Ho
scritto questa storia alle due di mattina, fondamentalmente per Marta
alias bruciamente.
Poiché
le nostre epiche conversazioni pre e post-esame non si dimenticano
facilmente e credo che, un giorno, rileggerò quei post con
un po' di
nostalgia – giusto un po', uhm, sono più che
felice di essermene
liberata : ).
A
lei, che mi ha sostenuta e continua a sostenermi sempre – e
non
parlo solo degli esami, neh.
Ti
voglio bene <3.
About
a strange relationship
I.
{
pre-friendship }
Sally
Albright era la classica moralista: perseguiva i
suoi
principi, il più delle volte tentava di imporli agli altri,
pensava
che l'intero mondo dovesse obbedire a delle leggi meccanicistiche
–
dettate da lei, ovviamente – e nulla le avrebbe mai fatto
cambiare
idea.
La
prima volta che la vide era una bella mattina soleggiata e lei era
seduta lì, sui gradoni enormi dell'università di
Chicago;
solitaria, senza un briciolo di pudore, mangiava una modesta porzione
di riso fatto in casa.
Harry
la fissò per un buon minuto – la cartella sotto il
braccio ed
un'ovale di stupore enorme sulla bocca – prima di avvicinarsi
a
lei. E sarebbe stato scartato a priori – ne era perfettamente
conscio – ma, dacché era al mondo, non si era mai
tirato indietro
di fronte a nulla.
«
Harry Burns, non divido il mio pranzo con nessuno. »
Oh,
lo immaginava, sarebbe stata più ardua del previsto.
«
Dì un po', Sally, quanti uomini conosci che si
avvicinerebbero a te
per chiederti di condividere il pranzo?»
Sally
per un momento tenne il conto con le dita: non prendeva mai nulla sul
ridere, lei.
Poi,
improvvisamente, sembrò aver avuto un'illuminazione: fece un
gran
balzo, tanto da far scivolare la ciotola di riso, lo fissò
per un
momento stralunata e gli andò incontro urlando.
«
Razza di... di mascalzone, ecco! Tu vuoi venire a letto con me... tu,
tu sei proprio uno stronzo! »
Harry,
in quel momento, si pentì di aver sfidato se stesso
– e, giurò
solennemente, la prossima volta che gli fosse balzata in testa
un'altra idea malsana di quel tipo si sarebbe dato un calcio sugli
stinchi.
Solo
quando la voce di Sally si sciolse, Harry si lasciò
trasportare da
un sorriso sognante e le disse:
«
Veramente, volevo chiederti i soldi per il pranzo. »
II.
{
friendship }
Qualche
anno dopo erano diventati amici.
Sally
non aveva rinunciato ai suoi principi, anzi, ne aveva imposti altri;
Harry, invece, era ormai irrimediabilmente cambiato.
Che
ne era stato del suo motto: “Uomini e donne non
possono essere
amici, il sesso ci si mette sempre di mezzo”, ora
che Sally
aveva smontato la sua teoria pezzo dopo pezzo?
Proprio
così, da non crederci: Harry Burns, per una volta nella sua
vita,
non avvertiva il fabbisogno naturale di soddisfare la sua fama
sessuale con Sally Albright.
Sulle
prime pensò che quello sarebbe stato un vero supplizio e,
probabilmente, avrebbe resistito per un lasso di tempo assai
limitato.
Invece,
nuovamente a discapito di ogni congettura, doveva ammettere che
l'assenza di sesso con Sally gli permetteva di condividere insieme a
lei cose che neppure immaginava di poter ammettere con se stesso.
«
Sai, Sally, un tempo ti avrei odiata. Per il tuo... stupido
riso avariato ed i tuoi discorsi da donna vissuta.
E...
invece, scopro che sei l'unica che può
dirmi cosa voglio. »
Harry
disse quelle parole con il cuore, davvero, lei si era limitata ad
abbassare timidamente il capo e sorridergli di rimando.
E
sulle labbra di Sally si sciolse anche il suo,
di sorriso.
«
E, comunque, non era riso avariato: era farro. E non ero una donna
vissuta, semplicemente molto più matura... rispetto alla
massa di
inetti dell'ateneo di Chicago. Rammenti? »
Alzò
un cipiglio arcigna, lo faceva tutte le volte che qualcosa non le
quadrava bene.
«
Sì. Ricordo che eri molto meno
presuntuosa, fra le altre cose. »
«
L'età deve avermi proprio giovato, allora. »
Decisamente,
Harry l'adorava così com'era: irascibile, presuntuosa ed
irrimediabilmente modesta.
III.
{
post-friendship }
Ritrovarsi
ad abbracciarla nel cuore della notte, sentire la sua fluente chioma
agitarsi sul suo ampio torace e trovarsi di colpo ad alitare i suoi
stessi respiri era qualcosa che spaventava
terribilmente
Harry: talmente tanto da fargli pensare di fuggire a gambe levate.
Poi,
vide che il capo di Sally si era adagiato sin troppo comodamente e
non ce l'avrebbe mai fatta a liberarsene senza svegliarla;
così,
avrebbe dovuto aspettare fino all'indomani e nel frattempo lasciar
che la sua mente si riempisse di domande.
Harry
si odiava, in quel momento, per la prima volta nella sua vita andare
a letto con una donna lo aveva fatto sentire sporco.
E
Sally non aveva assolutamente nulla a che vedere con il suo stato
d'animo, no, Sally era magnifica, amabile, desiderabile e persino
sexy; lei, in realtà, avrebbe dovuto ambire a molto di
più.
Era
lui il problema, solo lui.
Non
era Sally, era “l'ideale” che
nella sua mente lei
rappresentava: era l'incontaminata isola nella quale poteva
rifugiarsi ogni volta, il paradiso a qualche metro di distanza.
Ecco
perché si sentì un vero traditore lasciandosi
trasportare dalle
emozioni di Sally, era difficile da spiegare in parole povere, ma gli
sembrava quasi di aver commesso un crimine.
Quella
notte rimuginò a lungo arrivando, infine, a desiderare di
trovare le
parole più giuste da usare con Sally: “mi
dispiace”, era
alquanto banale, “è stato un
errore”, suonava troppo
vittimista, “scusa”, sembrava
una parola ipocrita in quel
momento.
Solo
osservando le prime luci dell'alba, Harry capì: non avrebbe
dovuto
dirle proprio nulla, qualunque frase sarebbe parsa una scusante;
l'unica cosa da fare, arrivati a quel punto, era dichiarare perduta
per sempre una grande amicizia.
IV.
{
… love? }
Harry
realizzò di esser stato un vero idiota solo la notte di
Capodanno,
vagando tutto solo per le strade solitarie di New York: osservandole
bene Harry si accorse che ogni via da più di un mese a
quella parte
sembrava vuota, in sua assenza.
Erano
le sue risate cristalline a colmarle chiassosamente, era la sua lunga
e vaporosa capigliatura a riempire l'aria, era il
suo passo
sicuro e deciso a fargli amare così tanto quell'immensa
città. Ed
era così solo per lui, unicamente per Harry Burns.
Alla
fine l'amore era quello o, perlomeno, gli somigliava: nient'altro che
una grande, immensa, gigantesca via nella quale ognuno trovava la sua
risata preferita.
Un
bel nodo da sciogliere, vero?
Di
tutte le risate di cui New York pullulava, Harry aveva scelto la
più
irritante possibile; ecco perché si precipitò di
corsa da lei,
sfidando la sorte fino all'ultimo. E, sebbene sapesse che ormai Sally
non ne avrebbe voluto saper più nulla di lui, si disse che
doveva
provarci.
Tornò
a respirare solo quando la vide, distinguibile dagli altri –
al
solito, insomma, non si smentiva proprio mai – , il suo lungo
abito
da sera, coordinato ai guanti di velluto nero; diavolo, si disse
Harry, era strano che avesse battuto sul tempo qualsiasi altro uomo,
Sally avrebbe potuto fare faville quella sera.
Mancava
il suo sorriso, però, la sua risata stridula e leggermente
frastornante – anche se non glielo avrebbe mai detto
– che lo
faceva stare così bene: o in quel momento, oppure mai
più.
Così,
con le ginocchia ormai mollicce ed il cuore in tumulto, Harry si
avvicinò a lei e studiò da vicino la sua
bellezza.
Le
parole, a quel punto, sembrarono uscire di getto: Sally parve
piangere e poi sorridere e, di nuovo, sul punto di piangere; ma, quel
che più contava, era che quella breve e frastornante risata
–
seppur di brevissima durata – Harry la udì, davvero.
~
Note:
Sì,
insomma, io amo così tanto questo film da scriverci sopra
una storia
<3.
Ieri
sera stavo giusto rivedendo il film e nella mia mente si sono
presentati diversi scenari (della serie: quello che una fangirl
riesce ad immaginare fa quasi spavento XD), così ci ho
scritto su.
Mh,
comunque, i primi due “missing moments” sono di mia
invenzione:
non amo particolarmente scrivere di eventi già accaduti nel
film,
preferisco di gran lunga immaginare scenari... cioè, per
quel che ho
visto, credo che un ipotetico primo dialogo tra
Harry e Sally
sarebbe avvenuto così.
La
terza si riferisce ai pensieri di Harry, subito dopo esser andato a
letto con Sally – perlomeno, io ho cercato di interpretarli
– e
l'ultima, alla famosissima scena finale (*-*).
Spero
vi sia piaciuta, see you soon ; D.
Kiki.
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