Slasha anche tu
personaggi che nessuno conosce ù-ù
Il problema principale è che quando ho visto questo video
(http://www.youtube.com/watch?v=E7eA9sl2bk4&feature=related)
e se andate all'ultimo ma proprio ultimo minuto lo sguardo
che il cantante rifila all'altro è tipo "Ti spoglierei ora e
ti farei tanto ma tanto urlare".
Quindi ho pensato che il mondo ha bisogno dei Kasabian e del loro slash
*-*
Non so neanche se esistono altre fiction del genere, ma hey, sono
anticonformista ù_ù
Farà schifo non so neanche se qualcuno la legga, ma eccola a
voi *.*
La canzone che viene citata non è Underdog come nel video,
ma Thick as Thieves, mi sono presa un paio di licenze poetiche che
spero che non diano fastidio <3
.Thick
as Thieves.
Anni che suonavano, forse anche troppi, e combinavano ancora casini del
genere. Avevano fatto uscire il loro secondo singolo "Thick as Thieves"
così denso dei sentimenti di Tom da far quasi male ogni
volta che lo sentiva alla radio oppure nel bar dove, solitamente faceva
colazione, erano stati chiamati in una trasmissione radiofonica, una di
quelle che non hanno un maledetto studio da poter contenere quattro
persone e tutte le loro attrezzature e l'unica soluzione plausibile era
una versione acustica.
Nessuno di loro aveva ipotizzato una versione acustica di quella
canzone - come invece era successo con Fire, ma l'avevano
già più volte suonata in quell'emittente
radiofonica, volevano qualcosa di nuovo- e non era una cosa facile
farla in meno di dieci ore.
« Siamo
nella merda. » aveva commentato Ian entrando nel piccolo
soggiorno dell'abitazione di Sergio, dove spesso si rifugiavano per
incidere o per passare un po di tempo in tranquillità « No
aspetta, il mio strumento non centra in quella piccola saletta. Quindi
voi tre siete nella merda! »
« Ti
faccio suonare il tamburello se non la smetti. » aveva
commentato acido Sergio posando sul tavolino di legno la sua birra
ancora fredda « Ci
siamo tutti e quattro nella merda, indipendentemente da chi si deve
esibire. Quindi non vi muovete di qui fino a quando non avremo la
versione acustica! »
«
Sinceramente non ho mai visto una versione acustica con
l'accompagnamento di un basso, quindi no, la colpa è vostra
e ve la spicciate fra di voi! Sempre se non volete sempre suonare la
versione acustica di Sweet Escape di Gwen Stefani! » aveva
commentato esuberante Chris « Ergo
fate come volete io me ne torno a casa, anzi... Ian che ne dici di una
birra? »
Tom non aveva parlato per tutto il tempo di quella stupida discussione,
era ovvio che alla versione acustica dovevano pensarci lui e Sergio, ma
sperava che Ian conoscendo la loro "situazione" si prodigasse per lui
accettando di usare il tamburello così da non dover far
altro che scuoterlo senza pensare agli accordi o alle cose simili,
invece non gli era balenato minimamente quel pensiero, anzi se ne era
andato via da quella casa il prima possibile. Forse l'aveva fatto
apposta, forse lo aveva fatto per farli tornare insieme, ma era
possibile quanto che un T-rex fosse sopravvissuto al meteorite e fosse
ancora vivo al centro della terra tra il magma e tutta quella roba
lì.
« Pezzi
di merda. » aveva commentato Sergio a denti stretti mentre si
dirigeva verso la sua chitarra « Tu
canta fai quello che vuoi. Io vado in giardino a cercare di arrangiare
qualcosa. »
Tom aveva fatto cenno di sì con la testa, mentre raccattava
dal borsello l'ipod e se ne andava verso il bagno, aveva la stupida
convinzione che quella fosse l'unica stanza con l'acustica migliore, ma
anche perché era la stanza più lontana, quella
dove Sergio non l'avrebbe né sentito né visto.
Si era messo a terra tra il lavandino e la vasca da bagno, la porta
chiusa a chiave e la musica ad alto volume nelle orecchie. Non sapeva
quanto tempo era rimasto seduto a cantare nel miglior modo possibile,
anche senza musica come accompagno. Forse era pronto ad uscire da
lì, ma non aveva alcuna voglia di farlo, non voleva
incontrare gli occhi cattivi e forse acidi del suo chitarrista, non
voleva neanche sentire quello che aveva prodotto, voleva che fosse
tutta un'improvvisazione, non voleva e non poteva sentire gli accordi
uscire dalla chitarra di Sergio e non voleva cantare solo con lui
quella canzone che, tra l'altro, era solo ed esclusivamente per lui.
Era già difficile cantarla in uno studio circondato solo da
apparecchi tecnologici e microfoni, figuriamoci in un piccolo studio
radiofonico vicino a Sergio, a stretto contatto con lui. Dopo
quell'esperienza avrebbe dovuto seriamente cambiare lavoro, magari
darsi all'agricoltura oppure alla piantagione di caffè nel
Brasile.
Aveva guardato l'orologio al polso, era abbastanza tardi da poter
tornare nella sua abitazione, la sua parte l'aveva fatta, riusciva a
cantare quella canzone senza l'accompagnamento della batteria,
diventata ormai una delle poche cose che ascoltava sul palco, l'unica
cosa che lo guidasse nelle sue stesse canzoni. Aveva girato
più volte la chiave fino a quando non aveva sentito la
serratura della porta fare il classico rumore ,aveva perto la
porta e si era ritrovato di fronte Sergio, non molto di fronte per la
verità, era seduto con la sua chitarra tra le mani e con le
spalle alla porta del bagno.
« Non
è ancora perfetta. Dovresti ascoltare il ritmo della
chitarra, non puoi cantarla con l'ipod nelle orecchie. »
aveva commentato offrendogli una delle due birre che teneva di fronte
ai suoi piedi « Credi
di riuscire a cantarla di fronte a me? »
Tom aveva fatto cenno di sì anche se in realtà
non ci credeva neanche lui che fosse possibile farlo, c'era troppo di
lui in quella canzone o forse di loro.
«
Abbiamo sbagliato a metterla come singolo? Ce ne sono molte che sono
più belle di questa, siamo ancora in tempo per cambiarla.
» aveva commentato mentre il suo stomaco e la sua mente si
aggrovigliavano nella solita sensazione di ansia che la vista di Sergio
gli procurava da un po.
«
Quanto ci sei legato a questa canzone? » aveva chiesto mentre
stappava la bottiglia di birra e la sorseggiava il più
velocemente possibile.
«
Perché fai domande di cui conosci già le
risposte? »
«
Perché se eri davvero così legato a questa
canzone l'avresti messa come primo singolo e non come secondo ed ora
non avresti tutti questi pensieri negativi sulla sua uscita! Ci hai
messo tutto di te qui dentro, di noi e sembra che ora non te ne importi
più nulla, come se anche questa canzone fosse uno sbaglio,
come la nostra storia d'altronde. C'è qualcosa di buono che
ti ho lasciato? »
Non l'aveva mai vista da questo punto di vista, non l'aveva mai vista
come una cosa a due, come se a soffrire o a farsi del male fosse stato
solo lui, come se quella canzone appartenesse
solo a lui e non a loro due.
«
Allora cantiamola, no? » aveva chiesto riprendendosi e
sedendosi al suo fianco.
Sergio aveva sorriso, o meglio aveva stirato le labbra fino a formare
un piccolo sorriso. Tom aveva preferito guardare la chitarra e le sue
mani che vi correvano veloci provocando un paio di suoni. Non era
venuta perfetta, l'avevano provata fino alle cinque del mattino, dopo
di che si erano addormentati sul divano come ai vecchi tempi. A
svegliarli era stato Ian, ormai abituato a quei due abbracciati o
aggrovigliati - anche se erano sei mesi che non succedeva
più-. Forse Tom non si era mai sentito così pieno
di vergogna, un tempo era l'abitudine, ma ora non era nient'altro che
un qualcosa che non succedeva da tempo.
« Non
fare quella faccia, non abbiamo fatto nulla. » aveva
commentato Sergio rivolto verso Ian che aveva annuito poco convinto « Vuoi
controllare il mio sedere? »
Ian si era lasciato andare in un verso schifato mentre usciva dal
salotto per fumarsi una sigaretta. Tom aveva dato la precedenza a
Sergio per la doccia, era sempre casa sua in fin dei conti, doveva
prenderla lui tutta l'acqua calda che la caldaia poteva contenere.
Senza neanche fare colazione o bere qualcosa di caldo si era diretto
verso Ian sfilandogli dalle labbra una sigaretta, già accesa.
« Hey,
devi mangiare prima. » aveva urlato Ian cercando invano di
riprendersi la sigaretta, ma Tom era sempre stato più veloce
ed intelligente di lui, non era una novità che non riuscisse
a riprendersi quell'ammasso informe di tabacco e cartina.
« Io
sono abituato a non fare colazione, lo sai. Comunque brutto bastardo,
come è andata la serata? »
«
Abbiamo rimorchiato due che sembravano la fine del mondo, ma sai che
quando l'alcol finisce il suo effetto... le cose appaiono come sono
realmente. Ci ho messo tre ore a lavarmi perché avevo paura
che quella cosa informe avesse la rabbia. »
Tom aveva riso fino a quando non si era quasi strozzato con il fumo
della sigaretta.
« Siete
gli essere più stupidi che io abbia mai visto sulla faccia
della terra, ne sei cosciente? »
« Si
vede che non ti sei mai visto nello specchio. Quello non era un
risveglio da amici, lo sai, e soprattutto quello che state per fare
oggi è un grande passo, vedi di giocare le tue carte e non
farlo per noi o per la band, ma per te stesso. »
«
è un discorso chiuso, lo sai benissimo. »
Ian aveva scrollato le spalle, mentre si girava un'altra sigaretta.
[...]
Si poteva dire che ormai erano grandi amici dello Speaker di quella
radio, era la quarta o quinta volta che si esibivano in diretta
nazionale, ormai conoscevano i trucchi del mestiere e soprattutto
sapevano quello che potevano o non potevano dire.
Le telecamere dell'emittente erano troppo vicine ai loro volti,
sicuramente si sarebbe vista qualsiasi ruga o qualsiasi imperfezione
della loro pelle. Tom si chiedeva sempre se lo facessero apposta per
fargli apparire più umani o fosse un errore dovuto al poco
spazio della saletta. Lo speaker aveva interrotto i suoi
pensieri annunciando il titolo del loro nuovo singolo. Sergio aveva
cominciato a suonare la chitarra tenendo gli occhi fissi sul microfono
che si trovava di fronte a lui, mentre lui alternava lo sguardo dalla
figura di Sergio a quella del microfono, sembrava leggermente
psicopatico, ma non riusciva a tenere i suoi occhi troppo a lungo
lontani dal ragazzo ricurvo sulla sua chitarra.
«And hey oh, where did it go? When did we lose our sight?» aveva
cantato guardando Sergio che aveva scrollato le spalle come se fosse
realmente rivolta a lui quella domanda. Rispondendo a suo modo,
anticipando la strofa successiva.
«
I Gave you all the high skies but you gave me
night. »
E Tom come previsto dalla canzone aveva sospirato « Let
the lights sing again. »
Sergio gli aveva sorriso, la telecamera gli aveva ripresi, ma nessuno
conosceva veramente la vera stesura del testo, nessuno poteva
permettersi di giudicare la loro licenza poetica della performance e
nessuno avrebbe mai saputo la reale valenza di quelle parole.
Quando la musica era finita ed anche le parole da "dirsi", Sergio aveva
guardato tom nell'unico modo che gli era concesso, quello sguardo
innamorato e perso che non vedeva da fin troppo tempo, del quale aveva
persino pensato di esserselo sempre immaginato. Non era ancora
abbastanza, ma era pur sempre un inizio per tornare magari "amici per
la pelle".
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