From Hell
#01 - Angelo
Neuro era un demone, eppure
nel vedergli assumere la sua vera forma e spiccare il volo verso la
luce che s'alzava all'orizzonte, Yako riuscì a paragonarlo
almeno per un momento ad un angelo, un meraviglioso angelo che stava
rischiando la sua vita per salvarne tante altre.
#02 - Sorriso
Guardando l'incresparsi
delle labbra di Neuro e riconoscendo il tipo di sorriso che aveva
deformato i suoi lineamenti, Yako non ebbe dubbi: c'era qualcosa che
ronzava nella sua mente geniale e diabolica e la ragazza temeva - e a
ragione - che in qualche modo anche lei ne fosse coinvolta.
#03 - Felicità
La felicità di Yako
nel pensare al viaggio alle terme che era riuscita a vincere era stata
immensa, ma Neuro si era rivelato essere decisamente strano ed
inquietante in viaggio, fatto che era riuscito a smorzare un po'
l'entusiasmo della ragazza.
#04 - Pericolo
Da quando Neuro era entrato
nella sua vita, il fatto che Yako si trovasse spesso in pericolo poteva
essere ricondotto a due perché: o faceva la parte dell'esca o
era il giocattolo da torturare del demone.
#05 - Confusione
Neuro era stato battuto,
ferito, lasciato moribondo e debole e Yako era in uno stato di
confusione e preoccupazione pressante: lui non poteva morire, era
immortale, gliel'aveva assicurato egli stesso... e allora perché
lei era così angosciata?
#06 - Mondo
Il mondo umano per Neuro
era fantastico: gli umani producevano misteri complessi, laboriosi e
gustosi ad un ritmo tale da lasciarlo stupefatto e soddisfatto, visto
che in tal modo non avrebbe dovuto faticare poi tanto per trovare un
mistero da consumare.
#07 - Finestra
Neuro osservava il mondo
umano da una finestra del mondo dei demoni, la mente in trepidante
eccitazione: percepiva la presenza di misteri in quantità
incredibili e sempre crescenti, misteri succulenti e macchinosi che lo
attiravano sempre di più.
#08 - Spazio
«N-Neuro... sai cosa
vuol dire “spazio personale”?» chiese la Katsuragi
con un fil di voce, premendo contro il petto di lui per cercare di
allontanarlo un po’, avere la possibilità di respirare
più liberamente: in quel ripostiglio stavano veramente stretti
ed era inutile dire che la stazza tutt’altro che nella norma del
demone non era affatto d’aiuto nel migliorare la situazione.
#09 - Vista
La compagnia di Neuro aveva
fatto sì che anche Yako, con il tempo, cambiasse: adesso aveva
sviluppato una sorta di “vista superiore” che le permetteva
di notare almeno a grandi linee le trame dei misteri che incontrava sul
suo cammino.
#10 - Pace
«Andiamo, ameba:
sento un mistero nei paraggi» esclamò Neuro, afferrando la
povera Yako per i capelli e sottraendola al suo pranzo, interrompendo
quel momento di pace senza il minimo rimorso o esitazione.
#11 - Sbaglio
Contraddire Neuro era il
più grande sbaglio che Yako potesse mai fare, perché lei
era ormai diventata il suo capro espiatorio preferito per i suoi
malefici scherzi.
#12 - Occhio
«Yaaah!»
gridò la Katsuragi, impallidendo e tirando indietro la sedia,
«Ah, l'hai trovato...» constatò Neuro con
nonchalance ed un sorriso malvagio, osservando l'occhio che galleggiava
nella zuppa di lei.
#13 - Mare
Neuro non aveva mai visto
il mare degli umani, ma la vista che gli si offriva dalla scogliera era
stupenda e suggestiva - ed il merito in parte era anche di Yako, che
l'aveva portato fin là.
#14 - Folla
Yako era schiacciata, quasi soffocata dalla folla che l’aveva anche separata da Neuro; ciononostante era impossibile
non riuscire a distinguerlo tra la gente: era troppo alto ed i capelli
di un colore troppo strano per potersi confondere nella massa.
#15 - Gabbiano
Yako lanciò un
gridolino sorpreso quando vide un gabbiano posarsi sul davanzale della
finestra, svegliando Neuro, il quale, infastidito, scese dal soffitto e
afferrò l'uccello per la gola, lanciandolo fuori con forza.
#16 - Sogno
Yako era sconvolta,
nonostante fosse ben sicura che fosse stato tutto un sogno: Neuro con
un paio d'orecchie bianche da coniglio, un batuffolo di pelo per coda
ed un grosso e distorto orologio da taschino in mano era qualcosa di
fin troppo inquietante persino da pensare.
#17 - Libertà
A Yako, nonostante si fosse
adattata e abituata alla costante presenza di Neuro al suo fianco,
mancava un po’ la libertà di fare cosa le andava e andare
dove le pareva che aveva avuto fino a prima del loro incontro.
#18 - Gelato
«Evviva, il
gelat...!» esordì Yako, ma s’interruppe quando
Neuro, forse senza volerlo o forse in modo totalmente consapevole ed
intenzionale, le diede una spinta tale da farglielo cadere.
#19 - Controllo
Neuro spesso e volentieri agiva come un sovrannaturale dittatore, soprattutto con Yako: lui adorava
imporre il proprio controllo su di lei ed obbligarla a seguire le
proprie regole - e alla Katsuragi non rimaneva altro che obbedire, se
ci teneva alla sua incolumità fisica.
#20 - Pesce
All’apparenza, quello che nuotava nella vasca da bagno poteva sembrare un pesce per via della forma, ma il fatto che sembrasse essere corazzato, che avesse una doppia fila di denti aguzzi e non due ma ben sei
occhi faceva ben presupporre a Yako che fosse uno degli animaletti da
compagnia che Neuro si divertiva a liberare in giro per casa come se
fossero completamente innocui - solo che almeno per quel giorno poteva
anche fargliela passare liscia, visto che era il primo d’aprile,
nonostante il suo fosse un senso dell’umorismo piuttosto macabro
e fuori del comune.
#21 - Sole
«Uff...! Che
caldo!» sbuffò Yako, sudata e stanca, ma subito si vide
circondare da un velo d'ombra che la convinse a voltarsi: l'imponente
profilo di Neuro, immobile alle sue spalle, le copriva il sole,
offrendole riparo dalla calura.
#22 - Brezza
Ogni volta che Neuro stava
per liberare la sua energia demoniaca, attorno a lui si alzava una
brezza sinistra che gli frusciava tra i capelli, sollevandoli, dandogli
un aspetto più cupo e pericoloso del normale, ma che la
Katsuragi trovava stranamente attraente.
#23 - Costa
Ammirare il sole dalla
costa era un qualcosa che per Yako era meraviglioso, soprattutto
perché lì accanto a lei c'era il neo-umano Neuro,
imbarazzato dalla sua nuova condizione ma decisamente soddisfatto della
compagnia.
#24 - Città
In breve tempo in tutta la
città si era sparsa la voce sull'impareggiabile coppia di
investigatori: la straordinaria Yako Katsuragi ed il suo misterioso
pupillo Neuro Nōgami.
#25 - Casa
«Ah! Ho sempre
desiderato una casa in riva al mare!» esclamò Yako
entusiasta, posando i bagagli a terra per andare ad abbracciare il suo
novello sposo, in piedi alle sue spalle, «Grazie, Neuro!».
#26 - Bugia
«Neuro!»
chiamò la Katsuragi, in lacrime, quando si accorse che il demone
le aveva mentito: l’aveva convinta a fare da esca dicendole che
almeno per una volta non le sarebbe accaduto niente, ma adesso stava
aggrappata ad una fune, penzolando dal quinto piano di un edificio
mentre con tutta sé stessa cercava di non mollare la presa.
#27 - Telefono
«Neuro! Neuro!»
esclamò Yako, urlando nella cornetta del telefono, ma tutto
ciò che udì dall’altra parte fu un colpo
d’arma da fuoco ed il rumore di un corpo che cadeva, poi fu il
silenzio - un terrificante, agghiacciante silenzio.
#28 - Orizzonte
Nella luce arancione del
globo solare che s’apprestava a scomparire oltre
l’orizzonte, Yako osservava sovrappensiero il profilo slanciato
di Neuro che si allontanava, precedendola verso il loro ufficio: era
sovrannaturale, egoista, folle... ed incredibilmente affascinante.
#29 - Stile
«Neuro... non hai mai
pensato di cambiare stile...?» domandò incuriosita la
Katsuragi, dopo essere rimasta a contemplare per dei minuti i piccoli
triangoli rovesciati che pendevano da alcuni suoi ciuffi di capelli;
tuttavia, mai la ragazza si sarebbe aspettata una risposta così acida e veemente come quella che ebbe: «I demoni non hanno bisogno di cambiare stile: ognuno di noi è fatto a modo proprio».
#30 - Malinconia
Cose come la malinconia per
Neuro erano frivole sciocchezze da umani, sensazioni che non avrebbe
mai né provato né compreso e che si divertiva a schernire
in Yako, la quale aveva imparato che quello era il suo modo di
dimostrarle il proprio affetto.
#31 - Bacio
Erano da soli nel loro
ufficio, quando demone ed umana consumarono il loro primo bacio, che
Yako trovò leggermente sgradevole a causa della vicinanza
ristretta tra sé stessa e le zanne aguzze di Neuro.
#32 - Mano
Ogni volta che Neuro aveva
da convincere Yako a far qualcosa, anziché usare le cosiddette
"buone maniere", usava la sua vera mano, priva di guanto, munita di
artigli lunghissimi ed affilati - una concretizzazione piuttosto
inquietante della famosa “mano pesante”.
#33 - Caduta
Yako era negata quando si
trattava di scalare le pareti rocciose e, se non fosse stato per il
tempestivo intervento di Neuro, si sarebbe schiantata al suolo dopo una
caduta di una ventina di metri.
#34 - Volo
«YAAAH!»
urlò Yako quando fu lanciata fuori dell’auto da Neuro,
osservando poi quest’ultima fare un volo di diversi metri dal
bordo del ponte interrotto fino nel fiumiciattolo sottostante ed
esplodere nell’impatto col fondo, senza sapere se il demone era
riuscito a sopravvivere o meno.
#35 - Felino
«Quella... cosa...
sarebbe...?» domandò la Katsuragi, intimorita dalla cosa
che si agitava nella presa del demone, «Un felino infernale...
ideale per la caccia» rispose Neuro, sorridendo all'umana con
quel suo solito modo di fare poco affidabile.
#36 - Gravità
Le ferite riportate da
Neuro erano di una gravità non indifferente anzi, per la prima
volta Yako riuscì a provare una seria apprensione nei confronti
della salute fisica del demone; tuttavia, la Katsuragi non aveva alcuna
nozione circa il primo soccorso e non aveva neppure la più
pallida idea di come si curassero le ferite di una creatura come Neuro.
#37 - Fantasma
Nei sogni di Yako era
ricorrente la presenza del fantasma di suo padre, una reminiscenza che
le creava ancora dolore a livello emotivo; eppure - per qualche
fortuita circostanza - ogni volta che ciò accadeva, Neuro era
sempre lì, pronto a svegliarla, strappandola ai suoi incubi.
#38 - Lotta
Neuro era costantemente in
lotta con il mondo per riuscire a tenere al sicuro la sua riserva di
cibo, ma dopo del tempo aveva anche cominciato a farlo per
salvaguardare l'incolumità della persona a lui più vicina
- nonostante il suo inconsueto interesse nei suoi confronti fosse
nascosto da tutte le cattiverie che perpetrava senza rimorsi ai suoi
danni.
#39 - Motore
«È... interessante»
commentò Neuro, esaminando l'interno del cofano dell'auto che
aveva innanzi, «Riesci a farla funzionare?» chiese Yako,
ottenendo in risposta da lui un deliziato e malevolo «Ma è
un motore troppo semplice», al quale seguì la sua
riapparizione con il motore in pezzi tra le mani.
#40 - Tornado
Yako s'era vista
trasformare radicalmente la vita dall'arrivo improvviso del demone
investigatore Neuro Nōgami, che aveva fatto irruzione nella sua
quotidiana tranquillità con la forza distruttiva di un tornado.
#41 - Vecchiaia
«Chissà come dev'essere essere immortali, non morire neanche di vecchiaia...»
rifletté Yako tra sé e sé, osservando Neuro: aveva
vissuto per secoli nell'Inferno, eppure la sua prestanza e beltà
fisica erano ancora impressionanti.
#42 - Domani
Alla Katsuragi aveva detto
«Domani usciamo», eppure di lui non aveva trovato traccia
nell'ufficio, tranne un bigliettino che le diceva - o, meglio, ordinava - di recarsi alla piazza centrale della città - dove forse Neuro la stava aspettando.
#43 - Sangue
Neuro era steso a terra ed
il sangue che zampillava copioso dalle sue numerosissime ferite
ricordava a Yako quello che aveva visto circondare e macchiare il corpo
senza vita di suo padre, mesi addietro.
#44 - Paradiso
Per Neuro, in quanto
demone, era negato l'accesso al Paradiso, eppure Yako riusciva a
scorgere in lui qualcosa di buono, sotto la dura scorza che mostrava
quotidianamente.
#45 - Volontà
In quanto demone, con le
sue "buone maniere" Neuro riusciva ad annichilire e sottomettere
completamente la volontà di Yako, la quale - per parte sua -
anche volendo non riusciva a sottrarglisi.
#46 - Reale
Neuro era tornato nel regno
degli Inferi e Yako era rimasta sola nell'ufficio, accompagnata
solamente da un impressionante senso di smarrimento che faticava a
reputare reale: faceva troppo male.
#47 - Rosa
La rosa che Neuro depose
con nonchalance ed un movimento rapido tra i capelli di Yako era rossa
e florida, nel vivo della fioritura e simboleggiava qualcosa che a
parole il "nuovo Neuro" - quello umano - non riusciva a dire.
#48 - Voce
Yako, con una mano
appoggiata alla porta, ascoltava attenta cosa stava avvenendo
dall'altra parte della porta: era la prima volta che sentiva Neuro
cantilenare qualcosa e - doveva ammetterlo - la sua voce era
meravigliosa.
#49 - Solitudine
Yako era rimasta sola: suo
padre era morto e sua madre se n'era andata per lavoro, lasciandola in
solitudine nell'appartamento dove un tempo avevano vissuto felicemente
tutti insieme, ma con l'arrivo del demone divoratore di misteri, Nōgami
Neuro, la sua solitudine era sparita.
#50 - Cecità
Era la stessa natura di
Neuro ad impedirgli di vedere i sentimenti che Yako provava nei suoi
confronti, una limitazione che l'avrebbe reso cieco alle emozioni per
sempre.
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