Secondo
Capitolo.
Sono appena atterrati all’aeroporto di Kiel, in
Germania e, con le borse appena recuperate, si avviano
all’entrata dove i nonni hanno detto si sarebbero fatti
trovare.
Uscendo dall’ aeroporto vengono attirati da un piccolo
cartello bianco con su scritto Wilkommen im Kiel Fie, Kim e Tim, per
cui si avvicinano lentamente, incontrando il fratello del padre di Kim
e Tim, con la sua famiglia composta dalla moglie e da due figli maschi.
Si salutano e tra vari complimenti e affermazioni, salgono in macchina
mentre due spaesati Kim e Tim osservano i loro due cugini,
rispettivamente di un anno più piccoli, avendoli visto per
l’ultima volta, tanti anni prima.
Una mezz' oretta di viaggio e, finalmente, riescono ad arrivare a
Neumunster, a casa dei nonni. Ricevono una calorosa accoglienza anche
da parte dei nonni, ed un seguito la proposta di riposarsi un
po’ nelle due camere degli ospiti preparate per
l’occasione, una per Sophie e l’altra per Kim e Tim.
Ed ora eccoli lì: Tim addormentato sul letto e Kim intenta
ad osservare il soffitto, leggermente assonnata ma non tanto da farla
crollare per la stanchezza.
E’ tardo pomeriggio ed il sole è già
sceso da un po’, quando Tim e Kim decidono di scendere al
piano di sotto. Scese le scale incontrano il nonno intento a guardare
la televisione in salotto con un giornale piegato nel posto del divano
accanto, ed in cucina la madre e la nonna intenta a preparare la cena e
ad apparecchiare la tavola, chiacchierando tra loro.
“Ragazzi” li saluta la nonna, mescolando nella
pentola posta sopra il fuoco. “Avrei voluto farvi visitare la
città ma, oramai si è fatto tardi. Se
sarà possibile e, non farà molto freddo, domani
mattina mi accompagnate al supermercato che devo fare gli ultimi
acquisti per il pranzo di Natale e vi faccio vedere un po’ la
città.” Dice sorridendo.
I due annuiscono, prendendo posto a tavolo. “Peter, spegni la
televisione e vieni in cucina, è pronta la cena.”
Grida la nonna, per farsi sentire dal marito, dall’altra
stanza e, così, poco dopo, anche il nonno è
seduto a capotavola mentre si cominciano a fare i piatti.
Finita la cena, Tim ed il nonno vanno in salotto mentre Kim, la madre e
la nonna rimangono in cucina per sparecchiare poi, Kim torna nella
camera che occupa durante il periodo delle vacanze, mentre le altre
vanno anche loro in salotto.
Il sole che lentamente sorge, si fa spazio a forza tra le spesse nubi
grigie che sovrastano il cielo della cittadina di Neumunster. Alcuni
tenui raggi entrano dalle cortine socchiuse della finestra, svegliando
delicatamente Kim, che si alza e rimane seduta sul letto per un lungo
tempo, stropicciandosi stancamente gli occhi, prima di scendere dal
letto e andare in bagno per sciacquarsi il viso per svegliarsi, per poi
andare al piano di sotto per fare colazione. Scendendo le scale, viene
attirata da un dolce profumo di biscotti appena sfornati provenienti
dalla cucina, infatti, appena entra nella stanza vede la nonna con
delle presine in mano trasportare un vassoio appena uscito dal forno
con dei biscotti fumanti.
“Buongiorno” saluta la ragazzina, attirando
l’attenzione della nonna su di sé, la quale, alza
il viso e sorridendo le dice “Gutten Tag”,
appoggiando il vassoio sopra i fornelli e prendendo un piattino
decorato con motivi floreali sul quale trasporta i biscotti.
Kim si siede, rovesciando la tazza messa capovolta sopra una
tovaglietta e, versandosi del tè caldo dalla caraffa
aggiungendo due cucchiaini di zucchero.
“Penso che l’idea proposta ieri di fare un giro per
Neumunster non sia fattibili. Non vorrei svegliare Tim”le
dice la nonna, smettendo per un momento d sistemare i biscotti.
“Se vuoi, posso svegliarlo io. Non c’è
alcun problema” le dice Kim, prendendo uno dei biscotti
zuccherosi sopra il tavolo.
“No, tranquilla. Uscirò da sola a fare la
spesa.” Le dice.
“Nonna, se vuoi posso andarci io. Avevo intenzione di fare un
giro e, non sarebbe un problema per me andare al supermercato e fare
spesa” propone la ragazza.
“Non vorrei costringerti, sebbene mi faresti un grande
piacere”.
“Nessun problema, nonna, vado io” finisce di bere
il suo tè e poi ritorna nella sua stanza per lavarsi e
vestirsi.
Fa una doccia veloce ed in accappatoio gira per cinque minuti buoni
alla ricerca di qualche cosa da indossare, optando poi per una maglia a
righe bianche e nere ed un paio di jeans chiari con ai piedi gli
stivali bianchi comprati la settimana prima.
Si posta davanti allo specchio per sistemare i capelli, decidendo di
legare i capelli castani, in due codini ai lati della testa con due
fermagli neri lasciando, in questo modo, il viso scoperto e la leggera
spruzzata di lentiggini che le colorano appena il viso, allo scoperto.
Si specchi un’ultima volta, decidendo che per questa volta
può anche non mettersi neanche un filo di trucco e prende
una borsa non tanto grande in cui mette il suo portafoglio, un piccolo
blocco-notes- che deve avere sempre con lei-, una penna biro che scrive
nero, il suo inseparabile I-pod ed un pacchetto di fazzoletto.
Prima di uscire dalla sua stanza si ferma a lasciare un messaggio sul
comodino per il fratello e poi si decide a scendere. In cucina la nonna
le lascia la lista della spesa e cinquanta euro, poi prende il suo
giaccone corto nero ed esce di casa dirigendosi verso la prima fermata
dell’autobus, che ha visto il pomeriggio prima quando
è arrivata, intenzionata a raggiungere Kiel.
Lungo il tratto a piedi ad un certo punto è costretta ad
accelerare il passo a causa della pioggia che comincia a scendere;
solamente quando arriva sotto il piccolo riparo della fermata
può fermarsi, perché al riparo ma, è
costretta a rimanere in piedi per mancanza di una panchina.
Nell’attesa, decide di prendere il suo mp3 e di cominciare ad
ascoltare la musica, pur di passare il tempo e così lo
accende, impostando un volume abbastanza basso, in modo tale da
riuscire a captare ogni più piccolo rumore ed è
anche per questo motivo che riesce a sentire dei passi avvicinarsi e
vedere un ragazzo moro avvicinarsi e posizionarsi sotto la tettoia.
All’inizio non gli da grande importanza e quindi non gli
presta molta attenzione ma, mentre Kim decide di abbassare il cappuccio
del suo giaccone, riesce a vederlo meglio e, da subito, viene attirata
dagli occhi di un grigio chiarissimo.
E’ a questo punto che si rende conto di non conoscere
minimamente la città di Kiel e quindi, di non sapere neanche
dove trovare un supermercato per cui, facendosi forza per superare la
timidezza che da sempre l ostacola un po’ nelle relazioni, si
rivolge al ragazzo.
“Scusami, forse potresti aiutarmi. Dovrei andare a Kiel a
fare spesa ma, non so dove potrei trovare un supermercato”.
Sentendosi parlare così tranquillamente in tedesco, si
accorge che, eccetto per un piccolo accento tendente al gaelico,
potrebbe essere scambiata per tedesca senza nessun tipo di problema.
“Alla seconda fermata, arrivata in città,
è nella prima traversa a destra. Non puoi
sbagliarti.” Le dice sorridendo cordiale.
“Grazie” ricambiando il sorriso, mentre il rumore
di una macchina li fa voltare entrambi verso sinistra e vedere il mezzo
fermarsi davanti alla fermata dell’autobus ed il finestrino
abbassarsi ed il viso di un ragazzo fare capolino da questo.
“David, dai, salta su!” ed il ragazzo che Kim
capisce chiamarsi David, le rivolge un ultimo saluto per poi correre in
auto e poco dopo questa parte, lasciando una piccola scia di acqua che
colpisce anche Kim che si ritrova leggermente bagnata fino alle
ginocchia.
Non ha tempo di inveire contro il conducente della macchina
perché il suo autobus si ferma e deve salire.
In poco più di una mezz’ora è scesa a
Kiel e seguendo le indicazioni del ragazzo, riesce a raggiungere il
supermarket nel quale compra tutto ciò che gli è
stato elencato dalla nonna e, solamente in u quarto d’ora,
riesce ad uscirne e, soprattutto, portando solamente tre sacchetti,
neanche troppo pesanti.
Rientrata casa, lascia la spesa in cucina.
“Questa sera andiamo in centro. Tutti gli anni, sotto la
vigilia c’è una piccola recita dei bambini e poi
qualche esibizione generale di compaesani” le dice la nonna,
infornando il pollo per il pranzo e compiendo questo gesto non le
riesce di vedere la faccia leggermente scocciata della nipote
Esibizioni delle elementari e di cori in vestiti tipici “E ci
sono diversi stend. Faremo cena lì, ci sarà anche
tuo zio Markus con la famiglia.” Continua a spiegarle la
nonna e a lei non resta che annuire.
Dopo di che, torna nella sua stanza dove trova Tim intento a leggere
lungo sul letto. Sentendo la porta aprirsi con un leggero cigolio, alza
appena lo sguardo dalle righe scritte.
“Saputo il programma serale?” le domanda Kim,
buttandosi di peso sul letto, con un leggero sbuffo finale.
“Ti riferisci ad una tradizione di paese che comprende
esibizioni e stend?” le domanda ridendo appena, riprendendo
la lettura del suo libro. Lei annuisce con i capo, sommergendolo poi
sul cuscino, facendo ridere maggiormente il fratello.
“Sarà orribile!” si lamenta, con il suo
della voce attutito dal cuscino.
“Su, dai, non è detto…” cerca
di convincerla Tim, senza però riuscire a trattenersi dal
ridere e attirando, in questo modo, lo sguardo truce della sorella.
|