Qualcosa di buono in undici anni

di Bittersteel
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Caro papà,
forse mi odierai per questo, o forse non mi rivolgerai più la parola. O forse sarai contento, in fondo mi hai sempre insegnato che sono i fatti a contare.
Sappi che ti vorrò bene come ho sempre fatto.
Il Cappello parlante mi ha smistato tra i Gridondoro, e non è stato brutto scoprirmi di essere uno di loro.
Manda i miei saluti a mamma.

                                                                                     Con tutto il mio affetto,
                                                                                              Scorpius

 
 
 

Draco Malfoy chiuse gli occhi e appoggiò la lettera sul tavolo dello studio. I suoi sei anni passati a Hogwarts sfilarono imperterriti nella sua mente e si rivide bambino borioso e viziato, ragazzino Purosangue con una cotta da dimenticare per una strega Nata Babbana – la più brillante della sua età – ragazzo che cercava di emulare il celebre antagonista e poi la vittima sacrificale di un piano suicida. Non si trattenne più e scoppiò in lacrime, tenendosi il volto tra le mani, bagnando la lettera proprio sopra l’affetto di suo figlio.

Draco Malfoy era stato nulla di più di un vigliacco, accecato dai retaggi familiari, che al momento di scegliere si era tirato indietro: lo aveva fatto al momento di uccidere Silente, lo aveva fatto quando aveva deciso di rendere la vita impossibile a Hermione Granger. Ogni parola cattiva, ogni occhiata disgustata era stato il modo più semplice per allontanarla, per mantenere lo status quo e tornare a essere un rispettabile Purosangue. Era stato il modo più semplice per incastrarla nel suo cuore egoista di ragazzino capriccioso.

Leggendo le parole del suo Scorpius, del suo bambino finito a Grifondoro, si accorse di quanta forza di volontà inconsapevolmente aveva trasmesso al figlio, ogni volta che raccontava gli sbagli del suo passato: dal basso dei suoi undici anni gli diceva che un nome non è una garanzia, che l’affetto che provava sarebbe rimasto immutato, qualunque cosa avesse pensato.

Draco Malfoy piangeva, piangeva di gioia. Astoria lo trovò così, e gli posò una mano sulla spalla. Prese la lettera e la lesse. Un sorriso le illuminò il bel volto, e restituita la missiva, si accomodò di fronte al camino, scoccando un’occhiata in tralice al consorte.

Sarai coraggioso, ragazzo. Più di tutti i membri della tua adorata famiglia. E se troverai l’amore saprai difenderlo con le unghie e con i denti. Sarai Grifondoro nell’animo e Malfoy nel sangue, saprai decidere della tua vita. Vivi il tuo tempo, Scorpius, io ti sarò accanto.

Firmò la lettera e la consegnò al gufo. Raggiunse la moglie e le sorrise, con gli occhi pieni di lacrime. Si chiese per un momento come sarebbe stato se ad abbracciarlo ci fosse stata un’altra donna, dai capelli cespugliosi e dallo sguardo penetrante.

Ritornò con lo sguardo al fuoco, rendendosi conto per la prima volta che, almeno in undici anni, qualcosa di buono lo aveva fatto. 

 





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