E'
una femmina, maledizione!
Titolo
originale: It's a
Damn Girl (link)
Autore:
Chibitrunk
Traduzione:
LeftEye
***
“E' una
femmina, maledizione. Ed è anche portata per i piagnistei.
Cosa me
ne faccio di una mocciosa? Cos'ho fatto di male per meritarmi questo?
Solo i soldati di classe inferiore possono sfornare progenie
femminile” pensò Vegeta. “Persino
Kaarot, con il suo sangue da
terza classe, ha generato due maschi. Io, il Principe di Saiyan, ho
sangue regale che mi scorre nelle vene, non è possibile che
abbia
una femmina come secondogenita!”
Vegeta
era andato su tutte le furie quando aveva appreso la notizia da suo
figlio, ma si era infuriato ancora di più per il fatto che
la sua
donna glielo avesse tenuto nascosto: aveva scoperto che tutti, in
famiglia, sapevano che si trattava di una femmina già da
diversi
mesi.
Volò
verso la stanza, deciso a dirne quattro alla donna, ma quando
entrò,
la trovò a letto, profondamente addormentata, con la neonata
rannicchiata accanto a sé.
Stava per
svegliarla scuotendola per la spalla, ma si fermò quando la
sentì
lamentarsi nel sonno e la vide aggrottare le sopracciglia.
“Hmpf...
non l'ho mai vista così stanca. La lascerò
riposare ancora per
qualche minuto, prima di ucciderla.”
Il suo
sguardo si spostò sul fagottino steso accanto alla donna: ad
un
esame più attento, si intravedeva un ciuffo di radi capelli
celesti
in fase di crescita sbucare da sotto la cuffia lavorata a maglia.
Non c'era
alcuna traccia dei suoi tratti su quella neonata; Trunks, perlomeno,
aveva ereditato il suo sguardo.
In quel
momento, Vegeta giunse alla conclusione che quella bambina non poteva
essere sua.
“Dannata
donna... che mi abbia tradito?” si lasciò andare
in un ruggito e
si decise a svegliarla, incurante di quanto fosse stanca ma, prima
che la sua mano raggiungesse la spalla di Bulma, sentì
qualcosa di
soffice sfiorargli l'avambraccio e si bloccò, chiedendosi di
che
cosa si trattasse: fu allora che vide una coda sgusciare lentamente
tra le pieghe del lenzuolo.
“Una
coda?”
Vegeta la
afferrò e tirò: la bambina venne trascinata via
dalle braccia della
madre e rimase sospesa in aria, dondolando a testa in giù.
Il
lenzuolo le scivolò via, rivelando un corpicino nudo e
pallido.
Il Saiyan
avvicinò la coda al proprio volto e fece scorrere le dita
lungo la
bruna e morbida peluria che la ricopriva: quello era decisamente un
segno distintivo della sua razza.
Vegeta
emise un grugnito.
“E'
mia, senza dubbio. Dannazione!”
La
piccola si agitò e aprì lentamente gli occhi,
rivelando a Vegeta le
iridi blu attraverso quelle due piccole fessure, e facendogli
scoprire una seconda caratteristica che non gli apparteneva affatto:
in pochi secondi, quegli occhi si riempirono di lacrime e la bocca si
deformò in una smorfia, lasciando sfuggire un basso lamento,
seguito
da uno decisamente più forte.
“Oh,
merda.”
D'istinto,
usò la sua mano libera per coprirle la bocca.
«Taci!»
sibilò e la piccola, come se avesse capito, si
chetò
immediatamente, sopprimendo il pianto in un singhiozzo sommesso.
Vegeta
stese il braccio, allontanandola da sé; lei rimase appesa
senza
emettere alcun suono, osservandolo mentre lui la girava e rigirava
per studiarla.
Infine,
Vegeta la ripose sul materasso e raggiunse la sedia a dondolo che si
trovava accanto al letto, incrociando le braccia e fissando lo
sguardo sulle due figure davanti a sé.
La
bambina non si riaddormentò, e lui continuò ad
osservarla mentre
agitava le piccole braccia verso l'alto, cercando di afferrarsi la
coda.
“E
dunque ho una figlia: e adesso? Che me ne faccio di una
femmina?”
si chiese Vegeta. Quando la sua compagna gli aveva annunciato di
essere incinta, non ne era stato particolarmente entusiasta.
Lei
gli aveva detto di stare usando delle pillole che potevano prevenire
una gravidanza, ma che erano sicure solo nel novantanove virgola nove
percento dei casi. Il Saiyan sogghignò: era certo che lei
l'avesse
preso in giro con la storia della mancata efficacia delle pillole;
avrebbe dovuto capire subito che lei voleva un altro figlio.
“Piccola
subdola...” le grugnì contro mentre fissava il suo
volto
addormentato.
No,
non era stato entusiasta della notizia, ma aveva imparato a convivere
con il fatto che sarebbe diventato padre per la seconda volta.
Credeva sarebbe stato un maschio, dal momento che gli era stato detto
che era impossibile, per un membro della famiglia reale, procreare
una femmina, ma avrebbe dovuto immaginare che il sangue della
Terrestre avrebbe infettato i suoi nobili geni.
Era
preparato ad avere un figlio. Aveva addestrato bene Trunks e non
sarebbe stato un problema addestrarne un altro, ma che fare con una
femmina? Allenarla era fuori discussione, nemmeno il monaco pelato e
sua moglie allenavano il loro biondo ibrido mezzo umano e mezzo
androide.
Dal
momento che quella di avere un altro figlio era stata un'idea della
donna, avrebbe potuto lasciare a lei il compito di crescerla ed
educarla.
“No,
non andrà così” pensò
scuotendo la testa; poteva già immaginare
la sua compagna complottare per coinvolgerlo nella vita di quella
marmocchia. Sarebbe stato tutto più facile se fosse stata un
maschio...
«Cosa
fai qui, Vegeta?»
Sollevò
la testa e puntò il suo sguardo accusatorio sulla donna:
«Non
mi hai detto che era una femmina.»
La
seguì con gli occhi mentre lei cercava a fatica di
sollevarsi dal
materasso; quando infine si fu alzata sui gomiti, si allungò
sulla
bambina e la avvolse nel lenzuolo che era caduto, poi la prese tra le
braccia e la sollevò in aria.
«Oh,
e così sei sveglia?»
disse mettendosi a farle delle facce buffe. «Non
hai pianto e non hai svegliato la mamma, ma che brava bambina!»
«Quando
avrai finito di farle tutti quegli sberleffi, rispondi alla mia
domanda»
sbottò Vegeta
incrociando le gambe e battendo nervosamente il piede destro sul
pavimento.
«Non
mi sembra che tu mi abbia chiesto qualcosa»
constatò lei stringendosi la piccola al petto.
«Bene.
Perché non mi hai detto che era una femmina? Tua madre mi ha
detto
che l'hai saputo già qualche mese fa. Per quale motivo me
l'hai
tenuto nascosto?»
«Oh,
Vegeta, volevo solo farti una sorpresa. E' per questo che volevo che
mi accompagnassi in sala parto, e se fossi venuto come ti avevo
chiesto, avresti visto da te che era una femmina.»
Vegeta
percepì una vena di sarcasmo nella voce di lei.
«Non
mi provocare, donna» ruggì Vegeta.
«Sapevi bene che non avrei mai
e poi mai partecipato ad uno di questi rituali di nascita per cui voi
umani andate matti.»
«Ok,
ok, volevo solo risparmiarti il dolore e la delusione per qualche
altro mese. Sapevo che non ne saresti stato entusiasta,
perciò
perché avrei dovuto dirtelo?» chiese lei alzando
un sopracciglio, e
continuando il suo discorso quando lui non rispose.
«Però sono
curiosa, perché ti dà tanto fastidio che sia una
femmina?»
Nel
suo sguardo ci fu un guizzo di divertimento.
“Trova
la cosa buffa.”
Vegeta
rimase in silenzio mentre rifletteva sulla questione.
“Perché
gli dà così tanto fastidio?” si chiese
lei.
Lui
sapeva che tutte quelle storie sull'interruzione della dinastia erano
solo scusa, ed era cosciente del fatto che avrebbe potuto avere una
figlia femmina, ma l'unica cosa di era veramente sicuro era di non
volerla. Per quanto riguardava la motivazione...
«Non
so perché» rispose infine, con esitazione.
«Potrebbe
forse essere che hai paura, oh potente Principe dei Saiyan?»
«Paura?
Di cosa?» chiese restando immobile sulla sedia, fissando la
sua
compagna con aria di sfida.
«Oh,
Vegeta. Sapevo che questo sarebbe successo non appena ho scoperto che
avremmo avuto una bambina. Tu, mio caro principe, hai paura di
diventare più umano. Se fosse nato un maschio, avresti
potuto legare
con il bambino attraverso gli allenamenti e il combattimento; in
questo modo, avresti mantenuto intatta la tua parte di personaggio
rude, senza dover avere a che fare con i sentimenti umani.»
La
donna fece una pausa per osservare la sua reazione.
Lui
era interessato al suo ragionamento, ma non gli piaceva la direzione
che stava prendendo; ciononostante, voleva continuare ad ascoltarla,
così la esortò accennando verso di lei con il
mento:
«Vai
avanti.»
«Beh,
ti ho visto guardare Crilin e sua figlia: ho visto la tua espressione
disgustata quando prende in braccio Marron e la riempie di baci. Lui
la coccola, la vizia, la tratta come una principessa, e tu hai paura
di diventare come lui.»
«Sciocchezze.»
Vegeta sollevò le braccia, segno che era ora di fermarsi
lì. «Non
ho affatto paura, perché non farò mai certe
cose.»
Lui
continuò a fissarla, mentre Bulma distolse lo sguardo quando
si
lasciò sfuggire uno dei suoi sorrisi alla
“ti-conosco-troppo-bene”.
Aveva
forse ragione? Era questo il motivo per cui era spaventato? Dopo aver
sconfitto Majin Bu, aveva accettato il fatto che sarebbe rimasto
sulla Terra con Bulma e Trunks: era stata una sua scelta e non aveva
rimpianti.
Con
sua grande fortuna, era riuscito perfino a tenersi alla larga dal
circolo di amici idioti di Bulma, anche se, quando lei aveva
insistito per organizzare una riunione di gruppo, era stato obbligato
a partecipare, ma era riuscito ad evitare qualsiasi conversazione con
ognuno di essi, tranne Crilin. Quella sottospecie di fastidioso e
minuscolo umano, infatti, aveva cercato in ogni modo di attaccare
bottone con lui, ignorando qualsiasi minaccioso invito a lasciarlo
stare che Vegeta gli aveva lanciato con lo sguardo.
Si
era messo a blaterare su quanto sua moglie e sua figlia fossero
meravigliose, continuando per quella che gli sembrò
un'eternità, e
solo grazie ad un enorme autocontrollo Vegeta si era trattenuto dal
colpirlo in faccia.
Prima
che se ne andasse, tuttavia, ricordava di avergli sentito pronunciare
queste parole:
“Quando
avrai una figlia, saprai come ci si sente.”
Vegeta
rabbrividì: ora capiva perché fosse terrorizzato
all'idea di avere
una femmina.
«Se
lo dici tu»
commentò
Bulma scrollando le spalle e riportando la sua attenzione sulla
piccola creatura dagli occhi blu che stava facendo scodinzolare la
propria coda. «Il
tuo
papino ha paura che potrebbe amarti troppo. Che dolce!»
«Piantala,
donna!»
Vegeta
ne aveva abbastanza: si alzò dalla sedia a dondolo e si
diresse
verso la finestra. «Non
ho intenzione di prendere parte alla sua crescita e alla sua
educazione. E' tutta tua!»
Fece
per andarsene, ma si accorse con la coda dell'occhio che la donna
stava sorridendo compiaciuta alle sue spalle: stava sicuramente
complottando qualcos'altro.
«Questo
lo vedremo. Vero, piccolina?» disse Bulma rivolgendosi alla
bambina,
e poi voltandosi verso di lui. «Oh, Vegeta, prima che tu te
ne
vada...» lo bloccò mentre il Saiyan aveva
già una mano sulla
maniglia della finestra, pronto a volare via:
«Dovresti
scegliere un nome da dare a tua figlia.»
Vegeta
si fermò.
Per
una qualche strana ragione, aveva già in mente un nome
ancora prima
di andare lì. Ricordava di aver origliato una conversazione
tra la
sua compagna e la donna di Kaarot mentre cianciavano di nomi: a
quanto pareva, Bulma aveva tenuto per ricordo un paio di calzoncini
di Vegeta, mentre lui era nello spazio. Poco dopo, aveva battezzato
il primogenito Trunks.
“Farò
il suo stesso gioco” pensò maliziosamente.
«Bra.»
«Che
razza di nome è, brutto pazzoide?!»
«Pazzoide,
eh? Non sono il solo, se è per questo» rispose con
un sorrisetto
compiaciuto, prima di volare via.
Fine
Note sulla traduzione:
come ho spiegato anche
all'autrice, ho tradotto il titolo con “E' una femmina,
maledizione!” perché “E' una dannata
femmina” mi sembrava
troppo letterale e suonava un po' vago, in italiano.
Non mi era ben chiaro perché
Vegeta si fosse accorto così tardi che Bra era una femmina
(XD), ma
infine ho presupposto che Bulma avesse appena partorito (per questo
la stanchezza), e perciò ho tradotto
“room” con “camera”
pensando si riferisse alla camera di un ospedale.
Credo sia inutile ricordare
che il gioco di parole deriva dal fatto che Trunks in inglese
significa “calzoncini” e Bra
“reggiseno”.
P.S. L'editor HTML (NVU) mi dà problemi, come vedete una
parte del
testo ha una dimensione mentre da un certo punto in poi si
rimpicciolisce, e per di più cambia il carattere O_O
Qualcuno sa spiegarmi come posso risolvere il problema?
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