Cicatrici

di Aggrodolce
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Quel corpo.
Lo aveva visto infinite volte, eppure ogni volta gli sembrava la prima.
Sotto quelle coperte, in due, dentro quel letto.
Forse non lo aveva esaminato abbastanza.
Troppe erano le volte in cui lo aveva sfiorato, toccato, desiderato, eppure, ancora sentiva di non conoscerlo.
Sfiorò con le dita quell’involucro, perché altro non era, pieno di cicatrici, tagli e cuciture.
Quell’involucro di carne che aveva vissuto ogni guerra.
Persino lui, essendo immortale, non aveva vissuto tutte le lotte e i combattimenti che quel corpo presentava.
E nonostante tutto era caldo.  
Proprio quel calore che cercava.
Lentamente, gli si appoggiò.
Appoggiò la testa sul petto caldo del più grande, sentendo battere il suo cuore. Il suo vero cuore, non gli altri.
Quello che, come tutti, manteneva nel petto.
Erano battiti lenti, ma forti. Di bassa intensità.
E gli piacevano.
Erano rassicuranti.
E quindi, abbandonandosi a quei battiti, che sembravano tanto una ninna nanna, che lo cullava, chiuse gli occhi.
E si addormentò.
Ora aveva capito perché sentiva di non conoscere il corpo dell’altro.
Perché ogni volta, quel calore e quei battiti lo fermavano, facendolo addormentare.
Ogni singola volta.



Ecco la mia prima KakuHida.
Lo so, fa alquanto pena, ma io non so scrivere, quindi accontentatevi.
So anche che sono passati di moda ma che volete, io sono una ritardataria cronica. <3
Spero vi sia comunque piaciucchiata, in qualche modo.
Bye, grazie per la lettura. <3 




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