ubriaco.
Ubriaco
Quelle voci, rischiavano di dargli seriamente alla testa.
La pinta di birra, stretta convulsamente nella mano destra, così
instabile che si permetteva persino di rovesciarne a terra il prezioso
contenuto.
Si sentivano a tratti degli starnazzi, coperti dalla musica, dalle
risate, in quel posto così fuori dal mondo, ma tanto bello da
crearne uno a parte. E poi c'era quel buon profumo acre, il vago
sentore di sigari e alcool, le risate che sorgevano spontanee sul suo
volto.
E Poi ancora birra, tanta birra.
Intravedeva, mentre ancora cercava di reggersi per bene in piedi,
Feliciano seduto vicino a lui. Così bello, con quelle
guance arrossate, adorabile mentre cercava anche lui di bersi una
caraffa con scarsi risultati.
Poi tossicchiava un po', gli sorrideva con un "veh" e s'impuntava nel suo obiettivo, ripetendo che lui l'alcool lo reggeva.
Ridacchiava, Feliciano, muovendo il capo e quel divertente ciuffo.
E lui o fissava, pieno di birra, fumo desiderio. Cercava di
inoltrarsi nei suoi occhi, di capire cosa pensasse, se davvero era
così ingenuo da non capire che da un momento all'altro gli
sarebbe balzato addosso.
"Non posso, vero?" Si chiedeva
affogandosi nella birra e nel suo giramento di testa. Inspirò il
fumo, quella sinfonia di odori e musica, convincendosi che no, non
sarebbe stato consono.
Eppure lo voleva, adesso, in quell'istante.
Se ne sarebbe fregato di tutto, di quel piccolo angolo di mondo, gli sarebbe importato solo di Feliciano.
Che puntualmente, arrossiva e rideva, con quella sua voce cristallina che ormai gli rimbombava in testa.
E se Feliciano arrossiva, Ludwig era scarlatto.
Si avvicinò, reggandosi in piedi a fatica, appoggiandosi al bancone. Feliciano lo guarda ora, si.
Ed è bellissimo.
Come fare, a resistere? Che senso ha frenarsi?
La sua figura lo incantava, lo imprigionava nelle sue spire, e quella
sua risata, oh, quella lo mandava in tilt. Una scossa che gli vibrava
ancora in torno, che lo collegava direttamente all'italiano, vicino a
sè.
Gli andò accanto, posando una mano sul suo viso, e le labbra sulle sue.
E, in fin dei conti, si era immaginato le labbra di Felciano un po' più morbide. Erano freddissime, dure, e molto lisce. Pareva vetro.
Lievemente spaventato da quella percezione, si allontanò di scatto, aprendo gli occhi.
Non l'avesse mai fatto.
Aveva appena baciato una pinta di Birra gigante.
E qui i suoi pensieri si sciolsero, venne uno strano sentimento di confusione e delusione. Una birrona, si.
Questa si mosse appena, facendo strabordare la schiuma.
-Sei Ubriaco! CAPITO?! U-BRI-A-CO!-
gli urlò, con quella sua voce strana, non umana.
E poi, fu buio.
Ritorno alla realtà, comando degli arti, delle percezioni e sensi.
Un tonfo su di sè, un peso sullo stomaco.
Mugulò, Ludwig, rigirandosi nel letto, cercando di togliersi ciò che aveva addosso.
Cercò di alzarsi, finchè non sentì la sua voce.
Non più cristallina, pareva assordante, ma era sempre la sua.
-HEY LUUUD! TI è PASSATA LA SBORNIA, VERO?!-
________________________ Note Dell'Autrice __________________________-
Dei, cosa ho scritto.
Se però, volete linciarmi,
dirmi di non scrivere più cose simili, o magari dirmi
semplicemente che è stata tutta colpa del caldo per confortatmi,
lasciate un commentino, Please *^*
|