Ci
sarebbero troppe cose da dire a riguardo. E non dovrei dire niente.
Ma
siccome non sono capace, leggetevi ‘sta storia intanto.
1.
Chihuaua
Una bambina?
No, ragazzina.
Vabbé, mica puoi
fartela, una così giovane.
Stai zitto tu.
Possiamo farcela eccome.
«Non mi piace.»
Infatti, è una
bambina.
Mica puoi fare lo
schizzinoso, sfigurato come sei.
Ma è troppo giovane
per noi!
Perché, quanti anni
ci sono di differenza?
E io che ne so? Non so
nemmeno quanti anni ha lui.
Chiediglielo.
«A dir la verità non lo so. L’ho cercato su google, in una
scheda del personaggio. C’era scritto “età impossibile da determinare”»
…ah.
«Ehi, tu, mi stai ascoltando?!»
La ragazzina abbatté quel che rimaneva del muro dietro di
lei con un pugno.
«Sai cosa odio?»
No, cosa?
Tutto.
«No, più specificatamente, in questo momento.»
Dicci.
«Che spuntino fuori sempre nuovi supereroi con poteri sempre
più assurdi. Insomma, Miss Marvel deve essere proprio a secco per…»
Deadpool s’interruppe a metà frase, preferendo schivare il
masso che la nuova arrivata gli aveva lanciato.
Allora ammazzala.
Sì, giusto, una in
meno.
«Uh, okay.»
Con un gesto fluido caricò la sua amata USG Marui e la puntò
verso la bimbetta in maschera.
«Bang! Bang! Bang!» gridò euforico, facendo fuoco.
La ragazza però doveva essere dotata di qualche potere come
la super velocità, perché sparì dalla traiettoria dei proiettili prima che
questi potessero raggiungerla.
Wade appoggiò la canna della pistola sulla propria spalla.
«Uffaaaa.»
Chiedile cosa vuole da
te.
Chissene importa.
Uccidila!
Chiedile cosa vuole da
te e poi uccidila.
«Cosa vuoi da me?» gridò l’uomo al cielo nero e nuvoloso di
quella notte texana.
Non poteva certo dirsi di pessimo umore. Aveva appena
sbrigato una consegna (un’auto piena di cadaveri russi), era stato rapito dagli
alieni, torturato, poi era venuto il suo turno di torturarli e ucciderli, si
era fatto una grupie talmente drogata che certamente non s’era resa conto di
nulla e ora gli avevano appena messo davanti un nuovo giocattolo da malmenare.
Le voci nella sua testa, però, sembravano stressate.
A quanto pare era troppo pazzo persino per loro.
La ragazzina
era comparsa all’improvviso sulle macerie della centrale che la navicella aveva
distrutto atterrando.
Portava una sottile maschera a celarle gli occhi, ma era
comunque troppo distante da Wade perché lui potesse riconoscerne i lineamenti.
Si era stagliata contro la luna piena (certamente in una
posa ricercata), gli aveva puntato un dito contro e gridato qualcosa come
“Pagherai con la vita per questo!”.
“Questo” Deadpool non l’aveva ben inquadrato, ma non gli
importava più di tanto. Una delle voci si era fissata per saperlo, e va bene,
diamole corda.
Nessuno rispose
alla sua domanda.
Invece, percependola arrivare alle sue spalle, silenziosa
come un gatto nella notte, si voltò di scatto e le scaricò contro le sue
munizioni.
Incredibilmente, la cosa non bastò a fermarla.
Quella furia gli fu addosso in una frazione di secondo, e
prima che Deadpool potesse mettere a fuoco la scena, qualcosa di terribilmente
affilato gli strappò un braccio.
Il dolore lo piegò per un istante, e questo bastò alla pazza.
Lo colpì duramente, spedendolo dritto contro l’ultimo muro
superstite, che si abbatté all’impatto.
«Piccola troia…» bofonchiò Wade, riassestandosi la mandibola
con la mano rimasta.
Sì tirò seduto, e finalmente poté vederla bene.
Non raggiungeva il metro e sessanta, e il suo costume da
supereroina era quasi inesistente. Oltre alla maschera, consisteva in un paio
di shorts di jeans e il reggiseno di un costume verde acceso.
Ma non fu questo a colpire l’uomo, poiché anche le voci
avevano deciso all’unanimità che quella ragazza era troppo acerba per attirare
la sua attenzione (non si trattava affatto di una delle voluttuose super eroine
a cui era abituato, purtroppo). No.
Furono le scaglie verdi e dure sulla sua pelle a incuriosirlo.
«Che roba è quella? Sei un’aliena e vuoi vendicarti del
macello che ho fatto dei tuoi amici? Questo mi ricorda una puntata di Star Trek…»
S’interruppe nuovamente (due volte nell’arco di un
combattimento, questo era un record per il Mercenario Chiacchierone!), perché le
scaglie della ragazza stavano lentamente sparendo per lasciar posto a
centimetri di pelle normale.
«Non sono un’aliena.» dichiarò lei, spavalda «Mi chiamo Metazoa,
e tu sei nella mia zona di giurisdizione!»
Okay, ora basta.
Falla fuori.
Prima chiedile perché
ci tiene tanto ad ammazzarci!
No, ho detto basta,
la sua vocetta mi dà sui nervi!
«Prima che ti uccida, si può sapere perché ce l’hai con me?»
Deadpool fece una pausa «Vi va bene ora?»
No! Ammazzala!!
«Non posso perdonare quello che hai fatto.»
«Sai, io ho fatto tante cose. Dovresti essere un pelino più
specifica.»
Ora che ci penso, dove
diavolo è la tua maschera?
«Come?»
Giusto. Sei nudo. Che
vergogna.
«Ma… ma…»
Sono stati gli
alieni! Odiosissimi musi verdi… se solo ci ripassano tra le mani…
Ci siamo già divertiti
con loro.
La maschera!
E’ ovvio che questa
stupida si accanisca tanto! Non sa chi sei. Non ti ha riconosciuto!
«State zitti un attimo! Ciccia, senti, tu… mi sembri proprio
uscita dal cartone di Mew Mew, amiche vincenti.» dichiarò Deadpool, notando che
sul capo dell’avversaria erano comparse due grandi orecchie feline.
«E tu sembri uscito da un manicomio…»
«Lo sono!»
«…ma non importa, perché adesso ti ammazzo.»
«Eppure sono abbastanza sicuro di non aver ucciso troppa
gente in Texas…»
Wade schivò il pugno della ragazza che si abbatté sulle
macerie dietro di lui e la colpì in pieno petto con un calcio.
La ragazza fu scagliata a una decida di metri di distanza,
ma cadde stranamente in piedi.
Tossì forte, massaggiandosi il petto, tentando di recuperare
il respiro.
Deadpool non aspettò tanto.
Le fu di nuovo addosso e la centrò con un pugno sull’addome.
Lei accusò il colpo scivolando all’indietro, ma lui sentì
tutte le nocche rompersi per l’impatto con qualcosa di tremendamente duro.
Gli ci vollero pochi secondi perché si riassestassero, e
comunque aveva ormai recuperato il braccio, ma questo bastò alla ragazzina.
Gli sputò addosso qualcosa, qualcosa che si rivelò essere
denso e appiccicoso.
Wade si ritrovò intrappolato nella bava bianca e collosa
della sua avversaria.
«Che schifo! Che schifo! Che schifo!» strillò, cercando di
togliersela di dosso.
Inutile dire che peggiorò la situazione.
Inciampò e s’incollò all’asfalto dell’unica strada che
attraversava quell’arida pianura.
«Toglimelaaa!»
Smettila di fare il
bambino.
Se non fossi stato
nudo, a quest’ora avresti già affettato la bimba con le tue spade.
«Ditemi qualcosa di utile!»
Sei scemo.
«Questo non mi sembra costruttivo.»
Neanche il tuo
cervello mi sembra costruttivo.
Beh, è il tuo stesso
cervello, quindi io starei zitto.
«Grazie didascalia gialla!»
Taci tu, sei il più
stupido di tutti.
«Ta farò male. Molto male.»
«Questa voce non è nella mia testa, vero?»
No, è la ragazza che
ti sta parlando, idiota!
«Ah già. Allora, ci ho pensato, e sono abbastanza sicuro di
aver ammazzato pochissime persone qui intorno, a meno che quegli alieni non ti
stessero a cuore…»
«Non m’importa degli alieni, stupido! E nemmeno delle persone!»
sbottò lei, irritata dall’essere continuamente ignorata.
«Umh, questa è più o meno una novità per me. Di solito chi
tenta di uccidermi o è un mio rivale o vuole interferire con la mia attività.
Che è, in effetti, ammazzare le persone.»
La ragazza si strinse nelle spalle, scuotendo la zazzera
cespugliosa che le circondava le grandi orecchie da gatto.
«Non mi interessa quello che fai! Avresti potuto continuare
tranquillamente se non avessi…»
Si bloccò.
Deadpool vide la sua bocca contrarsi per trattenere un gemito
e tutto il piccolo corpo muscoloso fu scosso da un singulto.
«…usato…quel…chihuaua…» (lacrima) «…come randello!»
«Chihuaua?»
Nella sua testa esplose solo musica, e le voci ci marciarono.
Taaa-nana-na na!
Chihuaua!
Ohhh chihuaua!
«Ah, quel chihuaua! Quello che ho usato
per ammazzare uno dei russi! Lo so, a volte esagero.» ammise il mercenario.
La biondina si riscosse all’improvviso e scoprì le zanne,
così bianche e appuntite che scintillarono alla luce della luna.
«Sì! E per questo pagherai!»
Con un sibilo spaventoso, guizzò sul suo collo e lo morse.
Qualche frazione di secondo dopo, Wade si contorceva nella
melma bianca in preda agli spasmi. Il dolore era terribile.
«Wa! Wah! Waaaaaaaaaah!»
«Doloroso, vero? È il morso di un serpente a sonagli. Tra
poco sarai morto.»
Morto? Morto no. Però
cazzo, quando l’effetto di ‘sta schifezza finisce, te lo insegniamo noi un luuungo
modo per morire, ragazzina!
Lungo e doloroso.
«Waaaah!»
Però in effetti non
avresti dovuto uccidere quel chihuaua.
Che palloso che sei.
Ha afferrato la prima cosa che ha trovato. Si è accorto solo alla fine che era
un cane!
Questo perché non
presta mai attenzione a quello che fa!
L’agonia durò
due lunghe ore, che le voci spesero a discutere su quanto idiota fosse e
perché.
Quando finalmente il dolore si disperse nell’organismo, Deadpool
aprì lentamente gli occhi sul cielo stellato.
Ucciderla. Adesso.
Fu una delle rare volte in cui le voci parlarono in sincrono
e Deadpool si trovò tremendamente d’accordo con loro.
Cercò di districarsi dal grumo di bava, e un canto appena
accennato gli giunse all’orecchio.
Smise di divincolarsi e il canto s’interruppe.
«Non sei morto.»
Il viso della ragazzina entrò prepotentemente nel suo campo
visivo.
Aveva un’espressione perplessa.
No, non era bella come tutte le super eroine che aveva
conosciuto, affatto. Era solo una ragazzetta mascherata, velenosa e con della
bava schifosa.
Sicuramente non doveva aver molto successo con gli uomini.
«Posso farti una domanda?»
Improvvisamente, tutta l’ostilità con cui l’aveva combattuto
poco prima sembrava svanita.
Quella di Wade, invece, stava montando. Ed era certamente
più pericolosa.
«Un ultimo desiderio prima che ti ammazzi?»
Lei scosse la testa.
«Cosa allora?»
«Cos’ha la tua pelle?»
«Cancro.»
«Davvero?»
«No. Mi diverto a bucarmi. Non l’hai visto Trainspotting?
Dio, quel film è assurdo.»
«A me ha fatto schifo.»
Deadpool rimase un attimo interdetto. Poi le voci esplosero
nella sua testa.
UCCIDILA SUBITO!!!
Con un gesto secco delle braccia si liberò dalla sua
prigione collosa.
Fece per scagliarsi sulla ragazzina, ma un puntino rosso in
mezzo alle macerie attirò la sua attenzione.
È la tua maschera!!
Sbrigati, recuperala!
Giusto, la
maschera.
Scartò di lato, la raggiunse e la indossò.
Ahhh,
sì.
Non importava che fosse completamente nudo, avere la sua maschera
addosso era sempre tremendamente confortevole.
Finalmente, si voltò verso la piccoletta.
«E ora è finita sul serio.»
Lei lo fissava con gli occhi sgranati.
Aprì la bocca per parlare, ma non riuscì ad articolare alcun suono.
Eppure non sembrava spaventata.
«Ehi, ragazzina? Devi urlare di terrore. Daiii, urla. Sto per
squarciarti il pancino.»
Niente, era semplicemente paralizzata dallo stupore.
Allungò una mano verso di lui, puntandogli contro il dito.
Rimase così, a bocca aperta, additandolo.
«Tua mamma non ti ha insegnato che è maleducazione indicare le persone?»
«Deadpool?»
«Sì?»
«Sei Deadpool?»
«Ah-ha.»
«Il mercenario chiacchierone?»
«Già.»
«Quello che non sta mai zitto?»
«Quello bello e simpatico. Sì, io. Qualcosa non va?»
Uccidila e
basta.
No, aspetta aspetta.
Vediamo che ha da dire.
Ma la ragazza non disse nulla.
Cadde in ginocchio, si nascose il viso tra le mani e
cominciò a piangere.
I singhiozzi la scuotevano tutta e copiose lacrime le
rotolavano sui polsi.
Wade fu preso del tutto in contropiede.
«Ehm… ragazzina? Mew Mew? Dai, su, non fare così. È
sono un piccolo squarcio. Vedrai, me l’hanno fatto molte volte. Solo che tu morirai.
Ma mi hanno detto che è una cosa abbastanza veloce.»
Non lo ascoltò neppure.
Continuava a piangere disperata, le grosse orecchie
abbassate ai lati della testa.
«Senti bimbina, mi dici perché piangi?» chiese infine Wade,
esasperato.
Lei annuì tra i singulti.
Cercò di calmarsi, tirò su col naso e si strofinò gli occhi
con le mani guantate.
«Tu sei…sigh!...insieme a Spiderman…(sniff)…tu ERI…! Il mio…
(cough)…il mio supereroe preferito…! Ma ora… ora hai rovinato tutto! TUTTO!»
«Io…»
Probabilmente per la prima volta nella sua vita, Deadpool
non sapeva cosa dire.
Rimase a fissare quella ragazzina piangente, nudo e sfigurato,
con la sua maschera rossa e le voci nella testa.
Che hai? Adesso ti
dispiace aver deluso le aspettative di una mini eroina qualunque?
«Ha detto che sono il suo preferito…»
No, ha detto che ERI
il suo preferito. Insieme a Spiderman.
Quello Spiderman
piace sempre a tutti, hai notato?
Già. Ma tu hai dovuto
ammazzare il chihuaua.
«Non l’ho fatto apposta…»
Ma l’hai fatto, e
questa qui è uscita scema! Non sei più il suo preferito, tanto vale che l’ammazzi.
Sì, ormai la sua vita
è rovinata.
«Zitti un attimo! Non capite? Questa poteva essere la mia
occasione per avere qualcuno che mi volesse!»
Infatti. POTEVA
essere. Dai sbrigati a concludere la faccenda, voglio andare a casa.
Wade mosse un passo verso la ragazza.
«Senti… in realtà io non volevo davvero far del male a quel
cane. È
che non me ne sono accorto. Non c’è speranza di redenzione? Voglio dire, mi hai
anche iniettato quello stupido veleno… a proposito bimbetta, mi spieghi un attimo
cosa sei?»
Lei lo fissò, gli occhi umidi e la bocca corrucciata.
«Non sono una bimbetta. Te l’ho già detto, mi chiamo Metazoa
e, per tua informazione, ho già diciotto anni!»
Prima che Wade potesse rispondere, una forte esplosione alle
sue spalle lo scagliò in avanti.
Sbatté la faccia sull’asfalto, ma si rialzò immediatamente,
cercando di capire cosa fosse successo.
La ragazza, che probabilmente era riuscita a vedere il colpo
prima che si abbattesse sulla strada (ormai completamente distrutta), era schizzata
indietro ed atterrò al suo fianco.
Finalmente, constatò Deadpool, un po’ di sano spavento
deformava i suoi lineamenti!
«Non sono stata io!» strillò, aguzzando gli occhi felini
sull’incendio che era scoppiato davanti a loro.
«Sono stata io.»
Una sagoma femminile emerse dalle fiamme.
Questa sì che aveva tutte le sue belle forme al punto giusto.
Ma c’era qualcosa che non andava.
Quelle mani. Quelle…
«Oh, no.» sospirò Wade.
Proprio lei.
Che palle.
«Chi è?» chiese Metazoa, portandosi in posizione da combattimento.
In quel momento, la donna lasciò un urlo disumano.
«Wade!!»
«Lady… da quanto tempo! Certo, devo dire che non mi sei
mancata per niente. Sai, tu mi sei sempre sembrata un po’ schizzata.»
Metazoa scosse la testa, come farebbe un cane per liberarsi
da una mosca fastidiosa.
«Da che pulpito…»
La donna spiccò un salto impressionante e si portò a pochi
metri da loro.
«Ciao Deathstrike! Qual buon vento ti porta qui in Texas?»
Non serve essere così
gentili, questa porta grane.
Lo sappiamo, è sempre
stato così!
Cosa facciamo?
Facciamo fuori anche lei?
Sì, tu parli parli, e
intanto non fai fuori nessuno.
«Veramente oggi ho fatto fuori un sacco di gente…»
E un chihuaua.
«E un chihuaua.»
«Smettila di parlare con te stesso, Wade. Il professore mi
ha mandata a riprenderti.»
«Riprendermi? Perché? Io ho lasciato Arma X.»
La donna sorrise diabolica, la lingua rossa e sottile guizzò
sui denti scintillanti.
«Già, ma ci sono nuove… cose.
Nuovi esperimenti da provare. E tu sei sempre stato una cavia perfetta. Lo dice
anche Ajax.»
Deadpool s’irrigidì.
Le unghie si ficcarono a fondo nella carne del palmo, e lì
rimasero, impedendo al fattore rigenerante di chiudere la ferita.
«E così quel bastardo è ancora vivo, eh? Strano. Ero
abbastanza certo di averlo ucciso.»
Sì, certo.
Non muore mai nessuno
qui.
«Perché non vieni con me? Sono certa che fremi dalla voglia di vederlo…»
«Scusami, Lady. Mi piacerebbe, verrei volentieri, ma sai
com’è. Sto aspettando l’ottava serie di Grey’s Anatomy, e nelle vostre basi c’è
sempre una pessima ricezione.»
«Sai Wade, quando te ne sei andato hai lasciato un grande
vuoto. Certo, io ho provato a riempirlo con le granate che hai dimenticato lì.
Come quella di poco fa. Vogliamo provarne un’altra?»
«Uh oh.»
Deathstrike ne sfoderò quattro contemporaneamente.
«Ragazzina, sei abbastanza agile e veloce?»
«Posso essere agile come un felino e veloce come un
levriero.» confermò lei, con un cenno del capo «Ma…»
Non riuscì a terminare la frase.
Altre quattro esplosioni li avvolsero.
*
Echeccavolo.
Sì, lo so. Ho altre millanta cose in cantiere, la mia
incostanza è nauseante, questa storia non interesserà a nessuno e tutto il
resto.
Voglio dire, chi abbandonerebbe una bella storia su OP
(che mantiene il primo posto nel mio cuore), per una nerdata marvel che
non leggerà nessuno?
Ovviamente io,
quando la mia nuova ossessione diventa Deadpool.
Voglio dire… l’avete letto il nuovo mensile a lui
dedicato? Geniale.
Comunque, veniamo alle cose serie che davvero devo dire:
Innanzitutto mi
scuso con i veri esperti Marvel: io sono solo una novizia, non ho letto
nemmeno un numero di Cable&Deadpool e probabilmente ci saranno delle
incongruenze. Mi dispiace. Cerco di aggiornarmi il più possibile, ma l’universo
Marvel mi sembra davvero sconfinato!
Seconda cosa à io amo
Deadpool, ma sono anche una studentessa di veterinaria, e lui ha ammazzato un
cane.
Dovevo fare qualcosa.
Qualcosa per punirlo e riscattarlo allo stesso tempo, per
non cominciare a odiarlo.
Questa storia è il mio modo.
Ultima cosa!
La nuova coprotagonista.
Inizialmente volevo usare un personaggio marvel realmente
minore, di quelli che non si caga nessuno, per intenderci.
Avevo pensato alla Gatta Nera, poi a Tigra, ma nessuna
delle due ha il carattere e l’immaturità che mi serve.
Quindi ho dovuto costruirne una nuova. Un’altra.
Leggerissimamente
ispirata a Hit-Girl di KickAss.
Questa è
davvero l’ultimissima cosa.
Non so cosa ne sarà di questa storia.
Ho un paio di idee e sono anche curiosa di vedere come si
evolveranno!
Se qualcuno è arrivato a leggere fin qui, ha tutta la mia
gratitudine! J