Sono stata a lungo indecisa se pubblicare o no questa storia. In fondo,
era da parecchio tempo che non pubblicavo più e mi limitavo
solo ad essere "lettrice". Però, visto che ormai questa
storia è praticamente finita, ho deciso di pubblicare
un'altra volta, come un tempo.
Un' ultima cosa: gli asterischi rimandano a frasi del romanzo Orgoglio
e Pregiudizio di Jane Austen, poiché quello non l'ho
evidentemente scritto io! Se vi va fatemi sapere qualcosa!
Un bacio!
Darcy, alla
pari di
Elisabeth, voleva loro veramente bene, e tutti e due conservarono
sempre la più
calda riconoscenza verso coloro che, per averla condotta nel
Derbyshire, erano
stati il tramite della loro unione.*
Callie Honeycombe alzò gli
occhi sognanti dal libro,
richiudendolo di scatto. Orgoglio e
Pregiudizio, probabilmente il romanzo più bello
che le fosse capitato di
leggere nei suoi ventun anni di vita.
Rigirò il libro ormai
consumato- l’aveva letto e riletto
fino allo sfinimento- tra le dita: nessuna indicazione
sull’autore, solo un
enigmatico “ Scritto dalla stessa autrice di Ragione
e sentimento”.
Appoggiò il libro sul
tavolino accanto, di fianco al
servizio da tea, e si sdraiò sul divano, come poco conveniva
ad una signorina
di buona famiglia come lei.
Ma poco importava: il padre era in
città per affari e la
sorellina minore di otto anni, Henrietta, giocava sotto
l’occhio vigile della
balia in giardino.
Si coprì gli occhi con il
braccio: poteva vederli lì davanti
a lei, Mr e Mrs Darcy a braccetto che attraversavano il cortile di casa
sua
felici e sorridenti. Sospirò sognante.
“ Quando mi lasciano sola
con un buon libro so essere molto
romantica se voglio…” si prese in giro la ragazza,
ridendo di sé stessa.
Già,
ma quando
incontrerò il mio Mr. Darcy?
La signorina Honeycombe era
un’amante della vita di società:
i ricevimenti, gli spettacoli a teatro, i concerti ma, soprattutto, i
balli.
Occasioni dove si danzava, rideva e si conoscevano persone nuove.
“ Peccato che spesso ci si
trovi circondati dall’ipocrisia
più assoluta!” scattò a sedere, con il
viso tirato in un’espressione un poco
infastidita.
“ Gentiluomini indegni di
questo nome armati di monocolo e
prontissimi a mettersi in mostra! E le signore…ah! Non
parliamo di loro! Siamo
proprio tremende noi donne!”
I suoi occhi seccati fissarono il
paesaggio fuori dalla
finestra: il sole si posava dolcemente su campi e alberi in fiore. La
primavera
era già arrivata.
Gli
uomini…sono
personaggi impossibili o insipidi e ottusi o ancora cacciatori di dote!
Come
può anche sperare
una donna al giorno d’oggi?!
Il suo ragionamento fu interrotto
dall’arrivo non annunciato
della sorellina minore che si palesò sbattendo malamente la
porta.
“ Sorella! Ho delle notizie
da darti!” rivelò appoggiando le
mani sui fianchi con fare deciso e altezzoso. Dietro di lei fece la sua
comparsa una affannata e sconcertata Nanny, la balia di Henrietta.
Callie, dal canto suo, era
già in piedi; intenta a darsi un
contegno da padrona di casa, per
nulla
stupita dall’aspetto malandato di Henrietta.
“Perdonatemi, signorina
Honeycombe….ma la piccola…”
“ Non ti preoccupare Nanny,
questa ragazzina verrà sgridata
a dovere anche perché ha disubbidito ad un ordine diretto
del signor Honeycombe…”
aspirò l’aria per poi sillabare, ad alta voce
“…non salire sull’albero dei
vicini!”
“Ma loro hanno la casetta
sull’albero e noi no!” protestò la
piccola.
Callie fu impassibile “ Non
m’importa…Nanny puoi ritirarti,
qui ci penso io.”
“Ma…”
La ragazza fece un cenno con la testa
“è
tutto a posto…”
La balia si inchinò
“ Serva vostra “ e, gettando un ultima
occhiata esasperata ad Henrietta, uscì.
Le due sorelle si guardarono: una
ragazza castana in un bel abito
da giorno azzurro e una bambina bionda tutta sporca e lacera. Il
silenzio calò
in modo grave fra loro.
Poi Callie scoppiò a
ridere e si lasciò cadere sul divano “
Hennie ti adoro!” disse prendendo le mani della bambina che
sorrideva,
furbetta. Sapeva di potersela sempre cavare con Callie;
perché anche lei, se
avesse potuto, sarebbe volentieri salita sugli alberi con la sorellina
minore.
“ Nanny mi ha fatto
così tante storie!”
“Perché non
sembri per niente la signorina modello che
dovresti essere!” le rispose sorridente Callie “
Allora, piccola detective, che
notizie devi darmi?”
Henrietta piegò la testa
di lato sorridente “Hai presente
quella signora un po’decrepita che ogni domenica in chiesa si
siede in prima
fila? Quella...”
“La vedova Norris? E non
esprimerti così…”
“Sì, proprio
lei” sbuffò Henrietta “Pare che non
riesca più
a vivere da sola nella sua grande casa e così suo figlio ha
deciso di
trasferirsi qui con moglie e figli piccoli per non lasciarla
sola…ah, e anche
l’altro suo figlio quello grande dovrebbe
raggiungerli…finalmente avrò qualcuno
di interessante con cui giocare!”
Sicuramente
il signor
Norris si vorrà assicurare di poter amministrare la tenuta,
finché suo fratello
è impegnato in mare. Vuole la casa tutta per sé e
porta moglie e
figli…veramente gentile verso sua madre!
Callie si riscosse dai suoi
ragionamenti vedendo la sorella
con la manina tesa; sorrise. “ Allora, dieci caramelle come
da contratto, non
una di più…e ora vai a cambiarti, rospo, che fra
poco nostro padre sarà qui!”
Henrietta non si mosse “
C’è dell’altro…”
“Sì?”
chiese Callie alzando leggermente un sopracciglio.
Henrietta
è proprio
una bambina furba…
“ Ma solo per altre due
caramelle!”
Appunto
Callie alzò gli occhi al
cielo, chiedendosi perché sua
sorella fosse già così vispa e insolente a soli
otto anni “Tieni, Hennie! Sarai
veramente la mia rovina!”
“ Son solo
affari…comunque la signora Norris darà un grande
ballo di benvenuto a cui tu e papà sarete
invitati!” e detto questo se ne uscì
correndo.
Sai che
novità, la
vedova Norris sarà ansiosa di mettere in vetrina la sua
splendida famiglia!
“Devo dire al piccolo
Charles Martins di smettere di
vantarsi di queste notizie con Henrietta altrimenti finirò
le caramelle nel
giro di due settimane!” si ricordò ad alta voce.
Raccolse il libro dal tavolino e ne
accarezzò il dorso.
Elisabeth…chissà
se
comparirà Mr. Darcy a questo ballo?
Mise via il romanzo sorridendo tra
sé.
“Sono proprio una
sciocca!” pensò amaramente per poi
voltarsi e uscire dalla stanza.
La visita della famiglia Norris venne
nuovamente discussa
durante una delle tante passeggiate di Callie con le altre signorine di
buona
famiglia del circondario.
La ragazza si stava godendo uno di
quei momenti di serenità
che quel paesaggio campestre poteva offrirgli che, pochi secondi dopo,
la
signorina Charlotte Hayer con un risolino annunciò, per
l’ennesima volta: “Ma
ovviamente hanno invitato anche noi domani sera! Catherine è
assolutamente
agitata! E ne ha ben donde visto che sarà il suo debutto in
società! Infatti…”
Callie ringraziò Dio di
esser dietro la ragazza per poter
comodamente alzare gli occhi al cielo.
Ed ecco che
un’altra
oca si va aggiungere allo stagno…oh, ma che delizia davvero!
“ So esattamente cosa stai
pensando, cara Callie…” fece una
voce melodiosa e pacata.
La ragazza voltò il viso
verso Linda Clayton, sua migliore
amica di sempre: era una giovane donna di ventiquattro anni, alta e
magrissima,
il volto affilato e lo sguardo un po’austero sottolineavano
il suo carattere
nobile e un po’orgoglioso, mentre una cascata di riccioli
biondi le
incorniciavano il volto rendendola bellissima.
Callie si era sempre chiesta
perché fosse ancora senza
marito. Con un viso e un patrimonio come il suo Linda poteva
permettersi
chiunque; ma forse, come lei stessa, non aveva ancora trovato la
persona di cui
veramente potersi innamorare.
Ritornò con la mente al
giorno in cui, parecchi anni prima,
Linda era sparita mettendo in agitazione non solo lei, ma anche tutta
la
famiglia Clayton. Fortunatamente Callie l’aveva ritrovata
poche ore dopo,
seduta su una panchina, a piangere.
L’uomo che
l’aveva circuita per mesi, facendo sperare alla
famiglia in un matrimonio pressoché imminente, non solo era
un libertino della
peggior specie, ma era anche sposato.
Inutile dire che era fuggito
all’estero a causa, come
pensava Callie, di importanti debiti di gioco.
“…non vedi
l’ora di poter assistere al debutto di Catherine
Hayer, non è vero?”
Callie scosse la testa e si tolse il
cappellino lasciando i
capelli castano scuro, imprigionati nella solita acconciatura,esposti
al sole “
Mi chiedo solamente, Linda carissima, in che posto dovrò
accomodarmi per
ammirarla meglio infatti…”
Charlotte Hayer che aveva udito e,
ovviamente, non aveva
compreso la battuta si voltò raggiante “Oh! Anche
voi signorina Honeycombe
siete ansiosa di assistere mia sorella al suo debutto?”
“Sarò
estasiata” rispose atona Callie beccandosi una leggera
gomitata da una divertita Linda.
“In molti lo saranno!
D’altronde è pur sempre una Hayer!”
continuava a blaterare Charlotte “Non è vero,
Margareth?”
La cugina di Charlotte, la signorina
Margareth Hayer,
assentì solamente con la testa, loquace come sempre.
Probabilmente
è assai
cupa perché questo non è un pic-nic e non ci si
può ingoz…oh, santo cielo
Callie stai diventando così acida!
Dopo un’altra straziante
mezz’ora passata ad ascoltare le
fasi di preparazione dell’abito bianco di Catherine,
finalmente le quattro
giovani signorine si sedettero comodamente su una larga tovaglia,
portata da
Linda per l’occasione.
E appena furono sedute che Charlotte
tirò fuori il pezzo
forte della discussione di quel pomeriggio.
“Care amiche, non posso
trattenermi oltre dal dirvi che,
finalmente, i Norris sono arrivati ieri mattina! E con essi anche il
figlio
maggiore del signore e la signora Norris!” squittì
tutto d’un fiato.
Anche se infastidita, Callie era pur
sempre una ragazza di
indole piuttosto curiosa quindi non si poté trattenere dal
domandare “Avete
avuto modo di vederli?”
So bene che
non
aspettavi che questa domanda, cara la mia Charlotte!
“Ma certo, signorina
Honeycombe, ma certo!” rispose
trionfante la ragazza “Che persone distinte! E i
bambini!Assolutamente
adorabili!”
“Sbaglio o abitano a
Londra?” chiese Linda interessata.
Charlotte sgranò gli
occhi, fingendosi stupita
dall’ignoranza che la circondava. Evidentemente si stava
godendo la posizione
di superiorità in cui la ponevano quelle informazioni.
“Certo che no! Cara Linda,
pensavo sapeste che attualmente
la famiglia vive nel Derbyshire! Sapeste che paesaggi vi sono
laggiù! La
signora Norris me li ha descritti a pranzo ieri…vorrei
proprio convincere papà
a portarci me e Catherine un giorno!” aggiunse ridendo.
Callie scambiò uno sguardo
divertito con Linda per poi
aggiungere in tono leggermente ironico “ Sì,
sì, tutto ciò è molto
interessante…comunque sia, ragazze, non ha senso crucciarci
con questi discorsi
quando potremo scoprirlo con i nostri occhi domani sera!”
“Assolutamente
giusto!” assentì Margareth Hayer, attirando
su di sé tutta l’attenzione delle ragazze,
compresa la cugina. D’altronde, era
raro vederla spiaccicare più di due monosillabi a giornata.
Callie aveva sempre pensato che fosse
o immensamente timida
e impacciata, o immensamente stupida. E, avendo come esempio la cugina,
propendeva per la seconda ipotesi.
Ma in fondo non era mai stata una
ragazza ritrosa a cambiare
i suoi giudizi sulle persone e, quando udì Margareth
proporre a Linda di
leggere un brano del libro che aveva portato con sé, era
perfettamente sicura
che la cugina di Charlotte fosse solo estremamente timida.
“ Ah,
ma…è Ragione e
sentimento?” balbettò Margareth
tormentandosi le pieghe della gonna.
“Sì, avete letto
anche voi il libro?” chiese stupita Linda,
ignorando lo sguardo sbigottito di Callie, seduta di fianco a lei.
Margareth annuì
“ Sì…effettivamente
vedete…”
“Oh, Santo cielo
cugina!” esplose Charlotte in una risatina
“ Ero quasi certa che voi non sapeste leggere! Insomma non
credo di avervi
visto più di due volte con un libro in mano!”
aggiunse, cominciando a farsi
aria con il ventaglio.
Un silenzio stupito scese sul
gruppetto. Callie rivolse i
suoi occhi nocciola su Linda, scioccata; su Margareth, rossa in viso
come un
peperone e con le nocche delle dita, bianchissime, strette intorno al
tessuto
della veste; infine sulla stessa Charlotte che, sorridente, sventolava
il
ventaglio guardando le colline lontane.
Né
timida né stupida,
solo cresciuta all’ombra di una cugina così idiota
da far ammutolire anche le
pietre!
Non
c’è da stupirsi
che Margareth faccia solo fatica a dire
“Sì” o “No”!
“Credo…”
cominciò Callie “… che potrei prestarvi
un libro
della stessa autrice, penso che vi piacerebbe molto..”
La ragazza paffuta sollevò
lo sguardo di scatto, guardando
Callie come se la stesse prendendo in giro. Poi si sciolse in un
sorriso pieno
di gratitudine “ Mi… Mi farebbe molto
piacere…vi ringrazio!”
Callie annuì, sentendosi
piena di orgoglio per aver salvato
la povera ragazza da quella situazione. Ma forse era anche
felicità, perché con
una semplice frase si era guadagnata il rispetto di una persona che un
giorno
avrebbe potuto chiamare amica.
Cosa che con Charlotte non le passava
neanche per
l’anticamera del cervello di fare.
“ Ora che avete finito di
discutere di libri…” arrivò
puntuale a rovinare il momento la voce dura di Charlotte “
…mi sono appena
ricordata che è il figlio maggiore del signor Norris a
vivere a Londra!”
Callie sbuffò: ecco che
aveva riacquistato il suo buon
umore. E la causa era chiara come il sole: il figlio del signor Norris.
Immaginava che i perché fossero pochi, sicuramente sarebbe
stato…
“…Un uomo
assolutamente elegante, dai modi gentili, di bel aspetto
e, cosa da non sottovalutare, ricco come Creso!”
spiattellò Charlotte agitando
le mani come per far intendere alle altre la portata di ciò
che stava dicendo.
Infatti
“
Secondo me state
esagerando cara Charlotte!” sorrise incredula Linda, per poi
rivolgere uno
sguardo a Callie, intenta a cercare di nascondere le risate che
rischiavano di
esplodere in faccia alla signorina Hayer.
Callie sapeva bene che Charlotte era
solita descrivere così
ogni uomo che non fosse di ceto sociale inferiore al suo e che non
fosse
sposato, quindi assolutamente abbordabile. Aveva fatto
dell’accasarsi prima
della sua cerchia d’amiche una missione. Soprattutto prima di
Linda, che ormai
si avviava verso i venticinque anni.
Ma Callie dubitava che qualsiasi
uomo, trovandosi di fronte
una bellezza delicata come quella di Linda Clayton, avrebbe scelto una
Charlotte Hayer qualsiasi.
Poveretto
colui che
l’avrebbe fatto!
La ragazza in questione
sospirò “ Potete non credermi, ma vi
assicuro che è un uomo veramente distinto! E che stile!
Comunque sia, avrete
l’occasione di incontrarlo domani sera…e allora mi
darete ragione!”
Callie rise “
D’accordo, vi prendo in parola! Spero per voi
di non dovervi smentire!”
Charlotte si sentì punta
sul vivo “ Credetemi, cara Callie…”
incominciò con impazienza per poi essere interrotta da una
balbettante cugina
Margareth.
“ Ma…leggiamo un
brano di Ragione e sentimento o no?
Insomma…lo dico perché fra poco dobbiamo
rincasare...”
Aggiudicandosi così tutta
la simpatia e ammirazione di
Callie.
Era in torto.
Per la prima volta nella sua vita
aveva torto su Charlotte
Hayer.
Callie, amando i balli, aveva passato
il pomeriggio ad
attendere la sera, passando da uno stato di agitazione ad uno di totale
apatia
in cui fantasticava sui divertimenti della serata.
Ed era ballando attorniata da persone
a lei famigliari che
Callie riusciva a lasciarsi andare, sfoggiando spesso volentieri un
sorriso
luminoso.
“Un vero sorriso”
come soleva definirlo Linda.
Il padre di Callie non finiva mai di
stupirsi dell’impressionante
cambiamento di stati d’animo della ragazza. “
Tesoro, credo che tu abbia
assolutamente bisogno di vedere un medico. D’altronde, dopo
tre season passate a Londra,
ancora sei
capace di agitarti per un semplice ballo di campagna..”
asserì nascondendosi
dietro al giornale, dopo l’ennesimo spostamento della ragazza.
“ Non fate
l’indifferente! Siete o non siete voi che alla
vostra età, passatemi l’imprudenza, ancora vi
dilettate nella danza come un
giovane appena uscito dalla nursery?”
scherzò lei andandosi a sedere in un angolo della stanza e
concentrando il suo
sguardo sulla finestra. Oltre le nuvole e le colline
all’orizzonte.
“Venite,
Darcy,” gli
aveva detto “voglio che balliate. Mi dà noia
vedervi lì solo impalato. Fareste
molto meglio a ballare.”*
Il signor Honeycombe
schivò abilmente la frecciata di sua
figlia e sospirò “ Sei proprio come tua
madre..”
La ragazza si voltò di
scatto, lasciando i capelli scuri
invaderle parzialmente il viso leggermente scurito dal sole. Gli occhi
nocciola
si rifecero attenti sul padre.
Il signor Honeycombe non parlava mai
della moglie e, se lo
faceva, non la paragonava certo a Callie. Morta dando alla luce
Henrietta,
Grace Honeycombe era una donna bellissima e altrettanto fatale. Parlava
poco,
ma con poche parole, era capace di far infatuare tutti gli uomini
intorno a
lei.
E suo padre l’aveva amata
teneramente.
“Perché dite
questo?”
Lui piegò il giornale e
guardò la ragazza sorridendo “
Perché come te si perdeva ore nelle sue
fantasticherie…e io l’amavo anche per
questo. Te l’ho detto, era una donna fatale...”
“ Una donna sognante non la
definirei proprio con
l’aggettivo fatale, padre!” inarcò le
sopracciglia Callie. Non poteva
trattenersi dall’essere scettica su quelle parole,
soprattutto perché era stato
lui stesso a definirla così diversa da sua madre.
E poi,
perché parlarne
proprio ora?
Il signor Honeycombe scosse
stancamente la testa. “ E voleva
avere sempre ragione!”
Ma ora sono
assolutamente in torto…
Charlotte
Hayer
stavolta l’ha raccontata giusta...
E io sono in
torto.
Questo aveva pensato scorgendo per la
prima volta la sagoma
alta del figlio maggiore dei Norris. La signorina Hayer non aveva
gonfiato la
verità, almeno sull’aspetto fisico.
Per il resto l’aveva solo
scorto per un momento, perché poi
era stata sommersa dai complimenti dell’anziana vedova Norris
ed era stata
prontamente presentata a tutta la famiglia.
“Signor Honeycombe,
signorina! Posso avere l’onore di
presentarvi mio figlio David Norris e sua moglie Teresa?”
I due coniugi si fecero avanti
distribuendo ai nuovi vicini
i sorrisi più smaglianti che riuscissero ad avere
“ L’onore è nostro. Mia madre
ha parlato veramente bene di voi…sapeste quanti complimenti
vi ha prodigato
signorina!” esclamò David Norris inchinandosi
davanti a lei.
Callie ebbe modo di osservare che
erano proprio una bella
coppia: lui, a dispetto dei suoi cinquantacinque anni, era veramente
distinto e
di bel aspetto. Mentre la moglie, se non affascinante come lui, aveva
dalla sua
parte una figura davvero gradevole e una risata cristallina che portava
quasi
subito alla inconsapevole simpatia.
“Mi dispiace non potervi
presentare mio figlio maggiore…” si
scusò l’uomo voltando appena la testa verso
l’interno della casa “ Ma sembra
che sia stato rapito da qualcosa di urgente all’interno della
sala…questi
giovani, quando impareranno a rispettare
l’etichetta?”
Callie sorrise “ Non
importa, davvero…avrò modo di essere
presentata durante la serata” e con un inchino
sparì dentro il salone, alla
ricerca di qualcuno di conosciuto.
Non trovò Linda, ma ebbe
modo di comprendere cosa avesse rapito
il figlio di David Norris. O
perlomeno chi.
Attorno all’uomo si
raggruppava un capannello di ragazze con
il viso imporporato di rosso, tutte sospiranti e agitate, che facevano
letteralmente a gara per presentarsi e rivolgere la parola a colui che
sarebbe
sicuramente diventato il punto di più alto interesse di
tutta la serata.
E poteva capire il perché.
Callie non poté non ammettere di
essere stata totalmente sconfitta da Charlotte Hayer: Alexander James
Norris, perché
questo era il suo nome, era un uomo dalla pelle leggermente scura, i lineamenti
delicati resi ancora più
belli a causa degli occhi neri, che brillavano di una non comune
furbizia. La
figura era alta, slanciata e i capelli, corvini, ricadevano sulla
fronte in
onde pericolosamente ribelli.
A Callie bastò osservare
l’assoluta eleganza del suo
abbigliamento composto dai soli nero e bianco;
e dai modi composti e assolutamente gentili con cui si
rivolgeva a tutte
le signore per capire chi aveva davanti. Il fiore
all’occhiello della giacca e
una spilla perlata sulla cravatta
fecero
il resto.
Un
dandy…
La ragazza distolse gli occhi
nocciola da quella scena,
costringendo la sua persona a portarsi in fondo alla sala, dove un
piccolo
corridoio portava ad un più ampio salone, adibito ad
ospitare le danze.
Si accorse di avere le guance calde.
Era arrossita, come
quasi tutte le dame che ora erano impegnate a strisciare attorno a
quell’uomo
assurdamente intrigante.
Scosse la testa, ricacciando indietro
l’imbarazzo.
Io non li
sopporto!
Perché lei detestava quei
personaggi ridicoli che a Londra
sembravano ormai essere “di moda”…li
trovava grotteschi nella loro continua
ricerca della bellezza attraverso l’eleganza. Avevano fatto
del loro essere la
maschera dell’indifferenza e dietro i loro modi gentili era
sicura che si
nascondesse un artificioso divertimento.
Per non
parlare delle
loro abitudini sessuali!
Callie cercò di non
arrossire al ricordo di ciò che aveva
sentito sui loro confronti. Le storie che giravano su personaggi come
il signor
Alexander Norris erano note a Londra e dintorni. Tutti sapevano e tutti
elevavano queste figure a idoli della Buona società!
È
semplicemente
ridicolo!
Colui che
ferì
profondamente Linda era dello stesso stampo!
E
anche…
No
Callie chiuse gli occhi, respirando
profondamente.
“ Immagino che voi abbiate
già avuto modo di vedere il
figlio maggiore dei Norris”
La ragazza alzò lo sguardo
ed ebbe il tempo di ricomporsi
dietro al solito sorriso gaio prima che Linda fosse a pochi passi da
lei.
“ L’ho
intravisto, in effetti. Ma non sono stata presentata
presso di lui e, che voi ci crediate o no, non penso di voler che
ciò accada!”
rise Callie prendendo le mani della migliore amica
“Finalmente vi trovo Linda
carissima!”
La bionda sospirò
“ Non c’è alcun bisogno di fingere con
me.
So benissimo quanto vi infastidiscano personaggi come il signor Norris,
il
figlio, intendo…”
La castana rinforzò appena
la presa sulle mani dell’amica,
per poi lasciarle andare “Ma lo stesso vale per voi, o
sbaglio?” fece sorridendo
“Certo, ammetto che non mi sarei mai aspettata di vedere
nell’Hampshire, e
soprattutto nella nostra modesta vita campestre, un dandy di tale
stampo pronto
ad allietare le nostre dame della sua presenza!”
Linda scosse la testa, ridendo
“ Ora esagerate! Come sempre!
Ma d’altronde se io stessa posso ammettere che questo
discorso valga anche per
me, voi potete ammettere che il vostro sia anche pregiudizio?”
Pregiudizio?
Sì,
lo era e lo
sapeva.
E riusciva
anche ad
ammettere a sé stessa di essere profondamente antipatica su
questo argomento…
Ma
ripensandoci, ogni
volta, le sembrava di stare male persino fisicamente.
Un’altra
volta.
Callie prese sottobraccio
l’amica.
“ Avete vinto voi, al
solito! Ma ora non pensiamo a queste
sciocchezze!” si arrese “ pensiamo piuttosto a fare
onore all’orchestra! Perché
non ballare tutta la notte?”
“E voi siete pazza, nessuna
novità! Ma vi prenderò in
parola!”
E, ridendo, si fecero strada nel
salone.
La serata esaudì i suoi
desideri: ballò praticamente per
tutto il tempo a disposizione, parlò con tutte le persone
con cui riteneva
conveniente parlare e non venne mai presentata ad Alexander James
Norris.
Quest’ultimo, poi, sembrava
abbastanza occupato a compiacere
la cerchia di ragazze ormai perdutamente innamorate e ad intrattenere
una
vivace conversazione con tutti i giovanotti del paese presenti,
intrigati dal
suo abbigliamento elegante e dai suoi modi studiati.
E anche se avesse notato la ragazza
castana che volteggiava
radiosa per la sala, Callie era sicura di aver sentito il suo sguardo
addosso
almeno una volta, non chiese di lei e non diede nemmeno segno
d’averla veduta.
“Meglio
così” si trovò a pensare Callie verso
la fine della
serata “ Ciò non fa che confermare la mia opinione
su di lui…pregiudizio o no!”
Evidentemente
avrà già
abbastanza signorine intorno per questa sera!
Non ebbe tempo di approfondire questo
ragionamento che sentì
una presenza farsi timidamente vicina alla colonna dove si era
momentaneamente
appoggiata lei.
Margareth Hayer le si mise al fianco,
aprendo il ventaglio e
cominciando a farsi aria con esso. Era
“impacchettata” in un abito azzurro che
non faceva per nulla onore alla sua figura, facendola sembrare ancora
più
goffa.
“ Caldo,
nevvero?”
Margareth annuì
“ Non mi aspettavo…che i Norris avessero
invitato così tanta gente. Anche se, come potete vedere voi
stessa, sembra che
il punto di massimo grado si tocchi proprio davanti a
noi…” e fece cenno al bel
gruppetto radunato attorno al giovane signor Norris.
Callie rise “
Già! E, scusate l’impertinenza, ma credo che
vostra cugina Catherine sia già perdutamente
innamorata!”
Le due si fermarono un momento a
guardare la sedicenne che,
rossa in viso, veniva condotta al centro del salone dal signor Norris.
Quando
la danza iniziò, Margareth si voltò verso la
ragazza al suo fianco.
“ Non…non che
non me lo aspettassi sinceramente…ero quasi
sicura che sarebbe caduta ai piedi di un bel giovane la stessa sera del
suo
debutto. Non per niente lei e Charlotte sono sorelle!” ammise
tutto d’un fiato.
Callie guardò stupita
Margareth Hayer: quella che
inizialmente aveva giudicato ingiustamente come una delle
più grosse sciocche
che avesse mai conosciuto si stava rivelando come una persona dotata di
buon
senso e spirito d’osservazione.
E Callie era prontissima ad ammettere
una certa simpatia nei
suoi confronti.
Rivolse di nuovo il suo sguardo alla
sala e ciò che vide non
poté non farla scoppiare in una risata gustosa.
“ Si…signorina
Callie?” chiese scioccata Margareth.
La ragazza castana allungò
una mano guantata sul fondo della
sala; indicandole con discrezione sua cugina Charlotte Hayer che,
schiumante di
rabbia, fulminava la sorella ancora impegnata a danzare con il giovane
Norris.
Le due si guardarono per poi
scoppiare in una risata
silenziosa.
“ Ragazze!” le
richiamò all’attenzione una Linda affaticata,
evidentemente appena uscita da un complicato giro di danza “
La serata sta per
giungere al termine e voi siete qui ferme! Un ultimo ballo?”
Callie guardò Margareth,
che sembrava più che intenta a non
voler danzare per tutto l’oro del mondo, e la prese per mano
trascinandosela
dietro “ Ma certo! Tutti i balli devono concludersi con una
danza!”
Aveva un estremo bisogno di dormire.
Il ballo si era concluso almeno
quattro ore prima ma lui,
ovviamente, si era trovato qualcos’altro
da fare. Come d’abitudine ormai.
Sorrise leggermente, portando una
mano guantata a
scompigliarsi i capelli corvini.
Qui in
campagna sembro
già essere molto famoso…
Vi
è buona probabilità
di trarne qualche divertimento.
Non fece in tempo ad aprire la porta
della camera da letto
che la voce fredda di David Norris lo inchiodò lì
dov’era.
“ Abbiamo fatto
particolarmente tardi, Alexander?”
Il moro si voltò verso la
figura composta del padre: era a
pochi metri da lui, già in un completo da giorno, e lo
osservava con occhi
carichi di biasimo.
Troppo biasimo a parere del figlio.
“
Padre…” iniziò lui “
…non sono appena uscito dalla nursery
e non sono nemmeno più così giovane per cui voi
possiate sgridarmi così
facilmente. Ho già trentun anni e sono qui ospite, come voi,
sempre che ve lo
siate dimenticato…”
David Norris lo ascoltò in
silenzio e rimase a guardarlo
ancora per qualche secondo prima di dire, con una lentezza estenuante
“ Voglio
solo ricordarti chi sei e dove ti trovi. Qui non siamo a Londra, dove
puoi
atteggiarti come ti è più comodo. Gestisci i miei
affari con una bravura fuori
dal comune e quindi non trovo niente da dire sugli…atteggiamenti che adotti in
città. Ma qui siamo in campagna e
ospiti di tua nonna, mia stimata madre… non vorrei mai dover
prendere
provvedimenti nei tuoi confronti. Mi hai compreso Alexander?”
Visto che l’uomo in
questione sembrava non voler rispondere
in alcun modo, egli si voltò e cominciò a
scendere le scale quando la voce
carica d’ironia del figlio gli giunse alle orecchie
“ Non credo che voi
possiate darmi alcun consiglio sul comportamento da
adottare…e voi sapete a
cosa mi riferisco. Vi auguro una buona giornata, padre.”
E il rumore secco della porta che si
chiudeva pose fine ad
ogni possibile discussione. David Norris sospirò
sistemandosi i baffi arcuati.
Quel ragazzo sembrava esser nato per dare a lui e a sua madre dei
problemi: il
suo nome e quello dei suoi amici, quasi tutti dello stesso stampo,
erano noti a
Londra e dintorni. Per non parlare delle voci che giungevano alle
orecchie di
un vecchio padre.
Non erano propriamente positive.
Ma Alexander era uno dei fiori
all’occhiello della Buona
società e lui, come padre, doveva
soprassedere e farsi da parte.
Non a caso
quel
ragazzo assomiglia a me da giovane!
Appunti:
* Orgoglio e pregiudizio,
cap. LXI
* Orgoglio e pregiudizio,
cap. III
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