Il silenzio del Carillon

di Rainbone
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- Piccolo consiglio musicale, posso? Ok... io vado eh? Beh è la canzone che ho sentito in un film ... una specie di ninna nanna . Ve la consiglio, davvero ... è ad effetto .
Tipper - Illabye






Da bambino avevo paura.

Ma non lo dicevo a nessuno.

Quando le arpie e le creature malefiche si insinuavano nella mia mente il silenzio trillava.

E io avevo paura.

Quando le immagini della mia infanzia si facevano vive davanti ai miei occhi vigili.

Avevo paura.

Immaginarie mani le afferravano e le scagliavano lontane ma queste rimbalzavano sulle pareti dei miei pensieri e tornavano da me.

E tremavo.

E gemevo.

E avevo paura.

Mi alzavo. E fuggivo.

Conscio che quelle immagini sarebbero tornate.

Che mi avrebbero aspettato.

E che ogni notte riapparivano e mi tendevano un agguato.

Loro erano sempre lì.

Ma fuggivo.

Per poco.

Nei corridoi bui, lasciavo che la mia pallida e diafana figura emergesse riflettendo, quasi, i raggi
lunari.

La strada sembrava sempre troppo lunga.

Il mio rifugio sempre troppo lontano.

Ma io ci arrivavo sempre.

Semplicemente stavo lì a guardarlo.

Fin che i suoi occhi non si esponevano a me.

Fin che non si decideva ad ammettere che era sveglio … e che mi stava aspettando.

Ed era  in quel momento che tutto spariva.

I mostri.

Le arpie.

Gli incubi.

I ricordi.

Tutto.

Non c’erano altro che le sue braccia esili di bambino che mi cingevano e mi trattenevano nel
suo letto…

Non c’era altro che quel suo cullarmi ritmicamente come seguisse la musica di un Carillon.

Le note ci costellavano la mente.

Silenziose. Inesistenti.

Ma vi era chi le udiva.

Così la notte passava.

Quando il mio respiro diventava regolare, le sue mani non lasciavano le mie.

Ma il sonno si impadroniva di lui … e il nostro Carillon si spegneva.
 
 



Se ne andò.

Andò a vivere a modo suo.

L era morto.

Perdente.
 
Di notte tornavano.

Erano sempre state lì.

La paura.

Bu!

Lente e sinuose… sensuali… le ombre acquattate negli angoli sbocciavano da tutte le parti e mi intrappolavano.

Ogni notte.

E fuggivo.

Correvo.

Per eliminare la distanza.

Il corridoio che ad ogni passo sembrava allungarsi sempre di più.

Quella porta che ad ogni mio sospiro esasperato sembrava sempre chiudersi.

Sbattendo forte.

E le paure che mi inseguivano.

E le paure da cui non avevo scampo.

Ma ci arrivavo.

Sempre.

La mano spingeva la porta e io ero dentro.

Mi arrotolavo nel suo letto… stretto tra le lenzuola.

Nella mano un lembo della federa come fosse la sua di mano.

Nella testa il ritmo del Carillon silenzioso.

Il ritmo che solo noi sentivamo.

Mi sei mancato… Mihael Keehl.


Mi mancava.

Lui.

Era lontano da me.

C’erano le ombre.

Avevo paura.
 

 

Morì.

Il 26 gennaio del 2010.

Quella notte di fiamme due ombre fecero capolino dai mobili della mia lussuosa camera d’albergo.

Sempre di più.

 Ombre della coscienza.

    Ombre dell’impotenza.

         Ombre della paura.

Paura.

E il Carillon suonava.

E il Carillon intonava una musica macabra .

Una danza di morte mentre tra le mani il suo rosario fungeva da suo palmo.

Era bagnato.

Bagnato dall’orgoglio.

Bagnato dal suo odore.

Bagnato dall’istinto.

Che io non avevo mai seguito.

Bagnato dalle mie lacrime.

Bagnato dalle ombre.

Cattive.
 
 

-Light Yagami : Tu sei Kira-









Note:
Non ho nulla da dire. A parte che questa one-shot mi mette un pò i brividi ... di paura.
Odio i carillon , emettono melodie macabre ... forse mi spaventano.





  





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