uri 1
Un
ritorno inaspettato
1° capitolo: L'incubo
È
una notte buia, il cielo ricoperto di nubi che nascondono i raggi
luminosi della luna.
Sono
ancora uscito di nascosto dal college dove mi hanno spedito i miei...
eppure a 20 anni credo di sapermela cavare da solo.
Passeggio
tranquillo lungo il marciapiede, per la strada non passa nemmeno una
macchina, piuttosto strano visto che si tratta di una statale...
Ci
sono 2 persone in fondo alla via... un uomo e una donna.... sono
illuminati dalla fioca luce del lampione che si accende e si spegne
ripetutamente. Ma! Aspetta! Quelli sono i miei genitori! Che ci fanno
lì? A quest'ora, poi!?
Forse
sono venuti a cercarmi, è meglio se li raggiungo...
Tic...tac...
Cos'è
stato?
Tic...tac...
Intorno
a me si fa ancora più buio, l'unico punto di luce è sotto quello
stupido lampione, che non resta acceso, dove si trovano i miei...
Muovo
alcuni passi verso di loro, ma non riesco a raggiungerli!
Tic...tac...
Comincio
a correre, ma la luce è sempre più lontana...
Mio
padre si sporge sulla strada e alza un braccio per chiamare un
taxi... perchè lo fa? Per strada non c'è nessuno!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
Questo
ticchettio si fa sempre più vicino, sta diventando insopportabile!
Sta
arrivando l'auto, vedo le luci dei fanali...
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
No!
Se ne stanno andando! Devo raggiungerli! Ma più corro e più mi
sembrano lontani! Sento le gocce di sudore inumidirmi la fronte per
poi scivolare lungo le mie guance...
Devo
fermarli!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
In
quella macchina c'è una bomba! Non devono salire! No!
Provo
a chiamarli, ma la mia voce non esce! No! Stanno salendo!
Devo
salvarli! Dalle mie labbra non escono le parole che cerco di gridare!
L'auto
si mette in moto, senza neanche accorgermene mi passa di fianco ad
una velocità inaudita, riesco a vedere il viso dei miei, i loro
sguardi sono rivolti verso di me... Non capiscono quello che dico!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
Devono
scendere!!!
Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...
Devo
fermare quell'auto!!!
Bip...
Bip... Bip...
BUM!!!
L'auto
viene avvolta dalle fiamme, esplodendo...
NOOOOOOO!!!!
-NOOOOO!!!-
-Tony! Svegliati!!!
Svegliati!!!-
Aprì gli occhi e scattò
seduto, ansimava ed era tutto sudato.
-Va tutto bene?! Stavi
urlando!- esclamò Pepper svegliata dalle urla improvvise di Tony.
Aveva il fiatone, il cuore
che batteva all'impazzata e sgranava gli occhi non capendo cos'era
successo e dov'era...
-Tony?- disse la compagna
richiamandolo, per non aver ottenuto risposta. Gli passò una mano
sulla guancia, girandogli il viso verso di lei per incontrare il suo
sguardo smarrito.
Gli ci vollero un paio di
secondi per farsi un quadro completo della situazione. Era stato
solamente un incubo, cominciò a respirare più lentamente e i
battiti si fecero più regolari.
-Un incubo...- enunciò
appoggiandosi allo schienale del letto. -Scusa se ti ho svegliato...-
-Adesso stai bene? Ne vuoi
parlare?- chiese lei apprensiva.
-Ho sognato l'incidente
dove hanno perso la vita i miei genitori... cercavo di fermarli, ma
non ci sono riuscito... non mi sentivano... e... la macchina è
esplosa...- enunciò ancora confuso del perchè di quell'assurdo
incubo, non gli era mai successo prima di sognare i suoi genitori.
-Ti è mai successo
prima?- domandò Pepper preoccupata.
Lui negò col capo. -Stai
tranquilla, ora sto bene...- disse sorridendole.
-Devi esserti preso un
bello spavento, hai bagnato tutte le lenzuola con il sudore!- esclamò
facendogli notare la leggera coperta completamente bagnata.
-Wow! È meglio se vado a
farmi una doccia! Sono già le 8 e dovremo anche svegliare Anthony.
Pensi tu a togliere questo sudiciume?- domandò Tony guardando l'ora.
-Non preoccuparti ci penso
io! Va pure a farti una doccia rilassante!- esclamò cercando di
rassicurarlo un po'.
Si mise seduto,
appoggiando i piedi sul gelido pavimento, si passò le mani tra i
capelli, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e rimanendo fermo in
quella posizione a guardare un punto fisso.
Cosa voleva dirgli quel
sogno? Cosa significava?
Queste domande gli
tempestavano la testa e non riusciva a trovare delle risposte.
-Ehy! Non preoccuparti!-
esclamò Pepper, riportandolo con i piedi per terra. Gli circondò le
spalle da dietro, abbracciandolo.
Tony girò il capo verso
di lei guardandola negli occhi, lei gli sorrise.
-Era solo un
incubo!-esclamò tranquillamente, allora lui le sorrise, forse aveva
ragione, e la baciò.
-Ora preparati che
dobbiamo andare! Intanto che ti fai la doccia, io vado a svegliare
Anthony.- disse Pepper alzandosi, ma venne subito bloccata.
-Aspetta un secondo! Anche
tu dovresti farti una doccia, eri vicino a me e sono tutto
sudaticcio!- disse guardandola con sguardo malizioso.
-Ma non mi hai toccato!-
esclamò lei avendo già capito le sue intenzioni.
-Come no! E questi?- disse
cominciandole a baciare il collo.
-Ti prego! Siamo già
tardi!- esclamò ridendo alle avances di lui.
-Avanti, principessa,
dovremo pur farci belli! E poi le persone importanti si fanno sempre
aspettare!- esclamò prendendola tra le braccia e portandola verso il
bagno della camera.
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Dopo essersi finito di
preparare, Tony raggiunse Pepper ed Anthony in cucina, dove il
piccolo stava facendo colazione.
-Buongiorno, papà!-
esclamò il bambino appena vide il padre varcare la soglia della
stanza.
-Ehilà! Dormito bene?!
Sei pronto per questa bella giornata?- domandò Tony accarezzandogli
la testolina con i capelli tutti arruffati.
-Sono prontissimo! Mi fai
fare un giretto sull'SR-71? Vero!?- chiese speranzoso il bimbo,
mentre addentava una brioche.
Quella mattina andavano
alla base Edward Air Force, dove Tony doveva discutere di alcune
pratiche con l'esercito.
-Certo! Sfrecceremo per i
cieli alla velocità della luce!- esclamò Tony, ma subito fu
fulminato dallo sguardo della compagna, che non aveva la minima
intenzione di mettere in pericolo la vita del suo adorato bambino.
Allora Tony si corresse
immediatamente: -Dobbiamo prima chiedere al colonnello Rhodes, se
possiamo usarlo...-
-Uff! Rhody di sicuro dirà
di no! Vabbè... Però quando sarò più grande, oltre a fare il
lavoro che fai tu, diventerò un pilota dell'esercito!!!- esclamò
Anthony ormai già sicuro della sua scelta professionale.
Tony si sedette a tavola
versandosi una calda e fumante tazza di caffè, rimase a contemplare
il colore scuro della bevanda e il suo pensiero si spostò ancora
sull'incubo fatto e quale significato poteva avere.
-Non ci pensare!- disse
Pepper poggiandogli una mano sulla spalla e riportandolo con i piedi
per terra.
Lui le sorrise cercando di
mascherare i suoi pensieri e i tormenti riguardo quel sogno, poi
cambiò subito discorso.
-Per quale motivo dobbiamo
andare alla base Edward Air Force, se potevano venire loro alla Stark
industries?-
-Perchè sei tu che devi
chiudere il contratto e soprattutto sarebbe scortese far muovere
l'esercito solo per un tuo capriccio! Poi almeno rivedi Rhody è da
tanto tempo che non lo senti, potreste scambiarvi 2 parole...-
rispose lei buttandola lì.
-Sì, è vero! È da tanto
che non lo sento... mi sembra un'ottima idea!- esclamò non avendo
pensato ai lati positivi della giornata.
-Allora andiamo a trovare
anche Rhody?!?- domandò il bimbo entusiasta di rivedere l'amico del
padre.
-Ovvio, se lavora lì, mi
sembra più che giusto... Così ci farà sfrecciare per i cieli con
l'SR-71!!!- esclamò Tony sollevando il figlio e facendo finta di
farlo volare in aria.
-Siiiiiiiiiii!!!- esclamò
Anthony divertito.
Continua...
Ciao! Eccomi tornata!
Spero che come inizio vi invogli a
continuare a seguirmi... Che vorrà dire quel sogno? Mah!
Il sogno è il mio primo scritto in
prima persona... è ed il primo stralcio scritto così, cmq ho preso
la mano e ora riesco a cavarmela anche in quel campo!
Che altro dire? Bhè... se sono
riuscita ad incuriosirvi seguite la mia storia! ; )
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