Ti amo. Ti amo.
Dimmi Justin,
quanto le hai aspettate queste parole?
Quanto tempo
hai fissato le labbra di Brian pensando come un ossesso che era davvero
il momento in cui le avrebbe pronunciate?
Ironia della
sorte, hai ricevuto questo regalo proprio quando meno te lo aspettavi;
nella serata della bomba al Babylon, tra vigili del fuoco e persone
ferite.
Mr. Kinney ha
ammesso di essersi legato indissolubilmente a un altro essere umano.
L’amore
ti cattura e Brian ha posto entrambi i polsi verso il sentimento per
eccellenza, guardandolo bieco; sai che Cupido avrà annuito,
lieto di chiudere le manette attorno ai polsi dell’uomo e che
quest’ultimo sbuffando si sarà congedato con un
“Cazzo, devo scopare così ora?”
Ridacchi,
leggero.
Puoi ancora
immaginare Brian venirti incontro e guardarti con sufficienza. Ed ecco
raggiungervi anche Cupido che è immediatamente fulminato dal
bel pubblicitario; viene ignorato comunque perché il
signorino alato sta svolazzando davanti a te. Lo guardi, incuriosito,
notando un qualcosa nel pugno della sua mano destra; la apre,
rivelandoti cosa racchiude.
Un qualcosa
dal colore dell’oro. Una chiave. La chiave.
Te la porge,
sorridendo. Fai un cenno del capo come ringraziamento e lo vedi
voltarsi e allontanarsi da voi.
Guardi Brian
ora, trovandolo con un sorrisetto ironico stampato in faccia.
“Allora
Raggio di sole, cosa farai? Mi terrai tuo prigioniero?”
Scuoti la
testa, scacciando via quell’assurda domanda.
La risposta
è così ovvia che temi che sia anche la
più stupida possibile.
Con quattro
passi gli sei davanti.
“Sarebbe
un problema?” Ti ritrovi a controbattere.
Ghigna ancora,
simulando non interesse.
Ed ecco che
esponi la tua teoria, sperando in cuor tuo di non deluderlo.
“Siamo
froci. Non abbiamo bisogno di lucchetti alle porte… e
nemmeno di manette ai polsi.”
Impugni
saldamente la chiave e porti la mano a compiere due brevi rotazioni che
fanno automaticamente scattare le manette. È libero, adesso.
Noti che ti
osserva con un sopracciglio inclinato mentre con un secco gesto si
libera del tutto i polsi e tu fai cadere la chiave a terra.
“Sicuro
Justin? Ora posso scappare se voglio.”
“Non
lo farai.” Ribatti fermamente e con una certa soddisfazione
accennata.
“Ah
sì?” Sta ridacchiando.
“Sì.
Mi ami. Quelle servivano solo per mettere a verbale
ciò.”
D’un
tratto ti arriva a un palmo dal naso e riesci a sentire il suo respiro
sul viso, perdendoti in quegli occhi.
“Solo
per questo?” Sussurra roco.
“Cos’ha
in mente Mr. Kinney?” chiedi affabile.
“La
risposta è sempre la stessa, Taylor. Sesso.”
Chiudi le
palpebre e ti lasci andare contro di lui.
“E
queste,” continua “Serviranno. Cosa ne dici se le
uso per immobilizzarti? Ho voglia di sentirti supplicare il mio
nome.”
Sorridi, per
niente imbarazzato.
“Lo
faccio sempre. Sei colui che mi ha salvato, Brian. Nel bene e nel
male.”
Osservi
divertito il suo sospirare.
“Ma
come, io cerco di sedurti e tu me ne viene fuori con una frasettina
smielata?”
Alzi le mani
in segno di resa. Si porta due dita alla tempia destra, sbuffando.
“E
va bene, Raggio di sole. Niente manette e niente sesso stasera. Faremo
un’altra cosa.”
Ascolti
incredulo le sue parole e apri un poco la bocca senza però
emettere nessun suono articolato.
“Queste
via.” Lascia cadere le manette a terra e con un tonfo toccano
il duro terreno.
“Quella
invece riprendila.”
Non capisci
inizialmente a cosa si riferisce, finché seguendo il suo
dito vedi la chiave dorata luccicare per terra.
Ti chini e
ubbidisci, afferrandola con la mano destra.
“Posso
tenerla?”
“Ha
lo stesso significato delle manette ai miei polsi ed è molto
meno scomoda. È tua.”
Boccheggi per
qualche secondo.
“Vuol
dire che-”
“Che
se la fai vedere a qualcuno sei morto.”
Sorridi un
poco.
“Ovvio.”
Affermi candidamente.
“Bene.
E ora andiamo.”
Pieghi un poco
la testa.
“Dove?”
“A
fare quella cosa che ti dicevo prima.”
“Che
sarebbe?” domandi, incuriosito.
Dopo aver
ghignato un’altra volta ti dà le spalle,
cominciando a camminare. Ed ecco che senti arrivare la sua risposta,
forte e chiara.
“Ciò
che affermi di aver fatto con me la prima volta che sei entrato nel
loft.”
Il respiro si
mozza tutto d’un tratto e il cuore fa su e giù nel
tuo corpo, facendoti dolere ogni muscolo per le pulsazioni.
Senza
aggiungere altro ti slanci verso di lui e sa di averti al suo fianco
adesso.
Osservi la
chiave custodita nella tua mano, mordendoti le labbra per non ridere
come una ragazzina.
“Ti
amo Brian Kinney.”
E la chiave
risplende, rispondendo al suo posto.
Cosa dire, ho
conosciuto per caso Queer as Folk e ne sono rimasta stregata.
Soprattutto da
loro due, la coppia per eccellenza della serie a mio parere.
Amo Justin.
È il mio personaggio preferito, l’ho adorato fin
dalla prima volta che l’ho visto.
E Brian, beh,
lui è semplicemente Brian; la sua personalità mi
ha catturata. Sì, adoro anche lui.
È
la prima fanfic che scrivo in questa sezione, spero solo di aver
mantenuto i caratteri IC, mi spiacerebbe troppo rovinarli.
Grazie per la
lettura, un bacio ^^
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