenta mai.
- Come è?
- Cosa?
- Avere una storia seria – la ragazza
alzò gli occhi scuri su quelli verdi di lui – Come
è avere qualcuno che si preoccupa per te?
- Non voglio dirti bugie… a volte è
bellissimo, altre… beh non è sempre tutto rose e fiori.
Ma quando trovi la persona giusta sai che ne vale la pena.
In quel momento arrivò Isabel con la macchina ed accompagnarono
Puka a casa. La ragazza rimuginò a lungo su quello che le aveva
detto Reid. Voleva anche lei qualcuno di speciale… e non si
sarebbe accontentata mai. Alla faccia di quei quattro bacchettoni della
disciplinare! Lei non dava da pensare, lei era solo ciò che era.
Si addormentò soddisfatta, con il rumore delle fusa di Lollipop
che le dormiva accanto.
Fine
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