Io
& il
Bagnino
Estate eh?
Sentire il
caldo ovunque, persino nei posti più freddi,
avere ostinatamente voglia di mangiare qualcosa di fresco, voler vivere
nuove
esperienza estive, andare alla spiaggia a prendere il sole….
Le mie giornate
erano caratterizzate da tutti questi fattori
e vivendo in questo paese, il mare non è così
lontano.
Ogni giorno
mare, sole, bagno e gelato e quella doveva
restare una giornata qualunque, ma non era così.
Mi trovavo
seduta comodamente su una sdraio ad abbronzarmi
nonostante la mia carnagione già scura
(questo perche io vengo dalla Calabria, ma per diverse ragioni ora
abito in
Liguria).
Ammiravo come
sempre il paesaggio attorno a me.
Potevo sentire
il mare infrangersi sulla riva, vedere l’acqua
–oggi molto sporca- riflettere i raggi solari.
C’era
una leggera brezza che mi accarezzava dolcemente il
viso, spostando i miei capelli mori davanti ai miei occhi marroni e in
più la
spiaggia era praticamente spopolata.
Stavo per
addormentarmi quando udii da lontano qualcuno che
pronunciava il mio nome.
< Ste!!!
>
Nella mia mente
già sapevo di chi si trattasse, ma aspettai
che chi mi cercava arrivasse da sé accanto a me.
Aprii gli occhi
e scorsi la mia amica Greta.
Una ragazza dai
capelli castani – ancora per poco poichè
sogna di essere mora come me – corporatura molto magra e
pelle abbastanza
chiara.
Mi sorrideva
coi suoi occhi di cioccolato e mi chiedevo il
motivo di tanta allegria.
< Che
succede? >
La mia voce
è leggermente stanca: in fondo stavo per
dormire!
< Ci
facciamo un bagno? >
Mi voltai
ancora ad osservare l’acqua. Era lercia e in più
il mare era molto agitato.
< Ma che
scherzi? Come minimo c’è il vomito di qualcuno
tra tutta quella rumenta. >
< Non ti
facevo così schizzinosa. >
Mi stava
provocando?
Il tono della
sua voce me lo faceva pensare.
Mi alzai dalla
sdraio stiracchiando le braccia e le gambe.
< Ti sei
decisa? Si va alla boa? >
Si,
così anneghiamo.
Non credevo di
aver mai visto il mare così alto e agitato.
Ma lei lo
sapeva meglio di me che adoravo le sfide.
Amavo quando
l’acqua e la forza del mare erano così potenti.
Ad un tratto
però, il mio sguardo si posò su un cartello
vicino.
Attenzione!
Onde
molto alte. Fare attenzione
Alla
corrente.
< Ehi,
l’hai già letto quello? >
Indicai il
cartello alla mia amica, la quale si voltò
all’istante.
< Ovvio.
Ti ho chiesto apposta di andare in mare. Poi
guarda là! C’è già la Ludo e
la Samantha. Ci stanno aspettando. >
In effetti le
vidi mentre giocavano tra la spuma delle onde.
Sembrava che si
divertissero molto, anche se loro erano
proprio sulla riva, mentre noi volevamo andare a largo.
Ero indecisa.
Da un lato
sarei tentata poiché il sole picchiava forte, ma
sempre meglio stare qui a cuocere che annegare tra le onde!
< Allora
vieni? Se si mettesse male c’è quel figo di
bagnino!!! >
In effetti era
proprio bello quel ragazzo che se ne stava seduto
ad osservare il mare con un’attenzione quasi sbalorditiva.
Era un bagnino
dai capelli biondi, carnagione scura, occhi
verdi con qualche riflesso marrone e pettorali scolpiti.
Il sogno di
ogni ragazza eterosessuale!
Io e lui
già ci eravamo parlati, ma non ci siamo mai
scambiati un discorso serio. La sua voce m’incantava e ogni
volta che
sorrideva e mi mostrava i suoi denti
così bianchi e
perfetti la mia attenzione ricadeva solo su questi ultimi.
Ora
l’idea di fare il bagno mi allentava già di
più.
<
Bhè! Se proprio insisti! >
Sorrisi
ripensando a quando l’avevo visto salvare un bambina
l’anno scorso.
<
Andiamo! >
Dicemmo
all’unisono dirigendoci verso la riva.
Il contatto
dell’acqua salata alla mia pelle, mi diede una
sensazione di sollievo.
< Dove ci
tuffiamo? E’ tutta sporca l’acqua qui. >
Mi iniziai a
lamentare.
Ma in fondo ero
così e chi meglio di lei lo sapeva?
Mi conosceva da
ben 9 anni. La nostra prima discussione fu
alle elementari, quando ci accorgemmo di avere lo stesso zaino delle
Bratz.
<
Andiamo laggiù. Vicino agli scogli l’acqua
è molto più
pulita. Guarda! >
M’indicò
il punto da lei citato e in effetti non potevo
darle torto.
La mia unica
preoccupazione erano appunto gli scogli. Le
onde s’infrangevano su di essi con una potenza inaudita.
Deglutì
al pensiero di schiantarmi su un macigno così, ma
presto la paura mi passò vedendo Greta tuffarsi in acqua con
una velocità
impressionante.
La guardai in
acqua e sorrisi perche tuffandosi si era
procurata una bella panciata! Ahi!
Quando
ricomparve mi fece segno di tuffarmi assieme a lei ed
io obbedì facendo una corsa contro una grande onda.
Che bello stare
in acqua!
Niente di
meglio dell’acqua fresca per scacciare il caldo!
Ridevamo e
schivavamo le onde e pian piano, senza che noi ce
ne rendessimo neanche conto, ci avvicinavamo sempre di più
ai maestosi scogli.
Mi voltai
qualche secondo per riosservare il bagnino: ci
stava tenendo d’occhio.
Per un istante
il mio sguardo si scontrò col suo finche non
lo vidi spalancare le pupille in maniera impressionate.
Stava guardando
qualcosa dietro di me e non doveva affatto
essere una bella cosa visto il suo sguardo spaventato.
< STE
ATTENTA! >
Sentii la Greta
urlare alla mia destra.
Ma che diamine
succedeva!?
Mi voltai di
scatto verso il mare e vidi un’onda enorme e….
STAVA PER TRAVOLGERMI!
Non potei fare
altro se non prendere più aria possibile da
immagazzinare nei polmoni e quando l’onda
m’investì, venni trascinata molto più
a largo.
Per qualche
istante facevo fatica a capire cosa fosse appena
accaduto.
Mi veniva solo
in mente lo sguardo di quel bagnino….
Com’è
che si chiamava?
Ah….
Si… Daniele.
Quando sentii
che stavo rimanendo a corto d’ossigeno, misi
il più velocemente possibile la testa fuori
dall’acqua ed iniziai a guardarmi
attorno.
La prima cosa
che vidi furono tutti gli scogli che si
ergevano a pochi centimetri da me: se avessi allungato il braccio, li
avrei
potuti toccare senza problemi.
Non feci
neanche in tempo a pensare a come poter uscire da
quella situazione che subito un’altra
onda mi
travolse e questa volta non potei prendere fiato.
Iniziai a bere
ed il mio solo pensiero era quello respirare,
ma più tentavo e più bevevo:
m’iniziavano a mancare le forze e cominciavo a
vedere tutto nero sott’acqua.
Un’altra
onda mi fece schiantare contro gli scogli facendomi
prendere una forte schienata. Non so quanto fosse grave la ferita
perche non
sentivo neanche più il dolore.
Credevo fosse
la fine per me.
Morta per uno
stupido bagno. Che orrenda fine. Mi sarei
immaginata qualcosa di più,invece di morire a 17 anni, ma si
diceva che la
morte non rispetti l’età e può avvenire
in qualsiasi momento ed in qualsiasi
luogo.
Solo ora mi
rendevo conto di quanto potesse essere vero.
Così
mi abbandonai completamente aspettando che la morte mi
prendesse.
Ma ad un
tratto, sentii qualcuno afferrare la mia mano
destra: probabilmente era la presa della morte.
Dovevo essere
messa proprio male, ma questa mano fece ogni
sforzo per far uscire la mia testa fuori dall’acqua.
Non mi sforzai
neanche di aprire gli occhi perche ancora non
riuscivo a respirare.
Sentii delle
parole provenire dal mio salvatore
<
Resisti. Resisti per favore! >
Non capii
neanche la metà di quello che disse perche molto
probabilmente svenni.
Qualcuno
mi sta toccando le labbra….
Ora
il petto e sta spingendo forte su di esso…..
Ora
ancora le labbra, petto, labbra, petto.
Andò
avanti così per non so neanche io quanto tempo, finche non
sentii
il grande bisogno di vomitare.
Infatti
rigettai acqua. Acqua salata per l’esattezza.
< Coff,
coff >
Quando aprii
gli occhi, mi ritrovai tra le sue maestose
braccia. Il suo sguardo era preoccupato e solo ora mi resi conto che
era
completamente bagnato fradicio.
Sono in
Paradiso?
< Ti
senti bene Stefy? >
La sua voce mi
appariva così dolce e tenera….. quasi una
melodia.
<
S… si…. C.. cos’è successo
>
Balbettai.
Probabilmente a causa della botta.
< Ti
hanno travolto delle onde. Mi hai fatto prendere un
bello spavento, lo sai? >
<
M…. Mi dispiace. >
Emisi poi un
gemito di dolore e non potei fare a meno se non
tastarmi la schiena.
< Non ti
preoccupare. Non è grave, ma ti ci vogliono dei
punti. >
La sua voce
sembrava essere così rassicurante che in un
attimo il dolore si dissolse ed il mio solo pensiero era quello di
toccare le
sue labbra con le mie.
< Sei
stato tu a salvarmi? E a “riportarmi in vita”?
>
Sorrise
scoprendo i suoi denti.
Quanto amavo il
suo volto……
<
Bhè… diciamo di si. >
<
P… Potresti rifarlo? >
Mi
guardò con aria interrogativa ma senza smettere di
sorridermi
< A cosa
ti riferisci? >
< Alla
respirazione bocca a bocca. Potresti rifarla?
Credo di avere ancora dell’acqua nei polmoni. >
Lui sapeva
meglio di me che era una bugia bella e buona la
mia, ma nonostante ciò, mi accontentò e potei
sentire la sua lingua venire a
contatto con la mia.
< Da
quando la respirazione si fa con la lingua? >
< Da
quando il salvatore decide di voler portare a cena la
quasi annegata >
Sorrisi anche
io e solo ora vidi che attorno a noi c’erano
altre persone, tra cui riuscii chiaramente a riconoscere Greta che
aveva
osservato la scena come altri accanto a lei.
Che imbarazzo!
Non solo avevo
fatto una pessima figura rischiando di
annegare, ma avevo pure chiesto a Daniele un bacio.
Che stupida!
Ma se non altro
adesso avevo un bagnino tutto per me e di
sicuro quella cena sarà stata indimenticabile per tutti.
Specialmente
per me.
Ma prima avrei
dovuto mettermi dei punti nella schiena e la
cicatrice che sarebbe rimasta, sarebbe stato il segno indelebile di
questa
pazza, meravigliosa, quasi tragica giornata.
Note
dell’autrice: alla
fine pure io ho deciso di partecipare al concorso e questo è
quello che è
uscito dal mio cervello.
Eheh! Spero vi piaccia!!!
Baci!!!!
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