Resto
immobile in attesa di sentire anche il minimo rumore proveniente
all'interno della casa dove i discendenti della famiglia Gilbert,la
famiglia che mi ha bruciata nel lontano 1864,sono pronti per il loro
week-end di divertimento.
Un
ringhio basso al ricordo di come i loro antenati mi hanno braccato
come un animale mi sale su per la gola.
Avrei
voluto uccidere quel fasullo di Jonathan Gilbert,bruciarlo magari,per
il torto compiuto non solo a me,ma addirittura alla donna che diceva
di amare:Pearl.
Se
non fosse a causa di Stefan e Damon che,tornando in città ogni
due anni, si accorgerebbero della presenza di un altro vampiro una
volta ricevuta la notizia degli omicidi brutali e non ci metterebbero
molto a capire chi più di chiunque altro vuole morti gli
abitanti di Mystic Falls, avrei compiuto una strage da un pezzo.
Mi
scoprirebbero,ed essere scoperta non è certo ciò che
voglio per il momento.
Dopo
avergli fatto credere della mia morte per tutti questi
anni,sbattergli la verità in faccia per uno sfizio personale
non è nei miei progetti presenti e futuri.
Quindi
mi limito ad osservare le generazioni nuove anno dopo anno delle
famiglie fondatrici,aspettando una buona idea per riprendermi la
pietra di luna scambiata a George Loockwood in cambio della mia fuga
anni fa.
Non
ci metterei molto a fingermi ancora una volta una ragazzina sperduta
e senza casa dopo aver perso i genitori ed intrufolarmi in casa del
sindaco di turno per poi rubargliela e fuggire,ma per mia sfortuna
esiste ancora un consiglio segreto,il quale conosce bene ciò
che è accaduto in passato e sa dell'esistenza dei
vampiri,quindi niente da fare.
Certo,se
quel tonto di Damon la smettesse di passare solo per divertirsi a
tormentare qualche fanciulla e dopo lasciarla dissanguata nel
bosco,non ci sarebbe motivo di credere in esseri sovrannaturali e di
un consiglio in grado di combatterli.
Scuoto
la testa piegandomi un po' più di lato cosi da vedere meglio
cosa sta combinando la famigliola felice.
Un
sorriso di scherno compare sulle mie labbra quando noto l'uomo,mi
pare si chiami Greyson,prendere un paletto appuntito dalla tasca del
giubbotto e infilarlo dentro un sacco,contenente varie armi.
Mi
chiedo come si possa essere cosi sciocchi.
Il
nuovo nipote dei fratelli Salvatore,Zach,è stato generoso
verso le persone che avrebbe potuto avere come compagne e come
figli,allontanando ogni legame che si era creato con chiunque,e furbo
capendo che è meglio non tenere a nessuno quando la propria
vita è un continuo lottare contro mostri.
Come
può pensare di essere un padre di famiglia e allo stesso tempo
un membro del consiglio?
Riconosco,però,che
è un tipo piuttosto previdente. Nascondere le armi contro i
vampiri nella casa sul lago dove torna ogni volta che la moglie e lui
stesso hanno giorni liberi dal lavoro non è da tutti.
Non
riuscirebbe a muovere un muscolo,se decidessi di morderlo.
Quanto
vorrei farlo.
Affondare
i denti nella sua gola,nutrirmi di lui e subito dopo della sua
amata,gustandomi le loro urla di dolore.
Ma,come
ho già detto,i fratelli che ho vampirizzato non devono sapere
che sono viva.
Per
quanto voglia presentarmi davanti a Stefan e rispettare la promessa
di tornare insieme,non posso. Non ancora.
Fino
a quando non avrò trovato il modo di fermare la furia omicida
di Klaus dandogli ciò che brama da secoli,più della mia
morte:ciò che serve per spezzare la maledizione del sole e
della luna.
Dopo
avergli consegnato quello che vuole,sarò finalmente libera di
vivere la mia vita immortale senza preoccuparmi che chi amo venga
ucciso come è accaduto alla mia famiglia.
Scuoto
la testa.
Non
ho intenzione di pensare a Klaus. Non in questa città.
-Papà,cos'è
quello?- Il piccolo figlio di Greyson esce fuori di casa e si
avvicina all'uomo indicando il sacco.
Abbasso
lo sguardo per un solo secondo,non permettendo alla mia mente di
ricordare i tristi eventi della ragazza umana che ero.
Di
certo,non uccido i Gilbert adulti per la presenza dei loro figli.
È
per la mia sicurezza,solo per proteggere me.
Deve
essere solo per questo.
Ho
già permesso alla mia parte umana di prendere il sopravvento
quando ho salvato dalla morte Pearl e Anna. Non commetterò lo
stesso errore.
Ho
smesso di pensare alla salvezza delle famiglie.
-Niente,figliolo.-Risponde
Greyson,carezzandogli il capo. -Che fai qui fuori? Il sole sta
calando,lo sai che quando veniamo qui non voglio che tu e Elena
usciate di notte.-
E
in alcuni casi nemmeno di giorno,penso sfiorando la collana appesa al
collo,la quale mi permette di camminare alla luce del sole.
Il
piccoletto sbuffa.
-Ma
io sono grande,ho tanti cosi di anni!- Sventola davanti al padre la
mano aperta cosi da mostrargli la sua età.
L'uomo
sorride divertito,alzandogli il pollice dell'altra mano.
-Hai
sei anni,Jeremy. Non cinque.-
-Ecco,allora
hai visto che sono grande? Posso fare a botte con tutti i
mostri,anche con Tyler Loockwood.-
Greyson
scoppia a ridere mentre lascia il sacco nella macchina e prende in
braccio il ragazzino.
-Tyler
non è un mostro.-
No,è
solo uno dei pochi lupi mannari in circolazione.
Sono
tentata di andare li e dirglielo ad alta voce,ma mi trattengo.
Chissà
che colpo se si venisse a sapere del gene comune della licantropia
che la famiglia Loockwood conserva da secoli.
Riserverebbero
lo stesso trattamento dei vampiri a loro?
Forse.
-Si,è
una persona cattiva,è peggio dei mostri. Mi tratta sempre
male.-
-Ignoralo,con
il tempo la smetterà.- Dice Greyson portandolo verso la soia
di casa.
-Andiamo
a pescare?-
-Domani.-
Sussurra al figlio,guardandosi intorno.
Per
un attimo ho l'impressione che mi abbia visto,ma i suoi occhi non
incrociano il cespuglio dove sono accovacciata.
-Non
è giusto,a Elena glielo hai insegnato e a me no!- Sbotta il
piccolo agitandosi fra le braccia del padre.
-Elena
è più grande di te,Jeremy. Domani ti ci porto,lo
prometto. Ora ti prego,entriamo dentro e non litigare con Elena,la
mamma potrebbe arrabbiarsi. Sarà una tranquilla sera in
famiglia.-
Questa
Elena deve essere una seccatura. Non fanno altro che parlare di lei.
Stranamente
non l'ho mai vista,ho sempre preferito spiare i suoi genitori durante
le conversazioni con gli altri a conoscenza del segreto dei vampiri.
In
effetti,è la prima volta che vedo il minore dei due fratelli.
Si
somigliano. Lui e suo padre.
Chissà
se la figlia maggiore somiglia alla madre. O alla zia,in alternativa.
I
due Gilbert entrano in casa.
Sospiro,dovrò
aspettare che i bambini vadano a letto prima di ascoltare qualcosa di
interessante riguardo il consiglio da i due adulti.
Cammino
a velocità normale fino alla sponda del lago. Mi siedo su una
roccia continuando a fissare la casa dove,a giudicare dalle urla
isteriche dei due bambini,la serata non sarà piacevole come si
aspettava Greyson.
Passate
un paio d'ore,sono ancora seduta sulla riva del lago a qualche metro
di distanza da casa Gilbert ad annoiarmi.
Miranda,la
moglie di Greyson, dopo i vari dispetti reciproci fra i suoi due
figli ha mandato nelle loro camere entrambi ponendo fine alle loro
litigate.
Se
fossimo al mio tempo,non se la sarebbero cavata con cosi poco.
Mi
sfioro una guancia con due dita.
Da
bambina,quando litigavo con i miei fratelli,a mio padre non importava
chi avesse ragione o torto,ci picchiava per il nostro comportamento
insolente e minacciava di cacciarci via se lo avessimo disturbato
ancora con le nostre grida.
Gli
schiaffi che ricevevo da lui lasciavano sempre lividi bluastri.
Elena
e Jeremy sono fortunati ad avere un padre come Greyson.
Un
padre che insegna loro a pescare,li protegge e li coccola.
Il
mio,al contrario, non ha esitato a esiliarmi dal paese.
Ero
sua figlia. Ero sangue del suo sangue. E sene è infischiato.
Se
non fosse stato per lui,probabilmente Klaus non mi avrebbe scoperto.
Avrei vissuto una vita normale,avrei sposato un uomo normale
e...sarei stata madre.
Il
suono impercettibile di una porta che si apre interrompe il flusso di
pensieri nel quale stavo penetrando.
Alzo
lo sguardo,fino a cinque secondi fa impegnato a scrutare il nulla
dentro l'acqua del lago.
Una
figura minuta esce di casa e chiude lentamente la porta,iniziando poi
a correre.
Nella
mia direzione.
Sono
tentata di alzarmi per evitare di farmi scoprire,ma il non amante
delle regole di turno inciampa su dei sassi vicino alla riva del lago
a pochi passi dalla roccia sulla quale sono poggiata io.
La
non amante delle regole,anzi.
Il
lamento che prosegue alla caduta è chiaramente tipico di una
bambina.
Deve
essere la piccola Elena.
Bene.
Le farò passare la voglia di sgattaiolare fuori la notte.
Una
sola uccisione,una sola vittima.
La
mia gola brucia per la sete da oggi pomeriggio e sono stanca di
aspettare.
Che
male può fare?
È
fuggita nel bosco e un animale l'ha attaccata.
Non
è forse la solita storia che i giornalisti tirano fuori dopo
un omicidio da parte di Damon?
Fra
due anni se Stefan lo verrà a sapere darà la colpa a
suo fratello.
Avverto
i canini pungere sulle gengive in attesa di essere usati.
Tiro
un profondo respiro,pronta ad attaccare.
L'odore
acre del sangue di Elena mi riempie le narici.
È
ferita sulla gamba.
Fra
poco non se ne preoccuperà più.
Esco
dal mio nascondiglio dietro le piante e mi paro davanti a lei
pregustando il momento in cui potrò placare la fame.
Ma
i miei occhi incrociano i suoi spaventati e confusi.
Resto
paralizzata sul posto,il mio viso riacquista l'aspetto umano e il
sorriso da predatore scompare cosi come è apparso.
I
suoi occhi,il suo viso,la sua bocca piegata in una smorfia di
disappunto...
Devo
essermi addormentata sulla roccia oppure è un allucinazione.
Non
può essere.
Sono
io.
-Katerina?-
Mormoro.
La
mia voce è bassa e incredula.
Se
tutto questo è la realtà,potrei svenire o morire
all'istante.
È
possibile che ci sia un altra me identica a come ero alla sua età?
-Chi...chi
sei?- Domanda la mia copia,tenendo le mani sul ginocchio sanguinante.
La
sua voce...non è possibile.
Sono
morta e questo è l'inferno. È l'unica spiegazione per
quello che sta accadendo.
-Sei
un illusione.- Sussurro.
-Io...io
non sapevo...sono Elena,io...vado via,mi..mi dispiace per averla
disturbata.-
-Elena.-Ripeto
squadrandola.
Elena
Gilbert. La figlia di Miranda e Greyson.
Non
ha il loro stesso odore,non somiglia a nessuno dei due genitori.
No.
Somiglia a me. È identica a me.
Ma
certo. È tutto cosi chiaro.
La
mia risata gutturale la fa rabbrividire.
Mi
avvicino a lei,sorridendo malignamente.
Ora
ho capito.
-Elena.-
Dico,chinandomi di fronte alla bambina. Lei mi fissa con le lacrime
agli occhi per via del dolore al ginocchio.-Ciao,Elena.-
La
saluto sfiorandole la gola con un dito.
Ho
trovato la mia doppelganger.
-Chi
è lei?-
Domanda
sbagliata. Dovrebbe chiederselo da sola.
Le
darò il tempo per farglielo capire. Dovrà scoprire
tante cose.
-Katherine.-
Decido comunque di risponderle.
-Katherine.-Ripete
Elena mentre passo due dita sui suoi capelli.
Le
sfugge un gemito appena le tasto il ginocchio.
Il
sangue continua a scorrere.
Il
sangue Petrova.
Quasi
senza accorgermene mi mordo il polso e lo avvicino alla sua bocca.
-Bevi.-
Le ordino. Elena si rifiuta.
-Che
sta facen...-La tengo per la testa e avvicino le sue labbra alla mia
pelle perforata.
Se
lei è la doppelganger,ha bisogno di essere protetta.
E
non posso permettere che il suo sangue si esaurisca adesso.
-Bevi,ti
sentirai meglio.-
Smette
di opporsi e fa come le ho detto.
Allontano
il braccio appena la ferita sul ginocchio inizia a guarire.
Per
un attimo l'idea di spezzarle il collo e trasformarla è
invitante quasi quanto il desiderio di nutrirmi del suo sangue.
Le
insegnerei a comportarsi da vera vampira. Potrei considerarla la mia
figlia immortale.
Ma
scuoto la testa ricordandomi di Klaus.
Se
Elena muore,la maledizione non potrà essere spezzata.
Lui
si infurierebbe il doppio e se ha fatto in modo di farmi trovare la
mia famiglia morta nel medioevo,per vendicarsi in questo tempo di
sicuro mi farebbe assistere all'uccisione dell'ultima Petrova che
rimane e che ora mi sta guardando confusa.
-Il
ginocchio...non fa più male.- Cerca il mio sguardo.-Sei...il
mio angelo custode?-
Scoppio
a ridere. Come dimostra di avere otto anni.
-Sono
la tua maledizione,Elena.-
-Maledizione?-
Chiede confusa. Non conosce il significato della parola.
-Non
sono un angelo. Sono un essere malvagio.-
-Ma
mi hai aiutato e papà dice che i mostri non aiutano,ti
mangiano e basta. Tu non mi hai mangiato...sei buona.-
Se
non avessi rivisto in lei la piccola Katerina,non avrei esitato a
ucciderla.
Mi
mordo le labbra. Anche io ragionavo come lei.
-Perchè
sei scappata?-
-Ho
litigato con mia mamma.-
-E
ti sembra una buona ragione per andartene in giro a quest'ora?-
La
rimbecco.
Elena
si stringe le braccia,colpevole.
-Tu
allora?-
Sorrido.
Ha la risposta pronta la piccoletta.
-Io
so combattere i mostri.- Le dico,sentendomi una perfetta idiota a
parlare come suo fratello o meglio...fratellastro. Non è una
Gilbert.
Dovrò
capire come ha fatto ad essere stata adottata e scoprire i suoi reali
genitori.
-Come
Buffy?-
-Qualcosa
del genere.-
A
differenza che sono il mostro che quella tipa dovrebbe uccidere.
-Non
ti ho mai visto in giro.-
Mi
vedrai tutti i giorni allo specchio quando sarai un adolescente.
-Non
avresti dovuto vedermi stasera.- Le confesso.
Perchè
sono ancora qui a parlarle?
Dovrei
andarmene e cancellarle la memoria,invece le sto accarezzando i
capelli castani dolcemente affascinata dalla nostra somiglianza.
-Hai
uno strano modo di parlare.-
Possibile
che sia lucida a tal punto da rendersi conto del mio accento bulgaro?
Dovrebbe
avere paura,scappare o urlare.
Essere
la mia doppelganger le provoca il desiderio di restare con me,per
caso?
Se
lei prova questo...io cosa provo?
Per
quanto mi sforzi di lasciarla a terra e fuggire da Mystic Falls,non
voglio andare. Non riesco.
Le
mie orecchie captano le voci preoccupate dei due coniugi Gilbert.
Si
sono accorti della scomparsa di Elena.
-I
tuoi genitori stanno venendo a cercarti.-
-Cosa?-
-Devo
andare.-
Afferra
la mia mano. Per la seconda volta riesce a immobilizzarmi.
-No,Katherine...non
andartene.-
-Devo.-
O
non avrò la forza di consegnarla a Klaus quando troverò
la pietra di luna e un lupo mannaro.
-Elena!-
Il richiamo di Miranda,sua madre,la fa sobbalzare.
-Ciao
piccola Elena.- Dico guardandola un ultima volta per poi scomparire
nelle tenebre.
-Hai
intenzione di restare a guardarmi cosi per il resto della giornata?-
Sbotta Katherine finendo di raccontarmi il nostro primo incontro.
Incontro
del quale io non ricordavo assolutamente nulla.
Bhè,non
proprio.
Ho
sempre creduto che fosse stato un sogno e me ne ero dimenticata con
il passare degli anni.
Come
potevo immaginare che la donna che ho incontrato all'età di
otto anni e Katherine fossero la stessa persona?
-Ti
avevo definito il mio angelo custode.- Sussurro ancora scossa.
Katherine
scrolla le spalle.
-Mi
piacevi di più da bambina,sai?- Dice tirando un sassolino nel
lago e facendolo rimbalzare un paio di volte sull'acqua.
-Perchè
ti credevo una specie di eroina?-
-No.
Hai mandato a fanculo il tuo maledetto orgoglio e ti sei lasciata
aiutare.-
Mi
sfioro il ginocchio coperto dai jeans come a voler avvertire il segno
della ferita che Katherine ha guarito con il suo sangue.
-Non
sapevo chi fossi.-
-Ora
lo sai,che scusa hai,Mh?- Ribatte sedendosi accanto a me.
-Credi
che sia una scusa il non voler trovarti morta per mano di Klaus?-
Che
Damon e gli altri ci credano o meno,non voglio perdere Katherine. È
la mia antenata e ho iniziato a considerarla parte della famiglia.
Ha
riportato Stefan a casa sano e salvo e non ci vuole un genio a sapere
che la vendetta di Klaus è imminente.
E
l'unico modo per sconfiggerlo è far scomparire la sua parte
vampiresca immortale.
Il
licantropo può essere ucciso definitivamente,il vampiro
potrebbe tornare indietro se qualcuno prova a sfilare dal suo cuore
il pugnale capace di tramortirlo.
Serviranno
streghe potenti e Bonnie ha proposto l'idea di andarle a cercare a
Salem,dove un tempo vivevano i suoi antenati.
-Certo.
Ho più esperienza di te con le streghe,devo venire anche io.-
-In
che senso?- Chiedo maliziosa per poi scoppiare a ridere.
-Sei
una pervertita.- Risponde con finto disgusto sfiorandomi la guancia.
-A
forza di averti intorno..-Mi giustifico continuando a sorridere.
-Ah,come
se ti dispiacesse.- Replica avvicinandomi per la vita.
-Comunque
devo ringraziarti.- Sussurro mentre poggio le mani sulle sue spalle
cosi da stare seduta sulle sue ginocchia.
-Per
cosa?-
-Per
avermi aiutata quella notte e per non avermi trasformata.-
Le
sorrido,felice di aver capito finalmente il motivo per cui quando
l'ho vista al pensionato mi era sembrato di aver già vissuto
il momento.
-E
non avermi mangiata.- Rido.
-Non
ringraziarmi,Gilbert. Ti ho aiutata solo perchè mi avevi colta
di sorpresa. Non mi aspettavo di trovare la mia doppelganger.-
-Ora
che scusa hai,mh?- Domando imitandola.
Katherine
sorride sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
-Credi
che sia una scusa voler stare con te?- Continua impostando il tono di
voce come il mio di poco fa.
-Sei
insopportabile. Io volevo solo ringraziarti.-
-Oh,c'è
qualcosa che potresti fare per saldare il debito.- Dice maliziosa.
Infila
una mano dentro la mia maglietta passando le dita sulla schiena fino
ad arrivare al gancio del reggiseno.
Con
l'altro braccio mi avvicina più a sé.
-Katherine,non
penserai mica di farlo...qui..-Dico imbarazzata al solo pensiero.
-Perchè?
Siamo sole e chissà quando ci ricapiterà di nuovo. Non
sprechiamo questa occasione.- Sussurra. Il viso a pochi centimetri
dal mio.
-Katherine...-
-è
qui che ti ho incontrata,è giusto rendere questo posto ancora
più speciale.-Afferma baciandomi subito dopo.
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