Crazy Love

di oilloi123
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Dopo essersi ritrovati tutti davanti alla sede della Geffen, i Guns, Doug e Alan, si diressero di fretta verso l'ospedale psichiatrico che Ralph aveva indicato al telefono.

< Ma dov'è che stiamo andando di preciso? > Chiese Izzy.

< Sì, infatti. Ci avete fatto svegliare prestissimo e ancora non ho capito dove cavolo ci dovete portare. > Si lamentò Steven.

< State calmi. Lo capirete appena arriviamo. > Disse secco Alan, con l'intento di zittirli.

I quattro sbuffarono, per poi acconsentire a continuare il viaggio in silenzio. Più che per dare retta ad Alan, solo per il fatto che erano stanchi e non sarebbero riusciti a sostenere una conversazione troppo a lungo.

 

Dopo circa un quarto d'ora, arrivarono di fronte all'edificio. Dall'esterno appariva una gradevole costruzione in mattoni.

< Woah.. che posto è questo? > Esclamò Steven stupito guardandosi intorno. < Sembra la mia scuola elementare. >

< E' un ospedale psichiatrico. > Disse Doug cercando di non guardare nessun in faccia, sicuro che sennò sarebbe scoppiato a ridere.

Infatti, subito dopo, scoppiò un'incredibile risata tra i quattro ragazzi.

< Ahaha, avevano già capito tutto! > Disse Izzy piegato in due.

< Ora tutto ha un senso! > Esclamò Duff ridendo e dando dei leggeri pugni alle spalle dell'amico.

< Si, si, ridete, ridete... >

< E io che ti ho sempre preso in giro. > Esclamò Slash, fintamente dispiaciuto. < Se solo avessi saputo della tua malattia, non l'avrei mai fatto! > Continuò a dire scoppiando a ridere prima ancora di finire la frase.

Steven continuò a sbuffare in disappunto, notando anche il sorriso che si era formato sulle labbra di Doug, che cercava di nasconderlo, fingendo di guardare da tutt'altra parte. < Beh.. però io adesso sono fuori- >

< -Di brutto anche! > Continuò a dire Slash, facendo ridere di nuovo tutta la comitiva, che per un secondo sembrava essersi calmata. Sembrava.

< -mentre Axl ce l'hanno messo dentro. > Finì la frase a denti stretti il biondo.

< Già. > Disse Izzy, mentre le risate continuavano, facendosi serio tutto ad un tratto. < Perché lo hanno portato qui? Voglio dire, sappiamo tutti ciò che ha fatto, l'abbiamo visto, ma perché in un ospedale psichiatrico? > Domandò. La sua voce aveva un'inflessione leggermente arrabbiata, che Alan non tardò a notare.

< Non lo so. Ora andiamo a sentire. Siamo qui apposta. > Gli rispose, facendo un passo avanti verso l'ingresso della struttura, seguito dagli altri.

 

Axl seguì Stephanie fuori dalla stanza. Aveva già calamitato l'attenzione di tutti i pazienti.

< Steph.. dai, scusami. Hai ragione, sono stato stronzo, non dovevo dirtelo. > Le disse, continuando a seguirla.

< Lasciami in pace, Axl. > Gli rispose lei dura, senza girarsi, e continuando a camminare a passo svelto per la sala principale, sperando che il rosso demordesse. Invece, ad un certo punto, lui la prese per un braccio, facendola girare.

< Ma che fai?! > Chiese Steph piuttosto adirata, mentre cercava di liberarsi dalla presa. Non era una stretta violenta, non le stava facendo male, era solo decisa a non lasciarla andare.

< Mi devi ascoltare. Non sono uno che si scusa tanto facilmente. Per cui, una volta che lo dico, ascoltami. E soprattutto credimi. > Le disse guardandola deciso negli occhi.

Stephanie sostenne il suo sguardo. Vedeva le sue iridi azzurre specchiarsi nelle sue verdi. Vedeva come il verde dei suoi occhi, non era mischiato ad altri colori come spesso le era successo di vedere in altre persone.

< Steph. > La chiamò Axl quasi scocciato, attendendo una risposta alle sue scuse, che tardava ad arrivare.

< Eh? > Fece lei, come risvegliata. < Oh! Ehm.. sì, ok , va bene. Scuse accettate. > Gli disse. Rimasero un po' lì fermi. Quando Steph sentì la presa di Axl farsi sempre più leggera, lei, di scatto, gli mise le braccia intorno al collo. Appoggiò la testa sulla sua spalla, mentre con il naso, gli toccava leggermente il collo chiaro. Poteva benissimo sentire ancora l'odore di alcol che gli impregnava la maglietta, ma non le importava.

 

< Salve. > Disse velocemente Alan alla donna che stava seduta dietro il pannello di vetro all'ingresso. < Vorrei sapere dov'è Axl Rose e perché è stato portato qui ieri sera. > Disse un po' seccato.

< Sì...ehm... teoricamente ogni informazione sui pazienti è riservata- > Fece timidamente la segretaria.

< E' un mio cliente, è sotto la mia responsabilità e pretendo di sapere dove sia finito. >

< …C-certo. E' stato portato qua ieri sera, come avete detto, accompagnato da degli agenti di polizia. Era ubriaco e hanno detto di inserirlo in un programma riabilitativo. >

< Perfetto.. e dov'è adesso? > Continuò a chiedere spazientito il manager.

< Al quarto piano. Potete chiedere del dottor Paul Johnson. > Rispose la donna concentrandosi a mantenere un sorriso cordiale.

< Grazie mille. > Ringrazio alla fine Alan con un tono misto fra la frustrazione e il sarcasmo.

I sei corsero su per le rampe delle scale, fino ad arrivare al piano indicato. Vagarono qualche minuto, fino a che non trovarono la stanza in cui si svolgeva il programma in cui il cantante era stato inserito.

Alan spalancò la porta, sorprendendo tutti coloro che erano all'interno, che lo fissarono in modo strano.

< Buongiorno signore. > Lo salutò educato Paul.

< Salve, sto cercando Axl. > Disse facendo qualche passo all'interno della stanza, scrutando ogni faccia, nel tentativo di trovare quei capelli rossi che tanto lo avevano fatto ammattire in così poco tempo. < Ma mi pare che non ci sia... >

< Già. Non si è presentato alla seduta. >

< Sa almeno dove posso trovarlo? >

< Dunque... l'ultima volta che l'ho visto, era in compagnia del dottor Ralph- >

< Ralph! > Esclamò Steven. < Lavora qui?! >

< Che cazzo ne sai che si tratta dello stesso Ralph, idiota? > Gli fece notare Slash dandogli una manata sulla nuca.

< Ohio... Aveva detto che lavorava in un ospedale psichiatrico... > Disse massaggiandosi la testa. < Capelli castani, un po' brizzolati, occhi chiari, alto più o meno così.. > Fece, parlando con Paul.

< Sì, esattamente. > Gli rispose sorridente.

< Visto? > Disse Steven, per poi scoppiare a ridere in faccia all'amico riccioluto.

< Vaffanculo, Steven. >

< Beh, comunque lavora al secondo piano, se lo volete cercare. > Disse Paul alzandosi e facendo alcuni passi verso di loro. < Ora però dovrei chiedere di lasciarmi continuare in tranquillità. >

< Certo, certo. Ci scusi. >

 

Dopo qualche minuti riuscirono ad arrivare di fronte alla porta d'ingresso del reparto psichiatria.

Appena fecero il primo passo nella stanza, si ritrovarono davanti Ralph, che li guardava con fare sorpreso.

< Che ci fate tutti qui? >

< Conosci pure loro?! Cosa vuoi fare? Sovvertire la tranquillità di questo reparto?! > Disse borbottando aspramente l'infermiera.

< Stavamo cercando Axl. Ci hanno detto che- >

< Brutto stronzo! > Urlò Slash correndo verso il fondo della sala.



Scusatemi.. stavolta ci ho messo un po' troppo ad aggiornare il nuovo capitolo... eh.. ^^'
Beh, un po' lunghetto, spero riusciate a leggerlo fino in fondo. Credo comunque che manchi poco alla fine.
Fatemi sapere! : *





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