Un
legame, uno
specchio sull’anima
Capitolo 1
I Dark Angel
Tutti, nei territori
dell’Impero, li chiamavano Dark Angel.
Di loro si tramandavano
principalmente leggende: qualcuno
ipotizzava vivessero al di là del deserto di Hadarac, per
altri erano una sorta
di spiriti. Poche verità si conoscevano su di loro: erano
sorti per rendere
giustizia ai Cavalieri dei Draghi e per impedire che Galbatorix
acquisisse
troppo potere. Infatti, grazie a loro Alagaesia aveva potuto scoprire
la
nascita di un nuovo cavaliere, accompagnato da un drago dalle squame
color
zaffiro.
La notizia aveva fatto gioire ogni
angolo di quella
meravigliosa e spaventosa terra, ed ora tutti gli oppressi dal malvagio
tiranno
potevano sussurrare il nome di quella schiera di angeli ribelli, sicuri
che la
fiamma della speranza fosse di nuovo viva nei loro cuori.
Galbatorix li odiava. Si sarebbe
scagliato contro di loro
con tutti gli eserciti di cui disponeva, anche in prima persona se
fosse stato
necessario! Perché rappresentavano un simbolo di resistenza
al suo dominio e
infatti, ispirati dalla loro crociata contro di lui, molti popoli, come
gli
elfi o i Varden, avevano osato opporsi alla sua tirannia(tanto che, si
mormorava, il capo dei Varden, Agjiad, discendesse da quella fiera
progenie).
Tuttavia, nessuno- neppure il Re-
conosceva la loro reale
ubicazione perché i Dark Angel erano un popolo eterogeneo,
composto da nani,
elfi, Varden, umani e stregoni che erano andati ad ingrossare le loro
fila a
seguito delle notizie appresesi in Alagaesia sulle loro imprese;
quindi, non
avevano segni distintivi, di conseguenza non potevano essere
riconosciuti da
estranei, infatti, poteva capitare che qualche Dark Angel facesse parte
di un
esercito elfico o che comandasse qualche spedizione per distruggere una
roccaforte di Galbatorix. Sapevano però, riconoscersi tra
loro e condividevano
il segreto del loro nascondiglio: oltre il mare, presso la grande isola
di
Vroengard, che un tempo era stata gloriosa patria dei cavalieri dei
draghi.
Isis era nata nella capitale,
Dorù Areaba, tuttavia, mai una
volta aveva varcato le porte della città, preferendo invece,
assieme a tutto il
suo popolo, vivere a contatto con l’asprezza armoniosa e
selvaggia della natura
in cui, sin da bambina, aveva subito duri addestramenti e, mentre gli
stregoni
aprivano la sua mente nutrendola con compendi di matematica, fisica,
storia…i
nani miglioravano la sua tempra fisica per i combattimenti e per
sopportare le
intemperie; invece, dagli elfi apprendeva le buone maniere, il rispetto
ed il senso
di reciproca appartenenza con la natura.
Ogni sera, a lei come a qualsiasi
altro membro giovane del
gruppo, veniva raccontata la triste storia della Caduta dei Cavalieri
dei
Draghi, ma, mentre negli altri suoi coetanei, l’udire quel
racconto suscitava un
velato odio nei confronti di Galbatorix, Isis veniva spesso sopraffatta
dalle
lacrime perché vedeva davanti ai suoi occhi, come fosse un
ricordo che le apparteneva e che
stesse rivivendo in
prima persona, la caduta dell’ultimo dei Rinnegati, il che le
ricordava sempre
come alcuni individui, seppur appartenenti ad una nobile stirpe,
fossero stati
facile preda dell’arroganza e della corruzione, arrivando
così quasi a
defraudare i veri, valorosi
Cavalieri
dei Draghi delle loro nobili gesta e della loro generosità.
Quel giorno, il giorno del suo
diciottesimo compleanno, la
giornata si svolse diversamente per Isis, perché
quell’età segnava il suo
passaggio alla vita adulta.
Come ogni mattina si alzò
sul far del giorno e, mentre
osservava l’alba che lambiva le onde del mare, tingendole di
mille colori,
raccolse tutte le erbe boschive che trovò, distinguendole in
medicinali e
velenose, certa che, una volta che le avesse consegnate agli elfi ed
agli
stregoni, loro le avrebbero insegnato come ricavarne altrettanti veleni
e
rimedi curativi.
In seguito, andò ad
allenarsi in una splendida radura
circondata da alberi dall’odore della menta, nel tiro con
l’arco e nella
scherma, arti in cui i suoi mentori la elogiavano per la sua
rapidità e
fluidità di movimenti. Quando poi il suole giunse allo
zenit, fu accompagnata
dai suoi due migliori amici in riva all’oceano, ed insieme
passeggiarono scalzi
sulla battigia, carezzati dalle onde.
Crys, una bellissima elfa dalla pelle
bianco-latte, grandi
occhi di zaffiro ed una lucente chioma biondo-miele, prese le mani tra
le sue e
con un sorriso radioso disse:
-
amica mia, abbiamo
condiviso molto insieme e sono fiera
di te perché oggi diventi ufficialmente una guerriera Dark
Angel. Sono certa
che ci renderai molto onore. Chissà se per mano tua
Galbatorix non dovesse
cadere?- la sua voce somigliava alla melodia di un’arpa e ad
Isis sfuggì una
lacrima di gioia per quelle belle parole, tanto che quasi non si
accorse che
l’amica, mentre l’abbracciava con slancio, le
metteva in spalla una faretra ed
un arco intagliato con intrecci di foglie d’acanto e di vite.
La ragazza
sciolse l’abbraccio di scatto, confusa e guardò
l’amica:
-
è il
mio regalo per te, è di fattura elfica. Ma…non
sono l’unica a doverti dare qualcosa…-
sussurrò l’elfa e così dicendo
afferrò
Isis per le spalle e la girò, perché potesse
guardare negli occhi il ragazzo
che era con loro:
Aaron aveva un anno più di
lei ma i due ragazzi si
conoscevano sin dal primo momento di cui lei avesse memoria, spesso
avevano
anche giocato assieme e quando avevano iniziato ad approcciarsi alle
armi, tra
loro era nata quella sana competizione che li spingeva a confrontarsi
in uno
scontro armato ogni giorno.
Tuttavia ora, notò Isis
osservando il suo volto dai
lineamenti bambini, stranamente rilassato, c’era qualcosa di
diverso nel modo
in cui la guardava, i suoi profondi occhi grigi brillavano animati da
centinaia
di sogni, e le sue labbra rosse sorridevano in maniera un po’
impacciata quando
disse:
-
questo,
è uno dei miei doni per il tuo compleanno, dolce
Is.-
la ragazza sorrise a quel nomignolo e
con delicatezza gli
sfiorò i ricci color pece. Lui rimase interdetto,
paralizzato…un secondo dopo
però, le depositò tra le mani un pugnale
dall’elsa nera, semplice e dalla lama
leggermente ricurva, di cristallo.- lo chiamano “lo specchio
dell’anima” perché
il cristallo fatato di cui è fatta la lama, oltre ad essere
in grado di
tagliare ogni cosa, può vedere le decisioni che si trovano
nel tuo cuore, e
mostrarti se sono sbagliate-in
questo
caso la lama assumerebbe una sfumatura onice-o giuste,
allora la lama avrebbe una sfumatura bianca- si affrettò a
spiegarle il ragazzo.
-
è molto
bello, grazie.- sussurrò affascinata, mentre lo
legava alla cintola di cuoio dei pantaloni, attenta a non tagliarsi la
camicia.
Fece per abbracciare Aaron, ma lui la fermò.
-
Non è
finita qui!- disse- ho un’altra cosa per te…-
quindi, le consegnò uno specchio in argento dalla forma
circolare e con un
grosso manico.- dentro puoi
vederci…cos’è per me il mondo.- le
confessò infine.
Isis lo sollevò e vi
scorse il volto dai lineamenti dolci di
una giovane donna dalla pelle color nocciola, con grandi occhi verde
acqua, dal
taglio esotico, incorniciati da una liscia chioma castana con una
frangia che
le copriva interamente la fronte. Quello…era il suo riflesso. Era di lei che Aaron stava
parlando!
Dischiuse le labbra sorpresa,
spaesata e, senza sapere cosa
replicare non potè fare altro che inalare grandi boccate di
iodio proveniente
dal mare.
Cosa significavano davvero
le parole del suo amico? Una dichiarazione d’amore, forse?
A salvarla da quei dubbi
arrivò, proprio in quel momento, un
corteo di Dark Angel. Alla testa- dall’alto dei loro cavalli,
e tenendo le
briglie del destriero nero di Isis- c’erano i comandanti ed i
capitani che si
occupavano di addestrare tutti, ogni giorno; alle loro spalle, a piedi,
c’era
l’intero popolo che, si aprì in due ali per
lasciar passare Isis una volta che
lei riuscì a montare a cavallo, realizzando che quello era
un modo per
festeggiarla.
Intonando canti nell’antica
lingua, giunsero tutti alle
rovine della strada lastricata che conduceva a Dorù Areaba.
La percorsero fino
ad arrivare alle porte, per la prima volta aperte, della
città e, nonostante
gli occhi e i cuori di tutti si rattristarono vedendo i resti di quelle
che un
tempo erano state le alte e solide mura della città, o i
bianchi torrioni
diroccati; nessuno smise di cantare, perché quel canto e
quei gesti erano colmi
di speranza e di significato: ogni nuovo guerriero Dark Angel poteva
porsi come
continuatore e custode delle orme dei Cavalieri, ed avrebbe dato il suo
importate contributo contro Galbatorix.
Isis scese da cavallo e si
inginocchiò a terra, con gli
occhi chiusi – come aveva visto fare durante le altre
Cerimonie di Passaggio
cui aveva assistito- al centro di una radura che un tempo doveva esser
stata
una piazza.
Nel buio sentì il rumore
di qualcosa che le veniva posato
accanto e, mentre il profumo inebriante del loto le saliva alle narici,
seppe
che qualcuno le stava inclinando all’indietro la testa per
bagnarle la fronte
con dell’acqua. Due voci basse e profonde, che Isis conosceva
benissimo,
intonarono delle preghiere di benedizione, cui tutti i Dark Angel
risposero
prontamente.
Poi, quelle due voci si fecero dolci
e le mormorarono di
alzarsi, di aprire gli occhi ad una nuova fase della sua vita. Isis
obbedì e si
trovò davanti agli occhi Phot e Nigetal, i sue Saggi, elfi
millenari dalle
chiome argentee e la bianca pelle di creta che avevano fondato i Dark
Angel.
-
Benvenuta
ufficialmente tra noi, Isis. Ora ti
riconosciamo come guerriera a difesa del nostro popolo, rispettosa e
parte
dell’unità che ti circonda. Da ora in avanti
potrai batterti per rendere
giustizia ai gloriosi Cavalieri dei Draghi. Ci auguriamo che il tuo
Passaggio
possa aiutarci a sconfiggere il tiranno Galbatorix.- esordì
Nigetal, solenne.
-
Poiché
sei nata qui a seguito della caduta di Vrael, ti
facciamo dono dell’Eldunarì del suo drago,
perché possa aprirti a maggiore
conoscenza, forza, saggezza e coraggio.- alle parole di Phot, il cuore
di Isis
quasi si fermò: era rarissimo che i saggi donassero un cuore
dei cuori di un
drago ad un guerriero Dark Angel! Era un dono inestimabile che poteva
davvero
rendere migliore una persona. Era l’essenza ultima di un
drago, la sua anima,
che sopravviveva persino dopo la morte del suo cavaliere, in piena
forza,
esperienza e conoscenza, anche se in estrema solitudine.
La ragazza prese con stupore, tra le
mani che le tremavano,
quel gigantesco cuore bianco composto da tante sfaccettature da
somigliare ad
un diamante. La superficie era tiepida ed emetteva una luce soffusa,
come una
lanterna su cui fosse stato posato un velo. Pulsava di vita e nel
momento in
cui lei aprì la mente per porgergli i suoi rispettosi
ossequi, per poco non
rischiò di cadere per via
dell’intensità della tristezza che la
investì. Era
un’emozione così totalizzante da sembrare solida e
ne rimase profondamente
impressionata.
Mentre in città i Dark
Angel allestivano un falò per
festeggiare Isis, la ragazza fu mandata in riva al mare, in solitudine
per
poter comunicare meglio con l’Eldunarì che le era
stato donato. Ma durante le
prime ore, con i nervi a fior di pelle per la tensione, non fece altro
che
camminare avanti e indietro sulla battigia: era leggermente avvilita
perché non
aveva idea di come iniziare, né i Saggi avevano potuto
insegnarle qualcosa dal
momento che- le avevano spiegato- il legame che si fosse creato con un
cuore
dei cuori sarebbe stato diverso ed unico rispetto a qualsiasi altro.
Questo in
particolare la spaventava e la innervosiva ancora di più.
Sarebbe stata in
grado di assolvere a quel compito?
Finalmente, animata da una sorta di
calma improvvisa, si
decise a tirar fuori dalla sacca che aveva con sé,
l’Eldunarì del dragò di
Vrael e, inginocchiatasi lo tenne tra le mani.
Drago, il
mio nome è
Isis, della progenie dei Dark Angel e, anche se mi spaventa un
po’ parlarti,
dal momento che è una cosa che non ho mai fatto prima,
voglio che tu sappia che
la nostra missione, la mia missione, è detronizzare
Galbatorix e rendere giustizia
ai prodi Cavalieri che tu hai avuto l’onore
d’incontrare. Spero che sarò
all’altezza di questo compito e che tu vorrai essere mio
maestro e guida, in
questo cammino… si fermò, augurandosi
di non aver fatto o detto nulla di
sbagliato
I miei
ossequi a te,
giovane Dark Angel. Non hai di che temere, ho visto il tuo cuore, ed
è puro e
pieno di coraggio. Sarò ben lieto di essere tuo maestro e
compagno di viaggio.
Replicò il drago con tono dolce ed equilibrato tanto che
Isis fu pervasa dalla
sua saggezza e dalla sua calma; tuttavia, assieme a queste emozioni
percepì la
solitudine che lo affliggeva e gli promise che si sarebbe impegnata con
tutte
le sue forze per alleviarla.
D’un tratto la vista le si
annebbiò e, come emergendo da un
lungo tunnel buio, scorse la figura di un uomo calvo e barbuto seduto
su un
fastoso trono in legno- alle cui spalle stava acciambellato un possente
drago-
che impartiva l’ordine di attaccare
e
distruggere…, a qualcuno che stava inginocchiato
al suo cospetto, con una
spada dalla lama cremisi legata al fianco ed il viso celato in un
cappuccio…
La ragazza riemerse da quella visione
col cuore che le
pulsava follemente in gola ed il fiato corto; man mano che rimetteva a
fuoco il
mondo che la circondava, riconobbe il viso deformato dalla
preoccupazione di
Aaron, ad una spanna dal suo.
-
Isis, amore mio,
come ti senti? È successo qualcosa?-
le domandò, agitato.
Il piacevole choc causato da quelle
dolci parole, le fece
quasi dimenticare di chiedere al suo maestro se avesse avuto anche lui
quella
stessa visione, se fosse stato lui a mostrargliela o se avesse mai
visto prima
i due uomini che ne facevano parte.
L’uomo
barbuto era
Galbatorix, e stava ordinando ad un suo Cavaliere- che non ho mai visto
prima-
di attaccare e distruggere qualcosa… intervenne il
drago di Vrael e lei
subito tradusse quei pensieri in parole.
-
Aaron, ho appena
avuto una visione: Galbatorix ha dalla
sua parte un Cavaliere cui ha ordinato di attaccare distruggere
qualcosa…devi
aiutarmi. Dobbiamo avvertire tutti, e riuscire a fermarlo!- nonostante
una
lieve debolezza per il dispendio di energie, Isis balzò in
piedi con l’agilità
di un gatto e, afferrata la mano di Aaron se lo trascinò
dietro, nella speranza
di arrivare presto ad avvertire i Saggi.
A metà strada dalla
capitale, accadde qualcosa che lasciò
entrambi a bocca aperta: il cielo scuro del tardo pomeriggio era
rischiarato a
giorno da roventi fiamme che, provenienti da un luogo indefinito,
stavano
facendo strage, senza differenze di uomini, animali ed alberi.
Nell’imbrunire
tuonò un ruggito spaventoso, poi si avvertì
un fortissimo spostamento d’aria, e fu solo dopo che Aaron si
gettò su di lei
per spingerla a terra, che Isis realizzò che per un soffio
non erano morti
bruciati.
La poderosa figura di un drago dalle
squame rosse era
planato su di loro, comandato da un Cavaliere che brandiva una spada
dalla lama
cremisi. Di nuovo Isis non vide il suo volto ma dalla sua arma lo
riconobbe
come l’uomo della sua visione!
-
era noi che
Galbatorix voleva attaccare! Non credevo
avesse scoperto il nostro nascondiglio!- ansimò,
terrorizzata.
-
Non importa
più ormai! Dividiamoci: io cercherò di
organizzare una difesa. Tu va’ dai Saggi e cerca un
nascondigliò per gli
Eldunarì. Sono sicuramente quelli che Galbatorix cerca!-
Aaron rubò un bacio
veloce dalle labbra carnose di Isis, poi corse via, brandendo la
propria spada.
La ragazza rimase per un secondo
confusa, le labbra le
bruciavano e le orecchie erano piene di grida di dolore e di ordini che
venivano impartiti urlando. Fortunatamente trovò la forza di
reagire e,
ringraziando il proprio fisico snello e slanciato si gettò
in una corsa che in
un batter d’occhio la fece irrompere nello studio dei Saggi.
-
Galbatorix ci ha
scoperti, il suo Cavaliere ci sta
trucidando. Bisogna nascondere gli Eldunarì!- fece, rapida e
trafelata.
Phot e Nigetal, a dispetto della loro
veneranda età,
reagirono con movimenti agili e veloci: dopo aver ordinato ad Isis di
togliere
la camicia perché potessero fasciarle il petto in modo tale
da ricavare una
sorta di “tasca” dietro la schiena della ragazza,
dove avrebbe potuto
nascondere e proteggere il suo Eldunarì; riposero gli altri
in loro possesso
nella sua sacca di cuoio. Quindi, le ordinarono di consegnare quel
tesoro
inestimabile agli stregoni perché lo nascondessero in quella
cavità a
strapiombo sul mare in cui spesso lei aveva giocato a nascondino, e ne
sigillassero l’entrata con potenti incantesimi.
In breve fortunatamente,
riuscì a portare a termine quel
compito poi però, incapace di restare ferma e nascondersi
come le aveva
consigliato l’Eldunarì di Vrael, tornò
indietro per andare ad unirsi ad Aaron e
Crys, nella radura della città.
Fu tutto inutile però. Il
fuoco e la morte toccavano ormai
ogni cosa e persona tanto che Isis credette di trovarsi in un Inferno
sulla
terra. Nulla infatti, potevano gli incantesimi dei maghi rimasti,
contro quello
sconosciuto e spietato Cavaliere, inoltre, l’ampio spazio che
avevano scelto
per battersi, era altamente svantaggioso per i Dark Angel
perché non offriva
protezioni dalle fiamme del drago rosso che quindi condannavano tutti,
inesorabilmente a morte.
Le urla di disperazione e dolore, gli
ordini che venivano
impartiti, i ruggiti del drago e il calore insopportabile delle fiamme,
stordirono
Isis facendole perdere concentrazione, e di nuovo realizzò
che sarebbe potuta
morire da un momento all’altro…se Crys non
l’avesse attirata a sé, salvandola,
e mettendola al sicuro dietro un gigantesco pino.
Le due amiche si guardarono mute, ed
una scintilla di
felicità le rasserenò anche se attorno a loro gli
altri continuavano a morire.
Poi l’elfa bionda uscì dal suo nascondiglio, tese
l’arco in direzione del drago
cremisi e scocco una freccia…all’animale
però, che l’aveva già scorta oltre le
fronde profumate, bastò un semplice respiro per disintegrare
la sua freccia e
ridurre lei ad un mucchio morente di carne annerita.
Isis, che un attimo prima aveva
sorriso con lei per essere
sfuggita alla morte trovandosela davanti morente, avrebbe voluto
urlare, ma il
suo corpo reagì smettendo di vedere, di sentire qualsiasi
cosa che non fosse
l’immenso dolore che provava per quella perdita. Tutto
ciò che riuscì a fare fu
prenderla tra le braccia ed accostare l’orecchio alle sue
labbra:
-
amica mia, ti
voglio bene…salvati…- poi più nulla.
Era
morta, ed Isis si sentiva paralizzata, china su quel corpo nel
tentativo di
proteggerlo non riusciva neppure a fermare le lacrime.
Isis, non
c’è tempo
per piangere! È uno scontro impari, morirai se non ti metti
in salvo!
Con uno sforzo disumano la ragazza
riuscì ad ascoltare ed
obbedire a quanto l’Eldunarì le aveva consigliato,
quindi iniziò a correre in
direzione del mare…
Molti Dark Angel seguirono il suo
esempio, li sentì dietro
di sé, come sentì anche che il cavaliere ed il
suo drago li stavano
seguendo…avrebbe dovuto gettarsi a terra, ma se
l’avesse fatto sarebbe morta
calpestata…
Poi, all’improvviso, senza
volerlo cadde, perché era inciampata
su qualcosa…o qualcuno:
Aaron, steso a terra,
ricoperto di sangue respirava a fatica, eppure, non appena la vide gli
si
illuminarono gli occhi.
-
Isis…mettiti
in salvo…ti amo, non sopporterei di
vederti morta…-ansimò.
Stava morendo. Isis poteva
riconoscere lo spettro della
morte sul suo viso dai tratti improvvisamente sofferenti e dal colorito
terreo.
Altre lacrime calde le bagnarono le guance mentre prendeva una mano del
ragazzo
tra le sue e gliela baciava.- amore mio, ti prego…raccogli
il mio
ultimo…respiro tra le tue labbra…- la
pregò lui. Il suo migliore amico le stava
chiedendo un bacio l’ultimo bacio della sua vita: questo era
il suo unico
desiderio. La ragazza si asciugò le lacrime e premette le
labbra sulle sue: fu
un bacio dolce, delicato che raccolse davvero
l’ultima scintilla di vita di Aaron.
Su ordine
dell’Eldunarì di Vrael, Isis riuscì ad
alzarsi
ancora in piedi, tremando questa volta. Era stata addestrata a
sopportare
qualunque dolore fisico ma sapeva che nessuna ferita avrebbe mai potuto
superare il senso d’impotenza, sconfitta e perdita che
sentiva dentro.
Alzando gli occhi al cielo vide che
lo sconosciuto Cavaliere
dal drago cremisi era appena atterrato vicino la grotta in cui erano
stati
nascosti gli Eldunarì. Servendosi della propria spada e di
incantesimi
nell’antica lingua stava uccidendo gli ultimi elfi e stregoni
Dark Angel
rimasti…
Senza riflettere e senza ascoltare il
cuore dei cuori che
l’accompagnava, con un pugno distrusse lo specchio che le
aveva regalato Aaron
e ne tirò le poche, grandi schegge affilate contro le zampe,
le ali o il ventre
di quel drago assassino; e quando questo, ferito gravemente si accorse
di ciò
che stava accadendo e costrinse il suo cavaliere a voltarsi per
difenderlo,
Isis si fece trovare pronta: scoccò una freccia che
andò a conficcarsi nella
spalla del Cavaliere il quale, colto di sorpresa, urlò.
Il drago dalle squame rubino,
sentendo quel dolore come suo,
reagì prontamente e la fiamma che uscì dalle sue
narici mancò la ragazza solo
perché si era gettata repentinamente dalla scogliera, per
trovare rifugio in
acqua.
Ora sei al
sicuro,
Dark Angel. L’acqua ci proteggerà da quei folli e
dovrai solo aspettare che se
ne saranno andati per tornare a riva. Il tono paterno
dell’Eldunarì la
rincuorò, eppure dentro provava una rabbia immensa, tanto
che non credeva
potesse essere contenuta tutta nel suo cuore.
Il cuore dei cuori del drago di
Vrael, vedendo che non
rispondeva e che, invece, si stava chiudendo in se stessa, le permise
di
ascoltare, attraverso di lui, cosa stava facendo quel Cavaliere al
servizio di
Galbatorix.
Gli ultimi membri di quel popolo
ribelle, giacevano ai suoi
piedi, senza vita. Servendosi degli occhi del suo drago,
l’uomo aveva scrutato
a lungo le onde alla ricerca del Dark Angel che lo aveva ferito, ma il
mare non
aveva tradito Isis, aveva continuato a nasconderla, così
come la grotta custode
degli Eldunarì aveva continuato a celare i suoi tesori e non
aveva intenzione
di dare segni di cedimento sotto la pressione incalzante degli
incantesimi del
Cavaliere sconosciuto.
La ragazza, quando infine, quello
sconfitto e fremente d’ira
aveva lasciato l’isola in groppa al suo drago, avrebbe voluto
esultare,
tuttavia, la morte che aveva visto, toccato e che sicuramente avrebbe
incontrato di nuovo una volta tornata a terra, non era cosa da
festeggiare.
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Per festeggiare la notizia che presto
uscirà l’ultimo
capitolo del Ciclo dell’Eredità, ho riesumato e
migliorato(spero) questa storia
che avevo scritto dopo aver letto Eldest.
Che ne pensate? Troppo banale?
Spero vi piaccia, comunque attendo
esiti
Un baciotto
Marty23
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