1.
Non fu una notte
facile per Vicky; a dire il vero quasi non
fu una notte. Non riuscì a prendere sonno se non alle prime
luci dell’alba, con
il risultato che si risvegliò a giorno inoltrato. La
segreteria era piena di
messaggi: sicuramente Coreen la stava cercando.
Ciò
che avevano vissuto il giorno precedente non era proprio
una giornata tipica e nessuna delle due doveva stare tanto bene. Ma in
quel
momento i pensieri di Vicky non erano rivolti a lei o alla sua amica.
Non
riusciva a smettere di pensare al modo in cui gli eventi erano
precipitati la
notte scorsa: Mike che le diceva addio, rubandole un bacio che sapeva
di
disperazione, un bacio che le aveva stretto il cuore… Mike
che aveva perso il
lavoro per lei, per starle accanto e seguirla in tutte quelle avventure
in cui
nemmeno riusciva a credere… Mike che aveva deciso di non
continuare più a
perdere se stesso dietro un mondo che non gli apparteneva, e dietro una
donna
che non riconosceva più, una donna che non si decideva a
prenderlo… quanto si
sentiva in colpa verso Mike!
Non aveva mai
provato un sentimento del genere nei suoi
confronti: il detective Celluci era grande e grosso e sapeva sempre
tenere
testa a chiunque. Il loro rapporto era da eguali, si ferivano, si
scontravano,
ma poi tutto passava davanti ad un bel pranzo cinese e ad una buona
birra.
Stavolta qualcosa si era rotto, però. Mike le aveva detto
addio; non avrebbe
più atteso, non era come un anno prima, quando lei aveva
interrotto la loro
relazione, in seguito all’abbandono della Polizia. Allora lui
era rimasto
sorpreso dalla sua decisione, ma aveva ancora tutte le speranze di
riconquistarla, di riprendersi la sua compagna che doveva solo
riadattarsi alla
sua vita con le
nuove carte che le aveva
dato il Destino… Invece quel Destino le carte le aveva
rimescolate davvero
bene!
E Mike ora era
diverso, si era allontanato: ferito, umiliato,
senza la sua donna, senza il suo lavoro, verso un futuro incerto che
lei, Vicky
Nelson, gli aveva servito su un piatto d’argento. Il tormento non riusciva a
lasciarla libera,
perché se il pensiero di Mike le causava angoscia,
c’era un altro terrificante
dolore che si era insinuato quasi contemporaneamente
all’addio di Celluci.
Quel Destino le
stava portando via tutto.
Risentiva ancora
la proposta di Henry: fuggire
insieme verso
luoghi più sicuri, dove lui avrebbe
potuto proteggerla meglio dal male che ormai la perseguitava. Sarebbero
stati
soli, e insieme, uniti contro la magia nera… Soli,
insieme…
Quanto avrebbe
voluto dirgli di sì!
Henry le era
entrato nel sangue (sì, bella metafora, per un
vampiro!), era diventato parte intrinseca di lei sin dal loro primo
incontro.
Le aveva detto che i suoi poteri non avevano effetto su di lei, ma come
poteva
esserne certa? E se era davvero così, la verità
era ancora più terrificante!
Temeva
ciò che sentiva per lui, non voleva cedere
all’istinto
di lasciarsi andare, perché sapeva che se si fosse rilassata
anche solo una
volta, avrebbe rischiato grosso, avrebbe rischiato il suo futuro.
Temeva il futuro
che poteva avere con Henry: i
suoi tentativi di sedurla nonostante tutti
i suoi rifiuti la gratificavano, ma lui era un seduttore da 400 anni,
sapeva
come far cadere una donna ai suoi piedi, e ogni notte riusciva nel suo
intento,
perché lei doveva essere diversa dai suoi incontri
giornalieri?
Sarebbe stata
una fonte di sostentamento fissa per lui? Per
questo la voleva?
Per lui era
facile, ma se lei si fosse lasciata andare,
sapeva che avrebbe perso il controllo, che avrebbe potuto nel tempo,
chiedergli
di essere trasformata come lui aveva fatto con Christina, per vivere il
loro
amore in eterno.
Ma due vampiri
non possono amarsi senza litigarsi il
rispettivo territorio di caccia. Se Henry l’avesse
trasformata alla fine, che
futuro avrebbero avuto? Ma se non l’avesse fatto, quanto
avrebbe sopportato
l’idea di invecchiare e
morire, sapendo
che per lui nulla sarebbe mutato? Che l’avrebbe lasciato
ancora giovane, bello
e affascinante come il primo giorno in cui si erano conosciuti. Come
poteva
sopportare di andare dritta
verso un
futuro simile?
Henry stava per
partire, nemmeno lui riusciva a sostenere più
la loro situazione, e soprattutto la crescente implicazione di Vicky
nella
magia nera; doveva cambiare territorio alla svelta e sarebbe partito da
lì a
pochi giorni. Perciò le aveva fatto quell’ultima
disperata richiesta: l’aveva
messa con le spalle al muro: “Vieni con me.”
Sentiva ancora
rimbombarle nella testa quella frase e ogni
volta si rivedeva mentre lo rifiutava per l’ennesima volta,
dandogli quella
palettata nel cuore che se fosse stata
fisica non avrebbe fatto così male. Ricordava il volto serio
e contratto mentre
riceveva il suo rifiuto, e ricordava anche che all’arrivo di
Mike i suoi occhi
si erano fatti lucidi: Henry, il vampiro
di 400 anni, il figlio illegittimo di uno dei re
più spietati della
storia, cresciuto imparando strategie militari, l’impassibile
e sarcastico
Henry Fitzroy, era lì con il cuore straziato e lo sguardo
dolente a causa sua!
Eppure sapeva
che dietro quel modo di fare aristocratico e
impassibile e quei modi affascinanti, c’era un uomo che per
amore aveva
rinunciato alla vita. Sapeva che il suo cuore fermo era pieno di
passione,
sapeva che nonostante le continue avventure notturne,
quell’uomo era capace
dell’amore più profondo… Ma non voleva
crederci.
Temeva, forse
più dei suoi stessi sentimenti, quelli di
Henry. E alla fine nell’indecisione, nel voler mantenere la
situazione in
bilico, ad un certo
punto le carte del
destino avevano giocato la loro ultima mano. Henry si era rinchiuso in
camera
sua, non le aveva più rivolto la parola, e ormai Vicky
poteva tranquillamente
pensare di averlo perduto, come aveva perso Mike.
Per fortuna
almeno, aveva di nuovo con sé Coreen. Aver
salvato la vita dell’amica era l’unica gioia che la
faceva sentire certa di
aver fatto la scelta giusta. Ma Astaroth era ancora là
fuori, e poteva rintracciarla
da un giorno all’altro: era marchiata e aveva usato i poteri
infernali in più
occasioni, era invischiata fino al collo con il male puro e doveva
trovare un
modo per annientarlo!
Ma senza Mike e soprattutto,
senza Henry.
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