In trappola
-Oh, non oserai!-
esclamò indietreggiando Mugendramon, ma negli occhi di
Metalseadramon leggeva la convinzione del fatto che, oh sì,
avrebbe osato eccome.
-Sono fatto di metallo, non posso fare il bagno, lo capisci questo,
vero?-
L’altro gli si avvicinava sornione, costringendolo
così a indietreggiare inesorabilmente in trappola.
Lui!
Mugendramon!
Proprio lui che amava intrappolare e stanare il nemico fino a
distruggerlo, era in trappola a sua volta e vicino alla distruzione.
-Anche io sono fatto di metallo in realtà, ma un bel bagno
non può che farmi bene.- disse.
-Ma è diverso, tu sei fatto per nuotare, lo capisci? Io no!-
-Vuoi rimanere sporco ed incrostato di fango?!-
-Non voglio bagnarmi.-
Nulla, quello non lo ascoltava proprio.
Con un gesto secco Metalseadramon strappò dalle mani
dell’altro l’asciugamano usato come ultima barriera
difensiva contro l’acqua.
Nel tentativo di non farselo sottrarre, Mugendramon scivolò
sull’orlo della vasca e ci finì dentro, innalzando
un’alta colonna d’acqua. Pochi secondi dopo, il
drago nero riemerse urlando.
-Metalseadramon, che hai fatto?!- si controllò velocemente
il corpo.
“Ruggine! Ruggine! Ruggine!”
Non ne scorse sulle braccia e sulle gambe, ma vide
qualcos’altro che lo turbò profondamente.
-Co-cos’è questa roba bianca? Io… Oh
Goddramon… è acido! Sto sciogliendo!
Metalseadramon fa qualcosa, cazzo! In che situazione mi hai messo?!-
L’altro lo fissò seduto sugli scalini della vasca,
divertito.
-Si chiama sapone, Mugenchan, ed è contento di conoscerti.-
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