Esco - Prologo
Stavolta è un prologo, ed
è una delle mie fic preferite, Esco ;w; scommetto che quelli che
l'hanno letta hanno tutti da subito parteggiato per Key, ma come
sapevate cos'era davvero successo? Questo prologo farà passare
qualcuno dalla parte di Jonghyun? Sono curiosa di saperlo u_u il link
di Esco è in fondo <3
Esco - Prologo
'Perché hai accettato, ti prego, ricordamelo, perché hai
acconsentito? Sapevi che sarebbe stata una tortura. Oh, già tu sei quello che
non ha la forza di dire no quando il tuo ragazzo spalanca quegli occhioni. E se
proprio quelli non funzionano, tranquilli, gente, Kim Kibum ha un milione di
altre risorse da spalancare. E non si accettano no come risposta.'
Scosse la testa bevendo un altro sorso del martini che aveva
in mano, quasi soffocò. Ultimamente la sua coscienza si faceva viva decisamente
troppo spesso, e la cosa più fastidiosa era che aveva sempre decisamente troppa
ragione. Odiava gli amici di Kibum. Non è che li avrebbe uccisi tutti con una
mannaia o qualcosa del genere ma gli 'hey, sono uno stilista quotatissimo,
guarda come porto in alto il mio culo firmato' e gli 'oh, tesoro, quel taglio
di capelli è COSI' anni '80' non erano proprio i suoi tipi. Poi c'erano quelli
che non parlavano, ed erano i peggiori. Stavano lì a guardarti, e a giudicarti,
come se fossi dall'altra parte delle sbarre allo zoo. Loro sapevano che il tuo
posto non era tra loro, e quegli occhi non mancavano mai di ricordartelo.
Jonghyun sospirò, il motivo per cui nonostante tutto aveva scelto di sottoporsi
a tutto questo gli venne incontro sorridendo e gli poggiò un bacio sulla
guancia.
"Grazie. Ci tenevo a questa festa, grazie."
Le parole sussurrate piano arrivarono dritte e nitide
all'orecchio di Jonghyun, che non poté fare a meno di sorridere, orgoglioso
della sua capacità di resistenza, dopo una settimana tanto stressante, in un
ambientino così vomitevolmente chic.
Il sorriso tuttavia scomparve subito alla vista di un altro
ragazzo che si avvicinava a loro. Quando il nuovo arrivato prese dolcemente il
braccio di Key, facendolo voltare, una fitta di gelosia prudentemente celata
gli consigliò di prendere il tizio e infilzarlo con un coltellino da ghiaccio.
"Minho! Sei qua!"
Kibum si staccò da Jonghyun senza pensarci due volte per
abbracciare l'altro, con fin troppo entusiasmo.
"Oh Minho, sono così contento che tu sia venuto!"
Lo strinse forte e solo quando Jonghyun tossì si ricordò effettivamente
di lui.
Kibum si voltò con un sorriso più acceso di prima.
"Jonghyun lui è Minho. Si è aggiunto da poco, ma... Si
può dire che è il mio preferito?"
Key si lasciò andare a una terribile risata da civetta,
quella di Minho era molto più elegante e contenuta, quasi di pura cortesia.
"Lui... Lui è Jonhgyun."
"Il suo ragazzo!"
Jonghyun si affrettò a completare la presentazione molto
schietta, accompagnandola con una stretta di mano; la mano di Minho era grande
e delicata, ma non debole. Lui aveva una normalissima stretta di mano.
"Quindi... Mingo... Cos'hai detto che fai?"
Provò a trascinare la conversazione avanti, cercando di
ignorare il primitivo bisogno di caricarsi Key sulle spalle e trascinarlo a
casa; Minho si strinse nelle spalle (elegantemente coperte da un costosissimo
abito blu scuro) e rigirò la ciliegia nel suo drink.
"Effettivamente non l'ho detto. Sono uno
scrittore."
"E' in città per l'uscita del suo ultimo libro. Il
quarto. E' un'analisi dell'evoluzione delle opere teatrali negli ultimi cento
anni. Appena l'altro giorno me ne ha regalato una copia, ancora prima che
uscisse, è stato molto, molto gentile. L'ho trovato molto interessante."
"Sono contento che ti sia piaciuto così tanto."
Jonghyun si sentì completamente tagliato fuori in quel
momento, anche parlando con lui, Key non aveva staccato gli occhi da quel tizio
per un secondo; aveva la scritta "adorazione" stampata a caratteri
cubitali su tutta la faccia. Si morse nervosamente un labbro, cercando di
pensare a casa sua, alla ricompensa promessa. E poi successe. Kibum stava
blaterando qualcosa riguardo l'eleganza di quel vestito, e all'improvviso la
sua mano si trovava attaccata alla bocca di Minho, e poi... E poi quel braccio
era attorno alle spalle del suo ragazzo, accoccolato come un gattino. Si
aspettò che da un momento all'altro iniziasse a fare le fusa.
"Scusatemi."
Jonghyun ripose con violenza il suo martini sul camino
dietro di lui, e senza degnarli di altri sguardi o mezzi commenti si diresse
verso l'uscita. Kibum lo guardò sorpreso, mormorò una scusa frettolosa a Minho
e lo rincorse, ma quando gli prese una spalla, non ottenne alcuna risposta, né
Jonghyun si fermò.
Se ne andarono così, in silenzio, fino a quando arrivarono
alla macchina. Seduti uno accanto all'altro, Key ci riprovò, sfiorò la mano di
Jonghyun che si ritrasse immediatamente.
"Jjongie..."
Non finì la frase, e non ottenne una risposta; Jonghyun girò
le chiavi e l'auto partì.
Esco - Parte uno
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