Autore:
Shizue Asahi
Titolo: Panna e Fragole
Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius H. Malfoy, Famiglia Potter
Genere: Commedia, Comico, Romantico
Avvertimenti: One-short, What if
NdA: Certe
volte i padri sono davvero ciechi …
Panna e fragole
Intrecciò la
sua mano
con quella di lei, stringendola con un po’
troppa forza, perso nei suoi
pensieri. E lei, infatti, gli pizzicò il braccio facendolo
sobbalzare e
costringendolo ad allentare la presa.
-Ahi!- protesto risentito,
massaggiandosi con la mano libera
la parte lesa.
La ragazza si
limitò a sorridergli colpevole, facendo
ondeggiare la lunga chiama rossa.
-Ci uccideranno, lo sai?-
le chiese dopo qualche minuto di
silenzio, osservandola di sottocchio nel tentativo di cogliere qualche
cambiamento nel suo volto.
Il sorriso le si
allargò –Sono una Grifondoro, non ho paura
di niente.- disse continuando a giocherellare col prezioso anello che
portava
all’anulare.
-E i vermicoli?-
soffiò scherzoso il ragazzo sulle sue
labbra.
-Okey, quasi
di
niente.- ammise baciandolo.
Quando Ginny
entrò nel salotto Harry era seduto sulla sua
poltrona e sfogliava pigramente la Gazzetta del Profeta, Albus
armeggiava con
un I-pod, l’ultimo regalo babbano di Nonno Arthur, e James, seduto al fianco
del fratello, sul
divano, si girava i pollici.
-Finalmente.- disse il
primogenito, fissando desideroso il
vassoio che la donna portava con sé.
Da perfetto
gentiluomo
la aiutò a riporlo sul tavolino posizionato tra le
due poltrone e il
divano.
Harry ripiegò
con poca attenzione il giornale e lo lasciò
cadere ai piedi della poltrona. Diede anche lui una rapida occhiata al
vassoio
e si passò la lingua sulle labbra, poi fissò gli
occhi verdi in quelli della
moglie, che si era andata a sedere sull’altra poltrona.-
-Ti amo.- disse mieloso,
sfoggiando il migliore dei suoi
sorrisi.
- Lo so, ma non per questo
avrai la fetta più grossa!-
cinguettò Ginny sporgendosi in avanti e dandogli un casto
bacio a fior di
labbra.
- Per favore!-
esclamò James coprendosi gli occhi con le
mani.
I due coniugi si
staccarono leggermente imbarazzati.
-Come se tu non facessi di
peggio.- disse sarcastico Albus
servendosi una fatta della torta alla panna e fragole, che li fissava
dal
vassoio.
Il ticchettio lento e
ritmato della pioggia sulle finestre
del soggiorno accompagnò la loro merenda, mentre James
raccontava dei risvolti
poco rassicuranti dei suoi allenamenti di Quidditch e Albus della nuova
e
alquanto bizzarra pozione, che aveva realizzato qualche giorno prima.
-Dov’è
Lily?- chiese a un tratto Harry, come improvvisamente
folgorato.
Ginny lo fissò
preoccupata, mentre Albus e James si
lanciavano un’occhiata d’intesa.
-Aveva da fare a scuola.-
mentì Albus, sorvolando del tutto
sul fatto che sua sorella avesse terminato gli studi da più
di due anni e che
da quel momento non avesse più rimesso piede a Hogwarts.
Il discorso cadde
lì e James si esibì in una serie di
orazioni per la torta, infilandosela in bocca con grandi forchettate e
causando
il riso della madre, che lo rivide bambino, mentre correva per casa
alla
disperata ricerca di zucchero.
-Ahi!- si
lamentò d’un tratto Albus, ritirando velocemente
la mano, che aveva appena allungato.
Si esaminò
contrariato il dorso della mano, sul quale si
vedevano i segni dei denti della forchetta del fratello.
-E’ mia!- disse
James alludendo all’ultima fetta di torta.
Ginny portò gli
occhi al soffitto, dicendosi che sì, era
ancora un bambino capriccioso.
Harry lo
sgridò, non abbastanza convinto, adocchiando la
fragola rossa che sbucava dal ripieno della torta.
-No, è mia!-
aggiunse un’altra voce, e prima che i quattro
Potter si rendessero conto i quello che era successo, Lily si
infilò in bocca
la fetta di torta e la fece sparire in un paio di morsi. Tutta
suo zio! Pensò Ginny sconcertata.
Lily si era materializzata
tra i due fratelli, con un
piccolo “plop”
e, come al solito,
aveva approfittato della loro distrazione per fargliela sotto al naso.
Tra
i due litiganti il
terzo gode, dice un detto babbano.
-Tu!- aveva gridato
minaccioso James portandole un braccio
attorno al collo e iniziando ad arruffarle i capelli rossi. Per tutta
risposta
la sorella gli pizzicò la pancia, finché non si
vide costretto ad allentare la
presa.
Quando finalmente James si
fu calmato –Ginny gli aveva
promesso che avrebbe fatto preparare da nonna Molly una torta solo per
lui- Lily
puntò gli occhi nocciola in quelli verdi del padre e, con
voce calma e pacata,
ma al contempo seria, che tradiva una nota di urgenza, disse: -Dobbiamo
parlare.-
Harry la guardò
sorpreso, poi osservò il cambiamento dei
volti dei suoi figli, l’espressione contrariata e preoccupata
di James e la
vacuità dello sguardo di Albus, come se fosse assorto in un
importante
ragionamento. Iniziò a sentirsi inquieto, anche un tantino
infastidito, loro sapevano qualcosa!
Ma il colpo di grazia
glielo diede sua moglie. Ginny non lo
stava guardando e non pareva per niente perplessa o preoccupata. Il
viso tondo
era rilassato in un placido sorriso di comprensione e Harry
ricordò perché l’avesse
sposata.
Seguì la
traiettoria che disegnavano gli occhi nocciola di
Ginny e si ritrovò ad osservare le mani minute e bianche
della figlia.
Contrariato costatò che, ignorando ancora
le sue ammonizioni, Lily aveva uno smalto scuro sulle unghie
e si rigirava
nervosa un anellino tra le dita della mano destra.
Harry
assottigliò gli occhi e strinse le palpebre, mettendo
meglio a fuoco l’oggetto in questione.
Impallidì e
quando la figlia prese a parlare già sapeva che
cosa stesse per dirgli.
Recepì solo
un’accozzaglia confusa di parole, delle quali
capiva fin troppo bene il significato.
-… e
così, sì, insomma, abbiamo deciso, pensavamo di
fissare
la data tra qualche mese, presto, non
troppo, giusto il tempo di fare i preparativi e di dirlo ai suoi
genitori.- terminò
Lily, tutta d’un fiato, non distogliendo gli occhi da quelli
del padre, col
tono di voce di chi sta ripetendo un discorso imparato a memoria.
-E’ fantastico,
tesoro!-
esclamò emozionata Ginevra, sistemando una
piega della gonna azzurra,
che indossava.
-La mia
bambina.- sussurrò
Harry indeciso sul da farsi,
rivedendo il faccino paffuto e roseo di Lily, quando ancora se ne
andava
zampettando per casa, inseguendo Albus e dando il tormento a James.
-E chi è il
fortunato?- chiese cauto Albus, quasi temesse di
sentire una risposta che già sapeva.
Lily
giocherellò un altro po’ con l’anello e
poi se lo
rimise al dito, laddove, si sperava, sarebbe rimasto per un bel
po’.
-Ah, non ve l’ho
detto? Che stupida, Scorpius, Scorpius
Malfoy, ovviamente!- cinguettò, mentre le orecchie le
diventavano un tutt’uno
con la chioma, come, quando da bambina, lei e Hugo venivano beccati,
alla Tana,
con le mani nella confezione semi vuota di biscotti.
-Malfoy!-
Harry
emise un suono strozzato e si tirò su, rimanendo in piedi in
mezzo al
soggiorno. Poi si accorse del sorriso della figlia, del luccichio degli
occhi,
del rossore sulle gote e si disse che non era più una
bambina. Era cresciuta, ma un
Malfoy!
Le lanciò
un’altra occhiata e poi si diede per sconfitto.
-Malfoy.-
ripeté
afflosciandosi nuovamente sulla poltrona e facendo un segno di assenso,
col
capo, alla figlia.
Lily sorrise soddisfatta e
si smaterializzò con un piccolo plop,
così come era venuta.
-Malfoy.- disse Harry per
la terza volta – Avrei dovuto
castrarlo quando eravamo ancora a scuola!- sentenziò
rimproverandosi e causando
il riso dei familiari.
Con poca grazia si
lasciò cadere sul letto, facendo
sobbalzare l’altro occupante.
-Lily!- esclamò
Scorpius – Non potresti usare la porta come
le persone normali?!-
La ragazza si
passò una mano tra i capelli, sistemandosi
alcune ciocche che le erano finite sul viso.
-No.- rispose pratica
–Smaterializzarsi è più veloce e
divertente.-
Scorpius
sbuffò, lanciandole un’occhiata obliqua, ma non si
arrischiò in una discussione che, sapeva, avrebbe portato
solo a un inutile
battibecco dal quale sarebbe uscito sconfitto.
-Gliel’hai
detto?- chiese deviando il discorse e girando una
delle pagine grigie della Gazzetta del Profeta, lo stesso numero che
stava
sfogliando Harry quasi un’ora prima.
-Sì.- disse
cauta Lily, arricciandosi una ciocca ramata tra
le dita e sistemandosi più comodamente al fianco di lui, con
la schiena contro
la testiera del letto.
-E allora?- la
incitò, dato che non sembrava essere
intenzionata a continuare. Le piaceva tenerlo sulle spine.
-Ha detto di
sì, alla fine, avevi qualche dubbio?- cinguettò
sorridendogli e posandogli un casto bacio sul collo nudo.
–Insomma, ha fatto
qualche storia, ma lo sai come sono i padri, qualche moina e si
sciolgono.-
-La cosa più grande che
tu possa imparare, è amare e lasciarti amare.-
sussurrò Scorpius, leggendo a
mezza voce una riga vergata in una scrittura piccola ed elegante sulle
pagine
ingiallite del libro che aveva preso dal comodino, sostituendo il
giornale e
stupendosi di quanto fosse azzeccata al momento. Aveva costatato
durante gli
anni quanto Harry J. Potter fosse legato a sua figlia e quanto la cosa
fosse
reciproca, anche se Lily si ostinava a non ammetterlo, troppo cocciuta.
Cocciuta
come solo un Grifondoro potrebbe essere.
-Che
cosa hai detto?- chiese Lily
spostando la testa sulla spalla di lui e solleticandogli il mento con i
capelli.
-Mpf,
niente. I babbani sanno essere
interessantemente perspicaci, certe volte.- la ragazza si
tirò su di scatto, puntando
i suoi occhi in quelli di Scorpius.
-Che
cosa hai detto?- ripeté allarmata,
alzando il tono della voce.
Il
biondo lasciò che il libro gli
scivolasse dalle mani e cadesse a terra, mentre allungava un braccio e
la
attirava a sé per baciarla.
-Ho
detto niente.- soffiò lui
sulle sue labbra prima di far sfiorare i loro nasi.
Lily
rimase perplessa, ma lasciò
correre. Certe volte era stranamente bizzarro, anche per essere un
Serpeverde.
-Che
hanno detto i tuoi genitori?-
chiese allora, dopo che si furono staccati ed ebbe ripreso fiato.
-L’hanno
presa bene. Sì,
incredibilmente bene!- mentì spingendola con la schiena
contro il materasso,
deciso a dedicarsi ad attività più piacevoli e
Lily lo lasciò fare, tanto lo
avrebbe scoperto comunque.
E
intanto al maniero dei Malfoy un
alquanto allucinato Draco misurava a grandi passi il perimetro del
soggiorno
farneticava di un’orda di poppanti
lentigginosa e dai capelli rossi, mentre Astoria lo
guardava
compassionevole, avendo rinunciato già da un po’ a
tentar di farlo ragionare.
***
Questa fan fiction avrebbe
dovuto partecipare al contest “Mamma,
papà, vi presento Scorpius” di lilylunapotter per
cui ho consegnato solo io e
che, quindi, si è dovuto annullare! D:
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