you kept me waiting
Come entrai in casa sentì subito che qualcosa non andava: Le
luci, lo stereo il tavolo imbandito erano pronti per la festa ma
nessuno sembrava pronto ne tanto meno dell'umore di festeggiare.
Affiancato da Emmett etrai nello studio di Carlisle e riferimmo per
filo e per segno ciò che non avevamo trovato.
Ormai andavamo avanti per tentativi, chiunque ci fosse dietro a questa
storia sapeva sfruttare il nostro punto di massima forza, Alice,
giocando con i buchi nelle sue visioni.
Edward dopo che Bella aveva ricevuto la visita di un vampiro
sconosciuto ci aveva correre per il lungo e il largo, fino a Seattle
pur di trovare quel vampiro.
in seguito si erano verificate delle sparizioni e secondo le visioni di
Alice un esercito di vampiri stava devastando Seattle.
secondo Edward queste cose erano tutte collegate tra loro, L'esercito
di vampiri neonati, il vapiro in casa sua e magari persino i
volturi.
insomma per non farla ne breve ne lunga aveva sguinzagliato me ed
Emmett nel tentativo di scoprire qualcosa e io nel farlo
avevo trascurato la mia unica ragione di vita. uscì dallo
studio di Carlisle e mi diressi verso la stanza mia di Alice.
tutte le emozioni che avevo sentitno non appena ero entrato in casa
venivano da lei, un esserino così piccolo eppure capace di
provare così tante emozioni in una sola volta.
sfiorai la maniglia della porta per entrare e fui immediatamente
travolto da Alice che buttò le braccia al collo e nascose il
suo splendido viso contro il mio petto.
aveva paura, l'avvertivo, era preoccupata e spaventata ma anche felice
di avermi di nuovo al suo fianco.
la strinsi dolcemente e chiusi gli occhi, decisi di concentrarmi solo
sulle sue emozioni, lasciando perdere quelle del resto della mia
famiglia, e provare a scacciarle.
chiusi la porta con un piede per non allontanarla da me e
lentamente la spinsi verso il letto, mi sedetti e la feci accomodare
sulle mie gambe.
le alzai il viso con la punta delle dita e la chiamai dolcemente - Aly -, si
staccò dal mio petto e mi guardò con quegli occhi
che mi avevano fatto innamorare subito. le passai una mano sul volto
mentre lei chiusi gli occhi al contatto prima di tornare tra le mie
braccia,
- Alice sto bene - le
feci notare e mentre presi ad accarezzarle la schiena alzò
di nuovo lo sguardo puntando i suoi occhi nei miei - si, lo so Jasper - si
alzò sfuggendo dal mio abbraccio e a passi lenti si
avvicinò all'armadio dove prese dei vestiti che poi mi porse
ma li misi da parte e la presi di nuovo tra le braccia,
nell'ultima settimana l'avevo trascurata troppo e in quel poco tempo
che riuscivamo a stare insieme non volevo vederla triste.
la convinsi a parlare dandole un semplice bacio sulla tempia che come
al solito la fece sciogliere -
ho problemi con le visioni, mi sento tremendamente normale ed inutile -
disse irritandosi.
la conoscevo da piu di cento anni e sapevo quanto odiasse sentirsi
normale e non peter "vedere" nel futuro, questo l'angosciava e la
rendeva triste.
a completamente dell'opera ci si era messo Edward chiedendole
di controllare i volturi, i neonati, victoria e ovviamente tenere sotto
controllo ogni singola mossa di Bella e nel giro di una settimana,
Alice stava perdendo di vista tutto ma Edward continuava a chiedere e
chiedere finchè una sera, all'ennesima richiesta,
mi arrabbiai, dissi ad Edward di smetterla di tormentare Alice con
tutte queste richieste ma sapevo troppo bene che Alice avrebbe
continuava a tenere d'occhio almeno Bella e le decisioni di
Aro. era piu forte di lei, non riusciva a non non pensare agli altri.
-senza visioni -
disse piagnucolando - mi
sento inutile e non posso vedere se tu stai bene -.
avevo avvertito piu di una volta quel senso di paura che la coglieva
quando io non ero con lei o quando non mi trovava dove mi aveva
lasciato perchè era la stessa paura che proavo io quando so
che corre qualche pericolo, la stessa che ho provato quando mi ha
chiamato per dirmi che andava in italia, la stessa che provo
anche ora quando diamo la caccia a victoria.
Le sorrisi per allontanare quella tristezza e per cambiare argomento - Ei Aly, basta essere tristi. hai
una festa da mandare avanti ricordi? - le dissi
accenndando alla musica che cominciò a suonare nel salone.
lei scosse la testa e mi sorrise, prima di alzarsi mi baciò
a stampo e poi si diresse verso il bagno per cambiarsi.
Amavo Alice, lei mi aveva reso qualcosa di migliore e se qualcuno le
avesse torto un capello non sarebbe sopravvisuto.
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