Contest
o Santi Pietro e Paolo o
La maggior parte delle storie inizia con una sveglia che suona/genitore
che sbraita al fine di far aprire gli occhi al protagonista.
Considerato che il mio genitore è in crociera assieme all'altro,
nel limpido "mar delle belle donne more", Grecia, e la mia sveglia
è stata desonorizzata con una montagna di coperte a prova di
Rehinold Messner, non c'è pericolo che io mi svegli prima del
dovuto.
Sono le 6.13 e io sono sveglia.
Strana la vita a volte, eh? Strano come il tuo subconscio ti prenda per
il culo facendoti credere che siano ormai le dieci di mattina.
Perché ci sono volte, più uniche che rare, in cui effettivamente ti svegli prima.
Ora, stare davanti allo specchio a fissare la deforme ameba
giallo-cadavere che mi ritrovo come faccia dopo una nottata di sbronze
non mi
sembra proprio il caso. Tanto meno rimanere in ascolto dei miei
accademici ragionamenti sull'essere o non essere tipici delle fase "chi
sono io?" del dopo sveglia. Ragion per cui ambulo verso la cucina e mi
faccio tre tazzine di caffè (le tazzine della nostra dispensa
fanno parte della collezione di porcellane in miniatura di Barbie
Collezionista). Mentre faccio scorrere un po' di caffeina assieme ai
miei globuli rossi, mi affaccio alla finestra (ricordo che sono ancora
in vestaglia e non mi sono struccata prima di andare a letto) e ammiro
in totale placidità la pineta baciata dai primi timidi raggi di
sole.
Sì, perché in occasione degli appena superati esami di
maturità i miei amici ed io abbiamo deciso di fare armi e
bagagli e passare un mese a Solferina, località marittima in
mezzo al nulla. Nessuno sa dell'esistenza di Solferina, eccetto le
poche anime che l'hanno conquistata nell'Ottocento e che hanno
tramandato la conoscenza delle sue coordinate ai loro posteri, con il
seguente risultato: una cittadina immersa nella pineta nella quale
tutte le agenzie di viaggio sbolognano flotte di turisti tedeschi. Non
male, direte, se uno cerca la tranquillità, ma per i festaioli
come Paolo, il mio migliore amico, questo posto è una tortura.
Forse è per questo motivo che ieri notte, preso dalla sbronza,
ha dato fuoco a un ramo di pino e ha incominciato a correre intorno
alla piazzetta come un posseduto nel bel mezzo di un rituale satanico.
Personalmente adoro questo posticino, ci passo settimane da quando sono
nata e quando i miei hanno comprato un piccolo appartamento, ho deciso
che ci avrei passato tutte le estati della mia vita, in attesa del
principe azzurro che venisse a prelevarmi dall'appartamento su un
candido destriero, eccetera eccetera...
Ora, a diciotto anni compiuti, mi rendo conto dell'idiozia infantile e
rimango a osservare il vicino mattiniero che in bermuda e infradito si
invia di gran carriera per fare del sano jogging.
Anna, Luca e Paolo stanno ancora beatamente dormendo (russano come
mietitrebbie sulla ghiaia) e così decido di farmi beneficamente
infuenzare dal vicino. Mi introduco come un membro in borghese della
CIA nella mini-camera da letto (naturalmente i maschi hanno prenotato
la matrimoniale due mesi prima che partissimo, così io e Anna ci
siamo dovute beccare il bunker con il letto a castello) e prendo alla
cieca dei vestiti, mi abbiglio in fretta e parto alla volta della
corsetta tonica.
Qualche metro dopo sono distrutta. Arranco come una balena spiaggiata,
ho la milza che sembra una lama conficcata nel fianco e sono
così sudata che se strizzassi la mia maglietta, darei da bere al
Terzo Mondo. Ok, forse esagero un po' gli eventi, ma il mio fisico
assolutamente non tonico non è abituato a slanci d'atletismo e
quindi non posso fare a meno di sembrare un palloncino sgonfio che
scorrazza per Solferina con un paio di shorts verde pisello, una
canotta arancio deciso e il marsupio lilla. Prendere i vestiti alla
cieca non è il miglior modo per lanciare nuove mode.
Mi fermo sulla prima panchina che trovo, cioè quella della
chiesetta accanto al "Bagno Culinudi" (non ridete, è il cognome
del proprietario) e mi stravacco davanti alla visione del crocifisso.
-Signore, aiutami Tu...- mormoro tenendomi la milza.
Quale spirito malvagio vuole che la mia mattinata passi in dolore e
sofferenza? Forse il ramoscello bruciato di ieri sera...forse dovrei
convertirmi all'animismo e chiedere perdono alla Natura per l'atto
oltraggioso del mio amico Paolo.
Dato che sono qui, faccio il segno della croce, come facevo tutte le
estati quando venivo con mia nonna e mi concedo cinque minuti di
pausa-preghiera.
-Altissimo...-
-Purissimo e Levissimo.- ridacchia una vocina che mi fa saltare sulla panchina per lo spavento.
Un bambinetto di all'incirca una decina d'anni è comparso accanto a me. Puff! Dal nulla.
-Che vuoi, nano? Lasciami pregare in pace!-
-Mi sono perso...-
-Che peccato.- lo ignoro e continuo il mio sacro colloquio.
-Altissimo...mandami un segno, qualcosa,...fammi conoscere il mio
principe azzurro...- è una preghiera molto occasionale, sapete.
-Magari anche Cenerentola.- si intromette ancora lo scarafaggio con sembianze puerili.
-Senti, piccolo, vai ad importunare quella vecchietta che ammira l'alba, su!-
-Ma mi sono perso! E la mia nonna è sparita!-
-Sai, non è italiano corretto accostare un articolo detreminativo e un aggettivo possessivo.-
-Eh?-
-Ok, cerchiamo questa nonna!- mi rassegno e prendendolo per mano, lo accompagno fino all'entrata del Bagno Culinudi.
-Non c'è? Bene, torno a pregare.- faccio, seccata.
-Eccola!- il ditino scatta verso una figura tra gli ombrelloni ancora
chiusi, che si muove disorientata alla ricerca di qualcuno.
-Giosuè! Giosuè!- chiama.
-Oh, è così che ti chiami...- mi rivolgo al nanerottolo mentre lo accompagno verso la nonna.
-No, Giosuè è il nome del nostro gabbiano domestico.- mi
sfotte il malvagio e corre via urlando un "Nonnaaaaaaaaaaaaa!" udibile
a distanza di kilometri.
Rimango sola a pochi passi dal bagnasciuga nella mia mise da pugno
nell'occhio e spunto mentalmente il giorno di oggi nel calendario delle
buone azioni.
-Scusa?- una mano caldissima si appoggia sulla mia spalla e io mi giro per vedere a chi appertenga.
Che mi venisse un colpo! Davanti ai miei occhi, anche se in controluce,
mi si apre una visione celestiale, con tanto di coro dell'"Hallelujah"
di sottofondo.
Un ragazzo (un bel pezzo d'uomo, diciamocelo pure) mi guarda dall'alto
della sua statura, con grandi occhi celesti e una cascata di riccioli
biondi. Cose da riviste di moda maschile, nulla di equiparabile alla
realtà, perché costui è l'incarnzazione della
bellezza. Se fossi uomo, diventerei gay all'istante.
-Ao...- la mia mente abbagliata cripta male un "ciao" alla mia bocca. Ora sì che sembro ritardata.
-Ehm...sorry, sprechen Sie Deutsch?-
-Eh??-
-What language do you speak?-
Cos'è, Google Traduttore in persona?
-Italian...cioè, italiano.- è la mia cretina risposta.
Il tizio ride in un modo letteralmente sconvolgente, mostrando il suo
perfetto arco dentale. Oltre alla risata sexy, ha anche un cervello
multi-language...deve avere dei poteri paranormali.
-Ah, ok...- ridacchia:-Ti hanno rubato il marsupio.-
E me lo dici così su due piedi? Cioè, fisico da urlo, fa
lo sborone in tedesco, ma tatto zero! Ci sono notizie che vanno date
con certo savoir faire (non
è l'unico a destreggiarsi in altre lingue), in modo che il
ricevente possa assimilarle al meglio, che i loro effetti non si
ripercuotano nella sua vita futura.
Un attimo...che cosa ha detto???
-Eh?- ormai mi rivolgo a lui come un cavernicolo.
Il bello indica Giosuè e la nonnina già lontani lungo la
battigia:-Il piccolo ti ha sfilato il marsupio prima di scappare. Mi
spiace non essere riuscito a fermarlo, ma vedrai che un giorno ti
restituirà ciò che è tuo.-
Lo guardo per un istante con un sopracciglio alzato, prima di esplodere
di rabbia:-Merdaccia! Quel nano impersonificava satana, lo sapevo! Lo
sapevo, mannaggia! Che gli potesse piovere un'incudine in testa!-
-Ehi, non te la prendere così...-
-Muoriiiiiiiiiiiiiiii!!!!- gli urlo dietro, ignorando completamente il bello.
-Ti prego, non perdere la calma.-
-Bambino pezzente! Tu e quella vecchiaccia befana babbiosa!-
-Gioia, basta!-
Mi immobilizzo all'istante, fissando quel tizio direttamente nelle pozze azzurrine con la bocca aperta.
-Come...fai...a...?- la prima pseudo-frase civile rivolta a un pseudo-indovino.
Lui indica col mento il mio collo:-La collana, è scritto lì.-
Che idiota. E' quasi un anno che porto il mio nome al collo e mi domando come faccia la gente a imbroccarci sempre.
-Già...sei un buon osservatore.- me ne esco, godendomi la personale figura di merda.
Lui invece sembra divertito e sempre sorridendo mi accenna al bar della spiaggia:-Ti va di fare colazione, Gioia?-
Lo seguo senza la minima traccia di titubanza e mi godo lo spettacolo
del suo didietro che si muove sul sottofondo delle onde, ben coperto da
un paio di pantaloni lunghi. Ora che lo osservo, noto anche che porta
una maglia a maniche corte; piuttosto inusuale da queste parti, no?
Forse è un tipo freddoloso...
Ordiniamo (mangerei anche un bue obeso in questo momento) e ci accomodiamo a un tavolino illuminato dal sole.
-Allora, Gioia...che c'era di così importante in quel marsupio?-
Mister Mozzafiato adora rigirare il coltello nella piaga.
-Dieci euro, un pacchetto di Daygum senza zucchero, occhiali da sole
comprati da un marocchino l'anno scorso e cibo per la sopravvivenza
alla corsetta mattutina.- spiattello così tutta la mia
proprietà privata.
-Interessante.- sorride, mentre sorseggia del tè non zuccherato.
-E...con chi ho il piacere di conversare questa mattina?- domando dopo aver verificato l'esistenza di collane rivelatrici.
-Pietro.- mi porge la mano cordialmente.
-Gioia.- ripeto stringendola e riconfermando il fatto che sia piacevolmente calda.
-E' veramente un nome bellissimo il tuo.- dice, sorridente (ed ecco che
la temperatura aumenta di botto con conseguente surriscaldamento
personale ed evaporazione della parte intelligente di me).
-Davvero?- ecco, appunto.
-Davvero. Avere il nome di un sentimento è un dono importante.-
Adoro le sue argomentazioni!
Il suo cellulare squilla e lo ammiro svolgere l'azione quotidiana di
rispondere e rimirare l'orologio, scusandosi con il mittente della
chiamata per il ritardo.
-Oh, è già ora che vada.- mi informa, dispiaciuto:-E'
stato un piacere conoscerti, Gioia, spero che avremo un'occasione per
incontrarci ancora.-
-Ordo.- è il mio "d'accordo", mentre Pietro mi bacia entrambe le
guance come fanno i francesi ogni volta che si incontrano.
-Andiamo, Gioia, che cosa ti prende?- domanda Anna spiando all'interno
del suo bikini nella speranza di trovare segni d'abbronzatura:-E' tutta
la mattina che fai l'autistica.-
-Anna, per piacere, non offendere gli autistici.- ribatte Paolo ritornando grondante dall'acqua.
E' vero, da quando sono tornata dalla mia "corsetta tonica" mi sono
accollata al branco di amici senza far notare la mia presenza.
Strascicavo i piedi sbavando davanti all'ologramma di Pietro creato dal
mio cervello e ora continuo la mia attività sorseggiando una
granita alla menta, spalmata sul lettino. Credo anche di avere lo
sguardo sognante e le palpebre a mezza via.
-Gioia, fa in tempo a crescere una pianta di menta in quel bicchiere,
se continui a bere così appassionatamente.- mi fa notare Luca,
mentre mi sfila dalla bocca la cannuccia penzolante.
-Ehi, stavo bevendo!- mi lamento.
-E' dissetante l'aria?- mi prende in giro Paolo, scrollandosi di dosso l'acqua come i cani.
-Parla quello che si asciuga come un epilettico.- mi dà man
forte Anna, optando per la rimozione delle spalline dal reggiseno.
-Anna, per piacere, non offendere gli epilettici.- ribatto.
Paolo ruzzola sulla sabbia per fare il deficiente, mentre Anna e Luca
si nascondono dietro il parasole del lettino sostenendo di non
conoscerlo.
-Ok, amici, voglio essere sincera con voi.- sospiro mettendomi a gambe incrociate davanti a loro:-Ho conosciuto un ragazzo.-
Anna afferra immediatamente e prende a saltellare e battere le mani,
eccitata. Le soap opera che si spara dalle due di pomeriggio l'hanno
danneggiata psicologicamente.
Luca mi chiede quale sia il suo nome, probabilmente lo conosce. Ha la mania del "ah sì, ne ho sentito parlare".
Paolo invece mi ignora continuando a ruzzolare.
-Si chiama Pietro ed è il figlio di Venere, è davvero...-
-Figo?- propone Anna con le mani giunte sotto il mento.
-Ma...Venere, la sorella del propietario del Bagno Conchiglia?- s'informa Luca, interessato.
-No, idiota, Venere la dea della bellezza.- rispondo, rassegnata.
-Ah, la conosco?-
-Mio Dio...-
-Dai dai, descrivilo!- mi incita Anna pronta all'identikit. Mi domando
come abbia fatto ad accettare di passare un mese assieme a persone del
genere.
-Un classico fisico da bagnino, biondo, occhi azzurri...-
-Cicciobello Bua con qualche anno in più, insomma.- commenta
srafottente Paolo, mentre si degna di sedersi accanto a noi, pieno di
sabbia come un maiale con il fango.
-Ah, ho capito! Pietro il bagnino del Bagno Riviera!- esclama Luca.
-Piantala Lù! E' un tizio mai visto a Solferina...di sicuro me ne sarei accorta anni fa!-
-Uuuh, un super modello che si degna di questo cesso di villaggio sull'acqua.- Paolo questa mattina è davvero irritante.
-E' un ragazzo molto alla mano e mi ha chiesto di rivederci.- lo difendo.
-Oh mio Dio, Gioia! Hai fatto colpo!- nemmeno mia madre usa più quest'espressione, ma Anna è davvero euforica.
-Boom! Colpito e affondato.- scherza Paolo.
-Senti, Mister Scetticismo, puoi chiudere quella bocca e accettare il
fatto che una specie di dio mi abbia rivolto la parola?- lo zittisco,
fiera.
-Orgoglio femminile in azione.- ribatte, alzandosi:-Me ne vado, non
è argomento di mia competenza. E...per quanto riguarda il dio,
portagli i miei ossequi quando vi "rivedrete".-
-Fottiti.-
Non passa ora che io abbia bisogno di "sgranchirmi le gambe" lungo la
riva, scortata da una pimpante Anna che sembra fatta di qualcosa di
davvero potente. Per tutta la giornata non ha fatto altro che
immaginare un prossimo futuro di lei che fa da testimone al mio
matrimonio prima e da babysitter ai miei figli perfetti dopo.
-Avrai una bambina con gli occhi azzurri e i capelli scuri e un bambino con gli occhi scuri e i capelli biondi.-
-Sai anche come si chiamerà il mio cane?-
-Magari Orlando Bloom, sarebbe così figo chiamare un cagnetto così!-
Del misterioso Pietro neanche l'ombra, non potrei essere più
disperata. Mentre ritorno silenziosamente a casa, trainando il borsone
pieno di asciugamani bagnati, ripenso alla sua risata sexy e a quelle
labbra sempre più baciabili. Chiedergli di scambiarsi il numero
di telefono sarebbe stata una mossa troppo intelligente da parte mia.
E così il mattino seguente alle 6.10 ho già gli occhi sbarrati.
L'Himalaya sopra la sveglia è stato rimosso (spiacente per
Reinhold Messner, che era quasi arrivato alla cima) e io sono scattante
come se avessi dormito tutta la notte, cosa che non è successa a
causa dei miei turbati pensieri, dei lancinanti lamenti di Anna per le
spalle abrustolite e delle prediche di Paolo e Luca a causa del vicino
mattiniero un po' alticcio che andava cantando a squarciagola brani di
decenni fa.
Questa volta non uscirò di casa vestita come un incrocio tra un
arancio e un pisello, infatti ho accuratamente scelto una canotta a
righe bianche e blu, una candida gonnellina dai bordi in pizzo e una
borsetta con allarme anti-scippo. Ok, quello è ancora da
ultimare, però ho lo spray al peperoncino a portata di mano. E
non mi interessa se dovrò uccidere bambini.
Determinata, raggiungo (camminando) la spettacolare entrata del Bagno
Culinudi (ci sono un paio di brasiliane in cartone ad accogliere i
bagnanti) inondata di una pallida luce e lo vedo da lontano. Cioè, lui c'è. Capite? Pietro c'è! Pietro c'èèèè!
Sta seduto sul bagnasciuga con le ginocchia rannicchiate al petto e i
piedi solleticati dalle onde e io potrei fare un colpo apoplettico solo
per il fatto che stia respirando a pochi metri da me. Non mi sono mai innamorata di un ragazzo solo per il fatto che fosse bello.
Ok, grande cazzata.
-Ciao!- lo saluto sedendomi accanto a lui e piombandogli addosso di
soppiatto come un maniaco inseguitore farebbe con la sua vittima.
Sembra sorpreso nel vedermi, ma il suo viso si apre in un sorriso cordiale:-Buongiorno, Gioia.-
Ora che il suo sorriso mi illumina è giorno.
-Il tuo posticino preferito, eh?- gli chiedo godendomi il profilo geometrico del suo naso.
-Mi piace...è un buon punto in cui riflettere solo con il rumore delle onde.- che poeta.
-Non volevo disturbare.- come no!
-Figurati, anzi sei vuoi potremmo...- sì???
-...riflettere insieme.-
Eccitante.
In un religioso silenzio stiamo a contemplare il sole nascente, l'uno
accanto all'altra mentre il mio corpo si avvicina (inspiegabilmente) sempre di più
al suo. Non che sia un passatempo disprezzabile, però sapete
com'è...avrebbe molto più senso, se magari interagissimo.
-Di', ehm...Pietro, ti va di fare un bagno?-
-Cosa?-
-Sai, per...purificare il pensiero.- dato che lui è così
profondo, cerco di esserlo anch'io. Anche se sembro solo una pervertita
che importuna la gente colta.
Difatti mi scruta con un sorrisetto carico di presa per il culo:-Certo, se ti fa sentire meglio...-
Deve sicuramente pensare che io abbia vissuto un trauma infantile.
Pur di nascondere la mia faccia imbarazzata, corro in acqua, bagnandomi
i piedi e sentendo subito il beneficio del fresco:-Coraggio, vieni!-
Lui mi guarda ancora un po' dubbioso, poi si alza e si unisce a me.
-Che fai, entri vestito?- è bardato come un esquimese e non si
preoccupa di togliersi nemmeno la maglia. Poi dicono che le donne siano
incomprensibili.
-Meglio così.- sorride schizzandomi.
-Ehi, non vale!- in un film hollywoodiano sarebbe una specie di
dichiarazione d'amore, ma non la interpreterò così, solo
perché sono una ragazza con i piedi per terra. Ok, attualmente
sono in acqua, ma per la maggior parte delle occasioni sono molto ragionevole.
...perché suona come un'altra stronzata?
Nemmeno due minuti e siamo già entrambi inzuppati fino alla
testa; i suoi ricci definiti (neanche Yuko Yamashita riuscirebbe a
stirarli) cadono gocciolanti sulla sua ampia fronte e il suo sorriso
cerchiato da piccole gocce è ancora più sexy. Se non
fosse perché lo conosco da appena due giorni, lo assalirei
soffocandolo di baci. E probabilmente dovrebbero staccarmi a forza.
-Hai freddo?- mi chiede molto premurosamente, circondando le mie spalle con un braccio.
Ci sono ventisei gradi all'ombra e mi chiede se ho freddo. E' messo bene anche lui, allora.
-...o...- perché divento analfabeta quando Egli mi parla a distanza ravvicinata?
-Facciamoci una passeggiata.- propone.
Senza smuovere il suo arto dalle mie spalle, ci incamminiamo verso la
diga, sgambettando felicemente nell'acqua, come farebbe Heidi per i
pascoli. Mi sento così su di giri!
-Allora, Gioia...che cosa studi?- mi chiede Pietro.
-Mi sono appena dimplomata allo scientifico e ora vorrei iniziare medicina all'università.-
-Wow!- non so se sia vero entusiasmo o se mi stia assecondando
perché ormai ha capito che sono una pazza sregolata e nessun
sano di mente verrebe a curarsi da me.
-E tu?- cerco di cambiare soggetto, sentendomi tremendamente sfigata.
-Beh, all'inizio avevo scelto di specializzarmi in lingue europee, ma poi come avrai intuito ho dovuto cambiare strada.-
-Sì, l'avevo intuito.-
Intuito cosa?
-Sai, sono stato costretto a studiare teologia, ma alla fine ho saputo
apprezzare anche quella.- non ho la minima idea di cosa stia dicendo,
forse mi sono persa qualcosa per strada...
-Comunque,- dice sorridendo:-Sono molto orgoglioso di essere venuto
qui, quest'estate. Se sai un po' di tedesco, incontri gente davvero
positiva.-
-Puoi dirlo forte!- anche perché non ho mai parlato a un tedesco in tutta la mia vita! -E...cosa sai di tedesco?-
-Beh, ad esempio...Möge der Herr
sei mit euch. E' una frase che dico spesso.-
-Che vuol dire?-
-Vuol dire...ah!- Pietro si afferra il piede stringendo i denti per il
dolore:-Cavoli!- io avrei già sparato in aria una marea di
"cazzo".
-Che succede?- mi preoccupo.
-Qualcosa mi ha punto! Una medusa, presumo.- dice sedendosi sulla sabbia e massaggiandosi.
-Fa vedere.- controllo la pianta del suo piede, striata di rosso.
-Merdaccia!- ecco, come si suol dire...la classe non è acqua:-Ti accompagno all'...no, qui non c'è un ospedale.-
-Tranquilla, mi fido della tua esperienza medica.- sorride nascondendo il fastidio della puntura.
-Beh...- io sarei la prima a non fidarmi di me stessa:-Credo
basti un po' di antiustione e una benda. Se vuoi, posso portarti al
mio appartamento, lì c'è tutto.-
-Oh no, grazie mille, è già tardissimo per me e non
voglio disturbarti. Mi farò venire a prendere all'entrata di
questo bagno.- com'è carino!
Lo aiuto a raggiungere il punto fuori dalla spiaggia (il fatto di
sostenere il suo doriforico corpo mi crea un certo scompiglio ormonale
che non si addice affatto a una ragazza controllata e coscienziosa) e
gli lascio il mio numero con la scusa del piede. Falsa e
approfittatrice, come non volermi bene?!
-Davvero gentile, Gioia, grazie infinite.-
-E' un piacere.- rispondo:-Quando possiamo vederci ancora?-
Lui si guarda intorno un po' spaesato:-Ehm...stasera alle sei, credo...chiesetta del Bagno Culinudi? Come sempre?-
-Come sempre!- gli faccio l'occhiolino. A dire il vero non l'ho capita
molto nemmeno io, però l'importante è che ora ho un
appuntamento ufficiale con Mister Meraviglia. Evivva le alzatacce!
-Sei pazza.- è il miserabile responso di Paolo, dopo aver
spalancato la porta del bagno mentre mi stavo truccando a regola d'arte
per la serata.
-Siamo in due.- ribatto allungando le labbra luccicose di gloss di fronte allo specchio.
-Esci con il dio solo perché è un bello e dannato che conosci da quanto? Ventiquattr'ore?-
-Trentasei.-
Sbuffa sonoramente mentre mi squadra ancora sull'uscio:-Attenta alle
zanzare, potrebbero cadere nel burrone che hai come scollatura.-
-Attento all'umorismo, potresti uccidere.-
Anna e Luca mi scortano fino alla porta riempiendomi di suggerimenti completamente inutili.
-Ricordati di stare alla sua destra, così vedrà il tuo
profilo sinistro, che è trecento volte meglio dell'altro.- mi
redarguisce Anna sistemandomi un ciuffo della frangia.
-Se usa i preservativi blu, è chiaro che sei solo una notte, se
invece sono trasparenti, ti vuole per sempre.- mi informa Luca, pratico
del mestiere.
-Sì, certo...se avrò dubbi, vi farò un colpo di
telefono.- li liquido andandomene il più veloce possibile.
Pietro è in ritardo. Clamoroso ritardo di ben 45 minuti.
Voglio dire...il galateo impone solo 15 minuti d'attesa e io sono qui
davanti alla chiesa a fare la bella statuina da ben 45 minuti. Quando avremo una vita coniugale gliela farò pagare.
La folla di gente in bermuda esce in questo momento dalla messa per
tornare all'alloggio e preparare la cena. Praticamente c'è un
89% di nonnette allergiche al sole e abbonate alla celebrazione
eucaristica quotidiana, un 10% di bambini costretti dalle rispettive
nonnette a partecipare per reggere loro la borsetta durante la
Comunione e il restante 1% di gente apparentemente normale.
Sì, perché tra gli ultra-ottantenni che fanno comunella
commentando il salmo di oggi scorgo la figura di una bellissima ragazza
dai tratti siberiani che ascolta passivamente. Al suo posto sarei
ancora sotto al sole a cercare di rendere la mia pelle meno lattea.
Ad un tratto i suoi occhi di ghiaccio si staccano dalla combriccola e
si posano su un punto alle mie spalle, da cui proviene
nientepopodimenoché...
-Pietro!- esclama con il suo accento spigoloso, correndo verso di lui.
-Dana!- s'illumina lui, avvolgendola in un abbraccio molto, fin troppo direi, significativo.
Mi metto a braccia incrociate osservando scetticamente l'obbrobrioso siparietto.
-Da quanto tempo!-
-Credevo non vedere te per tre mesi!-
-Frequenti anche tu questa località?-
-No, faccio badante a signora!-
-Come va a casa?-
-Ehm...scusate?- mi intrometto spudoratamente, rivolgendomi a
Stanislava, qui:-Sono contenta che vi siate ritrovati, ma festeggerete
più tardi, ok?-
-E tu.- ora guardo colui che mi ha ignorata per tutto questo tempo:-Ti posso parlare o devo aspettare altri tre quarti d'ora?-
-Ciao Gioia!- mi sorride come se niente fosse:-Non mi ero accorto che ci fossi.-
Ma va?
Un occhio di falco, proprio...
Lo afferro per il braccio e lo traino fino al retro della chiesa,
ignorando il fatto che sia vestito come un damerino, neanche fosse un
appuntamento galante.
-Chi è quella?- ringhio in direzione della siberiana.
-Oh, si chiama Dana e viene da San Pietroburgo, è davvero una cara ragazza, piena di forza di volontà e pregi.-
E io chi sono? 'Sto cazzo?
-Davvero un tesoro.- commento sarcastica:-Certo, presentarsi in ritardo
e poi correre da un'altra è il miglior modo per dare inizio alla
serata!-
Mi guarda storto con quelle pozzanghere colpite dai riflessi dello
stanco sole e mi fa sentire una specie di sputa-cazzate. Il suo sguardo
intenso ha il potere di incantare con l'innocenza che cela, ma se
questo è uno di quei tipi stronzi, non mi farò
abbindolare!
-Io non sono in ritardo...mi aspettavo di vederti dentro.- accenna alla chiesa con fare innocente e confuso.
-E invece hai trovato Svetlana senza rispondere a nemmeno uno dei miei cinque messaggi! Ma guarda che fortuna!-
-Non si chiama Svetlana, ma Dana. E comunque non posso usare il cellulare, mi sembra più che logico.-
Oh mio Dio, questa è la scusa più patetica che abbia mai
sentito:-Te l'hanno sequestrato? Hai speso tutti i soldi per
messaggiare segretamente con Svetoslava?-
-Dana.-
-Non me ne frega una cippa di come si chiami la tua fidanzata russa, Pietro!-
I suoi zaffiri si sgranano in un'espressione sconvolta:-Che cosa? Fidanzata??-
Amante, morosa, prostituta, chiamala come ti pare!
-Io non posso essere fidanzato, Gioia...sono sposato!-
-Ma allora sei proprio un porco!- senza alcun controllo, gli mollo una
sberla in faccia. Una sonora, meritata sberla di fronte a tutti. Non ci posso credere, Mister
Ti-hanno-rubato-il-marsupio è uno schifosissimo infedele! Illude
due ragazze e poi se ne esce con il matrimonio!
La combriccola di arzilli bagnanti ci guarda con occhi "modalità
spettatore di telenovelas" e le dentiere a rischio caduta per lo
stupore.
Il volto di Pietro si dipinge di un bordeaux-vergogna che in questo
momento non ha prezzo. Ben gli sta, meschino marito traditore, illusore
da quattro soldi, palestrato non più in commercio che cerca di
svendersi alle donne con adorabili sguardi languidi e pensieri
filosofici. Ha!
-Gioia...- lo spudorato è passato addirittura al contatto
fisico, prendendomi le spalle e guardandomi dritto negli occhi,
costernato e frustrato:-Io sono sposato con Dio! Per tutti i santi del
Paradiso, sono un prete!-
Gelo.
Morsa di panico e immediata consapevolezza di una enorme, colossale figura di merda.
Io, qui fisicamente presente Gioa, mi sono innamorata
di un prete. Ho detto "merdaccia" in presenza di un prete, ho augurato
la morte di un bambino davanti a un prete, ho pensato che le labbra
bagnate di un prete fossero sexy, ho schiaffeggiato un prete, ho fatto
l'occhiolino a un prete e quel che è peggio è che ho
appena scoperto che fosse un prete.
Era troppo bello per essere vero; io, sfigata in un posto ancora
più sfigato, a vivere una storia d'amore con il più
meravigliosamente dolce e bel ragazzo di tutti i tempi.
I vecchi e Vladislava cominciano a ridacchiare verso di me,
strafottenti alla massima potenza con una povera illusa del genere,
mentre Pietro -ah, mi correggo: don
Pietro- mi guarda dalla sua altezza con la pietà negli occhi e
un abbozzo di sorriso sdrammatizzatore sulle sue labbra sexy.
-Credevo lo sapessi, Gioia, sono il nuovo parroco di questa chiesetta durante l'estate, non pensavo ti fossi...ehm...-
-Non dirlo.- lo fermo trattenendomi dallo scoppiare in una crisi isterica davanti alla casa del Signore.
-D'accordo, mi dispiace, se posso fare qualcosa, io...-
-Niente, lascia...- mando giù il nodo di mortificazione che mi
impedisce di parlare:-Lascia stare.- e corro via, più lontano
possibile dal nuovo spezzacuori santificato di Solferina.
Ormai sono un mare di lacrime.
Più guardo il mare, più piango, proprio come davanti a Titanic. Più guardo Di Caprio, più piango.
Ci sono solo io, seduta sulla riva del Bagno Culinudi (che nome di
merda), dove qualche ora fa ero seduta assieme a Pietro...don Pietro.
Che situazione del cavolo, solo una come me poteva infischiarcisi. Come
ho potuto non interpretare i suoi strani comportamenti? La riflessione
all'alba, la messa delle 8 che lo costringeva ad andarsene in fretta e
furia, i vestiti lunghi per il pudore, lo studio della teologia, la messa dalle 18 alle 18.45,
spiegazione del "ritardo" e quella cosa in tedesco...sicuramente aveva
un significato sacro. Che razza di deficiente. Sicuramente dovrò
confessarmi fino al giorno della mia morte dopo aver combinato tutto
questo casino.
Che poi alla fine è stata tutta colpa di Giosuè.
-Grazie Dio!- urlo rivolgendo le mie lacrime al Cielo:-Era il
marmocchio il segno che mi avrebbe portato dal principe azzurro? Eh??
Bel principe, ottima scelta, davvero! Tu sì che hai un vero senso
dell'humor!-
Affondo la testa tra le mie braccia, arrabbiata con me stessa e con
Dio, per avermi giocato quest'orribile scherzo. E piango ancora.
Anna sarà delusa di non poter fare da madrina ai figli che aveva
predetto per il mio futuro, Luca si ricorderà per sempre di
Pietro come del "prete di cui ti sei innamorata nel 2011? Ahah, come
non conoscerlo!" e Paolo mi dirà un secco e orgoglioso "te
l'avevo detto".
-Te l'avevo detto.- il sopracitato dà voce ai miei pensieri comparendo accanto a me.
-Vattene via, non ho bisogno di un coltello che si rigiri dentro la
ferita.- una regina del melodramma non sarebbe sembrata più
offesa.
Non dice nulla, ma si siede di lato a me a contemplare in silenzio i
riflessi arancio sulle increspature del mare. Questa visione mi ricorda
ancora di più quella di questa mattina e ricomincio a
singhiozzare senza ritegno, anche se sono davanti a un ragazzo.
Nell'arco di tempo che va dall'alba al tramonto mi sono completamente
rovinata un'estate.
-Il livello del mare si sta alzando. Farai venire l'alta marea.- commenta poi Paolo, strafottente fino all'osso.
-Avevo chiesto che te ne andassi. Perché non lo fai?-
-Perché se annegassi nelle lacrime, sarei qui per salvarti.-
Roteo gli occhi per il suo scadente umorismo:-Credo che il peso della tua stronzaggine trascinerebbe entrambi sul fondo.-
Sorride come un bimbo che si diverte a torturare il suo
animaletto:-Dimentichi l'enorme bolla d'aria al posto del tuo cervello,
sicuramente ci porterebbe a galla.-
-Ma fottiti!-
Un emerito idiota, non c'è che dire.
-Perlomeno non hai pensato a padre Pietro per qualche secondo, no?- mi
fa notare Paolo disegnando sulla sabbia una P e una G, contornate di
cuoricini.
-Sei davvero meschino, però hai ragione.- mi arrendo osservando
quelle iniziali con rimpianto:-Come hai fatto a sapere di lui e
beh...quella storia?-
-Erano tre ore che stavi fuori e non avevi ancora aggiornato Anna,
mentre di solito non passa nemmeno un'ora per la telecronaca.- spiega
come farebbe la Fletcher per smascherare un omicida:-Così ci
siamo preoccupati e siamo usciti a cercarti. Gli altri sono andati
verso il centro, mentre io mi sono portato alla chiesetta. Lì ho
trovato un subbuglio incredibile, credo ci fosse persino qualche
inviato del Gazzettino e...non ci ho messo molto a capire cosa fosse
successo. Alla fine non era propriamente un Dio...in un certo senso, era Dio.-
Bene, ora la mia cazzata sarà motivo di pubblica derisione,
magari tra qualche mese uscirà un romanzo e tempo un anno e
sarò al cinema in 3D.
-Come sapevi che ero qui?- gli chiedo, mentre mi immagino intrepretata
da una sensuale Angelina Jolie oppure una dinamica Julia Roberts.
-Ti conosco. Essendo masochista, avresti potuto essere solamente nel posto in cui vi siete conosciuti.-
Mi scappa un gemito di disperazione e nostalgia:-Sono un'esimia
cretina, Paolo, come ho fatto a innamorarmi di un prete senza capire
che lo fosse?-
-Mmm...- si gira verso di me e mi guarda per la prima volta con
un'espressione seria:-Innamorarsi non è un reato, Gioia. Solo
che a volte ti capita con le persone più imprevedibili della
Terra e...sai, non puoi farci niente perché quando ti senti bene
con loro, non ti fai tutti questi problemi, non ti interessa scovare i
loro segreti...ti basta starci accanto e vederli sorridere.-
Anch'io per la prima volta sorrido, sollevata dalle sue parole:-Beh, beccare un parroco è davvero da idioti.-
-Anche gli idioti si innamorano.- ribatte stringendosi nelle spalle e sorridendo.
-E quindi tu di chi sei innamorato?-
-Di un'idiota.-
-Tipo?-
-Non lo so...tipo te.-
-Mi stai dando dell'idiota?!?-
-No, ti sto dicendo che ti amo, idiota.-
Ci guardiamo negli occhi entrambi un po' sorpresi, il mare che ci fa da
sfondo e un sorriso davvero ebete che spunta sulle nostre facce.
-Hai finito di fare l'idrante?- sussurra Paolo, asciugando le lacrime
sul mio viso con un dito:-Perché non mi voglio bagnare quando ti
bacerò.-
-E chi ti dice che io mi farò baciare?-
-Me lo sento, sai...don Pietro è il segno che Dio ci vuole
insieme e niente è meglio di un bacio da un figo come me dopo
essere stata scaricata. So che lo vuoi.-
-Scusa, che hai detto del segno di Dio?-
-Cazzata momentanea. Che importa adesso?- mi prende il viso tra le mani e togliendomi letteralmente il fiato, mi bacia.
Ok, ho cambiato idea. Dall'alba al tramonto la mia estate si è
trasformata nella più romantica che potessi sperare.
Non c'è prete che cambierei con Paolo, il mio stronzissimo
migliore amico, che non sa una parola di tedesco, è un pessimo
filosofo e pensa che la teologia sia una posa del kamasutra.
Le sue labbra sulle mie sono un'esplosione da tachicardia, con tanto di
cappello, ed è da lui che Dio mi voleva portare, non attraverso
Giosuè, ma servendosi del suo inviato speciale, Pietro.
Non importa la mia colossale figura di merda e quello che ho passato
per capire chi amassi veramente; il giorno più bello della mia
vita è oggi, 29 giugno 2011.
Santi Pietro e Paolo.
Ed eccomi di nuovo! Chi non muore si rivede, eh? XD
Questa
scellerata idea mi è balenata alla mente giusto qualche giorno
fa, mentre mi ponevo l'amletica questione:"Ma se una ragazza
s'innamorasse di un prete...?".
E fu così che la sottoscritta scrisse il papiro qui sopra.
Inizialmente
pensavo di non pubblicarlo nell'eventualità che il mio parroco
avesse finalmente una prova concreta per darmi dell'eretica, ma poi ho
trovato quest'allettante proposta del concorso (tra l'altro è il
primo a cui prenderei parte...e se il buongiorno si vede dal mattino...) e non ho potuto resitere.
Eccoci qua, pubblicato.
Ora, se mi faceste il grande piacere di dirmi qualcosa o semplicemente pregare per me, ne sarei davvero grata.
No, a
parte gli scherzi, vorrei davvero avere un'opinione sull'operato che,
anche se non sembra, ho scritto con tanto amore e particolare attenzione.
Pensate sia abbastanza originale? Vi sono piaciuti i personaggi? Vi siete mai innamorati di un parroco?
Questo ed altro su "Rubrica Amore Santo"...scherzo.
Spero di riuscire a combinare qualcosa in questo concorso! Per ora aspetto e naturalmente...prego!
Buona estate a tutti!
Daffy
P.S.: Un grazie specialissimo a PiccoloKoala per la sua fantastica immagine e per quelle fornite per Io e te è grammaticalmente
scorretto
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