Era
una delle tante stressanti mattine
a
casa Cullen, in compagnia della mia pestifera futura sorella, Alice
Cullen,
nonché mia migliore amica e inferno personale.
Quella
mattina era dedicata ai fiori. I
fiori. Non me ne importava affatto,e
sapere che il mio fidanzato era di sotto ad attendermi in
tutto il suo
splendore non aiutava affatto la mia pazienza.
Edward
era molto più raggiante del solito e, inutile quasi a dirlo,
il motivo era il
nostro matrimonio.
Rabbrividii
violentemente. Per quanto amassi Edward, per quanto volessi legarmi a
lui, la
prospettiva di QUEL genere di unione mi terrorizzava. Non sto parlando
del
tipico terrore delle spose, del tipo “Oh mi
lascerà sull’altare” oppure
“Cadrò
sicuramente”. Ok, la seconda si, ma non era quello il punto.
Semplicemente,
dopo aver passato una vita a sentir dire da tua madre che il matrimonio
è una
cosa orrenda, il pregiudizio rimane sempre. Ed Alice sembrava fare di
tutto per
ricordarmi che tre giorni più tardi sarei stata la
protagonista della sfilata
lungo le scale e lungo il salone dell’enorme villa.
Eppure,
per quanto l’odiassi, non potevo che essere felice della
gioia che Edward
mostrava verso quell’evento. Non saltava le prove
dell’abito, non si
spazientiva davanti alle innumerevoli richieste di consigli sulle
tovaglie, era
andato personalmente a comprare le fedi. E soprattutto, fremeva
d’agitazione
per la luna di miele.
Anch’io,
in realtà. Lì io ed Edward avremmo finalmente
legato noi stessi in tutti i modi
umanamente possibili. Fosse stato per me, avremmo saltato tutta quella
stupidaggine del matrimonio e saremmo passati direttamente al letto, ma
Edward
era all’antica e sotto certe cose non transigeva.
“Bella,
allora, orchidee o gigli? Dai, è importante!”
I
miei pensieri furono bruscamente interrotti dalla voce di Alice, seduta
accanto
a me con un catalogo da fiorista in mano.
Sbuffai
“Alice, non mi importa, so che sarà perfetto, so
che sceglierai i fiori
migliori…”
“Bella!
Lo sai benissimo che almeno in questo vorrei… Aspetta! Ok, li
sceglierò io, ora c’è una sorpresa per
te!”. Balzò giù dal letto, si
infilò le scarpette e mi prese per mano,
trascinandomi con se.
“Alice
di che sorpresa parli?”
Quasi
non finii la frase. Mi fermai all’ultima rampa di scale, gli
occhi spalancati,
fissi sulla figura all’ingresso.
“…Mamma?”
sussurrai, portandomi una mano tremante davanti alla bocca.
Non
era cambiata molto, in quei pochi mesi che non c’eravamo
viste. Portava i
capelli un po’ più corti forse, e aveva uno stile
molto… strano. Quasi da libro
fantasy.
La
vidi tirare fuori una busta – l’avrei riconosciuta
tra mille quel piccolo pezzo
di carta – per poi posarvi gli occhi.
“Isabella
Marie Swan e Edward Anthony Masen Cullen insieme alle loro famiglie,
chiedono
l’onore della tua presenza per la celebrazione del loro
matrimonio in data 13
Agosto…”
Non
mi ero accorta di essermi avvicinata mentre lei leggeva, non mi ero
accorta di
essere davanti a lei con il fiato sospeso.
Quando
mi scontrai nuovamente con le sue iridi blu, cercai qualcosa, qualsiasi
cosa:
rabbia, delusione, tristezza… eppure non ne trovai. Anzi,
tempo due secondi, e
mi saltò al collo, strillando come una bambina.
“Oh
mio Dio! La mia Bella si sposa! Oh tesoro, sono così
contenta! Dov’è Edward?
Devo fargli… Oh eccoti!” Si staccò da
me e si aggrappò a lui, così forte che
probabilmente se non fosse stato un vampiro l’avrebbe steso.
“Salve
Renèe” sempre impeccabile e con un sorriso sghembo
sulle labbra, Edward strinse
un po’ mia madre per poi lasciarla
“Sono
contento che lei abbia accettato di venire a stare qui da noi, fino al
giorno…”
“oh
sono contenta anch’io! Chi l’avrebbe mai detto? Mia
figlia si sposa! La mia
piccola bambina di mezz’età”
Alzai
gli occhi al cielo, ridacchiando “Mamma, stai
esagerando.” Come sempre, avrei voluto
aggiungere, ma intavolare una lunga discussione sul fatto che
è una persona
molto ansiosa non sarebbe servito a nulla.
Lei
si voltò verso di me “So cosa stai pensando! Non
ci provare Swan, io non sono
isterica!”
Isterica,
ansiosa… uguale.
“Certo
che no mamma, certo che no!”
La
faccia scoccia di reneé
pian piano
lasciò il posto ad un’altra faccia, molto
più… pericolosa? Potevo usare
quell’aggettivo? Temevo proprio di si, perché
quando Reneé sorride
maliziosamente e ammicca sul fatto che dobbiamo parlare in privato,
capisco che
sta per arrivare un unico discorso.
Il
sesso.
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