Erano passati tredici anni
da quel giorno…no, non fraintendete: non il giorno in cui ha avuto inizio la
storia, ma il giorno in cui due innamorati si sono ritrovati dopo mille
avvenimenti, incertezze, dubbi.
Miyu: -Kanata! Sbrigati!
Arriveremo tardi alla cerimonia, lo sapevo!
-Sta calma! Sono pronto!
Miu, dove sei?!
-Sto arrivando papà! Sto
mettendo le scarpe!
-Mamma mia, che famiglia
disastrata!
Kanata:-Zitta e corri!
Dalle scale del tempio
scesero tre persone: un ragazzo, sui trent’anni. Scendeva agilmente, e incitava la moglie e la figlia a sbrigarsi.
Aveva folti capelli castani, e due occhi talmente profondi da potersi perdere
dentro. La moglie, aveva la stessa età del marito. Dei capelli biondissimi le
cadevano sulle spalle, e due grandi occhi verdi osservavano sorridente la
figlia. La ragazza in questione, aveva quasi quattordici anni. Gli occhi erano
dello stesso colore della madre, mentre i capelli che le coprivano la schiena
erano castani, come quelli del padre. Correvano tutti e tre, sino a raggiungere
una macchina, che li avrebbe portati a scuola della ragazza alla cerimonia di
inizio del nuovo anno. Arrivarono appena in tempo per l’inizio del discorso del
preside (preside operaio come chiamo io quello della mia scuola ndMisato), e si
separarono. Miu andò a sedersi nei posti riservati alla sua classe. Non
conosceva nessuno, era stata sino ad allora in America. Si era trasferita solo
qualche mese fa, perché i suoi genitori avevano deciso di tornare a vivere in
Giappone.
Miyu e Kanata non erano
entrati in palestra.
Miyu: -Incredibile, non
avevo mai visto tanta gente in questo istituto! Quando ci venivamo noi c’era un
altro direttore. L’anno in cui sono stata qui non ha fatto il discorso, vero?
-Veramente sei tu che sei
arrivata a metà trimestre, e poi da quando l’istituto comprende anche le
superiori il discorso è d’obbligo!
-Hai ragione, me ne ero
dimenticata!…Kanata?
-Si?
-Ti ricordi, quante cose
sono successe qui?
-Come potrei dimenticarle.
-Già, anche tutte le persone
che abbiamo conosciuto qui…
Miyu si riferiva ai loro
vecchi amici. Da quando erano tornati a vivere al tempio, avevano ripreso
contatti con tutti, l’unica che non vedevano da quattordici anni era Chris.
Entrambi si rattristarono ricordando quello che era successo, chissà se era
tornata in Giappone. Avevano provato a cercarla in quegli anni, ma ogni ricerca
era stata un insuccesso. Quattordici anni prima, quando Kanata raggiunse Miyu a
New York, era iniziata la loro nuova vita. Quel pomeriggio, Miyu e Kanata lo
trascorsero parlando con i genitori della ragazza. Inizialmente con il padre
dovettero far riprendere Miki dallo svenimento. Una volta svegliata, spiegarono
cosa fosse successo. I genitori proposero subito un matrimonio, ma i ragazzi che
erano molto più seri uscirono per parlare da soli. Per le strade di Manhattan
discussero sul loro futuro. Il loro figlio, anzi, la loro figlia come
scoprirono in seguito sarebbe nata in autunno; non avevano molto tempo per
organizzarsi, ma bastò. Kanata tornò in Giappone per terminare il liceo, ma
quando Miyu partorì era accanto a lei, e il primo anno rimase ad aiutarla. Dopo
aver terminato gli studi si trasferì in America dove frequentò l’università e
aiutò la ragazza a preparare gli esami a casa, visto che non poteva frequentare
i corsi. Lui divenne avvocato, mentre Miyu voleva utilizzare la laurea in
giurisprudenza per lavorare come PR. Nel frattempo, la loro bambina aveva già
cinque anni, e Miyu e Kanata entrarono subito nel mondo del lavoro. Kanata iniziò
a lavorare in uno studio legale, mentre Miyu aveva ottenuto l’incarico di PR
alla Nasa. Un anno dopo si sposarono, e ora assieme a Miu erano una vera
famiglia. Trascorsero altri anni, e entrambi iniziarono a sentire mancanza dei
vecchi amici. Dopo un ulteriore anno, Miyu riuscì ad ottenere il trasferimento
in Giappone, e Kanata aveva la possibilità di aprire un suo studio. Siamo
arrivati ad oggi, dopo due mesi circa dal trasferimento.
Decisero di tornare a casa,
dovevano aiutare Hosho a preparare i bagagli per un nuovo pellegrinaggio.
Arrivati al tempio non trovarono nessuno, solo un biglietto del padre di Kanata
che li avvertiva che aveva fatto da solo, e presto avrebbe fatto avere loro sue
notizie. In quel momento sentirono un forte rumore provenire dal giardino:
Miyu:-Ma cosa sta succedendo
fuori?
-Aspetta qui, vado a vedere
io –Kanata uscì e si trovò davanti quello che non avrebbe mai immaginato: suo
figlio.
-Lou?!
-Ciao papà!- Kanata stentava a riconoscerlo, certo, il viso era sempre quello del suo
bambino, ma ora era, era cresciuto! Davanti a se aveva un ragazzo alto,
biondissimo con due grandi occhi blu.
-Lou, ma quanti anni hai?
-Diciassette, ma…papà cos’è
quella faccia? Non mi riconosci?
-Sei…sei cambiato, sei grande.
Vieni qui! –Si abbracciarono, e Lou ricordò a Kanata che la madre aveva
mantenuto la promessa che gli aveva fatto. Poco dopo uscì di casa Miyu:
-Kanata, ma cosa…Lou?! –Miyu
corse ad abbracciare il figlio, quasi lo strangolò.
-Mamma! Ah…
-Ah, scusa Lou. Ma cosa…
come hai fatto a tornare? Come mai sei tornato?
-Ora ho diciassette anni, ho
preso la patente spaziale. Grazie a quella posso viaggiare nello spazio, e sono
venuto subito a trovarvi. Come state? Siete cambiati, nelle foto che Baumiao mi
ha fatto vedere siete molto più piccoli!
Kanata: -Sono passati
diciassette anni anche per noi, ma Baumiao non è con te?
-Gli sarebbe piaciuto venire, e vi saluta, ma ora è l’aliensitter
della mia sorellina, che ha cinque anni. Doveva rimanere con lei.
Miyu piangeva per la
felicità, cercando di parlare disse: -Quanto…quanto hai intenzione di
trattenerti?
-Quanto volete, i miei
genitori vi chiedono di sopportarmi per un po’!
Miyu lo riabbracciò e lo
baciò sulla fronte: -Puoi restare finché vorrai. Lou, non puoi capire quanto
sia felice di vederti!
Kanata:-Ok, ok, ora però
rientriamo.
-Kanata,sei un insensibile!
Mi dispiace anche per Miu che deve sopportarti!
Lou: -Ma chi è Miu?
Miyu: -Ah, tu non lo puoi
sapere. E’ nostra figlia.
-Vostra figlia?!
Kanata e Miyu si
guardarono:-Perché, cosa c’è di strano?
-No, niente, sono solo
sorpreso. Quanti anni ha?
-Quattordici.
Lou fece un piccolo calcolo
a mente:-Ma allora è nata quando voi avevate diciassette anni?!
Miyu arrossì leggermente:-Si
–Poi lei e Kanata raccontarono al ragazzo tutta la storia, che li ascoltava
attentamente e li guardava con uno sguardo incredulo. Arrivò l’ora di pranzo, e
mentre Miyu preparava un pranzo speciale, Kanata e Lou portarono i bagagli
nella stanza degli ospiti.
Lou: -Era questa la mia stanza?
-No, quella che era tua ora
è occupata da Miu. E’ in fondo al corridoio, valla a vedere. Io nel frattempo
vado da Miyu, avrà bisogno di una mano in cucina, imbranata com’è!
Lou sorrise divertito, poi
si avviò verso la camera. Era rimasto colpito dai suoi “genitori”. Il loro
rapporto era diverso da quello che Baumiao gli aveva descritto. Secondo i suoi
racconti quei due non facevano che bisticciare, mentre ora erano addirittura
sposati! Certo, da quello che aveva visto qualche battibecco c’era ancora, ma
era tra innamorati, niente di strano. Entrato nella camera, rimase deluso:
“Che schifo! Tipica stanza
femminile! E io avrei dormito in una stanza del genere? Certo, diciassette anni
fa non era così, però fa una strana impressione”
La stanza era arredata in
stile occidentale, il che stonava un po’ con il resto della casa, però era
logico. La ragazza aveva vissuto per quattordici anni in America, non la si
poteva abituare da un giorno all’altro a dormire su un futon! Oltre al letto
c’era un armadio in legno sullo stesso stile della scrivania e un divanetto.
Poi nell’angolo vicino alla finestra una specchiera. Le pareti erano ricoperte
da una carta da parati con motivo floreale, ma anche da poster di vari cantanti
e attori, e da fotografie. Lou si avvicinò alle fotografie, nella speranza di
riconoscere la figlia di Miyu e Kanata, ma non riuscì a vederle perché una voce
lo richiamò:
-Ehi! Tu chi sei, e che ci
fai in camera mia?
Lou
si voltò, una ragazzina lo osservava attendendo una risposta esauriente. Lou la
riconobbe subito come figlia di Miyu e Kanata, infatti aveva gli occhi identici
a quelli della madre, e i capelli erano dello stesso colore del padre.
Lou:-Sei Miu vero?
-Si, e tu chi saresti?
Entrarono nella camera i
genitori.
Miyu:-Ah Miu, sei rientrata,
non ti avevamo sentita.
-Mamma! Lui chi è?
Kanata:- E’ Lou, te ne
abbiamo parlato no?
La ragazza puntò il dito
verso Lou:-E questo qui sarebbe Lou?
Lou:-Perché, qualcosa non
va?
Miu si voltò ancora verso la
madre: -Ma era poco più di un poppante!
-Poppante a chi?!
Intervenne Kanata (non per
niente è un avvocato ndMisato): -Miu, lo vedi anche tu. Sono trascorsi
diciassette anni, non poteva rimanere un lattante per sempre!
A quel punto Lou alzò la
voce: -Papà! Ti ci metti anche tu?! E tu, grazie per il poppante.
Miu:-Di niente, dovuto.
Miyu:-Vi volete calmare?!
Miu chiedi scusa a Lou, e tu Lou si può sapere cosa ci facevi in camera di Miu?
-Volevo vedere la mia
stanza.
-Ma che stai dicendo?! Questa è la mia stanza!
Kanata:-Ragazzi, calmatevi!
Andiamo a pranzare.
-Si papà!- Risposero in
coro, dopo si fulminarono con lo sguardo. Durante il pranzo Miyu e Kanata
cercarono di far riappacificare i due, impresa non semplice. Ad un certo punto
Miu si alzò da tavola.
Kanata:-Che c’è Miu?
-Ho un appuntamento con i
miei amici tra un quarto d’ora. Devo andare.
-Non finisci di pranzare?
-Non ho molta fame, vado. Ci
vediamo stasera.
-Ciao.
Lou osservava Miu, sembrava
ancora arrabbiata. Poi la ragazza venne fermata dalla madre:
-Miu, perché non fai venire
anche Lou?
-Cosa?! Stai scherzando
vero?
-No, a te Lou non andrebbe?
Miu:-Mamma! Credo che ti
sfugga un piccolo dettaglio. Prima di tutto neanche lo conosco, poi esco con i miei
amici, lui non c’entra assolutamente niente!
Lou: -Lascia perdere mamma…
Miu: -E smettila di
chiamarla mamma, non è tua madre!- Poi scappò via, lasciando tutti a bocca
aperta.
Miyu:-Perdonala Lou, non so
cosa le possa esser preso. Di solito non si comporta così. Appena rientra a
casa le faccio vedere!
-No mamma, ha ragione.
Lasciala stare.
Kanata: -Lou, non dare peso
a quello che ha detto. Noi ti vogliamo bene come se fossi nostro figlio.
Lou sorrise, poi si alzò
anche lui dicendo che era stanco e aveva bisogno di riposare. Il pomeriggio
trascorse velocemente. Verso le sei, Lou che si era svegliato, avvertì i
genitori che sarebbe andato a fare un giro. Uscì e andò in centro. Per le
strade di Shibuya, si divertì ad osservare i terrestri, e le vetrine di alcuni
negozi di elettronica. Poi in un bar vide Miu da sola. Ma non era uscita con i
suoi amici? Rifletté un secondo, doveva andarle incontro o far finta di non
vederla? Era certamente arrabbiata con lui, forse era meglio parlarle prima di
rientrare a casa. Entrò nel bar e si avvicinò al suo tavolo mentre la ragazza
leggeva attentamente un volantino. Non si accorse di lui.
-Miu?
Lei si voltò con uno scatto:
-Ah, sei tu. Cosa vuoi?
-Ero uscito e ti ho visto
qui da sola. Non eri con i tuoi amici?
-Non credo siano fatti tuoi-
Prese la borsa e fece per alzarsi, ma Lou la bloccò con i suoi poteri –Ehi, ma…Sei
tu vero? Mi lasci andare?!
-Stai tranquilla, sono
entrato solo per chiederti scusa- Miu smise di dimenarsi –Non sarei dovuto
entrare nella tua camera.
-Cosa…- Si sedette
nuovamente –Non ti preoccupare, non è per quello che sono arrabbiata. Anzi, forse
non sono neanche arrabbiata. Solo un po’ triste.
-Non era per quello?
-No, anzi, scusami per
quello che ti ho detto. Sono un po’ impulsiva.
-Ti va di parlarne?
-Cosa?
-Dai, ti offro qualcosa…
Miu lo interruppe: -Non dire
cretinate. Non hai neanche un soldo terrestre, vero?
Lou rise per nascondere
l’imbarazzo per la figuraccia, quella ragazzina non era certo stupida!
Miu:-Lo sapevo. Però visto
che ti sei offerto di ascoltarmi ora rimani. Ti offro io qualcosa. Cosa prendi?
-Non lo so, non conosco
nessuno di questi cibi. Tu che prendi?
-Io una fetta di dolce al
cioccolato, la vuoi anche tu?
-Ok.
Poco dopo Miu tornò con due
piattini nelle mani.
-Grazie.
-Di niente.
-Allora?
-Allora cosa?
-Qual è il problema?
Miu sorrise: allora voleva ascoltarla
davvero! Poi ritornò seria: -I miei genitori.
-Miyu e Kanata?! A me
sembrano due normalissimi genitori, certo litigano spesso, però…
-Non è per i litigi, a
quello sono abituata, e comunque non litigano spesso. E’ per oggi. Forse, anzi,
sicuramente non te ne hanno parlato, oggi era il mio primo giorno di scuola
superiore, per di più in Giappone.
-Hai avuto problemi con la
lingua?
-No, i miei a casa hanno
sempre parlato giapponese. Quando sono arrivata a casa, mi aspettavo una marea
di domande, di attenzioni, invece eri arrivato tu. Non l’avrai notato, ma non
mi hanno chiesto niente. Le attenzioni di tutti erano focalizzate su di te. E’
per questo che a pranzo sono esplosa: quando tu l’ hai chiamata mamma mi sono
sentita esclusa, come se non facessi parte di quella famiglia.
Lou aveva capito
perfettamente il problema: -Non ti preoccupare, sono sicuro che stasera ti
chiederanno qualcosa.
-Non credo proprio,
conoscendoli! E poi penseranno di sicuro a chiedere tue notizie, sono anni che
non vi vedete! Mi sembra ovvio che il mio primo giorno di scuola passi in
secondo piano!
-Pensa quello che ti pare,
però secondo me la loro reazione è stata dovuta allo smarrimento iniziale: non
si aspettavano certo di rivedermi! Passato il momento, ti chiederanno di sicuro
informazioni! Ah, buono questo dolce!
Miu si stupì della velocità
con cui quel ragazzo aveva cambiato espressione. Un attimo prima parlava con
espressione seria, mentre ora decantava sorridendo la bontà del dolce. Rimase
un attimo ad osservarlo, non era affatto brutto quando sorrideva! Poi scosse
con decisione la testa, come per togliersi dalla mente certe considerazioni.
Lou: -Che hai?
Miu arrossì vistosamente:-No
niente, niente!
-Sei diventata rossa mentre
mi guardavi…non è che ti sei innamorata di me, vero?
-Cosa…cosa stai insinuando?!
Non ti far venie in testa strane idee, come potrebbe piacermi uno come te?!
Lou sorrise
maliziosamente:-Non lo so, dimmelo tu. Non sono io che arrossisco guardando un
ragazzo!
-Ma sei stupido? (frase
famosa…W EVA! ndMisato) Ma guarda questo, e io che credevo di aver parlato con
uno che aveva un po’ di cervello! Come non detto…
-Ehi! Calmati. Non mi faccio
strane idee su una ragazzina di quattordici anni, per di più una che dopo aver
visto un fusto come me nella sua camera mi ha dato del poppante!
-Non ti gasagonfiare troppo!
(ndRanKotobuki) A me sembra che ti calzi a pennello, e poi nessuno ti aveva
dato il permesso di entrare nella mia stanza! Probabilmente eri alla ricerca di
chissà cosa, sei solo un maniaco!
-Cosa cosa? Tu credi che sia
entrato nella tua stanza alla ricerca di biancheria?! Ti stai sopravvalutando
troppo- poi abbassò per un attimo lo sguardo sul petto di Miu –Porti appena la prima, giusto? Non ne
sarebbe valsa neanche la pena!
Miu era tutta rossa in viso,
incazzata nera (gioco di parole idiota! NdSanachan Non l’ho fatto apposta!
NdMisato). Tirò un ceffone a Lou, talmente forte da far voltare le persone che
erano sedute nei tavoli vicini. Poi si alzò e disse:
-Sei solo un esaltato!
Lou si massaggiò la guancia,
dolorante per il colpo ricevuto, poi mentre la ragazza usciva dal locale le
urlò dietro: -Ci vediamo a casa!
Miu era furibonda. Mai un
ragazzo si era permesso di dirle cose del genere! Tutt’altro, nonostante non avesse
sul serio molte forme, quel giorno a scuola parecchi ragazzi avevano cercato di
fare la sua conoscenza e le avevano chiesto il numero di cellulare.
“Che esaltato! Ma chi si
crede di essere?!”
Tornò a casa prendendo a
calci tutto quello che le capitava sotto i piedi. Davanti alla porta del tempio
esitò: ora avrebbe saputo quanto i suoi genitori la tenessero in
considerazione. Entrò cercando di farsi sentire il più possibile:
-Mamma, papà! Sono a casa!
Miyu:-Ah tesoro, sei
rientrata. Com’era il film?- Miyu era in cucina.
-Ehm…non mi è piaciuto
molto…
-Di cosa parlava?
Miu si trovò in difficoltà:
cosa si inventava ora? Poi le venne in mente la conversazione con Lou: -Era la
storia di un ragazzo, borioso e antipatico. Nonostante fosse carino non esitava
a prendere in giro le altre persone.
-Capisco- La madre apparve
sulla porta, mentre con un asciugamano tamponava le mani –Cambiando discorso,
prima nella confusione generale non sono riuscita a chiedertelo…com’è andata a
scuola?
Miu sorrise felice:-Benissimo,
non ho avuto problemi con la lingua, e visto che non ero l’unica a non
conoscere nessuno non mi sono sentita a disagio. Poi ho visto un sacco di bei
ragazzi, molti mi si sono presentati e mi hanno chiesto il numero di telefono,
che bello!
-Sono felice per te, spero
solo che tu non l’abbia distribuito a persone poco raccomandabili…
-Si mamma, lo so.
Si sentì chiudere la porta:
-Sono tornato!
-Ciao papà! Dove sei stato?
-Sono andato un attimo in
studio.
-Kanata, non è che per caso
hai incontrato Lou? Sono preoccupata, è quasi ora di cena…
-Si, mi ha chiamato. Ha
detto che sarebbe rientrato più tardi perché voleva passare a trovare gli
altri.
-Uffa, e io che mi stavo
impegnando in cucina per lui…
Miu e Kanata urlarono in
coro:-Significa che noi non meritiamo di mangiare cibo decente?
Miyu rise, padre e figlia
ragionavano allo stesso modo.
Dopo cena Miu andò in camera
sua. Aveva preparato lo zaino per il giorno dopo, e stremata per tutto quello
che era successo quel giorno, si buttò sul letto. Non pensò a quello che le era
accaduto a scuola, piuttosto pensò a Lou, pentendosene subito dopo:
“Non è ancora tornato,
chissà che fine ha fatto! Oh no, accidenti! Come mi viene in mente anche solo
di pensare a quello stupido? Se penso a quello che mi ha detto…ma magari viene
investito!” (ovviamente non dice sul serio, non ha manie omicide come la
sottoscritta…ndMisato).
Non riuscendo a prendere
sonno, Miu andò in cucina per prendere un bicchiere d’acqua. Guardò l’orologio,
era l’una, e i suoi genitori erano già in camera.
“Tsk, se fossi stata io a
non essere rientrata a quest’ora, chissà cosa mi avrebbero fatto!”
Poi sentì qualcuno
nell’ingresso, e cercò di fare il minor rumore possibile. Dal corridoio Miu
intravide Lou:
-Ti sembra orario per
rientrare?
-Ah scu…Ehi, Pensavo fosse
mamma!
-Spiacente, mamma è già a
letto.
Lou prese la palla al
balzo:-Sei rimasta ad aspettarmi? Eri preoccupata?
A Miu quasi andò di traverso
l’acqua: -Sei proprio uno stupido, mi stavo per strozzare! Ero semplicemente venuta
a prendere un bicchiere d’acqua! Incredibile, ritardatario e anche ostinato!
-Forse cara miss perfezione
ti sfugge che sono rientrato più tardi solo per farti un favore! Se fossi
tornato prima, sai che bella conversazione avresti fatto a cena con i tuoi?!
Miu non sapeva cosa dire,
era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata da un tipo come lui.
Lou:-Ora vado a dormire,
sono stanchissimo!
-Ah…-Lou era già tornato in
corridoio. Miu rimase con il bicchiere in mano per qualche minuto, non sapeva
cosa fare. Poi silenziosamente, prima di rientrare in camera passò davanti alla
stanza di Lou. Socchiuse leggermente la porta, ma tutte le luci erano spente
Miu:-Lou…grazie- Poi
richiuse e andò a dormire.