The
one who knows our
names
The
falsehood still lying here
Gemiti
e sospiri, mani che s’intrecciano e gocce
di sudore sullo sfondo confuso di cuscini e lenzuola. Il petto
dell’uno contro quello dell’altro, le dita
dell’uno sui polsi
dell’altro, gli occhi dell’uno sprofondati in
quelli dell’altro.
Grida soffocate e spinte, abbracci e sottili filamenti di saliva che
collegano le bocche in un bacio che non avrà mai termine,
finché
loro lo vorranno.
Gli
occhi della luna – scarlatti, quella sera –
giocano sulla schiena dell’uno e si rincorrono sui polpacci
dell’altro, mentre altri occhi – affilate spade
d’argento –
ignorano quel connubio d’anime e corpi.
«Anche
quello era una
menzogna, Kanata-san?»
Reiga
non risponde.
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