Love in Rain

di Amelia4E
(/viewuser.php?uid=101531)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Love in Rain


Sayoko stava distesa sul letto con le cuffie sgranate nelle orecchie e lo sguardo fisso sull'ombra che, affianco a lei, dormiva angelicamente, Death the Kid.

Chissà perché proprio con lui, proprio con il suo amato doveva esser messa in camera. Avrebbe avuto una gran voglia di svegliarlo e confessargli quello che ormai teneva nascosto da un anno. Eppure... Tutte le volte che ci provava finiva per parlare d'altro, perché, come sempre, l'orgoglio che, potente scorreva nel suo sangue, si faceva sempre avanti nei momenti meno opportuni.

Lo fissò ancora una volta prima di girarsi per prendere il cellulare e guardare l'ora. L'orologio segnava l'una in punto. Si alzò e si mise a sedere mentre i capelli lunghi, neri-grigio, brillavano come fili d'argento alla luce soave della Luna, che penetrava nella stanza dalla finestra dietro il letto. Si tolse le cuffiette e spense l'mp3, appoggiandolo sul suo cuscino. S'alzò in piedi e con premura si vestì, prese il cellulare e lo mise in tasca, poi uscì per farsi due passi. Nel frattempo Kid, svegliato dal rumore che la porta fece chiudendosi, s'alzo e la guardò allontanarsi dalla finestra della camera.

Il cielo si stava oscurando e nuvole nere s'avvicinavano da ovest coprendo la Luna.

E si sapeva, quella, non sarebbe più stata una gita tranquilla, non più. Anche se quel luogo così pacifico in mezzo alle montagne lo faceva sembrare, da quel giorno, tutto cominciò a cambiare.

Kid, osservando le nuvole nere in avvicinamento, s'alzò di fretta e si vestì. Uscì, seguendo la ragazza e prendendo con se l'ombrello rosso, poggiato sull'attaccapanni all'entrata della camera.

L'orologio a prendolo in camera dei due ragazzi batteva l'una e un quarto.

Corse lungo le scale dell'edificio e, una volta fuori, cercò d'orientarsi e capire dove sarebbe potuta andare Sayoko a quell'ora della notte. Ad un certo punto si ricordò del parco del quale gli parlava spesso, poco lontano dall'edificio dove i due erano stati collocati assieme ai soliti Mei e Black * Star.

Due e dieci minuti, piccole goccie iniziarono a cadere sull'erba del parco dove Sayoko stava. Alzò il viso al cielo cercando di liberare la mente dai pensieri che l'assillavano, ma fu a dir poco impossibile. La faccia di Kid, la sua voce, il suo profumo, ogni sua piccola azione, movimento, parola. Tutto rimbombava nella mente di Say, lasciandole, come sempre, quel grand amaro in bocca, che aveva ogni volta che lo pensava.

Correva a perdi fiato sul marciapiede lungo il fiume "picchierellato" dalle piccole, fitte goccie che lentamente colavano dal cielo scuro soprastante. Si guardava, spesso preccupato, a destra e a sinistra cercandola con gli occhi e con la mente.

La pioggia si fece molto fredda, e Kid, fradicio, si fermò, poggiando il palmo delle mani sulle ginocchia, e guardando con gli occhi la terra bagnata e le varie pozzanghere formate. Alzò lo sguardo mentre le goccie scendevano, contemporaneamente, dai suoi capelli neri e dal cielo, del medesimo colore.

Lei, seduta su una panchina, fradicia quanto il ragazzo che la cercava, si prese la faccia fra i palmi delle mani e si lasciò andare. Iniziò così a versare lacrime amare, senza motivo, per sfogo. Nel silenzio della notte, spezzato dalle goccie d'acqua che cadevano, s'udivano i suoi singhiozzi che permisero a Kid, finalmente, di trovarla.

<< Eccola! >> Disse senza fiato il ragazzo, cercando di correre verso di lei.

Era lì, davanti a lei. Pensò che, sicuramente, non s'era accorta della sua presenza. Quanto sbagliava.

Lei lo sentiva, sentiva il suo odore, la sua presenza, e i suoi occhi ambrati fissarla.. Lei lo sentiva. Alzò gli occhi per accertarsi che fosse lui, e, con gli occhi affogati nelle lacrime, si alzò e sorrise, facendo finta di nulla.

Kid teneva quell'ombrello rosso fuoco ancora in mano, senza muoversi più di tanto, guardando, quasi divertito, il sorrriso falso che la ragazza gli stava rivolgendo in quel preciso istante. D'un tratto si sentì un forte rumore. Kid fece cadere a terra l'ombrello rosso poggiando le mani bagnate sulle spalle della ragazza e tirandola a se, abbracciandosela e tenendola al sicuro, come se fosse in pericolo.

La ragazza, davanti ad un'azione così, non seppe far altro che arrossire e lasciare le mani correre lungo i propri fianchi. Affondò leggermente la faccia nei vestiti che, anche se bagnati, profumavano sempre a lui.

<< Con me tu non puoi fingere.. Non puoi farlo!>> Disse Kid stringendola a lui.

<< Come.. Come non posso?! >> Disse lei iniziando ad essere sempre più rossa.

<< Non puoi mentire alla persona che ami.. >> Rispose lui arrossendo leggermente.

A quella frase Sayoko si staccò da lui e, lentamente, fece due passi indietro mentre le lacrime colavano involontarie sulle sue gote rossiccie. Kid s'avvicinò a lei e prese il suo viso, bagnato, fra le mani. Avvicinò il suo viso a quello della ragazza dicendo:

<< Pensavi che non l'avessi capito? >> Chiese lui.

<< No, non lo pensavo. Avevo sempre cercato di nascondere quello che provavo e che provo, perché so che sarebbe stato un grande fiasco. >> Disse lei guardandolo negli occhi color oro.

<< Stupida.. >> Disse lui sottovoce, avvicinando il viso ancora di più a quello della ragazza.

<< Lo so. >> Sorrise lei, ancora piangendo.

<< Ti amo stupida mia, forse da sempre, forse da poco, ma non m'importa. Ti amo. Ti amo quando sorridi, quando piangi, quando mi fissi, quando mi sgridi. Amo quello che fai e come lo fai. Amo come sei. >> Disse arrossendo Kid senza lasciarle risposta.

Avvicinò sempre di più il volto a quello della ragazza e la baciò dolcemente arossendo e facendola arrossire. La baciò per alcuni minuti, tempo in cui la pioggia si fermò, come se le nuvole fossero state allontanate dall'amore dei due.

Kid si staccò lentamente da lei, accarezzandole i capelli bagnati.

<< Ti amo anch'io, da molto tempo, da quella volta a scuola, dalla prim- >> Disse lei non potendo finire.

<< Lo so Say, lo so. >> Disse baciandola ancora. << Andiamo a casa. >> Disse staccandosi e prendendola per mano.

La tirò leggermente per mano, portandola in quella che loro due chiamavano 'casa'.

Una volta arrivati si spogliarono e si misero a letto. Starono abbracciati e svegli tutta la notte, parlarono, e si confessarono tutto quello che tenevano nascosti da tempo, da troppo tempo. Gli occhi ambrati del ragazzo si specchiavano il quelli color smeraldo della ragazza, e si fissarono per tutta la notte, scambiandosi dolci baci e calorose parole dolci.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=761310