Ida e Dattilo

di komodo
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Dattilo e ida

Ida e Dattilo

Un buio immenso, immerso nel suo stesso principio essenziale, istanza immutabile che mortifica il principio finito e limitato del fenomeno detto vita, domina la vista dell'universo.

Ma la vita c'è anche qui, nell'inizio di tutto e nella fine: nel buio infinito dello spazio.

Si ode una musica dolce in lontananza, simile a una nenia notturna da soffiare sopra la culla di un bambino. Una successione di vibrazioni che risuonano magicamente nel vuoto silenzio inconoscibile e impenetrabile, colonizzato da elementi chimici ed effusioni cosmiche, inconsapevoli conoscitori dei principi che “altri” tanto cercano di scoprire.


Poche note di un antico violino risuonano tra piccole pozze di luce chiamate comunemente stelle.


Accolta nella cintura che unisce il possente re degli dei e il suo più fedele guerriero che fuoco e rabbia ha sparso sul suo cammino, si intravede una sala da ballo.


E' una festa privata, alacre santuario di una congiunzione eterna, perfetta nel suo sbilanciamento di personalità.

La danza prosegue da anni, a ritmo di quel violino rarefatto che inosservato si nasconde nei coni d'ombra che gli occultati fari generano; è una danza autonoma ma ponderata. Un susseguirsi di cerchi e spirali, di morbide curve e perfette piroette che vedono impiegati i due migliori ballerini di questa profonda insenatura nascosta ad occhi indiscreti.


Darirarim, dariraraa...”


La pesantezza di lei non aveva mai impaurito il grande ego del piccolo lui. Sin dal primo momento quella difformità era stata la cosa che subito lo aveva attratto e legato a lei.


Per la prima volta lei si era sentita amata.


- “Come si chiama mia dolce e leggiadra signora?”.


La danza prosegue, lenta e passionale. Dei fuochi in lontananza si accendono, esplosioni di sentimenti celati per troppo tempo. Processioni di spettri colorati si diffondo nella sala, donando vita a un patto di eterno amore.


-“Il mio nome e Ida, piacere di conoscerla...”.


- “Dattilo. Il mio nome e Dattilo. Dammi del tu”.


Darirarii, darararaam...






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