«Naruto».
Naruto alzò gli occhi dal rotolo, allarmato. Quando Sasuke
usava il suo nome invece di insulti come: “dobe” o “usuratonkachi” poteva
significare solo una cosa: guai.
«Che succede?»
Chiese intimidito. Sasuke brandì lo spazzolino e il tubetto
vuoto di dentifricio. A Naruto venne quasi da ridere: Uchiha non aveva un’aria
molto minacciosa con quelle “armi” in mano, ma lo sguardo inferocito di Sasuke
ad un suo primo accenno di risata lo zittì di colpo.
Pensò a cosa poteva aver combinato: rotto l’ennesimo cimelio
di famiglia, sporcato i calzini che Itachi aveva lasciato in giro nella stanza
quando era partito, osato spostare le coperte del futon di “mamma e papà
Uchiha” che erano ancora nella stessa identica posizione della notte in cui
erano morti perché «mantenevano la loro forma»…
Attese con ansia il verdetto. Sasuke parve inspirare a fondo
prima di pronunciarsi. Brutto segno. Bruttissimo segno.
«Hai finito tu il dentifricio?»
Naruto sospirò sollevato. Non era nulla di grave, sua
fortuna. Temeva di aver combinato un danno epocale, di quelli per cui Uchiha
tendeva a portare rancore per anni, progettando vendette assurde del tipo
distruggere villaggi o scatenare guerre mondiali dei ninja. Qualcosa come
calpestargli l’orto di pomodori, oppure sterminargli la famiglia – cosa che per
Sasuke, a quanto aveva capito Naruto, aveva la stessa identica gravità.
«Sì», ammise con candore. Sasuke assottigliò pericolosamente
gli occhi.
«E perché non l’hai ricomprato oggi pomeriggio?»
«Perché non era ancora finito».
«E hai pensato bene di finirlo tutto stasera, senza tener
conto del fatto che anche io mi debba lavare i denti, giusto Naruto?»
Ancora il suo nome. Naruto avvertì l’aria caricarsi di
chakra negativo.
«Vabbé, che sarà mai una sera senza lavarsi i denti? Io
quando sono in missione non li lavo mai!»
«Questo perché tu sei un animale privo di ogni
cognizione di igiene personale», ribadì Sasuke piccato. Naruto sospirò.
«Teme è solo finito il dentifricio! Domani lo
ricompriamo! O hai paura che le ragazze ti considerino meno attraente senza la
tua dentatura smagliante?»
«Come se me ne fregasse qualcosa».
«Allora smettila di farti problemi e vieni a letto!»
Sbottò Naruto, mettendo il rotolo sul comodino e battendo la
mano sul posto accanto al proprio. Sasuke alzò un sopracciglio, indeciso se
continuare o meno la discussione, poi andò in bagno a posare tubetto vuoto e
spazzolino e si coricò.
Naruto strisciò verso di lui, appoggiando la testa sulla sua
spalla. Si strusciò un paio di volte, per trovare una posizione comoda poi,
quando ritenne che il cuscino umano aveva assunto la forma desiderata, chiuse
gli occhi. Stava per addormentarsi, cullato dal respiro e dal calore del corpo
di Sasuke, quando…
«Però non riesco proprio a capire come tu possa essere così dobe».
«Teme, dormi», bofonchiò Naruto con voce impastata.
«No, sul serio… Insomma, se vedi che il dentifricio è quasi
finito lo ricompri. È una cosa logica».
«Sasuke me ne sono dimenticato, domani esco presto e lo
compro, ok?»
«Come minimo te ne ricorderai tra una settimana».
«Vuol dire che passeremo una settimana senza lavarci i
denti».
«Io il tuo alito al ramen non lo reggo, sappilo».
«Teme dormiamo ti prego».
«È che davvero non riesco a capire come…»
«Ma non eri tu il ragazzo silenzioso con il conta parole
interno?»
«Dobe. – sbottò Sasuke – È solo che mi irrito ad andare a
letto senza lavarmi i denti perché un cretino si è dimenticato di comprare il
dentifricio!»
«E per questo motivo devi tenermi sveglio tutta la notte?»
«Sai che anche domattina non avremo il dentifricio,
vero?»
«E quindi?»
«Quindi ti scordi il bacio del buongiorno», replicò secco
Sasuke. Naruto alzò il capo di scatto.
«Non oserai…»
«Oh sì», Uchiha ghignò. Naruto lo guardò fisso – o credette
di guardarlo fisso nell’oscurità – negli occhi, irritato.
«No! Non è giusto teme! Me ne sono solo dimenticato, non
puoi farmi questo!»
«In fondo è solo un bacio…»
«Non è solo un bacio, è quello che mi convince che
stare con uno stronzo come te ha un senso e non è puramente un mio istinto
masochista ad affezionarmi a bastardi sociopatici egoisti e con tendenze a
seguire tutti i pedofili in circolazione!»
«Io non attiro pedofili».
«Certo, infatti Orochimaru non ti stava sbavando appresso. E
Madara era interessato puramente allo sharingan, per non parlare di Kabuto o
Kabutomaru come lo vuoi chiam…»
«Non erano pedofili».
«Su Orochimaru non ci metterei la mano sul fuoco eh!»
«Ok, ok… Forse Orochimaru può rientrare nella
categoria, ma non vedo cosa c’entri questo col dentifricio».
«C’entra eccome! Perché se tu non fossi finito in mano di
individui dalla dubbia identità sessuale ora non saresti così maniacale con
l’igiene, ma saresti un vero uomo come il sottoscritto!»
«Guarda che il concetto: “l’uomo deve puzzare” è in netto
contrasto con il “pulito fa figo”. E qui si nota la netta differenza tra noi
due», commentò Sasuke serafico.
«Sei tu ad avere i lineamenti da donna, non io! Cazzo sei la
fotocopia di tua madre!»
«Da che pulpito…»
«Embè? Mia madre era una gran gnocca! E sono orgoglioso di
avere i suoi lineamenti!»
«Sai che ti sei appena dato della donna? O hai dato a tua
madre dell’uomo il che, se davvero aveva un carattere simile al tuo, non mi
pare neanche molto lontano dalla realtà».
«Esat… Ehi aspetta! Hai appena offeso mia madre?»
«Dormi dobe. È meglio».
«Ma se mi hai tenuto sveglio tu!»
«Dormi», ripeté Sasuke, categorico. Naruto sbuffò,
riappoggiandosi alla spalla di Uchiha e chiudendo gli occhi. Dopo poco erano
entrambi nel mondo dei sogni.
Naruto si svegliò bruscamente, rendendosi conto che il
giaciglio accanto al proprio era vuoto e si chiese subito dove fosse finito
Sasuke. Ricordò la discussione della sera prima e pensò che, molto
probabilmente, quel dannato Uchiha era andato a comprare il dentifricio di
prima mattina, giusto per poi rinfacciargli in seguito che non si era alzato
presto ed era dovuto andare a comprarselo da solo. Sbuffando gettò via le
coperte che ancora lo coprivano e si stiracchiò pigramente, prima di alzarsi e
recarsi in cucina, dove lo aspettava un’abbondante colazione a base di ramen
precotto e latte. Giusto per non perdere le cattive abitudini da single che
aveva avuto per tutta la vita, nonostante Sasuke gli facesse una testa tanta
sull’importanza di una corretta alimentazione. Ma Uchiha non c’era e Naruto,
più per dispetto che per voglia vera e propria, era ben deciso a nutrirsi come
desiderava.
Certo, la mancanza di Sasuke la mattina quando si svegliava
lo infastidiva. Ormai aveva preso l’abitudine di alzarsi insieme a lui e oltretutto
quel bastardo era uscito davvero senza dargli il famigerato “bacio del
buongiorno”, proprio come aveva promesso la sera precedente. Tuttavia Naruto
non era intenzionato minimamente a dare a quel bastardo la soddisfazione della
ripicca. Si ripromise di essere calmo, controllato e di far finta di nulla
quando Sasuke fosse rientrato. Anche se sentiva la rabbia crescere nel suo
stomaco. Tanta rabbia e disappunto. Tanta rabbia, disappunto e isteria nervosa
che sfogò sul cartone del latte che stava stringendo e che gli esplose
tranquillamente tra le mani, inondando la cucina.
«Fantastico», bofonchiò, guardandosi attorno. Adesso gli
toccava anche ripulire tutto quanto prima che tornasse il teme, altrimenti si
sarebbe subito anche quella sgridata. Di malumore si alzò dal tavolo
sgocciolando latte. Tese la mano per prendere un tovagliolo ed asciugarsi,
quando sentì la porta aprirsi e Sasuke apparve sulla soglia. Naruto sgranò gli
occhi, nascondendosi istintivamente il tovagliolo dietro la schiena, come se
quel gesto avesse potuto sopperire al disastro che si presentava agli occhi di
Uchiha.
«Sasuke!»
«Noto con estremo piacere che hai deciso di
distruggermi casa, oltre che l’igiene orale», commentò sarcasticamente Sasuke,
alzando un sopracciglio.
Non poteva lasciare Naruto solo un momento che combinava
qualche danno. Certo, era adorabile con quello sguardo spaventato e il latte
che gocciolava dal suo viso e i suoi capelli, ma visto il caos in cucina Sasuke
non era esattamente propenso a pensieri poco casti. Tutt’altro, il suo pensiero
andava al dover pulire quel macello. Tanto se lo lasciava fare al dobe come
minimo avrebbe distrutto il resto della cucina.
«Non è colpa mia! – esclamò Naruto nel tentativo di
difendersi. – Il latte è esploso!»
«Non sapevo che i cartoni del latte avessero vita propria»,
replicò.
«È colpa tua!»
Sasuke lo osservò perplesso.
«Mia?»
«Sì! Se tu non fossi uscito senza darmi il bacio del
buongiorno io non mi sarei arrabbiato, e se io non mi fossi arrabbiato non
avrei deciso di fare colazione con latte e ramen per darti fastidio, e se non
avessi deciso di fare colazione con latte e ramen non avrei fatto esplodere il
cartone! Quindi vedi? La colpa è tua che non mi hai dato il bacio del
buongiorno e sei uscito… A proposito perché sei uscito?»
«Per comprare il dentifricio che tu hai finito»,
spiegò Sasuke, non trovando comunque il nesso tra il bacio del buongiorno e la
cucina disastrata. In ogni caso non aveva particolarmente voglia di discutere e
Naruto grondante latte era davvero irresistibile. Posò il sacchetto,
avvicinandosi ad Uzumaki e stampandogli un bacio sulle labbra.
«Sai di latte. Come i mocciosi».
«Allora sei un pedofilo…»
Brontolò Naruto. Sasuke ghignò, spingendolo sul tavolo e
allargandogli le gambe.
«Orochimaru mi avrà pur insegnato qualcosa…»
Sasuke stava comodamente sdraiato sul letto, aspettando che
Naruto lo raggiungesse. Non che quella giornata fosse trascorsa al di fuori del
giaciglio, ma c’era un’atmosfera tutta particolare quando arrivava il momento
di coricarsi. Una certa aspettativa, un’attesa che altrimenti non si provava…
Si sistemò meglio sui cuscini, mentre Naruto trafficava in bagno.
«Sai teme… - esordì da oltre la porta – Sono felice che hai
lasciato perdere la storia del dentifricio. Insomma, per un attimo ho temuto che
saresti andato a distruggere Konoha perché lo avevo finito. Invece sei maturato
molto da questo punto di vista, sei meno permaloso da quando stai con me! –
Sasuke alzò gli occhi al cielo, ascoltando le vanaglorie di Naruto. – Eh sì, la
mia compagnia ti fa decisamente bene…»
«Dobe muoviti che ho sonno».
«Sì, arrivo… Mi lavo i denti».
Sasuke sistemò meglio il cuscino. Sì, c’era davvero una
certa aspettativa quando giungeva il momento di coricarsi; un piacere agrodolce
che si formava in bocca e ti stuzzicava in tutto il corpo, dando una piacevole
sensazione di soddisfazione e compiacimento. Sasuke sapeva benissimo come si
chiamava…
«Teme, perché il dentifricio sa di pasta d’acciughe? »
…vendetta.
N/A: scritta per Zeroschiuma in cambio di una lemon
SasuNaru. Sì, la sto istigando a darsi al lato giusto della Forza e lei si fa
sempre amabilmente corrompere.
Buon SasuNaru Day!