Sono
tornata, dopo mesi, e mesi, e mesi! Sentivate la mia mancanza, non
è vero? (Come no. Da piangere, proprio) Coooomunque, questa
storia ha partecipato a ben due contest, il "New Generation Contest",
dove si è piazzata seconda, e "Il mio miglior nemico
Contest", dove si è classificata quinta. è
rimasta poi a languire nei documenti per tipo tre mesi
perché il primo contest aveva perso un giudice e siamo
dovute andare a pescarne uno nuovo, ma alla fine ce l'abbiamo fatta!
Comunque, voglio dedicare questa storia proprio a Tannie, per essersi
presa carico del contest ed aver fatto tutto con così tanta
rapidità. Mercì! =)
Be, direi che la presentazione già c'è, quindi vi
lascio alla lettura! Edit: ho appena riletto la storia, e mi sono accorta con orrore che...era incompleta! Ora però dovrebbe essre tutto a posto.
Autore: Lyra_weird
Titolo: Gigli e rose
Personaggi: Rose
Weasley, Lilian Luna Potter, Rose/Scorpius, Lily/Scorpius, Scorpius
Malfoy
Rating: Giallo
Genere: Commedia,
Comico
Avvertimenti: One-Shot
Note: amando i
personaggi della nuova generazione, ho letto milioni di storie su di
loro, in particolare le Rose/Scorpius, che è una delle mie
coppie preferite. Non ho potuto fare a meno di osservare,
però, che gran parte di queste storie parlano di Rose che
sta con Scorpius, e poi Lily glielo porta via, o viceversa è
Lily a stare con Scorpius e poi arriva Rose a fregarle il fidanzato. Ho
sempre odiato questo genere di storie, perché innanzi tutto
non credo che nessuna delle due potrebbe fare niente del genere alla
cugina, e in secondo luogo perché alla fine è
sempre la ruba fidanzati che fa la figura della stronza e attira il
disprezzo dell’intera famiglia, mentre Scorpius, che alla fin
fine non è meno colpevole, rimane felice e tranquillo a
godersi l’attenzione della cugina di turno. Perciò
mi sono detta: perché per una volta non possiamo procurare
una giusta vendetta a quelle due poverette, e finalmente
sarà LUI, a fare la figura dello stronzo?
Altre
precisazioni…dunque, nella mia testa Victorie e Molly hanno
finito la scuola. Tutti gli altri cugini sono ancora lì.
James studia. James e Fred sono gli unici due ad appartenere a una casa
(Grifondoro), nel caso degli altri, Scorpius incluso, ho preferito non
specificarlo. Nessuno nella famiglia Weasley odia Scorpius Malfoy per
principio, a parte James perché è stato battuto a
Quidditch. James e Dominique non si amano, non si odiano, sono dei
cugini normali. (dovevo specificarlo, perché odio a morte
certi cliché che sono venuti fuori dal cappello a cilindro
di qualche genio) (lo so, non riesco a fare presentazioni corte, chiedo
umilmente scusa!)
Rose sistemò il
mazzo di gigli in un vaso sul comodino, sospirando felice. Con un altro
sospiro, si sdraiò sul suo letto a baldacchino, ripensando
come in un sogno a qualche minuto prima.
“Questi
sono per te, Rose” sussurrò Scorpius,
accarezzandole i lunghi capelli rossi. “Ho scelto i gigli
perché voglio che tu rimanga per sempre come
loro…pura e innocente. E li vedi quei nontiscordardime? Sono
i tuoi occhi…”
Era
fortunata, rifletté, ad avere un ragazzo così
dolce e pieno di attenzioni. Anche se al momento non se la sentiva di
far sapere della loro storia a tutta la sua numerosa famiglia, era
sicura che conoscendolo avrebbero finito tutti per accettarlo.
Qualcuno
bussò alla porta, interrompendo le sue fantasticherie.
«Avanti!»
esclamò con entusiasmo. Chiunque fosse, niente e nessuno
potevo rovinare quella meravigliosa giornata.
La porta si
aprì ed entrò Lily, con la stessa espressione
beata e sognante che stava sfoggiando lei poco prima.
«Ciao,
Rose!» esclamò, gioiosa. Rose la guardò
sorridendo: adorava Lily, non pensava di averla mai vista di cattivo
umore in tutta la sua vita. In quel momento la cugina notò
l’enorme mazzo di gigli che facevano bella mostra sul suo
comodino. «Wow, ma sono bellissimi!» disse,
ammirata. «Da dove arrivano?»
Rose
arrossì. «Ehm…me li ha regalati il mio
ragazzo», rispose, imbarazzata.
«Ha
buon gusto, vero?» disse Lily, sorridendo. «Pensa
che il mio ragazzo ieri mi ha regalato un mazzo di rose!»
Rose rise.
«A quanto pare abbiamo i ragazzi più meravigliosi
di tutta Hogwarts», scherzò.
«Vero?»
rispose Lily, sognante. «Pensa che quando me le ha regalate
mi ha detto che le ha scelte perché vuole che io rimanga per
sempre come loro…elegante e bellissima. Non è
dolcissimo?»
Il sorriso
di Rose si oscurò per un momento: non sapeva
perché, ma quella frase le suonava stranamente familiare.
«Che
scema, non te l’ho neanche chiesto…chi
è il tuo ragazzo?» chiese, con nonchalance.
Lily
avvampò e prese a torcersi le mani, il che sorprese molto
Rose: l’ultima volta che aveva visto la cugina arrossire
aveva nove anni ed era stata presa in giro da un suo compagno di classe
perché era ancora convinta dell’esistenza di Babbo
Natale.
«Ehm,
ecco…non ti offendere, ma…ehm, preferirei non
dirlo», mormorò, imbarazzatissima.
Rose fu
presa da un atroce, assillante sospetto.
«Come
mai?» le chiese gentilmente, tentando di nascondere quello
che stava provando.
«Be’…io
te lo direi anche, ma lui preferirebbe che mantenessi il segreto, al
momento. Dice che il mondo non è ancora pronto per
noi», rispose Lily, arrossendo sempre di più.
Rose, al
contrario della cugina, impallidì fino a diventare verde:
quelle parole erano molto, troppo familiari.
“Perché
non possiamo dire a tutti che stiamo insieme, Scorpius?”
“Ti
fa star male, mentire alla tua famiglia?”
“Non
è quello, è solo che…be’,
sono così felice con te che vorrei gridarlo al mondo
intero!”
“Anch’io
sono felice con te, Rose, te lo giuro! Solo che penso che al momento il
mondo non sia ancora pronto per noi…”
«Il
mondo non è ancora pronto per noi…»
sussurrò Rose, con la voce tremante.
«Ehm,
sì, ha detto così», confermò
Lily, guardandola apprensiva. «Rose, va tutto bene? Sei
diventata pallidissima».
«Il
tuo ragazzo è Scorpius Malfoy?» chiese Rose a
bruciapelo, ignorando il suo ultimo commento.
La cugina
impallidì a sua volta. «Come fai a
saperlo?» chiese, spaventatissima.
«BASTARDO!»
ruggì Rose scattando in piedi. Afferrò il vaso di
gigli e lo scaraventò contro la finestra, facendolo volare
per sette piani. «Ops», mormorò poi,
colpevole. «Speriamo che sotto non ci fosse
nessuno…»
Sì
voltò verso Lily, che aveva osservato tutta la scena con gli
occhi sbarrati, spaventata: Rose poteva scommettere che in quel momento
stava decidendo se scappare o se chiamare d’urgenza il
reparto Malattie Mentali del San Mungo.
«Sì
può sapere che ti è preso?»
strillò infine, isterica. «I gigli…la
finestra…che diavolo era quel
‘bastardo’?»
«Sperò
che gli siano caduti in testa!» strillò di rimando
Rose, furiosa.
«Ma
a chi? Perché?» chiese Lily.
«A
Scorpius!» sbottò Rose. «Quel sudicio
bastardo cretino, me li ha regalati lui, quegli stupidi
gigli!»
Lily infine
capì quello che stava dicendo la cugina e parve sgonfiarsi
come un palloncino. «Te li ha regalati lui?»
sussurrò, incredula. «Mi stai dicendo
che…»
«Mi
dispiace, Lily», mormorò Rose.
«Noi…noi stiamo insieme da sei mesi, io non avevo
idea che piacesse anche a te! Io…»
Lily
scoppiò in lacrime. «Da sei mesi?»
singhiozzò. «Io solo da quattro! Sono
l’amante! Sono una stronza! Scusa, Rose, ti giuro che non lo
sapevo! Ti giuro che non ti farei mai niente del genere!»
Rose
sospirò. Meno male che non c’era niente che
potesse rovinare quella giornata. «Lo so, Lily, ma non
capisci?» disse, chinandosi ad abbracciarla. «Lo
stronzo è lui, non tu!»
Lily
tirò su col naso. «E allora cosa
facciamo?» chiese, la voce ancora intrisa di pianto.
«Ci
vendichiamo, suppongo», rispose Rose, cominciando a
riflettere.
«E
come?»
«Non
so…lo uccidiamo?»
Lily
guardò dubbiosa la cugina, ma non riuscì a capire
se stesse scherzando o no. «Non ti pare un po’
esagerato?» chiese, timorosa della sua reazione.
«Sì,
forse hai ragione», concordò Rose, pensierosa.
«Penso che dovremmo riunire tutta la famiglia e discuterne
con loro. Mando un gufo a tutti, ok?»
«Cosa…Rose,
no!» si oppose Lily. «A questo punto faremmo prima
a ucciderlo! Ti immagini la reazione di James e Hugo? E Fred? E
Dominique? E…»
«E
non credi che qualunque cosa gli facciano, se la meriterà in
ogni caso?» la interruppe Rose ghignando perfidamente, prima
che potesse elencare uno per uno tutte le loro migliaia di cugini.
Lily
rifletté per un attimo, poi sul suo viso si aprì
un ghigno identico a quello della cugina.
«Manda
il gufo».
«Qualcuno
mi potrebbe gentilmente spiegare perché diavolo siamo
qui?» chiese Dominique, accigliata, sedendosi al tavolo della
biblioteca dove erano già seduti tutti i suoi cugini.
«Nessuno
di noi ne ha la più remotissima idea», le rispose
James, scrollando le spalle. «Pare che tutti abbiamo ricevuto
lo stesso messaggio». Le mostrò un pezzetto di
pergamena, su cui campeggiava la calligrafia di Rose:
“EMERGENZA! Ci vediamo in biblioteca alle 9. Provate a non
venire e siete morti. Rose”.
«Chissà
che le è preso», mormorò Albus,
sorpreso. «Questo modo di fare non è proprio da
lei».
«Io
so solo che se madama Pince lo viene a sapere ci uccide, e a quel punto
dovrò uccidere Rose», borbottò
Dominique, contrariata. «E poi, io stavo studiando!»
«Sì,
Dom, quest’anno hai i MAGO e bla bla bla», rispose
James, liquidando il discorso con un gesti della mano. «Lo
sappiamo tutti».
«Disse
quello che per poco non si presentava alla partita di Quidditch con i
Serpeverde perché doveva ripassare
Trasfigurazione…» lo prese in giro Fred.
«È
successo solo una volta!» protestò James.
« E da allora mi trattate come se fossi un secchione come lo
zio Percy! Avevo un compito in classe essenziale per la mia
media! La McGrannitt mi avrebbe ucciso se…»
«Il
compito era la settimana dopo! Mi è quasi venuto un colpo
quando non ti ho visto! Ancora tre minuti e avremmo perso la partita a
tavolino…»
«Ehm,
ehm», tossicchiò Rose sbucando
all’improvviso da dietro uno scaffale. Quasi tutti
sobbalzarono.
«Rose!»
sibilò James, furioso. «Non farlo mai
più, mi è venuto un colpo!»
«Scusa,
James, non l’ho fatto apposta», gli rispose la
cugina. «Ero convinta che mi aveste sentito
arrivare».
«Erano
troppo occupati a commentare la loro ultima partita minuto per
minuto», rispose Dominique, impaziente. «Allora, si
può sapere che diavolo c’è?»
«Ve
lo dico subito», rispose Rose, imperturbabile.
«Appena arriverà Lily…si può
sapere dov’è?»
«Sono
qui!» Lily entrò in biblioteca, ansando.
«Scusate il ritardo…dove cavolo siete? Non vi
vedo!»
«Dietro
lo scaffale di Incantesimi!» rispose Albus. «Ci
siamo messi qui così se madama Pince entrasse a controllare
non ci vedrebbe…»
«Se
continuate a urlare, ci sentirà comunque»,
borbottò Lily. «Che avevate?»
«Problemi
col Quidditch», le rispose Albus, ridendo.
«Ah…James
si è quasi perso un’altra partita
perché doveva fare il tema di Erbologia?»,
mormorò Lily, guardandolo condiscendente.
James
sbuffò. «La piantate? È successo solo
una volta!» sbottò, furibondo, mentre tutti i
cugini ridevano.
«Magari
se faceste meno casino avremmo una remota possibilità di non
essere scoperti, comunque», li riprese Lily. «Vi si
sente fino in fondo al corridoio!»
Rose
estrasse la bacchetta. «Muffliato!»
recitò, puntandola verso la porta. «Ecco, ora
abbiamo più di una remota possibilità»,
disse sorridendo.
«Sì,
ma comunque non siamo qui per parlare della secchionaggine di
James», disse Lily, ignorando il fratello che aveva cercato
di ricominciare a protestare.
«Sto
finalmente per scoprire perché domani prenderò T
in Incantesimi, allora?» chiese Dominique, acida.
«Io
e Lily abbiamo un problema», disse Rose, in tono pratico.
«Fin
lì ci eravamo arrivati tutti», le rispose Albus,
accigliato. «Però se magari vi decidete a essere
un po’ più chiare…»
«Be’,
sto con un ragazzo da sei mesi», gli rispose Rose,
«e Lily sta un ragazzo da quattro».
Tutte le
cugine spalancarono gli occhi. «Come, prego?»
esclamò Roxanne, guardandole ferita. «Avete il
ragazzo entrambe e non ci avete detto niente?»
«Un
ragazzo? Lily, tu non puoi avere il ragazzo!»
sbottò invece James, infuriato. «Hai solo
quattordici anni! Sei piccola! Non esiste al mondo un ragazzo che si
merita anche solo di guardarti, figuriamoci di toccarti! Dimmi subito
chi è, lo devo uccidere! Oppure costringerlo a
sposarti!»
«Quello
che non capisco», intervenne Hugo, interrompendo la manfrina
di James, «è perché ci abbiate
convocati tutti d’urgenza. Insomma, visto che ormai siete
felicemente fidanzate da mesi, non potevate aspettare altre dodici
ore?»
Rose chiuse
gli occhi azzurri per un momento, cercando di farsi coraggio.
«Il mio ragazzo è Scorpius Malfoy».
Riaprì gli occhi timorosa, osservando la reazione dei
cugini: la maggior parte di loro sembrava totalmente indifferente, a
parte James, che sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
«Malfoy?»
disse, addolorato. «Tu non puoi stare con Scorpius Malfoy!
Suo padre era un Mangiamorte! Tuo padre odia suo padre! Suo padre odia
tuo padre!»
«Ha
battuto James a Quidditch fregandogli il Boccino da sotto il
naso», completò Lucy per lui, guardandolo
disgustata.
«Sì,
ecco, soprattutto quello!» concordò James.
«Insomma, Rose, non vedi che ci sono milioni di motivi per
cui devi lasciarlo immediatamente?»
«In
realtà sono d’accordo», gli rispose
Rose, «anche se di motivo ce n’è solo
uno».
Dominique
sbuffò come una caffettiera. «Insomma, ci stai
dicendo che ci hai convocati tutti per rivelarci che stai con Scorpius
Malfoy, quando hai comunque intenzione di lasciarlo?» chiese,
incredula.
Lily si
schiarì la voce, attraendo l’attenzione dei
cugini. «Vi abbiamo convocato per un altro motivo».
Si interruppe un attimo, prima di lanciare la bomba: «Il mio
ragazzo è Scorpius Malfoy».
L’intera
mandria di cugini Weasley-Potter tacque per un momento, cercando di
assimilare la notizia; due secondi dopo, tutti i visi si illuminarono
di comprensione; due secondi ancora dopo, tutti i ragazzi cominciarono
a parlare contemporaneamente.
«Lo
uccido! Giuro che lo uccido! Dov’è? Qualcuno sa la
parola d’ordine della sua Sala Comune?
C’è qualcuno in questa infinita famiglia che
è nella sua stessa Casa?» cominciò a
urlare James, perdendo definitivamente il controllo.
«Potremmo
mettergli un quintale di No-Pupù-No-Pipì nel
succo di zucca», stava borbottando invece Fred.
«Qualcuno lo distrae, e qualcuno agisce. E poi gli infiliamo
diciotto Pasticche Vomitose nel porridge. E poi gli facciamo lo
sgambetto sulle scale. E poi…»
«…e
poi lo rinchiudiamo nel ripostiglio delle scope di Gazza insieme a
Gazza, e gli mettiamo in mano un pennello sporco di vernice blu in
mano, e quando usciranno noi avremo dipinto tutto il muro di blu
così Gazza lo ucciderà»,
completò Roxanne per lui.
«Non
posso credere che abbia fatto una cosa del genere»,
farfugliò Albus, assolutamente sconvolto. «Mi ha
aiutato in Trasfigurazione! Insomma, quando uno aiuta un altro in
Trasfigurazione, significa che c’è rispetto
reciproco, no? Rispetto reciproco non significa mettere le corna alla
sorella e alla cugina! Come diavolo gli è saltato in
mente?»
«Dovremmo
scrivere allo zio Ron e lasciare che faccia tutto da solo»,
stava strillando Lucy. «Magari lo arresta con qualche accusa
finta e lo schiaffa ad Azkaban per tutto il resto della sua
vita».
«Dovremmo
infilargli dei serpenti a sonagli nel letto!» urlò
Hugo. «O dei cobra! O magari dei runespoor! O magari anche un
Basilisco, perché no? Mica è difficile crearne
uno…qualcuno qui sa parlare Serpentese?»
Gli unici a
non aver proferito verbo erano Rose e Lily, che stavano osservando
affascinate le reazioni del parentado, Louis, che era diventato rosso
come un gambero e sembrava incapace di pronunciare una sola parola, e
Dominique, che osservava il cielo fuori dalla finestra con gli occhi
aggrottati.
«Avete
pensato a qualcosa?» disse infine, riprendendosi dai suoi
pensieri.
«Avevo
pensato di ucciderlo, ma Lily non ha voluto», rispose Rose
«Vi abbiamo convocato proprio per questo».
«Forse
avremmo dovuto silenziarli prima di dirglielo, però,
perché questa è peggio di una riunione
condominiale», borbottò Lily. «Rose,
credi che il Muffliato tenga?»
«Penso
di sì», rispose Rose, «ma
sarà il caso di riportare un po’ di
ordine». Puntò la bacchetta verso i cugini e
urlò: «SILENCIO!» Tutti i cugini
ammutolirono e la guardarono offesi. «Ora, promettetemi che
starete zitti e io vi libero, d’accordo?» Al cenno
dei cugini mormorò il contro incantesimo e riprese:
«Ora, non dico che non abbiate avuto delle buone idee, ma
sono…come dire? Un tantino made in Weasley. Se gli facciamo
qualche scherzo anonimo, tutti capiranno al volo che è stato
qualcuno di noi».
«Non
vedo perché», protestò James,
«siamo stati sempre così
bravi…»
«Eh,
già», annuì Lily, «infatti
quelle pustole Adam Corner se le è fatte venire da
solo…»
«Andava
in cerca di guai», borbottò James. «Non
faceva altro che seguirmi e blaterare di schemi di Quidditch mentre io
dovevo studiare! Era l’unico modo che ho trovato per farlo
stare zitto».
«Certo,
James, va bene. Resta il fatto che fare degli scherzi
come…fargli venire i capelli blu, o mettergli i ragni del
letto, o costringerlo a ingoiare Pus di Bubotubero, sono cose troppo da
noi! Gli insegnanti saprebbero subito chi è
stato», spiegò di nuovo Rose, paziente.
«E
chi se ne frega? Io voglio punire lui, non me ne importa se poi la
McGrannitt mi farà pulire tutti i bagni di
Hogwarts!» continuò James.
«Senti,
capisco che tu sia arrabbiato», disse Rose impaziente,
«pure io non è che abbia reagito benissimo quando
l’ho saputo, però…»
Si
interruppe a causa della risatina di Lily, che aveva borbottato
qualcosa che assomigliava tremendamente a
“finestra”.
Albus
guardò le cugine con aria perplessa, poi esclamò,
con l’aria di chi ha improvvisamente capito qualcosa:
«Quindi è colpa tua se oggi Helen ha avuto una
crisi isterica a causa di quei gigli che le sono piovuti
addosso?»
«Ehm…è
probabile. Mi dispiace», si scusò Rose, con aria
colpevole.
«Tranquilla,
non importa», la rassicurò Albus. «Tanto
il vaso le è caduto solo vicino».
«E
allora che motivo aveva di farsi venire una crisi isterica?»
chiese Roxanne, stupita.
Albus fece
spallucce. «Bo, pare che sia allergica al polline dei gigli.
Comunque non era niente, è rimasta in infermeria solo per
tre minuti».
Dominique
si voltò verso Rose, accigliata. «Gigli? Ti ha
regalato dei gigli?» chiese.
«Sì»,
rispose Lily. «E a me ha regalato delle rose. È
così che l’abbiamo scoperto».
Dominique
scoppiò a ridere improvvisamente, sotto lo sguardo
stupefatto dei cugini. «Bisogna ammettere che comunque ha il
senso dell’umorismo», sghignazzò.
«Sì,
Domi, questo ci è molto d’aiuto,
grazie…» sospirò Rose, con aria
rassegnata.
«Comunque
non capisco perché non possiamo fargli qualcosa di cattivo
come un clistere di Torrone Sanguinolento», riprese Fred,
testardo.
«Perché
questo genere di cose è proprio da noi!» gli
rispose Rose. «E poi sentite, se gli facciamo qualche scherzo
del genere lui finirà per risultare la vittima e noi i
carnefici, e questo non va bene! Dobbiamo trovare qualcosa che lo umili
e in contemporanea gli tiri contro gli insegnati. Niente che venga dal
negozio dello zio George, quindi. Pensate fuori dagli schemi
Weasley!»
«Ci
riesce difficile, visto che siamo Weasley»,
protestò James.
«Pensi
che sia proprio questo il problema?» mormorò Lucy,
pensierosa. «Voglio dire, non è che vi abbia fatto
questo stupido scherzo solo perché siete Weasley?»
Rose
rifletté per un momento, poi scosse la testa. «Non
credo…credo che ci abbia fatto questo stupido scherzo solo
perché è un adolescente cretino».
«Allora
forse l’idea che mi è venuta in mente non
funzionerà» disse Lucy, sfiduciata.
«Qualunque
piano che non includa le Merendine Marinare è ben
accetto!» esclamò invece Rose. «Dicci
tutto!»
«Ok,
scatta la fase A! Vai, Dominique!»
«Spiegatemi
ancora perché mi sono a lasciata convincere ad attuare
questo piano cretino»
«Perché
sei nostra cugina e ci vuoi tanto bene! E così impari a
ridere delle nostre disgrazie!»
«Non
ridevo delle vostre disgrazie, apprezzavo solo il senso
dell’umorismo del nemico!»
«Be,
il senso dell’umorismo del nemico non si apprezza, casomai si
disprezza! Vai e non discutere!»
Dominique
sbuffò, contrariata, poi si diresse verso Scorpius, che
stava uscendo in quel momento dalla Sala Grande.
«Oh,
cavolo, scusami tanto!» disse, cadendo a terra dopo essergli
andata addosso.
«Non
importa», rispose il ragazzo, porgendole galantemente la
mano, «in fondo anch’io ero distratto…e
poi sei tu a essere caduta, no?»
Dominique
fece una risatina un po’ chioccia, sentendosi
irrimediabilmente stupida. «Come sei gentile!»
squittì infine, fingendosi deliziata. «Tu sei
Scorpius, vero? Scorpius Malfoy?»
«Sì»,
rispose lui, sorridendo, «tu invece sei Dominique Weasley,
giusto? Come fai a conoscermi?»
«Oooooh,
tutte le mie cugine non fanno altro che parlare di te»,
ridacchiò Dominique.
Scorpius
impallidì leggermente. «Le tue cugine? E cosa
dicono?» chiese, cercando di mantenere ferma la voce.
«Credono
siano tutte cotte di te, lo sai? Scorpius è bellissimo,
Scorpius è sempre gentile, Scorpius di qua, Scorpius di
là…scommetto che credono che tu sia il tipo di
ragazzo che parla per frasi fatte e regala gigli e rose!»
chiocciò Dominique, osservandolo attentamente per non
perdersi la più piccolissima reazione. Dentro di
sé stava cominciando a godersela un mondo.
Scorpius
scoppiò in una risata un po’ incerta.
«Già, ma in fondo non mi conoscono, no?»
«No…»
sussurrò Dominique, cambiando completamente tono e sbattendo
le ciglia. «A me però non dispiacerebbe,
conoscerti meglio…» continuò,
avvicinandosi di un passo e guardandolo negli occhi.
«Be…sì
può fare», le rispose il ragazzo, guardandola a
sua volta. «Hai qualche idea?»
Dominique
gli si avvicinò ancora di più e gli cinse la
vita. «Che ne dici di andare nel bagno dei Prefetti
più o meno…adesso?»
Scorpius si
guardò intorno guardingo, ma non vide nessuno.
«Direi di sì!» rispose, allontanandosi
leggermente dalla ragazza. «Fammi strada!»
«Oh,
non vuoi farti vedere con me?» chiese Dominique, fingendosi
offesa. «Ti vergogni?»
«Certo
che no!» rispose Scorpius, scuotendo la testa imbarazzato.
«Nessuno potrebbe mai vergognarsi di te! È
che…non credi che le tue cugine si arrabbierebbero, se ci
vedessero insieme?»
«È
probabile», concordò la ragazza, anche se dubitava
che le cugine potessero essere arrabbiate più di quanto
già non lo fossero. «Allora seguimi, e non stare
troppo vicino».
Arrivati al
bagno dei prefetti, lo prese per il cravattino e cominciò a
baciarlo prima ancora che avesse il tempo di chiudere la porta.
«Stai tranquillo», sussurrò, staccandosi
un momento per prendere fiato, «tra un minuto si
chiuderà da sola».
Scorpius
annuì e riprese a baciarla, spingendola gentilmente contro
il muro. Dominique sorrise e si divincolò dolcemente.
«Ora però chiudi gli occhi».
Non appena
il ragazzo ubbidì, prese a spogliarlo velocemente,
interrompendosi di tanto in tanto per dargli un rapido bacio. Quando
anche l’ultimo indumento fu caduto a terra, Scorpius
udì una voce diversa da quella di Dominique, una voce che
gli fece gelare il sangue: «Sono un po’
delusa…con tutto quel Quidditch mi aspettavo un fisico meno
mingherlino», disse Rose, maligna.
«Vero?
D’altronde, da quando volare su una scopa aiuta a far
crescere i pettorali?»
Scorpius
aprì gli occhi, terrificato: non poteva essere, non potevano
trovarsi tutt’e due lì!
«E
comunque dubito che esista un qualunque sport che aiuti a far crescere
qualche altra parte del corpo…»
continuò Lily perfidamente, guardando in basso. Scorpius
cercò di agguantare i suoi boxer, ma si accorse con orrore
di essere incollato al muro.
«Voi…voi…come…»
«I
gigli e le rose sono stati un tocco di classe, ma hanno lasciato una
traccia tangibile del tuo passaggio», ridacchiò
Rose, divertita. «Eh, sì, è stato uno
stupido, stupidissimo errore.»
«E
gli errori si pagano sempre, non lo sai?»
sentenziò Lily, annuendo.
«Ma
noi siamo fin troppo buone», continuò Rose,
«perciò ti lasciamo andare. Oh, no, non con
quelli», aggiunse, quando il ragazzo fece per chinarsi a
prendere i propri vestiti. «Visto quanto ci tenevi a
toglierli mentre eri con Dominique, sarebbe una crudeltà
permetterti di indossarli».
«Ma
non posso andare in giro nudo!» protestò Scorpius.
«I corridoi sono pieni di gente!»
«Cavolo,
è vero! Rose, credi che sia un problema?» disse
Lily con teatrale preoccupazione, rivolgendosi alla cugina.
«Sicuramente
non nostro», le rispose questa, facendo evanescere i vestiti
di Scorpius e puntandogli contro la bacchetta. «Ora esci, su!
Non vorrai farci perdere tutto il giorno!» Non appena Scorpius fu uscito, le due ragazze si sistemarono dietro la statua di Boris il basito per osservare il loro operato. Proprio in quel momento udirono la voce di James, che come da programma in quel momento stava percorrendo il corridoio del quinto piano. «E le dicevo, professoressa, che sono ancora un po’ confuso sulla Trasfigurazione da uomo ad animale…insomma, volevo chiederle se…»
«Ci sarà tempo per discuterne in aula, signor Potter, non capisco perché mi debba disturbare proprio ora…signor Malfoy! Si può sapere cosa diavolo pensa di fare? E cos’è che sta uscendo dal suo…oh, cielo! Crede di essere spiritoso, non è così?»
Rose e Lily furono scosse dalle risate. «Lo metterà in punizione per i prossimi novant’anni! È magnifico!» sghignazzò Lily, asciugandosi le lacrime.
«Usare l’incantesimo dello zio Bilius per fargli uscire gigli e rose dall’affare è stata davvero un’idea geniale!» concordò Rose. «Lucy è un maledetto piccolo genio».
|